More stories

  • in

    Ducati Streetfighter V4 S 2021, Euro5 e nuova colorazione Dark Stealth

    Interessanti novità per la Ducati Streetfighter V4 S. La versione 2021, infatti, si arricchisce della nuova colorazione Dark Stealth e dell’omologazione Euro5 e sarà disponibile nei concessionari da novembre. L’aggiornamento sugli standard di emissioni, però, interessa non solo la naked ma tutti i modelli della gamma Ducati Streetfighter V4.
    Ducati, pre ordini record per Streetfighter V4 e vendite in aumento nel 2019
    Nero opaco

    Come definire lo Streetfighter V4 S? La descrizione perfetta arriva direttamente da Ducati: “la Panigale V4 spogliata delle carene”. La naked di Bordo Panigale ha il manubrio alto e largo e pesa 178 kg. A spingerla il Desmosedici Stradale 1.100 cc che eroga 208 CV, troviamo anche ali biplano e un modernissimo pacchetto elettronico. La novità per il 2021 si chiama Dark Stealth, colorazione nero opaco in grado di far risaltare il lato più aggressivo della naked.
    Aggiornamento agli standard di emissioni

    L’altra novità, come anticipato, è l’omologazione Euro5 che verrà estesa a tutti i modelli della gamma Ducati Streetfighter V4. L’aggiornamento agli standard di emissioni, però, non ha modificato i valori di potenza e coppia della V4 ma li ha solo riposizionati a regimi di rotazione differenti. La naked eroga una potenza di 208 CV (153 kW) a 13.000 giri/minuto (250 giri più in alto rispetto alla versione Euro4) e una coppia di 12,5 Kgm (123 Nm) a 9.500 giri/minuto (2.000 giri/minuto più in basso dell’Euro4). Le modifiche ci sono state alla linea di scarico del Desmosedici Stradale e alla calibrazione motore, ritocchi necessari per rispettare il nuovo standard europeo sulle emissioni inquinanti. Cambiamenti anche per il silenziatore che, immutato nell’aspetto, utilizza catalizzatori maggiorati (+10 mm di lunghezza) e ha una nuova tecnologia di impregnazione dei metalli nobili (fondamentali per massimizzare la capacità di convertire i gas inquinanti). LEGGI TUTTO

  • in

    Moto dei Miti: a Padova la storia de “l'uomo che ha sconfitto i giganti”

    Davide contro Golia. Dal 22 a 25 ottobre 2020, il Salone Auto e Moto d’Epoca di Padova rende onore a Genesio Bevilacqua, imprenditore laziale e patron dell’Althea Racing, la scuderia indipendente che ha saputo tenere testa alle più grandi Case motociclistiche, laureandosi campione del mondo per cinque volte, con un titolo nella Superbike con Carlos Checa (l’ultimo tra le derivate di serie per la Casa bolognese), due titoli nella Superstock e due nel Campionato riservato ai costruttori.
    TRA MOTO E CAMPIONI
    Lo fa con la mostra “L’uomo che ha sconfitto i giganti”, che celebra le imprese motoristiche di Bevilacqua nello spazio espositivo “Moto dei Miti” di Civita Castellana (VT), voluto da Bevilacqua stesso per organizzare eventi legati alle due ruote. La collezione varia tra le moto di personaggi come Paolo Pileri, maestro e ispiratore delle imprese di Bevilacqua, fino a nomi storici come Lucchinelli, Stoner, Capirossi e altri campioni del mondo, ma anche modelli che hanno scritto pagine fondamentali dell’ingegno motoristico e motociclistico italiano, in alcuni casi dei veri e propri pezzi unici. Il tutto, contornato da libri tematici, foto e filmati di repertorio, trofei, tute e caschi appartenuti ai piloti che hanno guidato quelle moto.

