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    Raducanu torna nel 2024. “Sogno di vincere Wimbledon”

    Emma Raducanu

    Emma Raducanu saluta il 2023 e punta ad un completo recupero per iniziare regolarmente la stagione 2024 dall’Australia. Così ha raccontato la ex campionessa a US Open a BBC London, stabilendo finalmente una data certa per il suo rientro sul tour Pro. Emma è ancora impegnata nel recupero dalla tripla operazione a mani e piedi subite nei mesi scorsi per risolvere in modo definitivo problemi ai tendini e ossa che non le consentivano una preparazione continua e adeguata.
    “Ormai gli Slam sono andati, e io sono ancora impegnata in una fase di recupero, quindi è meglio restare fedele al mio programma più prudente, non sgarrare cercando di affrettare i tempi e concentrarmi solamente sul mio corpo” afferma Emma.
    Alla domanda su come affronta le critiche, Raducanu ha detto: “Il fatto che parlino ancora di me anche se non sono presente a questi eventi è solo un complimento. Qualcuno mi ha detto ‘preoccupati quando non parlano di te’”.
    “Un sogno che coltivo? Beh, facile, sono cresciuta con il mito di Wimbledon, il mio sogno è un giorno poter vincere Wimbledon”.
    Raducanu ha giocato solo 10 partite quest’anno. Ha ricominciato blandi allenamenti lo scorso agosto. Lunedì è uscita dalle prime 200 del ranking WTA, il suo rientro la prossima stagione non sarà in ogni modo facile. LEGGI TUTTO

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    Nitto ATP Finals: E’ già record di vendite

    Nitto ATP Finals: E’ già record di vendite

    Dal 12 al 19 novembre, le Nitto ATP Finals torneranno per il terzo anno consecutivo sul palcoscenico del ‘Pala Alpitour’. E la caccia ai biglietti per la prestigiosa competizione si fa sempre più serrata. Al 18 settembre, la prevendita 2023 (ancora in corso) registra un incasso pari a 14.336.688,20 euro (+56% rispetto allo stesso giorno del 2022) a fronte di 118.651 tagliandi venduti. Un incasso che, con quasi due mesi di anticipo, ha già superato il totale finale della prevendita dello scorso anno, chiusa il 12 novembre 2022 a 14.306.122,00 euro.
    In evidente crescita anche l’appeal internazionale del torneo torinese: i tagliandi acquistati all’estero raggiungono complessivamente il 41,21% dei venduti, con un aumento di 10 punti percentuali al confronto della stessa data dello scorso anno (31,02%).
    SINNER A UN PASSO DALLE Nitto ATP FINALS – La ‘Pepperstone ATP Live Race To Turin’ – la corsa all’ultimo e più importante torneo del calendario professionistico che coinvolge i migliori otto giocatori e le migliori otto coppie di doppio della classifica mondiale – entra nel vivo. I tornei asiatici alle porte metteranno in palio punti pesanti e il nostro Jannik Sinner, attualmente quarto nella ‘Race’, è vicinissimo a staccare un pass e raggiungere il campione in carica Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev, già matematicamente qualificati.
    ROAD TO TORINO: UNA GRANDE MOLE DI INIZIATIVE – Torino si sta preparando a ospitare nuovamente la competizione: la città cambia volto grazie a una profonda brandizzazione dei suoi luoghi simbolo e una serie di iniziative di ‘avvicinamento’ che scandiscono il countdown che ci separa dall’atteso evento. Tra queste, è impossibile non citare il ‘Trophy Tour’, l’esposizione itinerante del trofeo partita ufficialmente lo scorso 11 settembre, che tanto è stata apprezzata nelle edizioni precedenti (il calendario delle tappe del ‘Trophy Tour’ è in costante aggiornamento e visibile sul sito dell’evento NittoATPFinals.com).Non meno affascinante è la mostra allestita in Via Po dedicata ai giocatori qualificati (fino al 14 ottobre interesserà il tratto tra Piazza Castello e Via Rossini; dal 6 al 19 novembre, invece, la mostra si sposterà tra Piazza Castello e Via Accademia Albertina), così come la proiezione sulla ‘Mole Antonelliana’ delle immagini degli ‘otto aspiranti maestri’.Con l’intento di promuovere il torneo, avvicinare sempre più persone alla pratica sportiva e l’ambizione di portare l’entusiasmo generato dalle Nitto ATP Finals in giro per Torino, dal 22 settembre al 6 novembre, ‘Tennis in Città’ vedrà l’installazione di campi da mini-tennis in alcune importanti piazze del capoluogo sabaudo.Nella giornata di ieri, intanto, hanno preso il via i lavori per l’allestimento del ‘Fan Village’ delle Nitto ATP Finals 2023. Su Piazzale Grande Torino, proprio di fronte al ‘Pala Alpitour’, sorgerà questa imponente struttura con ben 8000 metri quadrati di superficie coperta che andrà ad arricchire la venue, offrendo agli spettatori un’experience enogastronomica, sportiva e di divertimento senza eguali. Novità di quest’anno, la presenza di un giardino d’inverno (in uno dei tre padiglioni principali) dedicato alla pratica degli sport con racchetta.Le Nitto ATP Finals si confermano quindi come la massima rappresentazione del tennis professionistico, tanto per gli atleti quanto per i fan. La splendida cornice di Torino ha dato nuova linfa e splendore al torneo, che è stato accolto come uno dei momenti culturali chiave della città. L’edizione 2023 si preannuncia ancora più spettacolare ed esaltante delle precedenti. Un appuntamento a cui – in primis gli appassionati della racchetta – non possono davvero mancare. LEGGI TUTTO

