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    MotoGP Ducati, Domenicali incorona Bagnaia: “È l'inizio di un ciclo”

    ROMA – “È una giornata fantastica per tutta la Ducati! Ducati Corse ha lavorato con costanza e risolutezza per raggiungere questo secondo titolo piloti MotoGP che oggi ci fa scoppiare il cuore dalla gioia. Le corse sono così legate alla passione dei Ducatisti e anche il mio percorso in Ducati è cosi legato alle competizioni che oggi sono davvero estremamente felice”. Claudio Domenicali ha parlato così dopo la vittoria del Mondiale 2022 di MotoGP da parte di Pecco Bagnaia. Il Ceo di Ducati, che si è laureata campione anche delle classifiche costruttori e team, ha parlato con enorme soddisfazione del traguardo raggiunto dal pilota torinese, autore di una grande rimonta su Fabio Quartararo dopo una prima parte di stagione complicata.Guarda la galleryLa storia della Ducati Mondiale: Bagnaia campione 15 anni dopo Stoner
    Verso il futuro
    “Voglio prima di tutto fare i complimenti a Pecco che ha fatto una stagione incredibile, in cui ha avuto il grande merito di crederci sempre, anche quando la rimonta sembrava impossibile – ha aggiunto Domenicali -. Un ringraziamento ai “tre moschettieri” Gigi, Paolo, Davide e a tutte le ragazze e i ragazzi di Ducati Corse e del Ducati Lenovo Team, che hanno lavorato a questa moto incredibile e anche alle donne e agli uomini che lavorano a Borgo Panigale e rendono possibili emozioni come queste. Il Titolo Mondiale è per loro e per tutti i Ducatisti. È stata una lunga rincorsa, ma oggi la squadra è forte come non è mai stata e questo risultato è estremamente importante per eliminare la tensione ed essere più concentrati che mai a fare bene anche nel futuro. Credo davvero che possa essere l’apertura di un ciclo molto positivo per Ducati”. LEGGI TUTTO

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    Bagnaia campione nella storia: il Mondo è tuo

    Campione del Mondo, cancellando errori, paure, un’attesa infinita della Ducati Godot e del Belpaese delle due ruote che aspettava da tredici anni l’erede di Valentino Rossi e da cinquanta un italiano che riportasse lassù in cima, al top della top class, una moto italiana. Dai tempi di Giacomo Agostini e della MV Agusta (in tutto erano solo altri due: Umberto Masetti su Gilera nel ‘50 e ‘52 e Libero Liberati, sempre su Gilera, nel ’57). Un ruggito che cancella l’ennesima delusione dell’altra Nazionale dei motori, della Ferrari che invece resta ancora al palo da quel 2007, che ora non sarà più un peso ma tornerà gioia. A Valencia, cancellando anche la prima grande ferita del Dottore, quella sconfitta che davanti alla tv fece piangere un ragazzino di Chivasso che aveva nove anni e già sognava di essere al suo posto. E ora c’è. Era il 2006 del Poo-Po-Po-PoPo-Poooo-Poo azzurro di Berlino, è il 2022 dei cori da stadio felici alla vigilia di un altro Mondiale senza l’Italia del pallone. In Qatar dove questa straordinaria cavalcata è iniziata a marzo con una caduta. La prima di cinque che l’hanno fatto precipitare a -91 dal sogno a giugno. Finisce a +17, grazie a 7 vittorie, 10 podi, 5 pole, 3 giri veloci, 189 condotti in testa e un anonimo 9° posto nell’ultima gara, ma con un colpo di genio e cattiveria da campione al secondo giro, quando battaglia per la prima volta con Fabio Quartararo e arriva una sportellata che gli fa perdere un’aletta e l’efficacia della GP22 ma nega al rivale la possibilità di restare agganciato a quelli davanti e vincere. L’unica chance per il francese di sperare. Pecco Bagnaia da Chivasso, nato Francesco il 14 gennaio 1997 a Torino ma da subito solo Pecco (soprannome datogli dalla sorella Carola). Adesso, con maglietta e parrucca rossa marcia di Prosecco, Carola ne gestisce come un metronomo ma il sorriso la vita da pilota.Sullo stesso argomentoPerché Bagnaia si chiama Pecco: la spiegazioneMoto Gp

