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    MotoGp, Bagnaia: “Sepang tracciato amico, ma l'approccio non deve cambiare”

    SEPANG – Il sorpasso in classifica avvenuto in Australia, dopo il terzo posto e la caduta del rivale Fabio Quartararo e il sogno di chiudere il discorso già nel GP di Malesia. Si presenta così Francesco Bagnaia, nuovo leader della classe regina al penultimo appuntamento del mondiale MotoGP 2022 di Sepang. “Ora siamo primi in classifica e bisogna restare concentrati più che mai. L’approccio – spiega Pecco – comunque non cambia. Dobbiamo solamente pensare a fare bene il nostro lavoro, come sempre, per cercare di arrivare pronti alla gara di domenica”.
    “Contento di tornare a Sepang”
    L’Italia può tornare a vincere un titolo piloti tredici anni dopo l’ultimo trionfo di Valentino Rossi. Per Bagnaia la pista di Sepang può essere d’aiuto per realizzare il sogno. “Sono molto contento di tornare a correre in Malesia. Sepang è sulla carta un tracciato un po’ più “amico”, perciò ci sono tutti i presupposti per poter fare bene nel weekend”, ha concluso il leader iridato in vantaggio di 14 punti su Fabio Quartararo. LEGGI TUTTO

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    MotoGP Ducati, Bagnaia in Malesia a caccia del titolo: “Tracciato amico, siamo concentrati”

    SEPANG – Francesco Bagnaia si presenta ai nastri di partenza del GP di Malesia come nuovo leader della classe regina, quando mancano solo due gare alla fine del motomondiale. Il ducatista, dopo il sorpasso ottenuto a Philipps Island, deve ora difendere 14 punti di vantaggio su Fabio Quartararo. “Ora siamo primi in classifica e bisogna restare concentrati più che mai. L’approccio – ha dichiarato Pecco – comunque non cambia. Dobbiamo solamente pensare a fare bene il nostro lavoro, come sempre, per cercare di arrivare pronti alla gara di domenica”.
    “Contento di tornare in Malesia”
    L’obiettivo di Bagnaia è riportare il titolo piloti della classe regina in Italia tredici anni dopo l’ultimo trionfo di Valentino Rossi. E la pista di Sepang può essere un’alleata per realizzare il sogno dell’azzurro. “Sono molto contento di tornare a correre in Malesia. Sepang è sulla carta un tracciato un po’ più “amico”, perciò ci sono tutti i presupposti per poter fare bene nel weekend”, ha concluso il numero 63 Ducati. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la Ducati sogna il titolo. Dall'Igna: “Bagnaia esemplare”

    ROMA – Il terzo posto con cui Francesco Bagnaia ha terminato il Gp d’Australia ha il sapore della vittoria. Infatti il podio di Pecco, unito all’uscita di scena di Fabio Quartararo ha portato il ducatista al primo posto in classifica piloti a due gare dal termine del motomondiale. Una prestazione d’autore per il direttore generale del team di Borgo Panigale, Luigi Dall’Igna. “Una gara emozionante, carica di attese e difficile come non mai. Un terzo posto conquistato con i denti da Pecco, che ha continuato a lottare come un leone per la prima posizione, prendendosi anche dei rischi finché ha potuto. Una prestazione esemplare, nel saper portare a casa il miglior risultato possibile in una gara così insidiosa e fondamentale per la classifica. Un’opportunità – spiega Dall’Igna- che ha saputo cogliere con estrema lucidità nel momento più importante del campionato. Bagnaia è stato inoltre il primo di una fila di ben 6 Ducati e questo ci dà sempre tanta soddisfazione”.
    In evidenza anche Bezzecchi
    A completare la domenica di grazia in casa Ducati arriva anche il premio di “Rookie of the year” vinto da Marco Bezzecchi. “In questa domenica meravigliosa in evidenza anche Marco Bezzecchi che si aggiudica il titolo di miglior Rookie dell’anno. Da questo GP ha saputo meritarsi, grazie agli ottimi risultati ottenuti finora, alcuni aggiornamenti alla moto ed in particolare la carenatura usata dalle moto ufficiali nella prima parte di stagione”, conclude Dall’Igna. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ducati all'attacco: Dall'Igna e la frase sul titolo