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    Dal 22 al 24 Settembre ritorna la Laver Cup. Il torneo in Esclusiva su Eurosport

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Il grande tennis torna sui canali di Warner Bros. Discovery, che da venerdì 22 settembre trasmettono in esclusiva italiana la 6ª edizione della Rod Laver Cup in diretta televisiva su Eurosport 1 e live-streaming su Discovery+.
    Alla Rogers Arena di Vancouver, che nel 2010 è stata sede olimpica dell’hockey su ghiaccio olimpico, il Team World è pronto a difendere il suo primo titolo – conquistato un anno fa contro l’ultima Europa dei Fab Four – con Felix Auger-Aliassime (Canada), Taylor Fritz (Stati Uniti), Frances Tiafoe (Stati Uniti), Tommy Paul (Stati Uniti), Francisco Cerundolo (Argentina) e Ben Shelton (Stati Uniti) allenati dai fratelli McEnroe.
    Li sfiderà il Team Europe di Björn Borg e Thomas Enqvist schierando Casper Ruud (Norvegia), Andrey Rublev (Russia), Hubert Hurkacz (Polonia), Alejandro Davidovich-Fokina (Spagna), Arthur Fils e Gael Monfils (Francia).
    LA PROGRAMMAZIONE DELLA LAVER CUP 2023Venerdì 22 settembre dalle 22:00 su Eurosport 1 e Discovery+Sabato 23 settembre dalle 22:00 su Eurosport 1 e Discovery+Domenica 24 settembre dalle 21:00 su Eurosport 1 e Discovery+
    La Laver Cup è nata nel 2017 su un’idea di Roger Federer e del suo agente Tony Godsick. Molto affezionato a Rod Laver, unico tennista nella storia a completare il Grande Slam vincendo Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open nella stessa stagione (1962 e 1969), Federer ha voluto celebrarlo con questo torneo a squadre che riunisce i migliori tennisti del circuito.
    Giunta alla sua sesta edizione, la Laver Cup era sempre stata vinta dal Team Europe a Praga 2017, Chicago 2018, Ginevra 2019 e Boston 2021, prima del titolo conquistato a Londra 2022 dal Team World. LEGGI TUTTO

