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    Ducati Race of Champions: trionfa Bagnaia, secondo Marini davanti a Bezzecchi

    ROMA – E’ Pecco Bagnaia a vincere la Race of Champions, uno degli eventi più attesi della World Ducati Week, svoltasi sul circuito di Misano Adriatico. Il pilota del team ufficiale di MotoGp, nella gara su Panigale V4, precede la coppia del team Mooney VR46 formata da Luca Marini e Marco Bezzecchi, rispettivamente secondo e terzo. Quarta posizione davanti a Jack Miller, compagno di squadra di Bagnaia, che precede Enea Bastianini. Nella categoria V2, invece, a vincere è Federico Caricasulo, davanti a Nicholas Spinelli e Maximilian Kofler.
    L’ordine di arrivo (top 10)

    Bagnaia
    Marini
    Bezzecchi
    Miller
    Bastianini
    Martin
    Bassani
    Zarco
    Di Giannantonio
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    MotoGp, Miller: “Crutchlow mi ha aiutato quando eravamo compagni”

    ROMA – “All’epoca, ho tratto vantaggio dall’aver trovato Crutchlow come compagno di squadra, mi ha aiutato molto con gli allenamenti. Mi ha fatto capire su cosa devi investire in questo settore se vuoi avere successo in MotoGp. L’ho capito subito”. Jack Miller ha raccontato, ai microfoni di “Speedweek”, del suo primo anno in MotoGp, quando nel 2015 fece il grande salto in classe regina accasandosi al team Honda LCR. L’australiano, attualmente alla Ducati ma promesso sposo di KTM per il 2023, ha sottolineato l’aiuto del connazionale Cal Crutchlow nella sua stagione da rookie.
    Le parole di Miller
    “Sono convinto di essere uno dei ragazzi più in forma sulla griglia – ha aggiunto Miller -. Non voglio fingere che mi piaccia il mio allenamento, perché a nessuno piace. Ma hai visto, per esempio, quest’anno nella gara al Sachsenring. A 36 gradi, quella è stata forse una delle gare più faticose della mia carriera. Mi sono sentito bene dalla A alla Z. E se riesci in una gara così calda, allora sei ben preparato per tutte le altre competizioni”. LEGGI TUTTO

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    Jack Miller: “Crutchlow mi ha aiutato al mio primo anno in MotoGp”

    ROMA – Jack Miller ha raccontato del suo primo anno in MotoGp, quando nel 2015 fece il grande salto in classe regina accasandosi al team Honda LCR. L’australiano, attualmente alla Ducati ma promesso sposo di KTM per il 2023, ha sottolineato l’aiuto del connazionale Cal Crutchlow nella sua stagione da rookie. “All’epoca, ho tratto vantaggio dall’aver trovato Crutchlow come compagno di squadra, mi ha aiutato molto con gli allenamenti – le sue parole ai microfoni di “Speedweek” -. Mi ha fatto capire su cosa devi investire in questo settore se vuoi avere successo in MotoGp. L’ho capito subito”.
    Il commento di Miller
    “Sono convinto di essere uno dei ragazzi più in forma sulla griglia – ha aggiunto Miller -. Non voglio fingere che mi piaccia il mio allenamento, perché a nessuno piace. Ma hai visto, per esempio, quest’anno nella gara al Sachsenring. A 36 gradi, quella è stata forse una delle gare più faticose della mia carriera. Mi sono sentito bene dalla A alla Z. E se riesci in una gara così calda, allora sei ben preparato per tutte le altre competizioni”. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Biaggi: “Bayliss favorito, nel 2008 ando così”

