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    Caso Querrey: la nota ufficiale del torneo di San Pietroburgo

    Caso Querrey: la nota ufficiale del torneo di San Pietroburgo

    Sul sito ufficiale dell’ATP 250 di San Pietroburgo, è apparsa una nota ufficiale sul “caso Querrey”, ormai esploso sulla stampa internazionale dopo le rivelazioni di ieri sera da parte del giornalista americano Ben Rothenberg. Riportiamo la nota ufficiale (disponibile solo in russo, tradotta in italiano – ci scusiamo per eventuali inesattezze).

    “Attualmente, la stampa sta discutendo attivamente il comportamento di un partecipante al tabellone principale del torneo: il tennista americano Sam Querry (49 ATP).
    Secondo il regolamento ATP e il protocollo sanitario del torneo, tutti i giocatori in arrivo sono tenuti a superare il test COVID-19, e solo se ottengono un risultato negativo possono venire allo stadio, accreditarsi, iniziare a prepararsi per il torneo e parteciparvi. Il regolamento ATP prevede che il test venga svolto ogni 4 giorni di permanenza al torneo, a partire dal giorno di arrivo. Il giorno dell’arrivo, il 7 ottobre, Sam Querrey e sua moglie hanno superato il test, i risultati sono stati negativi. Il test effettuato l’11 ottobre da Sam Querrey e dalla sua famiglia è risultato positivo, il che è stato confermato dall’immediata ripetizione del test nello stesso giorno.
    Secondo il protocollo ATP e le regole di Rospotrebnadzor, la principale autorità russa che sovrintende agli eventi pubblici, compresi gli eventi sportivi, Sam Querrey è stato rimosso dal torneo e isolato in una stanza d’albergo Four Seasons.

    Rospotrebnadzor ha raccomandato al comitato organizzatore del torneo, oltre a isolare il giocatore, di fare un rapporto medico sulla salute di Sam Querrey e dei suoi familiari. Il torneo ha organizzato una visita di un medico e un pediatra della clinica privata “SOGAZ”, che due volte hanno cercato di esaminare Querry, ma non hanno avuto successo a causa del fatto che l’atleta non ha aperto la porta della sua stanza – non il 12 ottobre, riferendosi al fatto che il bambino stava dormendoM né il 13 ottobre, nonostante l’accordo preliminare. Il dialogo tra il tour manager del torneo e l’atleta non ha portato a un risultato.
    Su raccomandazione del Rospotrebnadzor della città e in caso di conferma del decorso asintomatico della malattia, avrebbe dovuto spostare Querry dall’hotel all’autoisolamento in appartamenti privati ​​in modo che la famiglia non si sentisse a disagio e non rappresentasse una minaccia di infezione. Il comitato organizzatore del torneo ha preparato appartamenti di prima classe per questo scopo.
    Sam Querrey avrebbe dovuto ripetere il test giovedì 15 ottobre; tuttavia, invece di agire in conformità con le regole ATP e il protocollo sanitario del torneo, il tennista come registrato dalle telecamere di sorveglianza dell’hotel, alle 5.45 del 13 ottobre, con la sua famiglia senza avvisare la reception ha lasciato l’albergo. Come ha detto Querrey al rappresentante dell’APR, lui e la sua famiglia hanno lasciato la Russia su un aereo privato. Il rappresentante dell’ATP ha trasmesso queste informazioni alla direzione del torneo dopo il ripetuto tentativo fallito di lasciare la squadra di medici.
    Secondo il regolamento ATP, il comitato organizzatore comunica con i giocatori su tutte le questioni che sorgono durante il torneo tramite il tour manager ATP. Tutte le questioni del rapporto tra il torneo ei giocatori sono regolate direttamente al torneo dall’ATP Tour Manager.
    Il comitato organizzatore del torneo ha adottato tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei giocatori, dei rappresentanti dell’ATP e di tutti i servizi del torneo. La valutazione e la qualificazione delle azioni del giocatore Sam Querrey viene effettuata dall’ATP.
    Esprimiamo la nostra soddisfazione per l’interazione con le autorità di Rospotrebnadzor di San Pietroburgo e la continuazione del torneo in conformità con gli standard adottati.
    La società organizzatrice del torneo di Formula TX”

    A questo punto, oltre alle parole di Querrey – ancora non ha dichiarato niente di ufficiale, incluso dove si trovi – è atteso un riscontro dall’ATP, che secondo le regole approvate per l’emergenza Covid-19, dovrebbe agire sul giocatore.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Querrey, toccata e fuga a San Pietroburgo. Positivo al Covid-19, scappa con volo privato