    Per farvi venire l’acquolina in bocca: qualora vi rechiate al Salone di Padova, troverete, tra le altre, moto come la Suzuki RG 500 XR 40 di Lucchinelli, la Ducati GP06 di Capirossi, la GP07 di Casey Stoner campione del mondo 2007 e la Ducati 1098 F08 “Australian Flag” (tributo per l’addio alle corse di Troy Bayliss), moto campione del mondo nel 2008. Tra gli ospiti attesi, anche i piloti campioni del mondo Mario Lega e Virginio Ferrari, l’ingegner Jan Witteveen – progettista pluricampione del mondo e “padre” dei motori 2T -, e il team manager Roberto Gallina, campione del mondo nella classe 500 con la Suzuki nel 1981 e 1982. LEGGI TUTTO

  • in

    Monopattini elettrici, la mascherina diventa obbligatoria

    Le attività sportive hanno necessariamente richiesto ampio spazio tra i contenuti del nuovo DPCM approvato nelle scorse ore dal Governo. C’era attesa infatti, tra gli appassionati e i praticanti, per conoscere quali discipline avessero richiesto l’uso della mascherina e quali no. La novità più interessante, dal punto di vista delle due ruote, è che il monopattino elettrico non ha lo stesso status della bicicletta: per salire sul mezzo green, quindi, bisognerà obbligatoriamente indossare la mascherina.
    Monopattini elettrici, pericolo o nuova mobilità? Il confronto
    Monopattino e bicicletta: ecco la differenza
    Coloro che vanno in bicicletta sono esentati dall’indossare la mascherina. Lo ha specificato il capo di gabinetto Bruno Frattasi e le nuove normative disposte dal Viminale, che affermano come dall’obbligo di utilizzo della mascherina “non vanno ricomprese alcune attività svolte all’aperto che, in ragione del loro particolare dispendio energetico, sono invece riconducibili all’attività sportiva e, quindi, parimenti esentate come jogging, footing, trekking, nordic walking o altre forme di camminata sportiva potranno continuare a svolgersi senza utilizzo della mascherina, purché ciò avvenga in condizioni tali da garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno due metri. Sono esentati dall’obbligo di indossare la mascherina i conducenti di biciclette, anche a ‘pedalata assistita’, per i quali ricorrono, dato l’impegno fisico richiesto dall’uso del mezzo, condizioni non dissimili”.

    Chi pensava che il monopattino potesse essere considerato alla pari della bici, si è così dovuto ricredere. D’ora in poi, quindi, color che vorranno viaggiare sul monopattino elettrico dovrà obbligatoriamente indossare la mascherina. LEGGI TUTTO

  • in

    Ducati, 25 nuove Multistrada 950 per la Polizia Locale di Bologna

    Il 15 ottobre Ducati ha consegnato, con una cerimonia ufficiale, 25 Ducati Multistrada 950 al Reparto Sicurezza Stradale – Sezione Motociclisti della Polizia Locale del Comune di Bologna. Un atto che rinnova la collaborazione storica (iniziata nel lontanto 1970) tra la Casa di Borgo Panigale e la Polizia di Bologna per quanto riguarda la fornitura di mezzi alle forze dell’ordine. Il bando per le 25 moto era stato indetto dal Comune di Bologna nel 2019 e la cerimonia di consegna è avvenuta presso il Comando della Polizia Locale, a cui hanno partecipato l’Amministratore Delegato di Ducati Claudio Domenicali, il Sindaco di Bologna Virginio Merola e il Comandante della Polizia Municipale Romano Mignani. La consegna ha preceduto l’inaugurazione della nuova Centrale Radio Operativa della Polizia Locale.
    Ducati Multistrada 950 S, ecco la livrea GP White
    Ducati, grande attenzione per gli enti locali

    Prima della Multistrada 950, infatti, altri cinque modelli hanno sancito lo stretto legame fra Ducati e la Polizia felsinea: Mark 450 T (1970), 750 GT (1974), Pantah 660 TL (1981), Monster 600 (1995) e Multistrada 620 (2006). L’iniziativa conferma la grande attenzione che da sempre Ducati riserva agli enti locali e al territorio e, proprio nell’ambito di questa collaborazione, la Casa di Borgo Panigale ha lavorato con l’obiettivo di mettere nelle mani degli agenti appartenenti alla Sezione Motociclisti del Reparto di Sicurezza Stradale della Polizia Locale del Comune di Bologna una moto sicura e funzionale alle mansioni che essi svolgono quotidianamente.
    Addio Desmo, benvenuto V4 Granturismo: nuovo viaggio per Ducati
    Accessori specifici per aumentare comfort e praticità