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    WTA 125 Parma: Il resoconto dei Quarti di Finale. Bondas si innamora di Parma “All’apertura delle iscrizioni non ho avuto dubbi”

    Anna Bondar – Foto Daniele Combi/MEF Tennis Events

    Anna Bondar va a caccia del ritorno in top 100 e agguanta la semifinale al Parma Ladies Open presented by Iren. La tennista ungherese, già lo scorso anno in top 50, sta provando una nuova scalata alle zone nobili del ranking mondiale. La vittoria sulla quarta testa di serie Viktoriya Tomova (7-5 6-4) le vale un posto nella semifinale del WTA 125 organizzato da MEF Tennis Events e dal TC Parma. Approda tra le migliori quattro anche Katarzyna Kawa, che sul Centrale si è imposta a sorpresa su Jessica Bouzas Maneiro per 6-4 4-6 6-3. Nel tardo pomeriggio andrà in scena la semifinale più attesa, quella tra la prima testa di serie Anna Karolina Schmiedlova e la promettente Kaja Juvan. La vincente se la vedrà con la polacca.
    Bondar tra le migliori quattro – Singolo e doppio, ormai da inizio stagione Anna Bondar è impegnata su due fronti. Top 50 in doppio, l’ungherese si sta ritrovando anche in singolo. Dopo aver partecipato a sette degli ultimi otto Slam, Bondar approda in semifinale al WTA 125 di Parma. Prova di esperienza e di nervi nella semifinale contro Viktoriya Tomova, sconfitta per 7-5 6-4: “Ho vinto contro un’ottima giocatrice. Mi aspettavo una battaglia e così è stato, specialmente nel secondo set quando mi sono trovata sotto per 1-4. Sono contenta di aver vinto cinque giochi consecutivi e di aver risolto il confronto in due set”. Questa settimana numero 105 WTA, Bondar va a caccia di un successo che varrebbe il ritorno tra le prime 100. Tra i risultati di questa stagione la vittoria nell’ITF $60.000 di Montreux e la semifinale nel WTA 250 di Losanna sono i fiori all’occhiello, ma Bondar ha fatto bene anche in Italia raggiungendo il terzo turno degli Internazionali BNL d’Italia partendo dalle qualificazioni: “Quest’anno mi sto impegnando su tutti i fronti. Adesso voglio alzare la classifica in singolo, ma senza trascurare il doppio. Qui a Parma mi trovo benissimo, non ho avuto dubbi e ho deciso volentieri di tornare. Il club è bello ed il cibo è fantastico”. La ventiseienne di Szeghalom attende in semifinale la vincente del derby rumeno tra Jaqueline Cristian e Ana Bogdan, con quest’ultima il bilancio stagionale è di 1-1.
    Risultati giovedì 21 settembreQuarti di finaleKatarzyna Kawa (Q) b. Jessica Bouzas Maneiro 6-2 4-6 6-3Anna Bondar (7) b. Viktoriya Tomova (4) 7-5 6-4 LEGGI TUTTO

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    Demonizzare i nostri campioni fa male solo a noi stessi