    ROMA – Max Biaggi spiega cosa è successo nel 2008, quando correva in Superbike con la GMB Racing. Il mondiale in questione venne vinto da Troy Bayliss, suo compagno di squadra, ma a discapito del pilota italiano, stando alla sua versione dei fatti. “Scegliere la squadra per il 2008 – dice Biaggi – è stato per me molto difficile. Firmai un contratto direttamente con Ducati, contratto che prevedeva il passaggio nella squadra ufficiale per l’anno seguente. Sapete tutti poi come è andata e ringrazio il cielo che sia andata in quel modo, perché sono così ritornato a Casa in Aprilia, per scrivere altre meravigliose pagine della mia vita sportiva e non”.
    Dalla pre-season al Qatar
    “Continuo nel dire – attacca il quattro volte campione del mondo in 250 – che i non vincenti nello sport fanno fatica a comprendere la mentalità che anima un pluricampione del mondo. Da parte loro non ci sono invidie, ma solo un’incapacità nel vedere oltre, nel capire chi si è spinto oltre. Un campione deve rispettare tutti, ma in pista deve essere spietato. Non è corretto omettere quanto è avvenuto in quell’anno, trasformando la verità, nei presunti capricci di un pilota. Ecco quello che è successo”. ecco quello che colloca in modo corretto gli eventi del 2008. Sono passati 14 anni, per cui è arrivato il tempo di mettere in chiaro un po’ di cose. La moto che io provai la prima volta per il 2008 era assolutamente vincente. In quell’occasione il regime di rotazione massima a pari a 11500 giri/min”. “Dopo pochi giorni ci spostammo in Qatar, per un nuovo test, ed in quell’occasione alla moto furono tolti 500 giri/min, per un presunto problema strutturale. Non potemmo fare null’altro che adeguarci. In Australia un brutto incidente in curva 1 mi mise fuori dai giochi. Fortunatamente mi fratturai solo il radio del braccio sinistro”, prosegue Biaggi.

    La confessione di Preziosi
    Per Biaggi inizia così un breve periodo lontano dalla pista e al suo ritorno il pilota rimane perplesso: “A Valencia, dopo 21 giorni di gesso, mi accorsi che nelle libere 1 c’era qualcosa che non andava sulla moto. Parlai con il mio capotecnico, ma all’inizio delle libere 2 notai lo stesso identico problema. Perciò conclusi lì la sessione: non aveva senso continuare con una moto che aveva un evidente calo di prestazioni e con una mano dolorante”. Poi la rivelazione: “Il mio capotecnico, dopo vari tira e molla, finalmente ammise che l’allora Direttore Generale di Ducati Corse Filippo Preziosi, gli aveva ordinato di inserire una mappa specifica, che toglieva tra i 15 ed i 18 CV su tutto l’arco di utilizzo. Questo perché era necessario che a vincere fosse un solo pilota, altrimenti il regolamento avrebbe penalizzato la 2 cilindri. Infatti se a vincere fosse stato un solo pilota, la vittoria sarebbe stata imputabile alla sua bravura e non ad un vantaggio tecnico del 2 cilindri rispetto al 4 cilindri. La mia moto era diventata improvvisamente un cancello”. “In tutto questo il mio team manager, che avrebbe dovuto difendere gli interessi della sua squadra, dei suoi sponsor ed evitare che la moto di un suo pilota si trasformasse in una stufa, non disse una sola parola. Anzi ancora oggi finge di non conoscere la verità. eppure era anche lui presente a tutti i nostri meeting”, dice per concludere Biaggi, che recrimina un mondiale a suo dire falsato nel box della scuderia satellite Ducati. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Biaggi: “Io penalizzato nel 2008 per favorire Bayliss”