    La vita di Pecco

    Assistente personale e amica della fidanzata Domizia Castagnini, fashion buyer con oltre trentamila follower che lavora un una boutique di moda. Nipote dell’ex calciatore Gianfranco Leoncini, di Chivasso come Pecco. Una storia partita da molto lontano. «C’è voluto tanto prima che si avvicinasse».E che dura da tanto. Sette anni. Dal 2019 convivono. A Pesaro, dove all’inizio del 2020 per l’esplosione della pandemia ha passato due mesi e mezzo senza potersi allenare al Ranch per colpa della burocrazia italiana. «Avevo ancora la residenza a Chivasso e quindi non potevo uscire di casa». Ma è arrivato Turbo, un bassotto. Quello che Pecco ha messo da tempo. Anche grazie agli affetti. Fondamentali nel sua essere. Mamma Stefania, quella che meno vuole apparire, papà Pietro, proprietario di un’azienda che produce e installa ascensori che lo voleva fantino perché appassionato di ippica. Ma galeotto fu il rombo della Ducati 996 dello zio Claudio. “Arriva Dodi” urlava Pecco quando lo sentiva, a distanza. «Ho subito amato la Ducati, per il rumore unico che faceva e il colore rosso, bellissimo» ripete Pecco, che nel calcio invece “veste” bianconero. Portato a 7 anni a un evento promozionale della Fim ad Alessandria «s’è innamorato, non è più sceso dalla minimoto – racconta Pietro -. Ne abbiamo presa una a nolo. Distruggeva le gomme nel parcheggio del centro commerciale. Poi il kartodromo di Viverone, è iniziato così». Nel 2007 la prima vittoria a Codogno, l’anno dopo la prima trasferta. «Sedici ore in camper fino in Danimarca, una figata». Nel 2010 il primo volo. In Spagna, per la 125, dove per due anni corre il Cev (con la squadra di Emilio Alzamora, l’ex manager di Marc Marquez) e dopo aver vinto l’Europeo minimoto. E aver conosciuto per la prima volta Quartararo, due anni più piccolo. Va a scuola. ITIS di Chivasso, Meccanica. «Facevo tante assenze e piovevano i due e i tre. Recuperare così diventa difficile e ho smesso».

    Rossi e l’Academy

    «Un bravo ragazzo, una bella famiglia» certifica anche Valentino, che l’ha salvato nel 2014, prendendolo nella sua Academy e nella sua neonata squadra dopo un primo anno di infelicità nel Mondiale di Moto3 col Team Italia e un compagno di squadra ingombrante e più dispettoso di lui, Romano Fenati, che s’è ritrovato nel box anche con lo VR46 Sky Racing Team. Riperderlo? No, così è stato indirizzato in Mahindra, da Aspar (Jorge Martinez). Dove, con una moto inferiore e Jorge Martin per compagno ma un clima sereno è esploso. A Le Mans 2015 il primo podio, l’anno dopo ad Assen la prima vittoria, tatuata con data (26/6/2016), layout e coordinate geografiche del circuito olandese. Nel 2017 il ritorno in VR46, con il passaggio in Moto2. Quattro podi, titolo di rookie dell’anno nella stagione del Mondiale di Franco Morbidelli. «Il riferimento, con la voglia di imitarlo, di batterlo, di migliorarmi». Nel 2018 tocca a lui. Campione a Sepang con 8 vittorie e 12 podi. E la firma con la Ducati per la MotoGP già in tasca da mesi. Team Pramac. Sfiora il podio in Australia, salta Valencia per la frattura del polso. L’anno dopo due gare per quella della tibia, al rientro è 2° a Misano. Guadagna il team ufficiale. È il 2021 di Quartararo, ma le ultime sei gare sono una cavalcata (4 vittorie, la prima ad Aragon). Inizia questa stagione nel ruolo di favorito, ma inizia male. La GP22 è complicata, non si sente ascoltato e deve fare troppe prove di novità in gara. «Non sono un collaudatore, sono un pilota» sbotta in Qatar dove cade travolgendo Martin. Quattro gare no, poi vince a Jerez, ma arrivano altri errori. Cade a La Mans in lotta con Bastianini e (dopo essere stato buttato giù da Nakagami a Barcellona) in Germania con Quartararo. E precipita a -91 con dieci gare da disputare. Mondiale finito per tutti. Non per lui. «Lì ho capito che Fabio era più completo di me, che dovevo migliorare». A Silverstone, prima della sosta estiva, inizia la grande rimonta. Quattro vittorie di fila, lo stop in Giappone, il sorpasso con i podi in Thailandia e Australia, la botta decisiva con la vittoria in Malesia. E weekend da paura che finisce con l’abbraccio di Quartararo. «Nessuna recriminazione: Pecco ha meritato il titolo, non ha mai smesso di crederci». LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Bagnaia campione con una sportellata, che mito