    ROMA – La Ducati esce dal Gp d’Australia con un terzo posto di Francesco Bagnaia dal sapore di vittoria, che legato all’uscita di scena di Fabio Quartararo ha portato Pecco al primo posto in classifica a due gare dalla fine. Una prestazione esemplare secondo il direttore generale del team di Borgo Panigale, Luigi Dall’Igna. “Una gara emozionante, carica di attese e difficile come non mai. Un terzo posto conquistato con i denti da Pecco, che ha continuato a lottare come un leone per la prima posizione, prendendosi anche dei rischi finché ha potuto. Una prestazione esemplare, nel saper portare a casa il miglior risultato possibile in una gara così insidiosa e fondamentale per la classifica. Un’opportunità – ha spiegato – che ha saputo cogliere con estrema lucidità nel momento più importante del campionato. Bagnaia è stato inoltre il primo di una fila di ben 6 Ducati e questo ci dà sempre tanta soddisfazione”.
    Bezzecchi rookie dell’anno
    Ad aggiungersi alla gioia per aver centrato la vetta della classifica piloti con Bagnaia, anche il premio di “Rookie of the year” vinto da Marco Bezzecchi. “In questa domenica meravigliosa in evidenza anche Marco Bezzecchi che si aggiudica il titolo di miglior Rookie dell’anno. Da questo GP ha saputo meritarsi, grazie agli ottimi risultati ottenuti finora, alcuni aggiornamenti alla moto ed in particolare la carenatura usata dalle moto ufficiali nella prima parte di stagione”, ha così concluso Dall’Igna. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Bagnaia campione e non meteora, ecco perché crederci

    TORINO – Cinquant’anni dopo l’ultimo trionfo di Giacomo Agostini con la MV Agusta manca davvero l’ultimo piccolo-grande sforzo per celebrare il titolo mondiale della top class di un pilota italiano su una moto italiana. Il sorpasso di Pecco Bagnaia e della Ducati sulla Yamaha di Fabio Quartararo pare davvero definitivo e la rimonta clamorosa può essere coronata già domenica in Malesia, senza aspettare l’ultima gara del 5 novembre a Valencia. Un’impresa che lo stesso Ago celebra, definendo il binomio Bagnaia-Ducati «eccezionale».Ma a fare discutere sono altre parole che il mito ottantenne dedica al una MotoGP per lui orfana di stelle in un’intervista a Repubblica. Ago infatti sostiene (e nei fatti ha ragione) che manchi un personaggio, uno in grado di accendere la passione dei tifosi, che dopo l’addio di Valentino Rossi hanno (inevitabilmente a cena un po’ per colpa della pandemia) abbandonato i circuiti. «Negli ultimi anni hanno vinto il binomio Mir-Suzuki, quello Quartararo-Yamaha e ora non vedo chi possa fermare Bagnaia-Ducati, ma se vincono in troppi la gente può pensare che in MotoGP possa vincere chiunque».A parte che i numeri degli spettatori, nei circuiti e in tv, stanno di nuovo lentamente e progressivamente crescendo, non si può fare a meno di considerare che fenomeni come Agostini e Rossi ne nascono pochi. E che l’altro, ovvero Marc Marquez, negli ultimi tre anni ha saltato più gare di quelle corse e subito quattro operazioni al braccio destro distrutto a Jerez 2020. E che anche lui deve fare i conti pure con la crisi tecnica della Honda. Perché alla fine, nei motori e sempre più anche in una MotoGP in salsa Formula 1, il mezzo è fondamentale. Michael Schumacher e Lewis Hamilton non sarebbero diventati miti senza Ferrari e Mercedes, tipo. Lo stesso Valentino ha fallito la sfida di vincere su una moto italiana, perché nel 2011-2012 era ben altra Ducati, una moto tutt’atro che vincente.

