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    Le incredibili maratone di Murray nel 2023: è stato in campo 24 ore e 3 minuti!

    Andy Murray

    IronMan. Lottatore indomabile. Gladiatore. Highlander. Basta aprire i social e battere “Andy Murray” per scovare aggettivi del genere e tanti ancora che descrivono le ultime settimane dello scozzese. L’ex n.1 del mondo, tra tre mesi 36enne, con la vittoria di oggi a Doha sul francese Muller è tornato in semifinale di un evento del tour maggiore dopo oltre 8 mesi, dove affronterà per un posto in finale il ceco Jiri Lehecka, tennista in rampa di lancio in questa prima parte di stagione. Ad Andy sono “bastate” 2 ore e 4 minuti per recuperare lo svantaggio del primo set, per poi mettere la quinta e volare via verso un meritato successo.
    Quasi una passeggiata di salute per il 2 volte campione di Wimbledon rispetto alle due durissime vittorie nei primi turni del torneo, nei quali ha sconfitto Lorenzo Sonego (annullando 3 match point) e poi Alexander Zverev, in poco più di tre ore di lotta.
    Quel che sorprende, esalta e incanta nell’inizio di stagione 2023 dello scozzese è l’intensità, pugnacità e capacità di soffrire che dimostra match dopo match, difendendosi quasi come ai bei tempi e restando in campo come un ragazzino ore ed ore a lottare, credendoci fino all’ultima palla. Già, ore a lottare… ma quante? Andando a vedere le sue vittorie nei primi due mesi di stagione, il tutto appare incredibile. 
    Adelaide
    1t: Korda b. Murray in due set: 1h 56 minuti

    Australian Open:
    Murray b. Berrettini in 5 set: 4h 49 minuti (annullato 1 match point)
    Murray b. Kokkinakis in 5 set: 5h e 45 minuti (rimonta due set di svantaggio)
    Bautista Agut b. Murray in 4 set: 3h e 29 minuti

    Doha:
    Murray b. Sonego in 3 set: 2h e 30 minuti, salva 3 match match
    Murray b. Zverev in 3 set: 3h e 30 minuti
    Murray b. Muller in 3 set: 2h e 4 minuti
    In totale quindi Murray, nelle 7 partite disputate nel 2023, ha disputato 25 set, restando in campo 1443 minuti, ossia 24 ore e 3 minuti! E pensare che la maggior parte dei tennisti che hanno avuto simili problemi all’anca si sono ritirati o sono rientrati con scarnissimi risultati. Non Andy, d’acciaio quanto la sua anca… Del resto nella off-season Murray ha parlato chiaro: ci crede, tantissimo. Ha lavorato molto bene sul suo fisico con l’obiettivo di arrivare al massimo possibile sull’erba di Wimbledon, dove sente di poter dire ancora la sua. Ha appena annunciato che intende giocare anche qualche torneo sulla terra battuta, per restare in competizione e continuare a lavorare, visto che il suo fisico sta rispondendo molto bene anche a sollecitazioni importanti e non avrebbe senso starsene fermo oltre due mesi. Che dire… Bravissimo Andy! Possiamo solo apprezzare e premiare la passione sterminata per il tennis di questo vero, autentico Campione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jiri Lehecka avanza alle semifinali del torneo di Doha battendo Rublev in tre set