    VALENCIA – Pecco Bagnaia nella storia. Il torinese di Chiavasso corona una rimonta incredibile con la gara più lenta della sua stagione e diventa campione del mondo della classe regina, il settimo italiano dopo Giacomo Agostini (8), Valentino Rossi (6), Umberto Masetti (2), Libero Liberati, Marco Lucchinelli e Franco Uncini. Ma il primo con la Ducati, che cancella quindici anni di delusioni e torna a godere come nel 2007 di Casey Stoner con un’altra Tripla Corona. Con Gigi Dall’Igna che dopo aver dominato per anni nelle classi minori con l’Aprilia centra il primo titolo personale in MotoGP.Pecco campione con un nono posto, perché Alex Rins regala l’ennesima favola alla Suzuki, vincente alla sua ultima gara in MotoGP e Fabio Quartararo non riesce non solo a vincere, ma neppure a salire sul podio. Due gare nella gara, vissute a distanza dopo un incontro ravvicinato inziale da paura. Determinante. Una sportellata alla seconda curva del secondo giro che fa saltare un’aletta alla GP22 di Pecco. Botte mai viste quest’anno, tanto meno tra i due che si conoscono da bambini, anche se (essendoci due anni di differenza, a favore di Bagnaia) si sono incrontrati e scontrati per davvero sulla stessa pista e categoria nel 2015. E sono state subito scintille, in Qatar, al debutto di Fabio, più piccolo di due anni. Una sportellata che fa perdere a Pecco il primo podio nel Mondiale. Unico scontro finmo a ieri, decisivo e giusto, perché Bagnaia rallenta Quartararo nella fase chiave, fa scappare i primi. E poco importa se alla fine è uno stillicidio di sorpassi subiti e punti persi. Pecco campione, Fabio l’aspetta e si complimenta prima della festa, nel segno dei numeri di Bagnaia: 21 (Moto3) più 42 (Moto2) unguale 62.Perché i due si stimano, come dimostra il francese andando al parco chiuso a complimentari. E le famiglie, entrambe speciali, si frequentano. I papà Pietro, che ha un’azienda di ascensori, ed Etienne, un fabbro. Le mamme Stefania, riservatissima, e Martine Adamo, parrucchiera con origini siciliane. Chivasso e Nizza i loro ombelichi del mondo, anche se Pecco s’è trasferito nel 2014 a Pesaro per crescere ed esplodere all’Academy di Valentino Rossi e Fabio, per allenarsi (e motivi fiscali) vive ad Andorra. La Spagna è stata la loro prima casa, sportivamente. Entrambi sposando all’inizio e poi mollando la scuderia di Emilio Alzamora, l’ex manager di Marc Marquez.Hanno tanto in comune Pecco e Fabio. Sono modaioli (la fidanzata di Bagnaia, Domizia Castagnini, fa pure la fashion buyer), sono appassionati di calcio. E juventini. Ora condividono anche il titolo di campione del mondo della MotoGP, con il torinese che si riporta in vantaggio visto che nel 2018 ha vinto anche quello della Moto2. Ma questione di giorni, anzi ore, e sarà di nuovo sfida per il 2023, perché la MotoGP di oggi non si ferma mai. Martedì qui a Valencia ci saranno i primi test con le moto del prossimo anno. Fondamentali soprattutto per Quartararo e la Yamaha, che deve comlmare un gap enorme dalla Ducati. Specie a livello di motore. Il grande malato della Casa di Iwata affidato alle cure energizzanti di Luca Marmorini, l’ingegnere che costruiva i propulsori della Ferrari (e non solo) in Formula 1 e che ha già rilanciato l’Aprilia. Ma Gigi Dall’Igna ha già preparato nuove armi. La Ducati non si ferma. Rilancia. E Bagnaia pure. Mercoledì sarà a Milano, per abbracciare i tifosi all’Eicma. Poi le meritate vacanze. Sulla neve (se arriva…), perché ama sciare. Da campione del mondo. Della MotoGP. Pazzesco, meraviglioso. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, GP Valencia: Miller guida le libere 3. Quartararo quinto, Bagnaia nono