    Non è una novità che la Multistrada 950 sia un modello versatile e facile da guidare, oltre a garantire un alto grado di sicurezza anche in condizioni atmosferiche non ottimali e a prescindere dall’esperienza di guida del pilota. Parlando del versante tecnico, la Multistrada 950 consegnata alla Polizia Locale è spinta dal motore Testastretta 11° da 937 cc da 113 CV a 9.000 giri/minuto e 96 Nm a 7.750 giri/minuto ed è dotata di piattaforma inerziale IMU (Inertial Measurement Unit) a 6 assi, ABS Cornering Bosch, Vehicle Hold Control (VHC). Per renderla ancora più adatta alle forze dell’ordine, Ducati ha deciso di completare l’allestimento di serie di queste 25 unità con specifici accessori per aumentarne comodità e praticità. Qualche esempio? Le manopole riscaldabili, il paramotore, le valigie laterali con kit speciale infortunistico e borse interne per la dotazione del singolo agente e, infine, tre lampeggianti led con supporto in fibra di carbonio, sirene bitonali per muoversi nel traffico e apparato radio Motorola in funzione delle comunicazioni, il tutto gestito da un sistema centrale con pulsantiera stagna retroilluminata.
    Ducati presenta la nuova Scrambler 1100 Pro Dark LEGGI TUTTO

  • in

    Incidente gli provoca la fobia delle moto: meccanico risarcito con 68.000 euro

    Quelle americane erano la sua più grande passione. Ma il sogno di Stuart Conway era lavorare con le moto, e sulle moto. E dopo tanto studio e sacrificio (tra cui al West Coast Harley-Davidson di Glasgow), era riuscito a coronare le sue ambizioni: diventare un meccanico alla Harley-Davidson.
    Harley-Davidson, nuovi dettagli sulla “baby” 338R
    Dopo l’incidente, ha paura di salire su una moto
    Ma il destino gli ha giocato un brutto scherzo. Nel provare un modello da 750 cc della casa di Milwaukee, portato in officina da un cliente, Conway è rimasto vittima di un brutto incidente con un’automobile, il cui conducente ha subito ammesso la colpa. Il povero meccanico ha però subito danni sia fisici che psichiatrici, cominciando a guardare le moto in maniera diversa. Il trauma è stato così forte che adesso, dopo essersi rimesso, Stuart ha paura a salire di nuovo in sella a una moto. Colpito da ansia e tremori ogni volta che saliva su una moto, per Conway svolgere il proprio lavoro è divenuto impossibile.
    Scarichi rumorosi, Harley-Davidson evita multa milionaria
    L’azienda, comprendendo la situazione, ha così concesso un nuovo ruolo all’uomo, una mansione che non implicasse il dover per forza salire su una moto, ovvero quella di tecnico. Pare che adesso invece Conway voglia diventare fotografo (non si sa se di moto). Nel frattempo, tuttavia, potrà consolarsi con il ricco risarcimento arrivato dall’assicurazione, che ammonta a circa 68.000 euro. LEGGI TUTTO

  • in

    Addio Desmo, benvenuto V4 Granturismo: nuovo viaggio per Ducati

    In via Cavalieri Ducati è tempo di tracciare nuove rotte. La Casa di Borgo Panigale chiama infatti all’esordio il V4 Granturismo, una unità a 4 cilindri pensata per equipaggiare la prossima Multistrada V4: la nuova crossover che verrà svelata ufficialmente il prossimo 4 novembre. L’inedito motore da 1.158 cm3 di cilindrata segna un importante passo per Ducati, una rivoluzione per gli appassionati del marchio bolognese: dopo decenni sparisce la denominazione “Desmo” da un propulsore Ducati.Infatti il V4 Granturismo presenta una più classica distribuzione mista (catena-ingranaggi) e punterie a dito, al posto del famoso richiamo a vincolo bilatero per le valvole.
    V4 Granturismo: addio Desmo. La motivazione
    Questo per una ragione ben precisa: allungare il chilometraggio utile prima di procedere ad interventi onerosi come la registrazione del gioco valvole, intervento che, proprio per i limiti della distribuzione Desmodromica, non può spingersi oltre determinate percorrenze. A patto di non rendere il sistema eccessivamente costoso da realizzare e, quindi, a discapito del prezzo finale d’acquisto.