    “L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”. Così Treccani definisce la parola Cultura. Ancora: “l’idealizzazione, e nello stesso tempo la scelta consapevole, l’adozione pratica di un sistema di vita, di un costume, di un comportamento, o, anche, l’attribuzione di un particolare valore a determinate concezioni o realtà, l’acquisizione di una sensibilità e coscienza collettiva di fronte a problemi umani e sociali che non possono essere ignorati o trascurati”.
    Cultura equivale a pensiero, a riflessione. A quello che ci eleva sulle cose e ci pone come esseri sociali, consapevoli, con conseguenti comportamenti e azioni. Cultura nella vita, e Cultura Sportiva.
    Già, la Cultura Sportiva. Quanto ne avremo bisogno… a tutti i livelli, dal mondo Pro a quello di base. Lo sport può essere scuola di vita, palestra per fisico e mente. Deve esserlo, ha un valore ancor più importante in questa società così mutevole, volubile e disgregata, dove la gente si isola nelle false certezze dell’hi-tech e perde umanità. Lo sport invece aggrega, ti insegna a stare al mondo e nel mondo. Insegna comportamenti e modelli, insegna ad esser un individuo sano nel corpo e nella mente, pronto a relazionarsi e vivere le proprie azioni sociali in modo consapevole. Insegna il valore del rispetto e dei ruoli, a spingerci a dare del nostro meglio per vincere e, soprattutto, il rispetto. Insegna a vincere e deve insegnare a perdere, cosa quest’ultima ancor più importante in un contesto sociale che premia solo il migliore, dimenticando o peggio deridendo tutti gli altri.
    Perché questa introduzione sociologica su di un sito di tennis? Perché ultimamente nel nostro mondo sportivo è in corso una campagna di demonizzazione dei nostri migliori atleti, tennisti inclusi. Uno sport al contrario quello del criticare a tutti i costi, del creare casi che non esistono pur di far parlare, cliccare, discutere all’infinito sugli s-t-r-a-m-a-l-e-d-e-t-t-i social.
    Il diritto di critica è parte inviolabile della libertà personale e di stampa, sempre deve essere tutelato. È fondamentale che ci sia, altrimenti saremo in un regime. Ma… c’è un abisso tra la critica costruttiva, quella che si basa su fatti oggettivi e che porta i lettori a pensare, a farsi un’opinione, e quella che invece ha come unico scopo il demonizzare una persona senza che questa abbia realmente compiuto azioni riprovevoli, buttando in un calderone infuocato di tutto e di più pur di trovare il modo per screditare il soggetto (o i soggetti) in questione. Atleti che tra l’altro hanno “fatto il proprio dovere” (per dirla nei termini degli inquisitori) più e più volte negli anni scorsi, che hanno regalato grandi emozioni nelle rassegne più importanti delle proprie discipline, fatto sognare tifosi, raggiunto grandi risultati con lavoro, rispetto e impegno. Esempi totalmente positivi di sport e di vita. Critiche quindi pretestuose, totalmente fuori fuoco, che nuocciono non tanto al soggetto quanto all’ambiente e/o alla squadra stessa. Allo sport in toto.
    Chi opera questo tipo di campagne sbaglia doppiamente. In primis perché demonizzare qualcuno ha quasi sempre l’effetto opposto: finisci per creare nella maggior parte di chi ti legge una reazione contraria, visto che una larga fetta di chi riceve tali informazioni ha – per fortuna – una discreta capacità di pensiero e capisce immediatamente che tutto quest’ambaradan è un architettura che si regge sul nulla. Per secondo, sbaglia perché può innescare il dubbio in chi è meno attrezzato per valutare, portandolo a seguire la corrente dei colpevolisti, incancrenendo una visione già distorta di partenza e magari stimolando alcuni di loro ad armare guerre social inutili e dannose, che finiscono per amplificare una faccenda sbagliata in partenza e inquinare ancor più acque agitate. Ma c’è un errore e un problema di fondo. Quello della Cultura Sportiva.