    ROMA – E’ di Jack Miller il miglior tempo nelle prove libere 3 al Gran Premio di Valencia, valevole per la diciannovesima e ultima tappa del Mondiale 2022 di MotoGP. L’australiano della Ducati, sul circuito Ricardo Tormo, firma il crono di 1:29.921 precedendo Johann Zarco e Brad Binder. Buone notizie per Pecco Bagnaia, che nel time attack finale ottiene il nono tempo ed entra nelle prime dieci posizioni, evitando il passaggio nella prima fase di qualifica. Direttamente al Q2 anche Fabio Quartararo, quinto.
    Gli altri tempi
    Quarta posizione per Luca Marini, ancora una volta nelle posizioni di vertice. La Honda di Marc Marquez chiude in sesta posizione, davanti all’Aprilia di Aleix Espargaro e da Jorge Martin. A chiudere la top ten c’è la Suzuki di Joan Mir, che condanna al Q1 proprio il compagno di squadra Alex Rins. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Quartararo-Bagnaia su e giù, ansia e riscatto a Valencia

    INVIATO A VALENCIA – Chi la dura la vince. Mai come in questo caso l’adagio dei nostri nonni (e finanche di un’ideologia che sta tornando di moda) fotografa la situazione, un venerdì da paura per Pecco Bagnaia e la Ducati. Un ottovolante delle emozioni, con la tensione che sale sempre più per un’intera sessione di prove e più di metà della seconda passata a inseguire, nelle retrovie. Non certo il modo migliore per iniziare l’ultimo gran premio, quello che domenica può laureare il torinese della Rossa campione del mondo della MotoGP 13 anni dopo l’ultimo titolo di Valentino Rossi (2009), 15 dopo l’unico Ducati di Casey Stoner (2007) e addirittura 50 dopo l’ultimo di un pilota italiano su una moto italiana nella top class (Giacomo Agostini in 500 con MV Agusta nel 1972).

    Il vento tradisce Bagnaia

    Colpa del vento, che come spiega il team manager Davide Tardozzi «storicamente penalizza la Ducati». Tutte quelle appendici aerodinamiche che grazie al supermotore hanno creato un gap enorme rispetto agli avversari, soprattutto la Yamaha, con le volate che spazzavano il circuito diventano un boomerang. Come nelle barche a vela quando c’è tempesta. Ma il risultato è che Fabio Quartararo ha dominato in lungo in largo la classifica dei tempi, martellando giri veloci su giri veloci con un passo mostruoso. Primo, con Bagnaia 17°. Virtualmente l’unica combinazione che regalerebbe al francese un ormai insperato Mondiale bis. E così è proseguito anche al pomeriggio.

    La svolta per i duellanti Bagnaia-Quartararo

    La svolta al 28° minuto della seconda sessione di libere, il 73° complessivo, quando dopo aver già scartato la carena più grande per va versione più compatta, Pecco (e gli altri ducatisti che come lui soffrivano) ha montato la gomma dura anteriore. E subito è entrato in top 10. Il “taglio” chiave per assicurarsi la Q2 domani e quindi una buona dose di tranquillità. Non che sia migliorato così tanto, poi. Per altro caratteristica dei suoi venerdì, nei quali il torinese si concentra di più sulla gara che sul time attack. Però la sostanza che è che Bagnaia può andare a dormire con meno ansia. Lui s’è scrollato di dosso i timori, la Ducati pure.Alla fine, quando è partita la girandola dei giri da matto, la classifica s’è stravolta e davanti a tutte ci sono tre Desmosedici: quella targata VR46 di Luca Marini, il fratello di Valentino Rossi atteso domani in pista, quella Pramac di Jorge Martin, il torello spagnolo tutto manate di gas, e quella di Jack Miller, l’australiano all’ultima gara con la Ducati ufficiale (che lascerà ad Enea Bastianini) prima di tornare in Ktm. Tutti con propri obiettivi da raggiungere e nulla da perdere. La situazione migliore per andare forte. E aiutare così anche Bagnaia e la Ducati.