    Sam Querrey

    “The ATP is aware of an incident regarding a player’s serious breach of protocol relating to COVID-19 at this week’s St. Petersburg Open”… 
    Questo tweet, uscito nella serata di ieri, scuote all’improvviso l’ambiente del tennis. L’ATP rende noto che c’è stata una severa violazione delle normative anti-covid, sottoscritte da tutti gli atleti coinvolti nel tour. Una “mezza” notizia, perché non c’è il nome di colui (o coloro) che hanno violato le norme; è una sorta di ammonimento a tutto il circus, sulle possibili conseguenze negative non solo per chi si rende colpevole della violazione, ma potenzialmente per tutto il torneo in questione o addirittura il resto della stagione. Inizia la caccia alla vera storia. Il più veloce è il giornalista del NY Times Ben Rothenberg, notoriamente ben informato, che pubblica ancora un Twitter una “linea” in cui racconta la sua versione dei fatti. A questo ci atteniamo, non avendo altre fonti particolari.
    La storia è quasi da film di spionaggio, o avventura, anche se un tantino grottesca… Ve la riportiamo come è stata diffusa, aspettando conferme ufficiali dall’ATP, dal torneo di San Pietroburgo o dal diretto interessato, Sam Querrey.
    Sam Querrey si trova a San Pietroburgo, dove figura nel tabellone principale dell’ATP 500, sorteggiato contro Denis Shapovalov. Un match molto intrigante che però non andrà mai in scena, poiché Querrey nei controlli obbligatori pre-torneo viene a sapere di essere risultato positivo al Covid-19, insieme alla moglie Abby e il loro primogenito Ford, di soli otto mesi. Scatta il protocollo anti-covid: la famiglia Querrey viene immediatamente informata dell’obbligo di permanenza in città e di quarantena per 14 giorni in hotel. Non proprio una brutta sistemazione, per loro fortuna: un super hotel a cinque stelle, uno dei più prestigiosi della storica città russa, dove potersi riposare e riprendere dal contagio. Querrey è ovviamente escluso dal torneo, e costretto ad accettare la situazione. Restano in hotel, fino ad una telefonata che sconvolgere i loro piani, e manda in crisi tutto l’apparato del torneo e della sicurezza.

    Le autorità sanitarie russe si mettono in contatto con l’americano, informandolo che a breve riceverà una visita da parte di un gruppo di medici che vogliono conoscere il suo contagio e quello dei suoi familiari, per valutare i sintomi e ed il rischio della situazione. In caso di sintomi (non sappiamo se i tre fossero totalmente asintomatici o meno), scatterebbe un immediato ricovero dell’intera famiglia in una struttura sanitaria della città. Apriti cielo… La prospettiva di essere ospedalizzati in una struttura in Russia manda nel panico la famiglia Querrey, che ora si vede non più in una prigiona dorata (l’hotel deluxe) ma a rischio di un ricovero in un paese “particolare”, e addirittura con lo spettro di essere separati dal proprio piccolo figlio. I Querrey studiano a tempo di record un piano di fuga, anche è contro la legge e gli accordi sottoscritti da Sam.
    La fuga è rapidissima, grazie ad uno degli sponsor dell’americano, una compagnia di jet privati (molto famosa negli USA e non solo), che già campeggiava sulla manica della t-shirt da gara di Sam (per esempio nella Wimbledon 2017, il suo miglior risultato in carriera). Lo sponsor a tempo di record organizza un volo privato e segretissimo, con la famiglia Querrey che lascia l’hotel – rompendo il protocollo di sicurezza – e quindi San Pietroburgo, senza consultare nessuno e senza avvertire le autorità. L’aereo vola via, fuori dal paese, per scappare dai controlli delle autorità sanitarie russe. Rothenberg afferma che la famiglia Querrey ha viaggiato nella parte posteriore del jet, il più lontano possibile dai piloti, ma niente è trapelato sulla rotta e sulla destinazione, solo che i tre si trovano “al sicuro” in una sistemazione privata, fissata sul noto portale di affitti AirBNB, fuori dalla Russia. In mancanza di informazioni, la logica fa pensare ad un paese europeo vicino, in cui non sia obbligatorio presentare un test negativo al Covid-19 all’atterraggio, forse uno di quelli che si affaccia sul Mar Baltico.
    L’ATP è venuta a sapere della faccenda, e come riportato all’inizio, non ha tardato a reagire, sottolineando che gli ultimi movimenti del tennista (Sam Querrey) rappresentano un reato grave: “we are taking this matter extremely seriously and an investigation is underway”, scrivono nella nota diffusa. La preoccupazione per il caso ha portato l’ATP a inviare una lettera a tutti i giocatori, ammoniti dal non compiere azioni del genere, poiché un comportamento così irresponsabile può mettere seriamente in pericolo il funzionamento dell’intero tour Pro, in un momento così delicato a livello internazionale. Se qualcosa del genere dovesse ripetersi, ci potrebbero essere gravi ripercussioni per il resto del 2020 o anche 2021.
    A questo punto non resta che aspettare la versione ufficiale dei fatti, una nota più completa da parte dell’ATP, del torneo russo, o meglio le parole di Sam Querrey, che potrà difendersi e dire la propria versione dei fatti. Comprensibile la paura dell’americano, ancor più per essere all’estero con un figlio così piccolo… ma purtroppo la situazione mondiale è così precaria che attenersi alle regole è ancor più importante per non aggravare la situazione e sopravvivenza del tour, messo a dir poco sotto stress dalla pandemia. Gli equilibri sono talmente fragili che le regole devono essere rispettate. Semmai, la sensazione è che forse servirebbe un’azione comune a livello globale, con regole certe e identiche. Già tra US Open e Parigi molti tennisti hanno raccontato di protocolli e misure molto diverse, che finiscono per mandare in confusione gli atleti e i loro staff.
    La storia di Querrey, prendendo per buona la versione del giornalista americano, è davvero curiosa, da film. Speriamo che tutto possa risolversi per il meglio, e che questa vicenda possa diventare un caso tipo per migliorare i protocolli di sicurezza per tutti.
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    Dieci top100 ATP positivi al Covid-19, nessun caso tra le top 100 WTA