    Perché creare delle campagne così dure contro un campione dello sport che non ha fatto praticamente niente di nuovo e soprattutto niente di male? Basta conoscere le basi dello sport per capirlo. Siamo in un mondo libero, per fortuna. Si può scegliere di cambiare rotta, allenatore, fidanzarsi con chi si ama, non sentirsi più parte di un progetto per visione diversa di principi, o disertare una competizione per mille motivi. Oltretutto in una competizione a squadre mai si perde per colpa dell’assenza di un singolo, chi ha fatto sport può confermarlo assolutamente. E perché allora montare casi, campagne di stampa e social così dure e ripetute? Non c’è cultura sportiva che possa spingere a questo, ma esattamente l’opposto. Eppure succede da tempo, sempre più spesso.
    Tornando per un secondo al nostro amato tennis e restando alla stretta attualità, i nostri amici spagnoli non hanno potuto disporre in Davis di Carlos Alcaraz la scorsa settimana, e hanno perso malamente, in casa, di fronte al proprio pubblico. Una brutta batosta. Non c’è stato un solo media nazionale che si è azzardato a criticare con durezza la scelta del n.2 del mondo. Oltre i Pirenei la faccenda è stata trattata come meritava, analizzando i perché di una sconfitta patita in campo e non per le assenze, e quelle assenze sono state ben spiegate. Questo modo di trattare le cose dimostra conoscenza dello sport e delle sue dinamiche storiche ed attuali. È rispetto della persona, è esempio di divulgazione sportiva basata su Cultura Sportiva. Tutti noi, nessuno escluso, abbiamo tanto da imparare…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic apre agli sponsor di scommesse per i giocatori: “Serve più equilibrio nella divisione dei guadagni”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    “Credo sia illogico che noi giocatori non possiamo avere loghi delle aziende di scommesse sulle nostre maglie, oltre al fatto che non possiamo ricevere una giusta parte, e intendo almeno il 50%, dei proventi che i tornei raccolgono direttamente dal mondo delle scommesse”. A parlare, riporta Agipronews, è Novak Djokovic in un’intervista sui canali social della Professional Tennis Players Association, sindacato per tennisti creato, tra gli altri, proprio dal serbo nel 2019. “So che il 95% dei miei colleghi si farebbe sponsorizzare da un’aziende, e io approverei la cosa”. Il campione dell’ultimo US Open si è detto consapevole del fatto che una buona parte dei soldi che i tornei acquisiscono dai contratti di sponsorizzazione confluisca nella cosiddetta “pensione dei giocatori”, fondo a cui tuttavia si può accedere solo dai 50 anni, lasciando oltre 15 anni di incertezza per un tennista medio, che si ritira intorno ai 35 anni.
    “I giocatori non conoscono bene la situazione economica legata al mondo dei dati e delle scommesse – ha continuato Nole. – E se lo sanno non si stanno spendendo a sufficienza per ottenere ciò che spetta loro: danno troppo e ricevono troppo poco.” La battaglia, secondo il serbo, deve essere combattuta perché sono i giocatori l’elemento più importante del tennis, eppure sono gli unici a non beneficiare dei contratti con le aziende di scommesse. La controversia si fa ancora maggiore considerando che in ogni altro sport gli atleti traggono vantaggio da questo tipo di sponsorizzazioni; ad esempio, nel calcio i singoli calciatori non possono stringere accordi con le aziende, ma ricevono compensi dalle proprie società, che spesso hanno contratti con operatori di betting. “Le scommesse sono legali e le aziende guadagnano centinaia di milioni di dollari solo dal tennis, ma i giocatori raccolgono solamente le briciole. – Conclude Djokovic. – Si fa molta attenzione alla prevenzione del match fixing, ma si perde di vista il problema principale”. LEGGI TUTTO