    Jiri Lehecka nella foto – Peter Staples/ATP Tou

    Jiri Lehecka, un giovane ceco di 21 anni che sta avendo un inizio di stagione molto promettente – con i quarti di finale agli Australian Open e un ruolo determinante nella vittoria della Repubblica Ceca contro il Portogallo nella Davis Cup a Maia – sta continuando a brillare, qualificandosi per la sua prima semifinale della stagione 2023 nell’ATP 250 di Doha, in Qatar.
    Il tennista di Prostejov ha brillato sconfiggendo il russo Andrey Rublev, primo testa di serie, numero cinque del mondo ed ex campione del torneo, per 4-6, 6-4 6-3, in un match disputato a un ritmo elevato e risolto in meno di due ore. Questa è stata anche la prima vittoria di Lehecka contro un avversario top 5.
    Il ceco affronterà il britannico Andy Murray o il francese Alexandre Muller nelle semifinali di venerdì.
    ATP Doha Andrey Rublev [1]643 Jiri Lehecka466 Vincitore: Lehecka ServizioSvolgimentoSet 3J. Lehecka 15-0 30-0 40-0 40-153-5 → 3-6A. Rublev 15-15 15-30 30-30 30-40 df 40-40 A-40 40-40 A-40 ace2-5 → 3-5J. Lehecka 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5A. Rublev 15-0 30-0 40-01-4 → 2-4J. Lehecka 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-401-3 → 1-4A. Rublev 15-0 30-0 40-150-3 → 1-3J. Lehecka 15-0 30-0 30-15 40-150-2 → 0-3A. Rublev 0-15 15-15 15-30 30-30 30-400-1 → 0-2J. Lehecka 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2A. Rublev 0-15 0-30 0-404-5 → 4-6J. Lehecka 15-0 30-0 30-15 40-154-4 → 4-5A. Rublev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4J. Lehecka 15-0 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4A. Rublev 15-0 30-0 ace 40-0 ace2-3 → 3-3J. Lehecka 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3A. Rublev 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 ace1-2 → 2-2J. Lehecka 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-401-1 → 1-2A. Rublev 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1J. Lehecka 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-405-4 → 6-4J. Lehecka 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-3 → 5-4A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 5-3J. Lehecka 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3A. Rublev 0-15 df 15-15 ace 30-15 40-15 ace3-2 → 4-2J. Lehecka 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-1 → 3-2A. Rublev 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 3-1J. Lehecka 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A df1-1 → 2-1A. Rublev 15-0 30-0 ace0-1 → 1-1J. Lehecka 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    WTA 250 Merida: I risultati con il dettaglio del Secondo Turno (LIVE)

    Magda Linette nella foto – Foto Getty Images

    WTA 250 Merida (Messico) – 2° Turno, cemento

    Estadio Akron – ore 22:00Rebecca Peterson vs (5) Alycia Parks Inizio 22:00Il match deve ancora iniziare
    (1) Magda Linette vs Panna Udvardy Il match deve ancora iniziare
    Varvara Gracheva vs (2) Sloane Stephens Non prima 02:00Il match deve ancora iniziare
    Ysaline Bonaventure vs (4) Katerina Siniakova Il match deve ancora iniziare

    Cancha 1 – ore 22:00Xiyu Wang / Lin Zhu vs Despina Papamichail / Simona Waltert Inizio 22:00Il match deve ancora iniziare
    Natela Dzalamidze / Kamilla Rakhimova vs (2) Kaitlyn Christian / (2) Sabrina Santamaria Il match deve ancora iniziare
    Xinyu Wang / Fang-Hsien Wu vs (3) Anastasia Detiuc / (3) Eri Hozumi Il match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO

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    Rotterdam, Camporese e il filo dei ricordi

    Omar Camporese (foto Supertennis)