    David Goffin, uno dei top100 ATP positivi al Covid-19

    La pandemia da Covid-19 che sta imperversando in tutto il globo non risparmia i campioni dello sport. Di ieri la notizia della positività al tampone di Cristiano Ronaldo, stella portoghese del calcio; recentemente hanno contratto il virus i campioni NBA Russell Westbrook, Kevin Durant e Nikola Jokic, il talentuoso QB della NFL Cam Newton, il golfista Dustin Johnson, il pilota di F1 Sergio Perez.
    Purtroppo anche i tennisti non sfuggono al contagio. Al momento sono 10 i giocatori compresi nella top 100 ATP ad esser risultati positivi al virus:

    Grigor Dimitrov
    Borna Coric
    Novak Djokovic
    Frances Tiafoe
    Kei Nishikori
    Benoit Paire
    Fernando Verdasco
    David Goffin
    Sam Querrey
    Fabio Fognini
    Curioso invece che al momento nessuna tennista tra le top 100 WTA sia stata trovata positiva al  virus. Probabilmente la minor attività del tour rosa dalla ripresa lo scorso agosto ha portato a questo risultato.

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    Modena, Rinaldi: “Ho qualche lievissimo sintomo ma sto bene”

    Di Redazione
    Lo schiacciatore azzurro Tommaso Rinaldi, di ritorno dai Campionati Europei Under 20 maschili con una medaglia d’argento al collo, è risultato positivo al Covid-19 insieme ad altri sei membri della delegazione italiana. Intervistato da Il Resto del Carlino Modena, il giovane giocatore della Leo Shoes Modena ha confermato di stare bene e di avere solo qualche lieve sintomo.
    Ora come sta? «Ho avuto qualche linea di febbre soltanto lunedì sera, per il resto ho qualche lievissimo sintomo: un po’ di mal di gola, ma nel complesso sto bene, ora posso quasi definirmi asintomatico».
    Aveva già avvertito malessere durante l’Europeo? «Io e alcuni miei compagni di squadra siamo scesi in campo domenica, per la finale contro la Russia, con alcuni sintomi che potevano sembrare influenzali e nel complesso ci sentivamo un po’ deboli, forse anche per questo abbiamo perso con la Russia. Ma avevamo fatto tutto secondo le regole, nessuno di noi aveva assolutamente la febbre e non pensavamo nemmeno lontanamente potesse essere coronavirus».
    Passiamo ad argomenti più leggeri: siete soddisfatti dell’Europeo ? «Siamo certamente contenti del percorso che abbiamo fatto: ci siamo allenati duramente, anche ‘da casa’ durante il lockdown, per preparare questo appuntamento. Abbiamo vinto tante amichevoli e prima della finale avevamo ottenuto solo 3-0. La finale è una partita secca e come tale spesso fa storia a sé: forse la Russia, che avevamo battuto ai Mondiali nel 2019, ha giocato la partita della vita. Ci dispiace, ma siamo consapevoli della forza del nostro gruppo».
    Come si immagina il ritorno in campo coi gialloblù? «Io ho l’aspettativa di migliorare ancora di più: la mia prospettiva è quella di dare il mio meglio sperando di fare bene, per aiutare la squadra come posso quando Andrea Giani mi chiamerà in causa. Ora sono fermo ma non vedo l’ora di tornare a giocare». LEGGI TUTTO