    Una scelta giustificata dal nuovo progetto Multistrada V4, che punta ad essere, ancora più della 1260, una macinatrice di chilometri e senza intaccare l’affidabilità del motore che altrimenti richiederebbe più frequenti (e dispendiosi) intervalli di manutenzione.
    Per il V4 Granturismo sono previsti un controllo ed eventuale registrazione del gioco valvole e la sostituzione delle candele ogni 60.000 km e 15.000 km (o due anni) per la sostituzione dell’olio, del filtro motore e la verifica del filtro aria (da sostituire ogni 30.000 Km). Il soldoni abbiamo bassi costi di manutenzione che ben si sposano a lunghi viaggi e tanti chilometri percorsi nel breve e medio periodo.
    Confronto con il V2: più leggerezza
    Molte novità a livello tecnico arrivano dalla parte “calda” del motore, a partire dalla cilindrata. I 1.158 cm3, ottenuti con alesaggio di 83 mm (81 i mm per il Desmosedici della Panigale V4), rappresentano un valore che mette d’accordo le esigenze di compattezza, leggerezza e ingombri rispetto al bicilindrico. Il V4 Granturismo è più corto di 8,5 cm, più basso di 9,5 cm e solo 2 cm più largo del Testastretta 1260. Inoltre ha un peso di 66,2 Kg, con un guadagno di 1,2 kg.

    Abbiamo la frizione a carter semi secco, albero motore controrotante, per ridurre l’effetto giroscopico delle ruote favorendo la maneggevolezza, e la successione di scoppi Twin Pulse con perni di biella sfalsati di 70°. Le prestazioni dichiarate parlano di una potenza di 125 kW (170 CV) a 10.500 giri/minuto, e una coppia massima di 125 Nm (12,4 Kgm) a 8.750 giri/minuto. Tutto questo rispettando ovviamente i limiti dell’omologazione Euro 5. Per raggiungere questo traguardo si è operato a livello di fluidodinamica con lunghezza, diametro dei condotti, conformazione delle camere di scoppio e diametro valvole rivisti, con lo scopo di ottenere una erogazione fluida e regolare fin dai bassi regimi ma consentendo comunque al motore di “allungare” a vantaggio della potenza massima con una curva di coppia ben distribuita. Un aiuto alla fluidità di marcia arriva anche da un sistema di iniezione dedicato e masse volaniche appesantite.
    Disattivazione della bancata posteriore
    In ottica comfort da segnalare la strategia di disattivazione della bancata posteriore: in determinate condizioni, quando la moto è ferma al semaforo, i cilindri posteriori si spengono (non c’è combustione in camera) migliorando quindi il comfort termico con l’abbassamento delle temperature e migliorando anche i consumi. Non mancano, infine, il cambio con nuova rapportatura e dotato sistema Ducati Quick Shift (DQS) up & down, e la frizione – a comando  idraulico –  con sistema anti saltellamento.
    Ultima nota va alla voce del nuovo V4: grazie agli studi svolti sono stati ottimizzati materiali e giochi degli ingranaggi della trasmissione per avere la migliore sound quality possibile.
    Ducati Multistrada V4: come è fatto il radar anticollisione LEGGI TUTTO

  • in

    Ducati presenta la nuova Scrambler 1100 Pro Dark

    Uno dei punti forti del nuovo Ducati Scrambler 1100 Pro è certamente il suo design. Non è un caso, infatti, che all’ArtCenter College di Pasadena la moto sia stata al centro dell’attenzione e si stata fatta un’analisi dello stile da parte degli studenti della celebre scuola californiana.
    Ora Ducati ha realizzato una nuova versione dello Scrambler 1100 Pro: si chiama ‘Dark’ ed è realizzata con l’obiettivo di trasmettere a pieno alcuni elementi tipici del brand Scrambler, come la purezza, l’essenzialità e il senso di libertà. Il modello 1100 Dark Pro è disponibile nella colorazione Dark Stealth e vuol costituire una base di partenza perfetta per una personalizzazione che assecondi la creatività e il gusto personale del suo possessore.