    Quando nel torneo di Rotterdam Jannik Sinner ha incamerato il primo set nella finale che lo vedeva opposto a Daniil Medvedev, è stato impossibile non pensarci. Trattenere il filo dei ricordi. 1991… Stesso campo, un altro italiano in finale: Omar Camporese a vedersela con Ivan Lendl. Omar da circa sei mesi aveva casa tennistica a Le Pleiadi di Moncalieri, un tiro di schioppo da Torino, per trovare condizione e pace che potessero farlo definitivamente sbocciare.
    Tra il Po e la ferrovia, il presidente de Le Pleiadi, Carlo Bucciero, aveva preso a dar corpo al suo sogno. Dapprima aveva accolto Iaio Baldoni, reduce dalla finale ottenuta agli Assoluti, ma poi era giunto Riccardo Piatti coi suoi “boys”: Cristiano Caratti, Renzo Furlan e Ghigo Mordegan, ai quali dopo un po’ si sarebbe poi aggregato anche il quarto “fratello”, Cristian Brandi. Piatti era fuoriuscito dalla FIT, visto che i suoi ragazzi – tranne Furlan – ormai non rientravano più nei piani federali, piani poco propensi allora ad occuparsi degli over 18. Erano anni davvero molto diversi dagli attuali, dove l’iniziativa privata era vista più come un’ingerenza quasi indebita nel potenziale sviluppo dei campioni, niente a che vedere con quanto saggiamente oggi si fa.
    I ragazzi di Piatti, considerati quasi degli scarti del Centro Federale di Riano, sotto le cure tecniche di Riccardo e quelle atletiche fortemente innovative di Pino Carnovale, si trovarono ad avere condizioni ideali per completare il percorso di crescita: un club a totale disposizione, supporto logistico e mezzi per cominciare a viaggiare, un brand – Bredford – creato dal nulla a corredo. A ripensarci, sarebbe da riproporre per intero ciò che Carlo Bucciero, con le sue sole forze e un entusiasmo senza pari, seppe mettere in atto, anche se poi molto si fece per aiutarlo a fallire. E sì, quello che si faceva a Moncalieri dava veramente tanto fastidio, visto che gli “ scarti” cominciavano pure a vincere.
    Il primo a far intendere che straordinario lavoro si stesse iniziando a fare a Moncalieri fu Cristiano Caratti, autore di una buona stagione estiva negli States, dove a New Haven aveva battuto l’allora n° 6 al mondo Brad Gilbert, per poi arrivare al terzo turno degli U.S. Open, ma soprattutto capace di cogliere i quarti agli Australian Open 1991, mancando d’un soffio l’accesso alle semi, sconfitto al quinto da Patrick McEnroe, dopo aver battuto, tra gli altri, Richard Krajicek.
    Il “tennis ping-pong” di Caratti (venne definito così da Gianni Clerici per la straordinaria capacità di Cristiano di giocare d’anticipo, sfruttando grandi appoggi e baricentro basso, ai quali univa, in discese a rete controtempo, inusitati “schiaffi al volo”) aveva il vento in poppa, tanto che, appena tornato dall’Australia, raggiunse la finale al Muratti Time di Milano, un torneo che equiparato agli odierni, varrebbe almeno un ATP 500.Caratti, prima di arrendersi in finale a Volkov, si prese il lusso di battere, in un match memorabile, Ivan Lendl, allora 3 al mondo: l’attacco di Cristiano sul match point, la stop volley definitiva sono ancora qui negli occhi: semplicemente indimenticabili.
    Per Camporese le cose a Milano non andarono nel modo previsto. Sì, in coppia con l’amico Goran Ivanisevic avrebbe incamerato il titolo in doppio, ma in singolare, opposto al primo turno a Diego Nargiso, s’era incartato in un match che non voleva saperne di decollare per il giusto verso, e alla fine Omar s’era ritrovato ancora una volta a leccarsi le ferite. Il ricordo di quell’incredibile incontro giocato e perso poche settimane prima contro Boris Becker agli Australian Open, chiusosi con un pazzesco 14 – 12 al quinto per il tedesco, dopo che il nostro era riuscito a risalire da due set sotto, rifilare un memorabile 6-0 nel terzo, per poi arrendersi solo dopo oltre 5 ore di gioco, sembrava definitivamente svanito. Dov’era finito quel “giocatore incredibile”, come gli aveva sussurrato all’orecchio Boris?
    Era dal match di Coppa Davis giocato a Cagliari l’anno prima contro la Svezia che le cose non giravano mai come avrebbe desiderato. Nessuno gli aveva riconosciuto il fatto che aveva lottato come un leone nel primo giorno contro Mats Wilander, perdendo soltanto al quinto e di misurissima: gli ricordavano solo che avesse ceduto di schianto a Svensson in un match che avrebbe potuto e dovuto portare a casa.Come detto, casa l’aveva però trovata a Le Pleiadi e gli allenamenti alla corte di Bucciero e Piatti avrebbero dovuto sfociare nella stagione ’91 in risultati continui e confortanti. Melbourne l’aveva lasciato intendere e Milano sembrava la piazza giusta per confermare le ottime cose viste “Down under”, ma non si rivelò tale. Omar, dopo la sconfitta patita contro Nargiso, si aggirava come un leone in gabbia nei corridoi del Forum di Assago. Era seguito da Stefano Lopez dell’IMG e Fabio Della Vida che provavano a rincuorarlo, ma non c’era verso. Quando Carlo Bucciero gli ricordava che avrebbe dovuto prepararsi per Rotterdam, la risposta era una sola: – Io in Olanda non ci vado! A Rotterdam non ci voglio giocare, chiaro?! –Come Dio volle però alla fine, dopo un paio di settimane di sbollitura, riuscirono a imbarcare Omar su un volo, accompagnato da Gigi Bertino, il quale, dopo appena un paio di giorni, prese a mandare report preoccupanti. Sembrava che il nostro facesse apposta a provare a fare (in vero inutilmente…) il contrario di quello che gli si diceva.