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    Europei Under 20: sette casi di positività al Covid-19 nella delegazione azzurra

    Di Redazione
    La delegazione italiana che ha preso parte ai Campionati Europei Under 20 Maschili, di ritorno dalla manifestazione e come stabilito dalla procedura FIPAV, è stata sottoposta a tampone prima del definitivo trasferimento nei luoghi di residenza.
    L’esito degli esami è risultato essere positivo per sette membri della delegazione che a questo punto, al completo, osserverà un periodo di quarantena secondo i protocolli delle autorità sanitarie governative.
    La Federazione Italiana Pallavolo naturalmente monitorerà la situazione e attuerà tutte le procedure del caso per garantire il più veloce ritorno alla normalità per l’intera delegazione.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Fabbiano: “Mi fermo per ricaricare le batterie”

    Mentre la pattuglia degli azzurri sta disputando un Roland Garros “storico”, uno dei nostri migliori tennisti ha scelto una strada diversa. Thomas Fabbiano non è volato a Parigi, e tanto meno in America per la ripartenza del tour dopo il disastroso blocco imposto dalla pandemia. Ha deciso di fermarsi, di riorganizzare la propria vita e […] LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Le nuove palle a Parigi sono pesanti, ma anche perché è ottobre” (di Marco Mazzoni)

    Djokovic in allenamento a Parigi 2020

    Anche Novak Djokovic, nella intervista pre-torneo a Parigi, si soffermato sul tema più caldo: le nuove palline. Bocciate da Thiem, bocciatissime da Nadal, per il n.1 del mondo sono effettivamente pesanti, ma a suo dire la “colpa” non è solo della palla in sé, ma delle condizioni totalmente nuove in cui è usata.
    “Usiamo le palline Wilson per la prima volta su terra battuta” ha dichiarato Djokovic, “penso lo stesso dei miei colleghi, è più pesante di quella usata precedentemente, però dipende anche dal fatto che siamo in ottobre e fa freddo. La terra battuta è umida e più pesante rispetto a quando giochiamo in primavera. Tutte le condizioni climatiche influiscono sul rendimento della palla. E’ complicato affermare che la pallina è pesante in generale, tutto dipende fortemente dalle condizioni meteo. Dobbiamo accettarlo, per questo tutti siamo venuti qua un po’ prima per iniziare ad adattarci a queste condizioni, di palle e clima, molto diverse da un Roland Garros tradizionale”.
    Nella intervista, Novak ha parlato anche di altri temi, tornando sul “fattaccio” accaduto a New York. “Ovviamente d’ora in poi avrò la massima attenzione quando colpirò una palla fuori dal campo… Questo è rimasto scolpito nella mia mente per moltissimi giorni dopo US Open, sono sicuro che non commetterò lo stesso errore due volte. E’ successo, devo accettarlo e continuare. Fu uno shock per me, per tanta gente, però la vita è così, nello sport ed in generale, sono errori, cose brutte che possono accadere”.