    Quartararo alla fine risucchiato

    Quartararo infatti, come ormai succede sempre, appena s’è trattato di girare in modalità qualifica, è stato risucchiato indietro, chiudendo ottavo a 225 millesimi da Marini, appena 5 più veloce di Bagnaia. Insomma, una classifica che premia il sogno rosso. Il francese della Yamaha è obbligato a vincere. E per farlo deve partire davanti, meglio se dalla pole. Poi avrebbe (come sempre) il passo per andarsene, vincere. Ma con la cronica difficoltà della M1 a sorpassare per mancanza di velocità di punta e di accelerazione, tutto questo diventa molto complicato se non impossibile. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Quartararo-Bagnaia su e giù, ansia e riscatto a Valencia

    VALENCIA – Chi la dura la vince. Mai come in questo caso l’adagio dei nostri nonni (e finanche di un’ideologia che sta tornando di moda) fotografa la situazione, un venerdì da paura per Pecco Bagnaia e la Ducati. Un ottovolante delle emozioni, con la tensione che sale sempre più per un’intera sessione di prove e più di metà della seconda passata a inseguire, nelle retrovie. Non certo il modo migliore per iniziare l’ultimo gran premio, quello che domenica può laureare il torinese della Rossa campione del mondo della MotoGP 13 anni dopo l’ultimo titolo di Valentino Rossi (2009), 15 dopo l’unico Ducati di Casey Stoner (2007) e addirittura 50 dopo l’ultimo di un pilota italiano su una moto italiana nella top class (Giacomo Agostini in 500 con MV Agusta nel 1972).
    Colpa del vento, che come spiega il team manager Davide Tardozzi «storicamente penalizza la Ducati». Tutte quelle appendici aerodinamiche che grazie al supermotore hanno creato un gap enorme rispetto agli avversari, soprattutto la Yamaha, con le volate che spazzavano il circuito diventano un boomerang. Come nelle barche a vela quando c’è tempesta. Ma il risultato è che Fabio Quartararo ha dominato in lungo in largo la classifica dei tempi, martellando giri veloci su giri veloci con un passo mostruoso. Primo, con Bagnaia 17°. Virtualmente l’unica combinazione che regalerebbe al francese un ormai insperato Mondiale bis. E così è proseguito anche al pomeriggio.
    La svolta al 28° minuto della seconda sessione di libere, il 73° complessivo, quando dopo aver già scartato la carena più grande per va versione più compatta, Pecco (e gli altri ducatisti che come lui soffrivano) ha montato la gomma dura anteriore. E subito è entrato in top 10. Il “taglio” chiave per assicurarsi la Q2 domani e quindi una buona dose di tranquillità. Non che sia migliorato così tanto, poi. Per altro caratteristica dei suoi venerdì, nei quali il torinese si concentra di più sulla gara che sul time attack. Però la sostanza che è che Bagnaia può andare a dormire con meno ansia. Lui s’è scrollato di dosso i timori, la Ducati pure.
    Alla fine, quando è partita la girandola dei giri da matto, la classifica s’è stravolta e davanti a tutte ci sono tre Desmosedici: quella targata VR46 di Luca Marini, il fratello di Valentino Rossi atteso domani in pista, quella Pramac di Jorge Martin, il torello spagnolo tutto manate di gas, e quella di Jack Miller, l’australiano all’ultima gara con la Ducati ufficiale (che lascerà ad Enea Bastianini) prima di tornare in Ktm. Tutti con propri obiettivi da raggiungere e nulla da perdere. La situazione migliore per andare forte. E aiutare così anche Bagnaia e la Ducati.
    Quartararo infatti, come ormai succede sempre, appena s’è trattato di girare in modalità qualifica, è stato risucchiato indietro, chiudendo ottavo a 225 millesimi da Marini, appena 5 più veloce di Bagnaia. Insomma, una classifica che premia il sogno rosso. Il francese della Yamaha è obbligato a vincere. E per farlo deve partire davanti, meglio se dalla pole. Poi avrebbe (come sempre) il passo per andarsene, vincere. Ma con la cronica difficoltà della M1 a sorpassare per mancanza di velocità di punta e di accelerazione, tutto questo diventa molto complicato se non impossibile. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bagnaia conta su Valentino Rossi: “Sa come mi sento, mi aiuterà”

