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    Decreto Trasparenza, cambiano le sanzioni ai distributori che violano la Legge

    Dopo i preoccupanti dati registrati dalla Guardia di Finanza a seguito dei controlli a tappeto effettuati su 2.500 distributori di benzina nel mese di gennaio, un emendamento del Governo al decreto trasparenza ha deciso di punire con multe da 200 a 2mila euro a seconda del fatturato, i gestori delle pompe che non rispettano le norme di esposizione dei prezzi dei carburanti.
    Con l’ultimo aggiornamento del Decreto quindi, le multe subiscono una riduzione, mentre aumenta da 3 a 4 il numero delle violazioni anche non consecutive in 60 giorni, da cui scatta la sospensione dell’attività. Sempre secondo il documento è in arrivo un’applicazione informatica attraverso cui poter consultare i prezzi medi e quelli praticati, mentre le comunicazioni dei prezzi da parte dei gestori al Mimit le cui modalità verranno definite insieme a quelle sui cartelloni con decreto ministeriale, dovranno essere fatte “al variare del prezzo praticato e comunque con frequenza settimanale”. 
    Nuove sanzioni
    Per chi viola le norme, la sanzione amministrativa sarà calcolata tenendo conto del fatturato dell’esercente. La multa verrà applicata anche in caso di violazione dell’obbligo di esposizione del prezzo medio. La violazione delle norme sarà sempre accertata dalla Guardia di Finanza che deciderà la durata della sospensione dell’attività da 1 a 30 giorni. Il prezzo medio calcolato e pubblicato dal Mimt sarà “su base regionale e delle province autonome” per gli esercenti sulla rete non autostradale, mentre “su base nazionale” per quelli che operano sulle autostrade. Il decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che dovrà stabilire le modalità delle comunicazioni, le caratteristiche e le modalità di esposizione della cartellonistica, inoltre, andrà adottato entro 15 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Verranno inoltre stanziati 500mila euro per il 2023 per lo sviluppo e l’implementazione dell’app e 100mila dal 2024 per il supporto tecnico specialistico e i servizi correlati.
    Unc e Codacons
    Il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, ha commentato: “Una presa in giro degli italiani! Per questo abbiamo chiesto in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera di non convertire in legge un decreto che finisce per peggiorare la normativa vigente. L’innalzamento della sanzione massima è ridicola, considerato che la legge prevedeva da anni multe da 516 a 3.098 euro e che il decreto n. 5 pubblicato in Gazzetta aveva portato gli importi, rispettivamente, a 500 e 6000 euro. Insomma, in realtà la sanzione massima viene ridotta a un terzo, da 6.000 a 2.000 euro. Considerato che nel 2022, su 5.187 verifiche della Gdf, le violazioni sono state ben 2.809, il 54,2%, mentre nel solo mese di gennaio 2023, nonostante i benzinai fossero sotto i riflettori, su 2.518 interventi, ben 989 sono state le contestazioni, il 39,3%, è evidente anche a un bambino che le multe dovrebbero salire e non certo diminuire”. 
    Anche il Codacons si è pronunciato sull’emendamento del Governo al Decreto Trasparenza: “È un buco nell’acqua e non porterà benefici sul fronte della riduzione dei listini di benzina e gasolio alla pompa. Le sanzioni per i benzinai scorretti rimangono ancora irrisorie e non in grado di garantire adeguata trasparenza ai consumatori. Incomprensibile poi la modifica secondo cui le comunicazioni dei prezzi da parte dei gestori al Mimit dovranno essere fatte ‘al variare del prezzo praticato e comunque con frequenza settimanale’. Un evidente passo indietro rispetto alla situazione attuale che di certo non va nella direzione di assicurare una maggiore trasparenza sui listini, ma sembra più un regalo ai benzinai”.
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    Controlli della GdF ai distributori: i controlli a tappeto rilevano 989 violazioni