    ROMA – “Scegliere la squadra per il 2008 è stato per me molto difficile. Firmai un contratto direttamente con Ducati, contratto che prevedeva il passaggio nella squadra ufficiale per l’anno seguente. Sapete tutti poi come è andata e ringrazio il cielo che sia andata in quel modo, perché sono così ritornato a Casa in Aprilia, per scrivere altre meravigliose pagine della mia vita sportiva e non”. Inizia così il post su Facebook di Max Biaggi, ex pilota del Motomondiale e quattro volte campione del mondo in classe 250. Il 51enne romano charisce quanto successo nel 2008, quando correva in Superbike con la GMB Racing.
    Le parole di Biaggi
    “Continuo nel dire – attacca Biaggi – che i non vincenti nello sport fanno fatica a comprendere la mentalità che anima un pluricampione del mondo. Da parte loro non ci sono invidie, ma solo un’incapacità nel vedere oltre, nel capire chi si è spinto oltre. Un campione deve rispettare tutti, ma in pista deve essere spietato. Non è corretto omettere quanto è avvenuto in quell’anno, trasformando la verità, nei presunti capricci di un pilota. Ecco quello che è successo”. ecco quello che colloca in modo corretto gli eventi del 2008. Sono passati 14 anni, per cui è arrivato il tempo di mettere in chiaro un po’ di cose. La moto che io provai la prima volta per il 2008 era assolutamente vincente. In quell’occasione il regime di rotazione massima a pari a 11500 giri/min. Dopo pochi giorni ci spostammo in Qatar, per un nuovo test, ed in quell’occasione alla moto furono tolti 500 giri/min, per un presunto problema strutturale. Non potemmo fare null’altro che adeguarci. In Australia un brutto incidente in curva 1 mi mise fuori dai giochi. Fortunatamente mi fratturai solo il radio del braccio sinistro”.

    Dopo l’infortunio
    Per Biaggi inizia così un breve periodo lontano dalla pista e al suo ritorno il pilota rimane perplesso: “A Valencia, dopo 21 giorni di gesso, mi accorsi che nelle libere 1 c’era qualcosa che non andava sulla moto. Parlai con il mio capotecnico, ma all’inizio delle libere 2 notai lo stesso identico problema. Perciò conclusi lì la sessione: non aveva senso continuare con una moto che aveva un evidente calo di prestazioni e con una mano dolorante”. Poi la rivelazione: “Il mio capotecnico, dopo vari tira e molla, finalmente ammise che l’allora Direttore Generale di Ducati Corse Filippo Preziosi, gli aveva ordinato di inserire una mappa specifica, che toglieva tra i 15 ed i 18 CV su tutto l’arco di utilizzo. Questo perché era necessario che a vincere fosse un solo pilota, altrimenti il regolamento avrebbe penalizzato la 2 cilindri. Infatti se a vincere fosse stato un solo pilota, la vittoria sarebbe stata imputabile alla sua bravura e non ad un vantaggio tecnico del 2 cilindri rispetto al 4 cilindri. La mia moto era diventata improvvisamente un cancello”. “In tutto questo il mio team manager, che avrebbe dovuto difendere gli interessi della sua squadra, dei suoi sponsor ed evitare che la moto di un suo pilota si trasformasse in una stufa, non disse una sola parola. Anzi ancora oggi finge di non conoscere la verità. eppure era anche lui presente a tutti i nostri meeting”, conclude Biaggi. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Bautista: “Gara non facile a Donington, ho stretto i denti”

    ROMA – La Ducati ha fatto fatica nella quinta tappa del mondiale Superbike. Alvaro Bautista è però riuscito a mascherare le difficoltà della casa di Borgo Panigale, arrivando secondo nella gara-2 del weekend di Donington, in Gran Bretagna. Queste le sue parole a motori spenti: “Malgrado la caduta di gara-1 credo che sia stato un weekend molto positivo date le difficoltà che avremmo potuto incontrare. Non è stata una gara facile, soprattutto per il dolore alla mano dopo la caduta. Ma ho stretto i denti e sono riuscito a rimanere vicino a Razgatlioglu e Rea per poi conquistare anche la seconda posizione. Most (Repubblica Ceca, ndr) è un circuito che credo possa essere più adatto alle nostre caratteristiche”.
    La soddisfazione di Rinaldi
    Se Bautista è riuscito a mantenere la vetta della classifica piloti salendo a quota 246 punti contro i 229 sulla Kawasaki di Jonathan Rea, altrettanto positivo è stato il weekend di Michael Rinaldi. Queste le sue parole a seguito della quarta posizione, conquistata dopo essere partito sesto: “Sono molto contento. Abbiamo perso l’occasione di andare a podio per un inconveniente che abbiamo avuto durante la gara. Il passo, però, è sempre stato molto incisivo e questo è ciò che ci serve. Abbiamo fatto una discreta Superpole Race e in Gara-2 ho spinto al massimo. Questa è stata la gara più dura della mia carriera e perciò sono molto soddisfatto del risultato finale”. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Bautista: “A Donington non è stato facile, avevo dolore alla mano”