    Djokovic non crede di aver ripercussioni negative per l’accaduto, come del resto ha dimostrato a Roma, vincendo il torneo (nonostante un certo nervosismo dimostrato in più occasioni…): “Non credo che quel che è accaduto potrà avere alcuna ripercussione sulle mie prestazioni in campo. Ho appena vinto il torneo di Roma, non ho avvertito alcun “perturbazione emozionale” o difficoltà nell’affrontare le partite, o nell’esprimere le mie emozioni. Nessuna. Cerco di tenere tutto quel che è negativo al di fuori del campo e della partita, cerco di perdonarmi e continuare il mio cammino. Sono un essere umano, ricco di difetti come tutti. Ho molta esperienza nel tour, e quel che è accaduto a me poteva accadere a chiunque altro”.
    Ultime considerazioni sul virus, i test, e come vive la situazione: “Ho fatto a Roma un paio di test, ancora prima di volare a Parigi, e appena arrivato mi sono sottoposto ad un altro. Finché non ho avuto i risultati, sono rimasto isolato come tutti gli altri giocatori. Seguo tutte le istruzioni, i soliti test ogni 4-5 giorni, ed è tutto. Questo indipendentemente dagli anticorpi di ognuno di noi. Per esempio, a New York, avendo ancora gli anticorpi, non mi hanno fatto alcun altro test dopo il primo. Quando sono arrivato qua me ne hanno fatto uno, è uscito negativo, e per ora non me ne hanno fatti altri. In Europa è diverso, a Roma mi hanno fatto testo ogni 2-3 giorni. Ogni paese tiene le proprie regole sul tema, questo è un po’ particolare. Il virus? Non so se il virus c’è ancora o no dentro al mio corpo, in questo momento non ci penso. Ho avuto il test negativo in ogni prova a cui mi sono sottoposto dopo aver contratto il virus, e anche oggi sono a questo punto. In ogni modo, non è ancora certo il modo in cui il virus si comporta in ogni individuo, come può andarsene o tornare. Dal punto di vista medico, c’è molta confusione sul tema, e dipende anche dal paese in cui vai. Dobbiamo seguire le indicazioni del luogo in cui ci troviamo, ora in Francia, e sono molto restrittive. Io mi sento fortunato ad essere un giocatore di tennis, di trovarmi a giocare di nuovo un torneo dello Slam, e spero di poterlo portare alla fine senza alcuna conseguenza per la mia salute”.

    Djokovic ostenta sicurezza. A Roma il suo tennis è stato sufficiente per il successo, ma non ha toccato dei picchi di prestazione massimi, e non c’erano a sfidarlo i due principali rivali sul rosso: Nadal e Thiem. La sensazione è che il livello mostrato al Foro Italico non sia abbastanza per battere i due principali favoriti per il titolo. O le nuove condizioni a Roland Garros (freddo, palle, orari serali) finiranno per cambiare le carte in tavola, aprendo ad altri giocatori la possibilità di vincere al Bois de Boulogne? Alle 11 Jannik Sinner avrà l’onore di aprire il torneo sul Chatrier. Buon Roland Garros a tutti
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Un’altra società senza palestra, la lettera della Scuola di Pallavolo Serramazzoni