    Livrea nera opaca
    La gamma Scrambler 1100 vuol rappresentare una scelta ideale per chi ama viaggiare non solo in città, ma anche al di fuori dei centri urbani, magari in compagnia di un passeggero, grazie al motore da 1.079 cc caratterizzato da una coppia generosa disponibile sin dai bassi regimi e al serbatoio da 15 litri che consente di affrontare con comodità anche i viaggi più lunghi.
    Lo Scrambler 1100 Dark Pro offre lo stesso design iconico e originale degli altri due modelli della gamma, Scrambler 1100 Pro e Sport Pro, e si distingue dai suoi “fratelli maggiori”, oltre che per la colorazione in nero opaco con parti in alluminio anodizzato naturale, per la personalizzazione con specchi retrovisori in stile classico.
    L’elettronica
    Sul piano dell’elettronica la new entry della Land of Joy è dotata, al pari degli altri modelli della famiglia 1100 PRO, di Ducati Traction Control (DTC), calibrato appositamente per il modello, e di ABS Cornering, per il massimo della sicurezza e dell’agilità in ogni tipo di curva. Inoltre, i tre Riding Mode di serie (Active, Journey e City) aiutano anche i motociclisti meno esperti a trovare il giusto equilibrio nell’uso delle componenti elettroniche, scegliendo il proprio stile di guida.
    Il nuovo Scrambler 1100 Dark Pro è disponibile in tutti i concessionari Ducati e Scrambler Camp al prezzo di € 12.490,00. LEGGI TUTTO

  • in

    Arte italiana in viaggio: con Stefano Accorsi in sella alla MV Agusta

    De Gregori lo cantava in tempi non sospetti: “Viva l’Italia”. E “Viva l’Italia” è anche il nostro motto, l’incipit di un racconto che esce dai nostri canoni motociclistici. Il nostro Paese è crogiolo di identità, culture, tradizioni e dialetti che affondano le radici in secoli e secoli di storia. A volte dimentichiamo (o meglio, sottovalutiamo) chi siamo e da dove veniamo. Ma il nostro io profondo è lì, sottotraccia, non svanisce. Torna e ritorna, con il suo carico millenario, in tutto ciò che facciamo, spesso in modo silenzioso. Ma è vivo, presente. Forse anche per questa presenza l’Italia e gli italiani, con tutti i loro pregi e difetti, rappresentano un unicum. Un laboratorio culturale e artistico che non ha eguali. E che spazia in ogni settore, da quello industriale a quello artistico.

    Una parola – arte – che trova le più svariate declinazioni ed è il filo conduttore di questo esperimento: arte è musica, pittura, teatro, cinema… ma anche motociclette, quando l’oggetto in questione è firmato MV Agusta. Mezzi “scolpiti” da artisti ispirati che per l’occasione abbiamo fatto guidare da un altro artista, l’attore Stefano Accorsi. Che ci ha accompagnato in un percorso personale e culturale da quella che fu la “sua” Scuola di Teatro di Bologna, di Alessandra Galante Garrone, al Teatro della Pergola di Firenze…”
    Dalle MV Agusta al cinema: il viaggio con Stefano Accorsi

    Le righe ache avete appena letto è l’inizio dell’articolo che troverete nel prossimo numero di In Moto in edicola il 17 Ottobre nel quale è raccontata una giornata molto particolare che abbiamo trascorso insieme all’attore Stefano Accorsi in sella alle MV Agusta Rush 1000 (un’anteprima assoluta) e Superveloce 800. Due moto sportive, di classe, caratterizzate da un’estetica unica e da finiture superlative. Un test che si è svolto sulle curve dell’Appennino tra Bologna e Firenze alla vigilia della distribuzione dell’ultimo film dell’attore bolognese, dall’8 ottobre nelle sale: “Lasciami Andare”. Diretto da Stefano Mordini, con la partecipazione di Valeria Golino, Maya Sansa e Serena Rossi, “Lasciami Andare” è un dramma psicologico che ha come protagonista silenziosa una Venezia invernale e tinta di mistero. La prova della maturità di un attore che nella vita privata coltiva una spiccata passione per i motori, in particolare per le due ruote. 
    “Lasciami andare”: l’ultima fatica dell’attore bolognese
    [embedded content]
    Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa). Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora da scrivere.
    Riding estremo con MV Agusta: è ‘Pursuit of Happiness’ LEGGI TUTTO