    ROMA – Pecco Bagnaia ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del Gran Premio di Valencia, valevole per l’ultima tappa del Mondiale 2022 di MotoGP. Il pilota Ducati arriva all’atto finale del campionato con 23 punti di vantaggio su Fabio Quartararo e il primo titolo in classe regina più vicino che mai. “Valentino sarà qui a Valencia, può essere un grande aiuto avere Rossi con noi – ha detto parlando della presenza al GP di Valentino Rossi -. Lui sa come mi sento, conosce questa situazione, mi aiuterà come un vero coach. Penso che sarà di grande aiuto per me. Dobbiamo continuare a spingere, sarà importante essere intelligenti e svegli questo weekend . Siamo in una posizione migliore rispetto a Quartararo, ma dobbiamo completare l’opera. Cercherà di focalizzarmi sul mio lavoro per rendere al meglio”.
    Le parole di Bagnaia
    “Valencia è una pista buona per noi, nel 2021 ho vinto qui – ha aggiunto Bagnaia -. La nostra Ducati è molto competitiva, questo rappresenta un miglioramento rispetto all’anno scorso, ma la MotoGP è un mondo pieno di sorprese, quindi dobbiamo cercare di lavorare come sempre e lottare per la vittoria. Ho avuto una stagione piena di alti e bassi. Ero competitivo anche all’inizio della stagione, ma sono caduto diverse volte. Ho analizzato i miei errori e così sono migliorato”. Poi anche un messaggio a Quartararo: “Gli auguro di godersi l’ultima gara, spero sia una battaglia corretta. Penso che Fabio sia uno dei più grandi, è fantastico poter lottare con lui”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP Ducati, Bagnaia a Valencia per il titolo: “Valentino Rossi mi aiuterà”

    ROMA – “Valentino sarà qui a Valencia, può essere un grande aiuto avere Rossi con noi. Lui sa come mi sento, conosce questa situazione, mi aiuterà come un vero coach. Penso che sarà di grande aiuto per me”. Pecco Bagnaia ha parlato così in conferenza stampa alla vigilia del Gran Premio di Valencia, ultimo appuntamento stagionale della MotoGP. Il pilota Ducati arriva all’atto finale del campionato con 23 punti di vantaggio su Fabio Quartararo e il primo titolo in classe regina più vicino che mai. “Dobbiamo continuare a spingere, sarà importante essere intelligenti e svegli questo weekend – ha detto -. Siamo in una posizione migliore rispetto a Quartararo, ma dobbiamo completare l’opera. Cercherà di focalizzarmi sul mio lavoro per rendere al meglio”.
    Il precedente che dà ottimismo
    “Valencia è una pista buona per noi, nel 2021 ho vinto qui – ha aggiunto Bagnaia -. La nostra Ducati è molto competitiva, questo rappresenta un miglioramento rispetto all’anno scorso, ma la MotoGP è un mondo pieno di sorprese, quindi dobbiamo cercare di lavorare come sempre e lottare per la vittoria. Ho avuto una stagione piena di alti e bassi. Ero competitivo anche all’inizio della stagione, ma sono caduto diverse volte. Ho analizzato i miei errori e così sono migliorato”. Poi anche un messaggio a Quartararo: “Gli auguro di godersi l’ultima gara, spero sia una battaglia corretta. Penso che Fabio sia uno dei più grandi, è fantastico poter lottare con lui”. LEGGI TUTTO