    Di Redazione
    Dopo la notizia di ieri proveniente da Torino, oggi è un’altra società ad essere senza “casa”, questa volta in provincia di Modena.
    Questa la lettera:
    La Scuola di Pallavolo Serramazzoni rende noto alle famiglie, ai collaboratori, alla cittadinanza che, a decorrere dal 9 settembre, con effetto immediato, è stata revocata la concessione del Palazzetto dello Sport di Via Lago delle More, concessa ad uso esclusivo della Scuola dell’Infanzia.
    La comunicazione della revoca arriva alla società nella serata di mercoledì 9 settembre, a trasloco già avviato da parte della Scuola dell’Infanzia. Nei giorni precedenti, lo staff della Scuola di Pallavolo Serramazzoni è venuta a conoscenza della decisione tramite il passaparola di utenti e cittadini del territorio.
    In seguito a una richiesta di incontro per un chiarimento, sono state illustrate le criticità relative alla Scuola dell’Infanzia, nate negli anni addietro per motivi non sanitari e aggravate dall’emergenza Covid, aveva rassicurato la società, ponendo come obiettivo una convivenza tra Scuola e società sportiva, quindi un uso promiscuo dei locali, come già avvenuto qualche anno fa.
    La Scuola di Pallavolo viene messa al corrente in maniera informale che dal lunedì successivo, 7 settembre, la Scuola dell’Infanzia avrebbe iniziato il trasloco degli arredi al fine di approntare gli spazi per l’inizio della scuola, previsto per il 14 settembre.
    Dopo ripetute richieste di chiarimento ufficiali, la Scuola di Pallavolo riceve in data 9 settembre un avviso di sospensione con effetto immediato per tutto l’anno scolastico della concessione della Palestra Polivalente (Palazzetto) di Via Lago delle More.
    Sin dal primo incontro, sono stati proposti come spazi alternativi al Palazzetto i due impianti sportivi Geodetica e Coni, entrambi inagibili poiché sprovvisti di Certificato di Prevenzione Incendi. Inoltre, l’impianto Geodetica presenta uno squarcio nel telone, spogliatoi inutilizzabili a causa di un vecchio incendio e una pavimentazione non idonea al gioco della pallavolo. L’impianto Coni, pur essendo adatto all’allenamento della pallavolo, risulta troppo piccolo per poter essere omologato come campo da gara.
    La messa a norma e l’adeguamento dei suddetti impianti è in fase di avvio. L’ingresso degli utenti può essere stimato in novembre o dicembre 2020.
    La Scuola di Pallavolo Serramazzoni nasce nel 1997, su grande spinta del territorio e dei cittadini. Negli anni ha saputo coinvolgere migliaia di bambini e ragazzi in tutte le sue attività: corsi di pallavolo, campionati, minivolley, Pallandia, doposcuola, attività sportiva nelle scuole elementari, diventando anno dopo anno una realtà di riferimento per le famiglie del territorio. In questi 20 anni sono stati organizzati Camp estivi, che hanno portato a Serramazzoni le eccellenze del movimento pallavolistico mondiale, tra cui le Nazionali Giovanili di Cuba e Giappone. Da oltre 10 anni viene organizzato il Centro estivo, che ogni anno conta oltre 600 presenze. Anche quest’anno, con enormi sforzi economici e personali, ma con l’energia che sempre ha contraddistinto la società, è stato organizzato il Centro Estivo, terminato pochi giorni fa, nel rispetto di tutti i protocolli.
    La stagione che la Scuola di Pallavolo Serramazzoni si stava preparando ad affrontare era una stagione complessa, piena di incertezze, ma lo spirito di determinazione delle persone, che costantemente lavorano per la società, stava facendo ripartire una macchina ferma da mesi: 7 squadre agonistiche (oltre 150 persone), altrettanti gruppi di Pallandia e Minivolley, progetti nelle scuole, lo Spazio Cuccioli, sport per i ragazzi disabili, il doposcuola per le scuole elementari e medie, 2 eventi.
    Oggi la Scuola di Pallavolo Serramazzoni è senza casa.
    Le soluzioni proposte sono inadeguate. La previsione di ripartire con le attività a novembre o dicembre, a Serramazzoni, non consente di offrire un buon servizio a tutti nostri ragazzi e alle famiglie. A oggi la Scuola di Pallavolo Serramazzoni può solo offrire delle soluzioni temporanee all’aperto, con una visione di brevissimo periodo a causa del meteo, senza una prospettiva futura certa.
    Ad aggravare la situazione è il contesto generale di incertezza dei comuni limitrofi, i quali dispongono di pochi impianti e quelli a disposizione sono attualmente bloccati a causa dell’emergenza Covid.
    Inoltre, le soluzioni proposte non tengono conto delle altre società sportive del territorio. Non solo la Scuola di Pallavolo Serramazzoni non più ha una palestra di riferimento, anche le società esterne che facevano uso, come il calcio, a oggi vengono private di spazi. In aggiunta, gli spazi proposti come soluzione erano spazi utilizzati da altre società sportive, che si trovano così senza impianti sportivi.
    La Scuola di Pallavolo Serramazzoni esprime grande preoccupazione, per se, per le famiglie del territorio e per le altre realtà. Questa situazione mette a durissima prova la tenuta della società (una cooperativa sociale sportiva senza scopo di lucro), il cui futuro è messo seriamente in pericolo. Il movimento sportivo rischia di venire fortemente impoverito, obbligando le famiglie e i ragazzi a cambiare disciplina o cambiare territorio o ad abbandonare lo sport.
    La Scuola di Pallavolo Serramazzoni è consapevole della situazione di emergenza che il mondo sta vivendo, per questo sin da quando ha avuto percezione che qualcosa stesse cambiando, si è rimboccata le maniche per provare a studiare soluzioni alternative, dare idee e spunti, recuperare i materiali necessari all’avvio dell’adeguamento degli spazi.
    Allo stesso tempo, appare evidente che la stessa situazione affrontata con più anticipo avrebbe concesso quel tempo utile a creare delle soluzioni più favorevoli rispetto a quelle odierne.
    A oggi non è possibile percorrere strade che diano soluzioni immediate o di breve periodo, senza un forte contributo da parte del l’Amministrazione Comunale.
    Si auspica in un pronto intervento da parte del Comune di Serramazzoni e dei suoi tecnici per non disperdere il lavoro fatto negli ultimi 20 anni.
    Con questo spirito, ribadiamo l’invito a partecipare alla riunione di domani, giovedì 17 settembre, alle ore 20 presso la Pineta di Serramazzoni, durante la quale il Comune incontrerà le famiglie della Scuola di Pallavolo.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO