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    Ducati Multistrada: tecnologia e guida evoluta

     Per il 2025 la Multistrada V4, la maxi crossover di casa Ducati, si aggiorna diventando ancora più turistica, confortevole e facile da guidare, ma non sacrifi cando le sue caratteristiche di sportività. È stato rinfrescato il design, soprattutto la parte frontale, ora in linea con gli ultimi dettami visti sulla Panigale. A livello tecnico c’è qualche novità da segnalare. Il motore è pressoché invariato, sempre 1.158 cm3, con 170 CV a 10.750 giri e 124 Nm di coppia, ma per omologarsi all’Euro 5+ adotta un nuovo scarico e diverso asse a camme. Altra novità: ora è prevista la deattivazione dei cilindri della bancata posteriore anche in movimento (a bassa velocità), per ottimizzare i consumi (che Ducati dichiara essere migliorati).

    A livello di elettronica, si segnala il sistema DVO che, grazie a 70 sensori virtuali, permette di avere controlli elettronici più raffi nati e capaci di auto-regolarsi in base alla situazione. Abbiamo anche il debutto del nuovo riding mode Wet (oltre ai già presenti Sport, Touring, Urban ed Enduro), della mappa motore Off -Road (114 CV), dei tre livelli di freno motore, dei nuovi livelli di riscaldamento per manopole e selle, del nuovo sistema Forward Collision Warning (grazie al radar anteriore avvisa il pilota tramite un segnale luminoso del pericolo di impatto frontale), delle nuove e più effi caci cornering lights (illuminano meglio la strada) ma soprattutto della frenata integrale che interviene anche quando si agisce sul freno posteriore. Altra novità è l’abbassatore con la moto si “acquatta” automaticamente quando si scende sotto i 10 km/h. Infi ne, il cruscotto TFT a colori di 6,5 pollici è stato aggiornato nell’interfaccia utente. Il telaio rimane un monoscocca in alluminio con forcellone bibraccio, ma quest’ultimo ora è montato su un perno posizionato 1 mm più in alto, per ridurre l’eff etto anti-squat. Sulla S sono confermate le sospensioni semi-attive Marzocchi con tecnologia Skyhook, ma grazie a un nuovo sensore montato sulla forcella e a una funzionalità predittiva dell’elettronica (Ducati la chiama bump detection), la centralina dovrebbe adeguare in pochi millisecondi la risposta delle sospensioni alle asperità. Non mancano un nuovo disco freno posteriore (280 mm Ø, prima era 265), una sella pilota più confortevole a livello di schiumato e un posto passeggero più spazioso.

    Cambia l’ergonomia con la nuova seduta più confortevole e spaziosa. E poi l’abbassatore, che di fatto rende una moto da oltre 260 kg (con valigie e pieno di benzina) più accessibile. Il resto dell’ergonomia è confermato, quindi: schiena eretta, manubrio largo e basso (forse un po’ lontano dal busto), pedane centrali e correttamente distanziate dal piano seduta. Le vibrazioni sono contenute e la protezione aerodinamica è ottima: quella garantita dal serbatoio alle gambe è eccellente, quella del plexi solo buona.

    SUPERPOTERI

    Una moto dunque più accessibile e amichevole, grazie anche a un’elettronica veramente allo stato dell’arte. La risposta del gas alle piccole aperture è incredibilmente ben gestita, sembra un comando collegato direttamente alle sinapsi del pilota. Soltanto ai bassissimi regimi, sotto i 2.500 giri, il V4 non è ancora il riferimento di elasticità, e al pilota arriva qualche leggero scuotimento. Discorso valido anche per il quickshifter, morbidissimo a basse andature e rapido a innestare marce, e per i freni, dal comando molto modulabile.

    Convince meno, invece, il sistema di frenata integrale, in particolare la funzione rear-to-front: se avete una discreta esperienza di guida, probabilmente vi infastidirà il fatto che, utilizzando il freno posteriore per aiutarvi in curva, qualcuno in vostra vece decida di azionare anche il freno anteriore. Non è qualcosa che ti coglie alla sprovvista, sia chiaro, ma è comunque un comportamento un po’ strano. Poco male però, perché scrollando nei menù si può facilmente disattivare. Oltre che per l’elevato livello di tecnologia, però, la Multi V4 la acquisti prima di tutto per come si guida, per provare quel brivido che soltanto gli oggetti più esclusivi possono trasmettere. C’è qualcosa di primitivo nella forza del suo V4, dai 4.000 ai 9.000 giri e anche oltre (ma davvero servono quegli ultimi 2.000 giri?) spinge con un’energia paragonabile solo alle moderne superbike; eppure, è come se tutto fosse controllato, semplice. Come se si fossero acquisiti degli speciali superpoteri per gestire le altissime velocità.