    A cena, tempo di ordinazioni, Camporese chiedeva una birra e “junk food”. Bertino cercava di farlo ragionare, gli diceva che quella birra non si doveva e poteva bere e che la sua dieta prevedeva ben altro. Alla fine, dopo un po’ di tira e molla, la ragione prevaleva: acqua e cibo sano venivano ingoiati tra qualche mugugno, ma venivano ingurgitati solo rimarcando che, se mai ci fosse stata ancora un’altra sera e un’altra cena, si sarebbe fatto come diceva lui. L’arrivo a metà settimana di Fricky Chioatero, in sostituzione di Bertino, non sembrò migliorare le cose, pur con tutta la buona volontà che Fricky ci stava mettendo. Ogni sera stesso ristorante e stesse scene, con la birra che immancabilmente finiva rovesciata da Chioatero nel vaso di una disgraziata pianta che, poveraccia, stava lì in un angolino a tiro. Ma tra una protesta e l’altra Camporese prese a vincere senza fermarsi più. Prima fece fuori lo scorbutico austriaco Antonitsch, poi Karel Novacek, quindi il beniamino di casa Paul Haarhuis in semifinale.Il solito ristorante e la solita birra versata, peraltro senza mai berne una goccia, divennero gesti scaramantici e portarono bene. Eccome se portarono bene.
    Il diritto di Omar faceva sfracelli e prese a portar via gli avversari come aveva sempre sognato, e ogni volta sulla racchetta dei malcapitati arrivava un peso di difficile gestione e digestione. Il servizio non solo garantiva percentuali sempre più interessanti, ma diventava devastante nel vero senso della parola. Anche il rovescio, che nell’arsenale del nostro non era certamente l’arma più fidata, prendeva a praticare geometrie apprezzabili tanto da consentire a Omar di reggere botta nello scambio fino a che poteva girarsi sul diritto ed esplodere inside out di rara potenza e bellezza.La finale non iniziò proprio come si sarebbe desiderato: 6-3 iniziale per Lendl che sembrava giocare in totale sicurezza. Persin troppo sicuro.La musica infatti cambiò nel corso del secondo set. Camporese prese scioltezza e fiducia, e se anche non riusciva a piazzare allunghi decisivi, rimaneva saldamente nel match, tanto che Lendl prese a dar qualche segno di insofferenza, anche se mascherava e si continuava a leggergli negli occhi la certezza che, dopo il match perso a Milano con Caratti, a Rotterdam non avrebbe potuto perdere con un altro italiano.Ma Camporese bastonava sempre di più e sempre meglio col suo diritto e ora sapeva presentarsi a rete con continuità e notevole autorità. Il tiebreak della seconda partita si risolse a favore del nostro per un nonnulla e la terza frazione si aprì con Lendl che prese a smaniare, visto che non gli riusciva di scrollarsi di dosso il giocatore bolognese. Lendl, cosa davvero rara, prese pure a commettere errori non forzati, inusitati per lui, accompagnati da scuotimenti del capo sempre più frequenti.
    Il match si risolse con un nuovo tiebreak, nel quale Camporese dapprima resistette per poi issarsi a match point. Fallì la prima occasione, poi, su uno scambio che sembrava perso, Lendl fece una cosa che mai ci saremmo aspettati da lui: su un recupero all’ultimo respiro di Camporese, la palla gli giunse comoda comoda nei pressi della rete, dal lato del rovescio, si girò sul diritto e, quando tutti si aspettavano che sparasse come suo solito una bordata “alla Lendl”, toccò invece la palla piano, una sorta di smorzata improbabile. Omar sembrò incredulo, poi con un scatto in avanti giocò il più facile dei rovesci a campo vuoto e la vittoria fu sua.
    Durante la premiazione riuscì solo a dire: “Probabilmente sto ancora sognando…”, invece era tutto vero e da lì in avanti nacque una storia diversa che l’avrebbe issato al n° 18 al mondo, a vincere a Milano, a diventare davvero “il giocatore incredibile”, come Boris Becker aveva dovuto ammettere dopo aver rischiato l’osso del collo in ben due occasioni, a Melbourne e in poi Davis, sfangandola sempre solo al quinto.
    La palude di Maceiò, quel maledetto incontro col Brasile giocato su una spiaggia, l’operazione che gli aprì il gomito come un’arancia non erano ancora all’orizzonte, e Omar poté finalmente lasciarsi andare. Come? Solito ristorante e solita ordinazione, ma questa volta la pianta tirò un sospiro di sollievo: la birra finì da un’altra parte. Com’era giusto che fosse.

    Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Feliciano Lopez rientra: “Se avrò wild card al Queen’s, sarà il mio ultimo torneo. Come è cambiato il tennis? Tantissimi soldi…”

    Feliciano con Tsitsipas ad Acapulco 2022

    Feliciano Lopez si appresta al suo ultimo “giro di Tango”. Il 41enne mancino di Toledo, da anni anche direttore del torneo Masters 1000 di Madrid, disputerà questa primavera alcuni tornei, prima di appendere la racchetta al chiodo e dedicarsi interamente al lato manageriale dello sport che l’ha accompagnato per tutta la vita. Con una wild card parteciperà al 500 di Acapulco, poi con altri inviti disputerà i tornei di Barcellona e Maiorca. Invece ha scartato l’idea di partecipare al “suo” torneo di Madrid. L’idea sarebbe quella di ritirarsi sull’erba di Queen’s, torneo a lui estremamente caro, dove ha giocato probabilmente il miglior tennis in carriera nonostante l’età avanzata e vinto i suoi ultimi due trofei (2017 e 2019). Ne ha parlato al quotidiano Marca, insieme ad altre considerazioni sul tennis in generale, a suo avviso cambiato terribilmente soprattutto per i tanti soldi in palio.
    “È confermata la mia presenza ad Acapulco, Barcellona e Maiorca. Ho chiesto qualche altra wild card, come al Queens. Se me lo danno a Londra, il mio ultimo torneo sarà lì. Questa è l’idea che ho in testa” afferma lo spagnolo.
    “Alla fine ho scartato l’ipotesi di giocare a Madrid. Dovrei chiedere l’invito e alla fine non so se ne vale la pena. È un anno molto importante per il torneo con il cambio di tabellone, con tutte le cose che dobbiamo fare nella Caja Mágica. Poter lavorare al meglio senza altre distrazioni ha pesato di più che avere un bel saluto dal pubblico, di cui non ho bisogno e non ne ho neanche tanta voglia. La cosa più coerente è lavorare per il torneo con il cambio di format. Ci sono molte sfide da affrontare”.
    “Mi è sempre stato chiaro che volevo ritirarmi da giocatore, con qualche altro torneo di buon livello”, continua Feliciano. “L’anno scorso ho capito che era giunto il momento e ho preso la decisione. E volevo farlo così finché andava bene. Ecco perché sono andato a Maiorca per prepararmi per alcuni giorni. L’anno scorso ho giocato a malapena dopo Wimbledon, non mi stavo preparando ed è per questo che alla fine mi sono infortunato due volte, infortuni tipici dell’inattività. Non avevo mai avuto problemi muscolari nella mia lunga carriera. La gente si sta comportando molto bene con me, sono grato che mi stiano invitando a partecipare ai tornei”.
    Lo scorso anno “Feli” vinse in doppio proprio ad Acapulco in coppia con Tsitsipas: “Ho conosciuto un milione di giocatori nel circuito ma con Stefanos abbiamo legato subito. È un ragazzo timido, parlo con suo padre, conosco Patricio, il suo agente, da tanti anni. Ci siamo incontrati per giocare un doppio e il rapporto è nato così, a poco a poco. Ci siamo divertiti. Oltre ad Acapulco, potremmo giocare a Barcellona e qualche altro torneo per finire il ciclo”.
    Chiedono se si vede in futuro nel box del greco: “A breve o medio termine, non so se mi vedo davvero come l’allenatore di qualcuno. Non è qualcosa che sto considerando in questo momento. Se si presenta l’opportunità di allenare, la valuterei seriamente perché amo il tennis. Ed essere in grado di fornire a qualsiasi giocatore il mio aiuto e la mia esperienza, sarebbe fantastico, è una idea che non scarto affatto”.
    Feliciano Lopez molto probabilmente resterà nella storia del gioco per l’incredibile record di partecipazioni consecutive ai tornei dello Slam: 79! Un numero pazzesco, che lui stesso considera quasi impossibile da battere: “È evidente che il mio record è difficile o quasi impossibile da battere. Sono passati 20 anni senza mai saltarne uno. Sono stato continuo e un po’ fortunato. Ci sono altri record pazzeschi nella mia epoca, come gli Slam dei grandi Roger, Rafa e Novak, non è tanto i 20 o 22 Slam ma tutto quello che hanno dovuto fare e dare per arrivarci. È qualcosa di incredibile”.
    Dall’alto della sua esperienza, Lopez ha attraversato più generazioni e cambiamenti. A suo dire il tennis è cambiato tantissimo, soprattutto per la montagna di soldi che oggi guadagnano i migliori. Leggendo tra le righe delle sue parole, si intuisce che forse a suo dire i soldi sono quasi “troppi”: “Il tennis è cambiato molto negli ultimi 15-20 anni. Ci sono molti più soldi, davvero tanti di più. E nei tornei dello Slam sono più che raddoppiati. I giocatori non hanno bisogno di giocare tanti tornei per guadagnare quello a cui erano abituati prima. Ricordo Federer che giocava in una finale dell’Australian Open e il venerdì successivo giocava a Bucarest sulla terra battuta. E Rafa ha vinto gli US Open e poi si è recato a Cordoba per giocare a 40 gradi. Questi sono esempi che mi sono appena venuti in mente, ma potrei metterne un milione. Erano già i migliori della storia, ma erano disposti a fare cose che forse i tennisti di oggi non fanno. Comunque per me non esiste competizione più bella della Coppa Davis”.
    Proprio sulla Davis ecco l’ultima risposta di Lopez, molto triste per come sia finita la rivoluzione cercata con Kosmos. “Beh, la questione Davis mi ha reso triste, davvero. Mi è dispiaciuto per la competizione. Sono stato un giocatore di Coppa Davis in diversi formati. Ho sostenuto molto il progetto Kosmos inizialmente, è stata l’azienda che ha avuto il coraggio di scommettere su un cambio di format. Le cose non sono andate bene e per vari motivi gli obiettivi non sono stati raggiunti. Questo non è il momento di cercare qualcuno da incolpare, ma di pensare a cosa succederà d’ora in poi con il torneo. L’International Tennis Federation ha un ruolo perché ha venduto una competizione secolare e ora il tutto torna nelle sue mani un po’ screditata e svalutata. L’importante è che la Coppa Davis abbia ancora una volta l’impatto che ha avuto in passato. È la storia del gioco, spero possa riguadagnare prestigio ma serve molta attenzione per il suo rilancio”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Luca Nardi conquista i quarti di finale a Bangalore

    Luca Nardi ITA, 2003.08.06

    Luca Nardi ha raggiunto un risultato significativo nel torneo challenger di Bangalore, conquistando i quarti di finale dopo aver sconfitto il cinese di Taipei Jason Jung in tre set.Il match contro Jung è stato una partita impegnativa, ma Nardi è stato in grado di imporsi grazie ad una buona determinazione. Dopo aver vinto il primo set per 7-5, Jung ha reagito brillantemente vincendo il secondo set per 7-5. Nel terzo set Luca ha preso un vantaggio di 5-1 nel terzo set.Nonostante un momento di difficoltà, durante il quale ha perso la battuta sul 5-1, Nardi ha mantenuto la concentrazione e ha ottenuto il terzo break del set nel gioco successivo, vincendo la partita con il punteggio di 6-2.
    Il prossimo avversario di Nardi nei quarti di finale sarà tra Purcell o Nagal.
    ATP Bengaluru Jason Jung572 Luca Nardi [5]756 Vincitore: Nardi ServizioSvolgimentoSet 3J. Jung 0-15 15-15 15-30 15-402-5 → 2-6L. Nardi 0-15 0-30 0-40 15-401-5 → 2-5J. Jung 0-15 0-30 0-40 15-401-4 → 1-5L. Nardi 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-301-3 → 1-4J. Jung 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 df 40-A 40-40 A-400-3 → 1-3L. Nardi 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-400-2 → 0-3J. Jung 15-0 15-15 30-15 30-30 df 30-400-1 → 0-2L. Nardi 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Jung 15-0 30-0 40-0 40-156-5 → 7-5L. Nardi 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-405-5 → 6-5J. Jung 15-0 30-0 40-0 40-15 df4-5 → 5-5L. Nardi 15-0 30-0 ace 40-0 ace4-4 → 4-5J. Jung 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-4 → 4-4L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-15 40-303-3 → 3-4J. Jung 0-15 0-30 0-403-2 → 3-3L. Nardi 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 df 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-403-1 → 3-2J. Jung 15-0 15-15 df 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A df 40-40 40-A3-0 → 3-1L. Nardi 0-15 0-30 df 0-402-0 → 3-0J. Jung 15-0 30-0 40-01-0 → 2-0L. Nardi 0-15 df 0-30 0-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Jung 15-0 15-15 15-30 df 15-40 30-405-6 → 5-7L. Nardi 15-0 ace 15-15 df 30-15 40-15 40-305-5 → 5-6J. Jung 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-154-4 → 4-5J. Jung 15-0 15-15 15-30 15-404-3 → 4-4L. Nardi 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 df 40-A3-3 → 4-3J. Jung 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3L. Nardi 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 ace A-40 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 2-3J. Jung 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2L. Nardi 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 40-40 A-401-1 → 1-2J. Jung 15-0 15-15 df 30-15 40-150-1 → 1-1L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    I più interessanti tennisti USA under 20, tra la scalata al mondo Pro e l’universo College (parte seconda)

    Learner Tien (foto USTA)

    Alcuni giorni fa abbiamo puntato la nostra lente negli Stati Uniti, andando a presentare i prospetti statunitensi under 20 più interessanti. Nella prima parte della nostra disamina, abbiamo parlato dei giovani già impegnati pienamente sul tour Pro. Nella seconda parte passiamo a considerare i ragazzi che sono già impegnati nel circuito universitario o quelli che sono inseriti nella “Recruiting List” della classe 2023, ovvero che termineranno quest’anno l’high school e nel 2024 entreranno nel college.

    Ethan Quinn: diciannove anni, numero 467 del mondo e nuova promessa del tennis statunitense. Ha chiuso l’anno come primo nella classifica di fine anno della ITA Collegiate Tennis Rankings (pur essendo una matricola). Giocatore dallo splendido tennis, capace di far tutto in campo. Vincitore nel 2022 di due ITF a San Diego e Champaign e già in grado di portare al terzo set buoni giocatori come Delbonis, Thompson e Kovacevic. Ha cominciato la stagione 2023 dedicandosi esclusivamente al campionato universitario con Georgia University, ma probabilmente a causa della pressione di giocare da numero uno della classifica universitaria ha inanellato una serie di sconfitte e soprattutto prestazioni molto deludenti. Sono curioso di vederlo tornare all’opera nei tornei del circuito ATP.

    Alexander Bernard: diciannove anni e numero 610 del mondo. Giocatore di Ohio State. Stagione anonima la sua quella scorsa, almeno fino all’exploit di novembre quando è riuscito a conquistare l’ITF M 25 di Columbus garantendosi così un notevole balzo in classifica. Prospetto interessante, ma con dei limiti di consistenza e pesantezza di palla che superano a mio parere i possibili margini di miglioramento.

    Michael Zheng: 19 anni, numero 967 del ranking ATP, giocatore della Columbia University. Nel 2022 è stato finalista del torneo juniores di Wimbledon, mentre a livello Pro il suo miglior risultato è stata la finale raggiunta in aprile a Orange Park, partendo dalle qualificazioni e perdendo in finale contro Yibing Wu con il punteggio di 7-6 7-5. Zheng è al momento un magnifico, ma acerbo, produttore di gioco (proprio per la sua facilità nell’impatto e costruzione può ricordare il miglior Tomic): gran servizio, propensione a cercare la rete con una leggerezza che sa di classico, capacità di giocare vincenti con apparente facilità da tutte le parti del campo con colpi “puliti” e penetranti. Manca ancora, come è normale che sia per questo tipo di tennista, della continuità di gioco e della consistenza che gli possano permettere di portare a casa le partite con una certa costanza. Nel 2023 ha giocato un solo torneo, a Ithaca, perdendo al primo turno contro Lucas Renard.

    Ecco invece i prospetti della “Recruiting List” della classe 2023, forse una delle più intriganti di sempre.
    Learner Tien: 17 anni, numero 784 del mondo e primo nella “Recruiting List” della classe 2023. Giocherà già da questa estate per University of Southern California. Thien è un mancino talentuosissimo in possesso di un anticipo sulla palla e di una capacità di trovare gli angoli del campo fuori dal comune. Reduce dalla finale juniores dello Slam australiano, a livello Pro ha già all’attivo due semifinali e una finale. Notevole in particolare il torneo giocato a Malibu (un ITF M25), dove Tien ha sconfitto fra gli altri il rumeno Boitan e il top 400 del mondo Govind Nanda. Learner ha anche un un’esperienza con il grande tennis, visto che ha ricevuto una wild card per lo scorso US Open, slam dove ha strappato il primo set a Miomir Kecmanovic.

    Alex Michelsen: diciotto anni, numero 466 del mondo e numero due nella “Recruiting List” della classe 2023. Prospetto super interessante. Giocatore piuttosto atipico, uno strano incrocio fra Reilly Opelka e Jenson Brooksby, in grado di mettere in mostra un efficace tennis offensivo, ma anche in possesso di gambe e solidità da fondo per vincere le partite grazie alla solidità e all’acume tattico. A partire da novembre il suo record a livello ITF recita diciotto vittorie e due sconfitte con annessa vittoria di due tornei a Edmond e East Lansing. Giocherà anche lui, come Ethan Quinn per Georgia University, a meno che i risultati ottenuti durante l’anno nel circuito Pro non saranno così buoni da convincerlo a cambiare idea.