    Merito a Bagnaia

    Quindi merito a Bagnaia. E alla Ducati. Che giustamente quest’anno sta facendo di tutto per aiutarla a vincere. Perché dal prossimo bisognerà fare di nuovo i conti con Marquez. Ma anche perché vincere aiuta a vincere. Regala consapevolezza. Spinge. A migliorarsi. Anche Agostini e Valentino sono diventati leggende così. Perché non potrebbe esserlo anche Bagnaia, che ha ha vinto sei gare e nelle ultime due non ha rischiato fino in fondo pensando alla classifica? LEGGI TUTTO

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    MotoGp Ducati: Ciabatti su Bagnaia, Bastianini e corsa al titolo, clamoroso!

    PHILLIP ISLAND – Con il mondiale costruttori già in cassaforte a cinque gare dal termine, ora anche la classifica piloti sorride alla Ducati, grazie al sorpasso dopo il GP di Australia di Francesco Bagnaia ai danni del campione in carica Fabio Quartararo. Un primato – come si evince dalla parole del direttore sportivo Paolo Ciabatti che la scuderia di Borgo Panigale vuole confermare fino alla fine. “Ci auguriamo che i cinque punti persi da Bagnaia ad Aragon non peseranno. Avremmo preferito la vittoria di Pecco, ma Enea è stato protagonista di una grandissima gara. Con la caduta di Quartararo – afferma Ciabatti ai microfoni di Sky – il distacco era sceso a 10 punti con cinque gare ancora da disputare, lì si è riaperto il campionato e lo giocheremo sino alla fine”. Valutazioni in corso
    Bagnaia e Bastianini partiranno alla pari per il motomondiale 2023, ma ora l’obiettivo numero uno in casa Ducati è portare Pecco verso il primo titolo in classe regina, chiudendo così la doppietta iridata piloti-costruttori. “L’anno prossimo Bagnaia e Bastianini partiranno sicuramente con le stesse possibilità, ma ora è il momento di fare le giuste valutazioni. Non potevamo perdere l’occasione che si è aperta con lo zero di Quartararo ad Aragon, ma abbiamo sempre detto che un pilota se davanti deve puntare alla vittoria, ma ora alcune dinamiche di gara saranno fondamentali per non sprecare questa possibilità. D’altronde il titolo piloti ci manca dal 2007”, queste la parole di Ciabatti. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: favola Suzuki, rinascita Marquez, Bagnaia sul Mondiale

    TORINO – Pecco Bagnaia che completa la rimonta mondiale e domenica prossima si giocherà il primo match point in Malesia. Marc Marquez che rilancia sé stesso e la Honda verso un 2023 di nuovo da protagonisti se non da cannibali. Alex Rins che celebra la favola della Suzuki riportandola alla vittoria a tre gare dal suo (ennesimo e stavolta pare definitivo) ritiro dal Motomondiale. Marco Bezzecchi che dà spettacolo conquistando ai piedi del podio il titolo di rookie dell’anno e dimostrando, se ce ne fosse bisogno, la straordinaria bontà della scuola di Valentino Rossi (con anche Luca Marini lì in scia) e dell’Italmoto, con un Enea Bastianini che frenato al secondo giro dall’esplosione dell’air bag mette in scena una delle rimonte delle sue (5°), restando ancora aritmeticamente in corsa per il titolo (-42).Vincono o gioiscono quasi tutti a Phillip Island, la pista quasi antropologica che alla perfezione il concetto di down under del continente australiano riportando lo show e mettendo sottosopra la MotoGP. Gli unici a perdere sono Aleix Espargaro che si dice ancora tradito dall’Aprilia («l’elettronica ha iniziato a tagliare troppo e non riuscivo a guidare, stiamo facendo troppi errori») anche se con un 9° posto in spegnimento resta appeso a un sottile filo di sogno (-27 da Bagnaia), ma soprattutto Fabio Quartararo, che con il secondo zero consecutivo, stavolta pe runa caduta al 16° giro dopo essere precipitato fuori zona punti per un lungo al 4°, perde la testa della classifica e di fatto il campionato. Più ancora di quei 14 punti che lo sperano ora dalla Ducati del torinese di Chivasso. Lo dice la serenità (dello sconfitto) con la quale si presenta ai microfoni dopo il silenzio stampa della Thailandia («non sono riuscito a portare in temperatura le gomme, forse abbiamo sbagliato a usare la dura»). Quasi una liberazione la sua, da quella che evidentemente era una condanna annunciata da tempo. Per l’inferiorità palese della Yamaha, anche se al francese è scesa la catena. Marquez e Rins infatti dimostrano che, nonostante una Honda in crisi tenica e una Suzuki devastata dall’annuncio di Jerez, con le motivazioni giuste i risultati arrivano.Certo, entrambi gli spagnoli non avevano nulla da perdere, mentre Bagnaia sì e molto con Quartararo fuori ed Espargaro indietro (Andrea Dovizioso stoppato dal miglior Marquez di sempre cinque anni fa, eccolo il possibile-probabile messia rosso capace di riportare Borgo Panigale sul tetto del mondo 15 anni dopo il big bang di Casey Stoner. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: la rivoluzione Honda? copiare Ducati e Aprilia

    TORINO – C’era una volta in cui la Honda, prim’ancora di essere, “si sentiva” di essere la moto migliore. Al punto da lasciare andare via (anzi, spingere via) Valentino Rossi, stufo di sentirsi dire che vinceva perché sulla Honda l’avrebbe fatto chiunque e desideroso di dimostrare il suo peso, trasformando la Yamaha da cenerentola in principessa. Vent’anni dopo (gli ultimi tre vissuti come un incubo) la storia da favola s’è tramutata in horror e la situazione è rovesciata. Pur di trattene il suo fenomeno ferito (nel corpo da quattro operazioni, nell’anima dal dolore, nella convinzione dal vedere uno squadrone aver perso la bussola) ha deciso di rivoluzionare la propria filosofia e organizzazione, accettando anche l’onta del dover copiare gli altri. Soprattutto il made in Italy delle due ruote, mai così in voga.Dopo le prime novità viste nel test di Misano un mese fa (con una carena “ a gradino” che sembrava essere presa piè pari dalla RS-GP di Noale) e il forcellone prodotto dall’europea Kalex e utilizzato in gara in Thailandia, ieri Marc Marquez ha portato al debutto a Phillip Island (Australia) la nuova configurazione aerodinamica della RC213V che non fa nulla per mascherare la derivazione Ducati e Aprilia. Le ali sono davvero più simili a quelle delle moto di Noale, i deviatori verso il basso laterali per risolvere i problemi di surriscaldamento e convogliare meglio i flussi sono identici a quelli delle Desmosedici, così come le alette comparse sul codone (due invece che le quattro quasi sovrapposte delle Rosse).«Ho testato una nuova carenatura che abbiamo sviluppato dopo i test di Misano. Il risultato è quello che avete visto qui. La sensazione è diversa, ma la moto diventa meno fisica» racconta Marquez, che nonostante il buon sesto tempo di giornata davanti ad Aleix Espargaro e Pecco Bagnaia, conferma di lavorare soprattutto in funzione del prossimo anno. «Fisicamente rispetto alle prime gara dal rientro sento di aver fatto un passo avanti. Se mi sveglierò bene darò il massimo, ma ovviamente, testando tante cose, si sacrifica un po’ di potenziale per la gara, si è un po’ più condizionati. E con tante novità da provare si fatica anche a lavorare sul set-up ideale di gara, ma il nostro obiettivo non è il 2022». LEGGI TUTTO