    ROMA – La Superbike fa tappa a Donington e la Ducati rischia di sciogliersi. A tenere a galla la scuderia italiana ci ha però pensato Alvaro Bautista che è riuscito a nascondere le problematiche della casa di Borgo Panigale, arrivando secondo nella gara-2 del weekend in Gran Bretagna. Queste le sue parole a motori spenti: “Malgrado la caduta di gara-1 credo che sia stato un weekend molto positivo date le difficoltà che avremmo potuto incontrare. Non è stata una gara facile, soprattutto per il dolore alla mano dopo la caduta. Ma ho stretto i denti e sono riuscito a rimanere vicino a Razgatlioglu e Rea per poi conquistare anche la seconda posizione. Most (Repubblica Ceca, ndr) è un circuito che credo possa essere più adatto alle nostre caratteristiche”.
    Le parole di Rinaldi
    Se Bautista è riuscito a mantenere la vetta della classifica piloti salendo a quota 246 punti contro i 229 sulla Kawasaki di Jonathan Rea, altrettanto positivo è stato il weekend di Michael Rinaldi, arrivato quarto dopo essere partito dalla sesta casella: “Sono molto contento. Abbiamo perso l’occasione di andare a podio per un inconveniente che abbiamo avuto durante la gara. Il passo, però, è sempre stato molto incisivo e questo è ciò che ci serve”. “Abbiamo fatto una discreta Superpole Race e in Gara-2 ho spinto al massimo. Questa è stata la gara più dura della mia carriera e perciò sono molto soddisfatto del risultato finale”, ha poi concluso lo spagnolo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Martin: “Aprilia molto competitiva, hanno fatto passi avanti enormi”

    ROMA – “Espargaro ha elaborato una moto super competitiva insieme ad Aprilia. A parte il motore, che ha fatto un passo avanti incredibile, quando li vedo in pista mi colpisce soprattutto come gira la moto, sembra una Yamaha con un motore veloce”. Sono queste le parole a DAZN di Jorge Martin, pilota Pramac Racing, nelle quali elogia l’Aprilia, scuderia rivelazione di questa MotoGp. Il 24enne analizza la RS-GP e aggiunge: “Accelerano bene e frenano forte. Sembra che l’Aprilia abbia tutto, è incredibile il livello che stanno mostrando: è molto alto”.
    Concessioni decisive
    Con i risultati mostrati in pista che si sono tradotti in un secondo posto in classifica piloti per Alex Espargaro (151), l’Aprilia ha però perso le concessioni. Piccole e grandi deroghe da parte di FIM per aiutare la casa di Noale ad alzare il proprio livello. Martin però aggiunge: “Le concessioni li hanno aiutati molto. Ma KTM, che è arrivata in vetta perché avevano delle concessioni, è tornata indietro poi quando le ha perse. Sono un’arma a doppio taglio”. Infine un commento sul suo futuro, che Martin si augura a Borgo Panigale: “Ogni pilota vuole andare nella squadra factory: è il team che vince, che ha storia. Oggi un team satellite può lottare per il titolo con una moto ufficiale, ma per gli aggiornamenti è preferibile essere nel team factory. La priorità è di salire in rosso”, ha infatti detto lo spagnolo. LEGGI TUTTO