    Kyle Kang: diciotto anni, numero 902 del mondo e terzo nella “Recruiting List” della classe 2023. Per il 2024 ha un accordo verbale con Stanford University. Nonostante l’età, Kang è un giocatore già in possesso di una consistenza di gioco tale da permettergli una certa continuità di risultati a livello ITF: una semifinale a Sunrise e tre quarti di finale, battendo tennisti di buon livello come Daniel Vallejo, Strong Kirchheimer, Patrick Kypson e Omni Kumar. Credo che abbia già la struttura fisica e la solidità mentale per cominciare a fare risultati ancora migliori nel 2023.

    Aidan Kim: diciotto anni, numero 944 del mondo e numero quattro nella “Recruiting List” della classe 2023. Prospetto a dir poco intrigante per il suo stile di gioco irrimediabilmente proiettato verso la rete, pur non avendo un servizio eccezionale. A novembre dello scorso anno Kim ha ottenuto il primo risultato importante della carriera Pro raggiungendo la semifinale a Fayetteville e replicando pochi mesi dopo (febbraio 2023) il risultato a Weston, con una semifinale giocata alla pari con il rumeno Boitan, vero e proprio dominatore di questo inizio di stagione nel circuito ITF statunitense. Non sappiamo quale livello raggiungerà, ma di certo Aidan Kim sarà un giocatore che varrà la pena veder giocare.

    Antonio Gallucci LEGGI TUTTO

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    I Risultati dei giocatori italiani impegnati nel circuito ATP-WTA-Challenger (23 Febbraio 2023)

    Fabio Fognini (foto Getty Images)

    ATP 500 Rio de Janeiro – terra2T Alcaraz – Fognini (1-0) ore 23:00Il match deve ancora iniziare
    QF Cacic/Pellegrino – Gonzalez/Molteni (0-0) 3 incontro dalle ore 20:30Il match deve ancora iniziare

    ATP 250 Marseille – hard2T Fils – Sinner (0-1) ore 18:00Il match deve ancora iniziare

    Challenger Bengaluru – hard2T Jung – Nardi (0-0) ore 07:30ATP Bengaluru Jason Jung• 0571 Luca Nardi [5]0754ServizioSvolgimentoSet 3L. Nardi 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-301-3 → 1-4J. Jung 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 df 40-A 40-40 A-400-3 → 1-3L. Nardi 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-400-2 → 0-3J. Jung 15-0 15-15 30-15 30-30 df 30-400-1 → 0-2L. Nardi 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Jung 15-0 30-0 40-0 40-156-5 → 7-5L. Nardi 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-405-5 → 6-5J. Jung 15-0 30-0 40-0 40-15 df4-5 → 5-5L. Nardi 15-0 30-0 ace 40-0 ace4-4 → 4-5J. Jung 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-4 → 4-4L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-15 40-303-3 → 3-4J. Jung 0-15 0-30 0-403-2 → 3-3L. Nardi 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 df 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-403-1 → 3-2J. Jung 15-0 15-15 df 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A df 40-40 40-A3-0 → 3-1L. Nardi 0-15 0-30 df 0-402-0 → 3-0J. Jung 15-0 30-0 40-01-0 → 2-0L. Nardi 0-15 df 0-30 0-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Jung 15-0 15-15 15-30 df 15-40 30-405-6 → 5-7L. Nardi 15-0 ace 15-15 df 30-15 40-15 40-305-5 → 5-6J. Jung 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-154-4 → 4-5J. Jung 15-0 15-15 15-30 15-404-3 → 4-4L. Nardi 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 df 40-A3-3 → 4-3J. Jung 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3L. Nardi 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 ace A-40 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 2-3J. Jung 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2L. Nardi 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 40-40 A-401-1 → 1-2J. Jung 15-0 15-15 df 30-15 40-150-1 → 1-1L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1

    QF Polmans/Purcell – Maestrelli/Ramanathan (0-0) 2 incontro dalle ore 12:00Il match deve ancora iniziare

    Challenger Rovereto – hard2T Zeppieri – Broom (0-0) ore 11:30Il match deve ancora iniziare

    WTA 250 Mérida – hardNessuna azzurra in campo oggi. LEGGI TUTTO