    LA MOTO IN MANO

    Anche la ciclistica è superlativa. Pur essendo una moto pesante, l’ottima distribuzione dei pesi e la taratura azzeccata delle sospensioni riescono a darti quella fi ducia per guidare come ti pare. Ti senti la moto in mano, da subito. Le sospensioni semi-attive poi riescono nel compito per cui sono state progettate, ovvero allargare il range di versatilità (rigide o morbide quando serve), senza restituire sensazioni artifi ciali.

    L’impressione è di guidare una moto con un cervellone incredibilmente evoluto, capace di “leggere” la strada davanti a sé e darvi esattamente quello che vi serve. Attenzione, non è un modo per dire che la nuova Multi si guida da sola; anzi, il piacere di guida è più che mai al centro dell’esperienza. Ma il fatto di poter contare su una moto morbida e confortevole oppure rigida e sportiva all’occorrenza, è forse il vero valore aggiunto. Prezzo? Per la Multistrada standard si parte da 20.690 euro, per la S ne servono almeno 24.990.

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    Ducati, colpo di scena: è fatta per Marc Marquez

    Marc Marquez salirà in sella alla moto ufficiale Ducati nella stagione 2025. E’ un colpo di scena clamoroso perché lo spagnolo affiancherà il due volte campione del mondo Pecco Bagnaia. Il mercato dei piloti è in fiamme. La casa di Borgo Panigale, secondo Marca, alla fine avrebbe deciso di puntare sul Cabroncito. Inizialmente il piano era quello di promuovere Jorge Martin e spostare Marquez, che in questa stagione si sta rilanciando con la Desmosedici del team Gresini, in Pramac. Opzione bocciata durante il weekend del Mugello dall’otto volte campione del mondo che ha messo alle corde la Rossa. LEGGI TUTTO

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    Marquez sfida la Ducati: “In Pramac non ci vado”

    E quando le scelte sono ormai o praticamente fatte, ecco il colpo ad effetto di Marc Marquez , che da campione anche della comunicazione cambia le carte in tavola e pone di fatto il suo aut aut alla Ducati. Sembrava aver accettato il passaggio in Pramac pur di avere la Ducati ufficiale (“non mi interessa il colore, basta che sia la moto più aggiornata” disse a Le Mans), facilitando la scelta di Borgo Panigale, che non vorrebbe perdere per tanti motivi Jorge Martin (l’ha cresciuto e potrebbe davvero vincere il Mondiale e portare il numero 1 altrove), invece l’otto volte campione del mondo butta lì: “La Pramac non è un’opzione per me, non lascio un team satellite per andare in un altro team satellite”. LEGGI TUTTO

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    Ducati ha un nemico: le gomme. Bagnaia: “La moto ha un potenziale enorme”

    La guerra collettiva alla Ducati sta cominciando ad avere i suoi effetti. Non solo per la crescita di Aprilia e Ktm e in prospettiva di Yamaha e Honda. Specie la prima che lunedì a Jerez proverà un M1 completamente nuova e che dopo l’ingegnere capo della performance Massimo Bartolini sta cercando di strappare a Borgo Panigale anche il team satellite Pramac. A pesare sulle Rosse, che per altro da 63 gare si qualificano con almeno una moto in prima fila e da 49 salgono sul podio, sono soprattutto le Concessioni. Che significano soprattutto limiti per la Ducati. E per lo sviluppo della nuova GP24, moto sulla quale proprio per questo Gigi Dall’Igna ha deciso di spingere molto sull’acceleratore delle novità (motore, distribuzione dei pesi, aerodinamica), è un problema. LEGGI TUTTO

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    Jerez, un talismano per Bagnaia e Ducati

    Pecco Bagnaia vede Jerez de la Frontera e sorride. Per quanto sia differente dalla sua Chivasso, il campione del Mondo si sente a casa nel circuito andaluso, tempio del motociclismo spagnolo che il ducatista frequenta fin dai tempi delle scuole medie, quando i viaggi in Spagna nei weekend, per correre, erano una consuetudine. Ma a far sorridere Bagnaia è soprattutto il proprio storico a Jerez in MotoGP.

    Per tre volte, all’Angel Nieto, il torinese si è messo alle spalle un periodo difficile oppure qualche errore. E in questo 2024, l’obiettivo è lo stesso: il weekend anonimo di Austin, preceduto da quello deludente di Portimao – finito con la caduta assieme a Marc Marquez – rende necessaria un’inversione di rotta. Il lato positivo è che arriva nel luogo giusto per effettuarla.  
    I precedenti di Pecco a Jerez
    Nel 2020, dopo una stagione da rookie un po’ al di sotto delle attese e finita in ombra di fronte all’esplosione di Fabio Quartararo, a Jerez il torinese viaggiò subito con i migliori. La doppia prova sul circuito andaluso, dove la MotoGP ripartì dopo la pandemia, vide l’allora pilota del Team Pramac accarezzare il 1º podio nella classe regina nel 2º GP, ma quando il risultato sembrava in cassaforte, la rottura del motore fermò Pecco.