    Come già anticipato ormai da settimane, il Governo Meloni ha deciso di indagare sui possibili comportamenti speculatori da parte dei distributori di carburanti. Per questo, già nei primi giorni di gennaio la Premier ha incontrato i vertici della Guardia di Finanza per varare nuove norme sulla trasparenza. In seguito a ciò, i risultati ottenuti dai controlli effettuati in questo ultimo mese sono davvero preoccupanti.
    Risultati sconfortanti
    Secondo il Decreto, ogni distributore è tenuto giornalmente a esporre un cartello con il prezzo medio stabilito dal Ministero dell’Ambiente, accanto al proprio prezzo, una misura fortemente contestata dall’Agcm. In relazione a quanto stabilito dalla norma, la Guardia di Finanza ha condotto controlli a tappeto in tutta la penisola nel mese di gennaio, per un totale di oltre 2.500 interventi, contestando ben 989 violazioni alla disciplina dei prezzi: 341 sono state per mancata esposizione o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati e 648 per omessa comunicazione al Ministero. Non un ottimo inizio per la rete di distribuzione carburanti della Penisola che per ora non sembra attenersi strettamente alle nuove regole in vigore da metà gennaio.
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    Incentivi auto, approvato il Decreto da 2 miliardi fino al 2024

    Ricordate quando si parlava di niente econbonus per le auto elettriche? A distanza di pochi mesi sono cambiate tante cose e il Governo italiano si è mosso in questo senso per incentivare i cittadini ad acquistare automobili a elettriche o ibride. Mario Draghi ha infatti firmato il decreto attraverso il quale saranno stanziati ben 2 miliardi fino al 2024 destinati al settore dell’automotive.
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    I fondi
    Le risorse stanziate fanno parte del Fondo Automotive che ha una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi fino al 2030, con l’obiettivo di sostenere il settore nella transizione verso l’elettrico. Il decreto, però, disciplina solo il periodo 2022, 2023 e 2024, stanziando 650 milioni di euro l’anno (quasi 2 miliardi nel triennio). C’è da aggiungere che di questi 650 milioni, solo 615 sono effettivamente destinati alle autovetture. Quei 35 milioni di differenza, andranno annualmente a sostegno dell’acquisto di ciclomotori, motocicli e veicoli commerciali. “Gli incentivi sono una risposta concreta e molto attesa a un settore che attraversa una profonda sofferenza. La misura pluriennale permette alle aziende di fare programmazione industriale verso lo sviluppo. Non sono risolutivi, ma sono uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile”, commenta il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. “Darà ossigeno al settore”, sottolinea il viceministro Gilberto Pichetto.
    I contributi
    Per acquistare un’auto elettrica (fascia 0-20 g/km), con un prezzo fino a 35mila euro più Iva, il compratore potrà chiedere un contributo di 3.000 euro, a cui potranno aggiungersi altri 2.000 euro in caso di rottamazione di una vettura di classe inferiore a Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024. Per quanto riguarda l’acquisto di veicoli ibridi plug-in (fascia 21-60 g/km), con un prezzo fino a 45mila euro più Iva, si può chiedere un contributo di 2.000 euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2.000 euro con la rottamazione di un’auto inferiore a Euro 5. Per questa categoria sono previsti 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024. Infine, per le vetture endotermiche a basse emissioni (fascia 61-135 g/km), con un prezzo fino a 35 mila euro più Iva, il contributo potrà essere di 2.000 euro ma solo con rottamazione di un’auto omologata in una classe inferiore a Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.
    Gli incentivi per l’acquisto dei veicoli sopra riportati sono concessi solo alle persone fisiche. Anche se una piccola percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per comprare veicoli elettrici, ibridi, plug-in. Sono poi previsti contributi per piccole e medie imprese, ma solo per l’acquisto di nuovi veicoli commerciali elettrici con rottamazione di un veicolo omologato di classe inferiore a Euro 4.
    “Finalmente una buona notizia per gli automobilisti e per gli operatori del settore. Occorre che non si perda altro tempo per la pubblicazione del Dpcm e per le procedure per renderlo operativo”, ha commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.
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    Il nuovo decreto sull’emergenza blocca anche gli allenamenti fino al 13 aprile

    Blu Volley Verona Di Stop a tutte le attività sportive, anche agli allenamenti, fino al 13 aprile (Lunedì dell’Angelo) compreso. Lo aveva preannunciato nei giorni scorsi il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e lo ha confermato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa tenuta stasera per annunciare il nuovo decreto sull’emergenza coronavirus. Lo stop degli allenamenti […] LEGGI TUTTO