    Tuttavia quella gara testimoniò come Bagnaia – subito a suo agio con la tipologia di gomme Michelin al debutto – potesse recitare da protagonista anche in MotoGP, e il piemontese fece il pieno di fiducia. Nel 2022, Jerez fu il teatro del 1º successo stagionale di Pecco, dopo un inizio in salita tra cadute (in gara in Qatar e in qualifica in Portogallo) e problemi di ambientamento sulla GP22, la moto con cui poi a fine anno si sarebbe laureato campione.

    Per una marcia iniziata proprio in Spagna. Lo scorso anno Bagnaia arrivò a Jerez reduce dall’autogol di Austin, con la caduta quando era comodamente al comando della corsa. La risposta a quel capitombolo, che seguiva un’altra caduta in gara sul bagnato di Termas de Rio Hondo, fu con un weekend da protagonista, pur dovendo fare i conti con una coppia KTM (Brad Binder e l’amico Jack Miller) dotata di un pacchetto tecnico più efficace.

    Pecco vinse la domenica, riprese la vetta del Mondiale e iniziò un assolo durato fino alla successiva tappa spagnola, a Barcellona, con il terrificante volo di inizio gara che però non ha impedito il titolo-bis a Valencia. Jerez è il posto giusto per una risposta veemente come quella che Bagnaia è chiamato a fornire.
    “Sembra di essere tornati al 2022”
    L’inizio del 2024 è stato particolare, poiché la GP24 ha dominato i test invernali, apparentemente senza alcun problema da correggere. Una volta in gara, però, i difetti di gioventù sono emersi, un po’ con Jorge Martin (leader del Mondiale) ed Enea Bastianini, ma soprattutto con Bagnaia.

    “C’erano tante vibrazioni, mi si chiudeva tanto l’anteriore”, ha spiegato Pecco dopo il GP delle Americhe. “Con la moto 2023, ad Austin volavo e andavo più forte, inoltre avevo fatto la metà della fatica, mentre quest’anno la moto è stata più fisica. Ogni volta succede qualcosa che non è sotto controllo, stiamo ancora scoprendo il tutto. Sembra di essere tornati al 2022”. Dove proprio l’arrivo a Jerez cambiò le sorti del campionato in favore di Pecco.  LEGGI TUTTO

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    Bagnaia, missione riscatto: la carica Ducati per il GP delle Americhe

    Voltare pagina, dimenticare vecchi ricordi e nuove ruggini. La Ducati è sbarcata ad Austin, dove la MotoGP riparte dopo tre settimane di sosta, complice l’annullamento dell’Argentina, con forti motivazioni. Enea Bastianini, vincente due anni fa al COTA con la Desmo griffata Gresini, vuole cancellare definitivamente l’infortunio di un anno che gli fece saltare anche la gara americana di scena questo fine settimana e confermare la rinascita di Portimao (proprio sulla pista dell’incolpevole ko 2023), dove è tornato sul podio con il secondo posto dietro Jorge Martin. Il nuovo leader iridato e ormai eterno rivale per il secondo sellino nel box ufficiale di Borgo Panigale. Pecco Bagnaia invece sulla pista della pole e delle vittoria nella Sprint 2023 dovrà fare i conti con il fantasma della successiva caduta domenicale quando era al comando, primo errore della stagione della conferma iridata, ma soprattutto con quanto successo in Portogallo. LEGGI TUTTO

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    Ducati corse e Var Group, rinnovata la partnership: accordo fino al 2026

    EMPOLI – Si consolida la collaborazione tra Ducati Corse e Var Group che si conferma, si legge nel comunicato, “Digital Partner della Casa di Borgo Panigale, anche per le stagioni 2024, 2025 e 2026. Var Group, leader nel settore dei servizi e delle soluzioni tecnologiche innovative, continuerà a sostenere il Ducati Lenovo Team su tutti i circuiti nazionali ed internazionali, con il proprio logo sul cupolino della Ducati Desmosedici e con progetti di digitalizzazione evoluti. Data Science, Cloud, High Performance Computing ed Esperienze Digitali sono le aree sulle quali si muoverà la collaborazione tra le due realtà. I nuovi progetti rappresentano la naturale evoluzione del supporto che Var Group offre, per garantire una costante ed efficiente continuità operativa sulle piste e nelle diverse aree aziendali. Da oltre dieci anni, infatti, Var Group mette a disposizione le proprie competenze, le tecnologie più innovative e team dedicati in presidio per la gestione delle infrastrutture, delle postazioni di lavoro fisse e mobili, per i servizi di Data Center e per tutta l’evoluzione digitale delle concessionarie Ducati”. LEGGI TUTTO