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    Lucia Bronzetti esce ai quarti al WTA 250 di Guangzhou

    Lucia Bronzetti ITA, 10.12.1998 – Foto Getty Images

    Il WTA 250 di Guangzhou, in Cina, saluta Lucia Bronzetti. L’italiana non è riuscita ad andare oltre i quarti di finale, sconfitta dalla belga Greet Minnen con il punteggio di 6-7(8) 6-4 6-1. Con questa vittoria, Minnen avanzerà per un incontro chiave contro la vincente tra la slovacca Viktoria Hrunkacova e la cinese Xiyu Wang.Il primo set ha mostrato un gioco piuttosto variabile. Minnen ha iniziato forte, accumulando un break che l’ha portata in vantaggio 3-0, consolidando la posizione sul 4-1. Tuttavia, un sesto game tumultuoso ha visto Bronzetti rimontare e dominare, portandosi al 5-4 con la possibilità di servire per il set però ha subito il controbreak. Nonostante poi un vantaggio di 4-0 nel tie-break, Bronzetti ha perso terreno, permettendo a Minnen di guadagnare tre set point. La riminese ha mostrato grande carattere annullandoli e, alla fine, ha sfruttato la sua unica opportunità, chiudendo il set 10-8.
    Ma il vantaggio iniziale non ha portato l’italiana lontano. Nel secondo set, Minnen ha messo sotto pressione Lucia, soprattutto nel quinto gioco dove ha avuto tre palle break ma l’italiana ha resistito. Tuttavia, nel settimo gioco, Minnen ha strappato il servizio di Bronzetti, chiudendo il set 6-4.Il terzo set ha visto un deciso cambio di marcia. Mentre Bronzetti mostrava segni di flessione, Minnen ha alzato il livello del suo gioco, guadagnando rapidamente un vantaggio di 4-1. Il declino dell’italiana è proseguito e la belga ha sfruttato l’opportunità per avanzare alle semifinali.
    Analizzando il match, è evidente che Minnen è stata più precisa e solida nei suoi fondamentali, sia al servizio che nella risposta. Bronzetti ha dato troppo margine alla sua avversaria, concedendole 13 palle break.
    WTA Guangzhou Greet Minnen [7]666 Lucia Bronzetti [4]741 Vincitore: Minnen ServizioSvolgimentoSet 3Lucia Bronzetti 0-15 15-15 15-30 15-405-1 → 6-1Greet Minnen 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-1 → 5-1Lucia Bronzetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A3-1 → 4-1Greet Minnen 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-402-1 → 3-1Lucia Bronzetti 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A1-1 → 2-1Greet Minnen 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Lucia Bronzetti 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Greet Minnen 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-405-4 → 6-4Lucia Bronzetti 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4Greet Minnen 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-404-3 → 5-3Lucia Bronzetti 15-0 15-15 30-15 30-30 30-403-3 → 4-3Greet Minnen 15-0 30-0 40-0 40-152-3 → 3-3Lucia Bronzetti 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-402-2 → 2-3Greet Minnen 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2Lucia Bronzetti 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Greet Minnen 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1Lucia Bronzetti 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 0-2* 0-3* 0*-4 1*-4 2-4* 2-5* 3*-5 4*-5 6-5* 6*-6 7*-6 7-7* 8-7* 8*-8 8*-96-6 → 6-7Lucia Bronzetti 15-0 15-15 30-15 40-15 40-306-5 → 6-6Greet Minnen 15-0 30-0 40-0 40-155-5 → 6-5Lucia Bronzetti 15-0 15-15 15-30 15-404-5 → 5-5Greet Minnen 0-15 0-30 0-404-4 → 4-5Lucia Bronzetti 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-3 → 4-4Greet Minnen 15-0 15-15 30-15 30-30 30-404-2 → 4-3Lucia Bronzetti 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-404-1 → 4-2Greet Minnen 15-0 30-0 30-15 40-153-1 → 4-1Lucia Bronzetti 15-0 30-0 40-03-0 → 3-1Greet Minnen 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-0 → 3-0Lucia Bronzetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-0 → 2-0Greet Minnen 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Vivere di tennis in India: La complessa storia di Sumit Nagal

    Sumit Nagal IND, 1997.08.16 397 397

    Vivere di tennis non è certamente un’impresa da poco, specialmente fuori dalla cerchia del Top 100 mondiale. Lontano dai riflettori, molti atleti combattono ogni giorno non solo per la vittoria in campo, ma anche per mantenere una vita dignitosa fuori da esso. Sumit Nagal, attualmente al numero 159 della classifica ATP, offre una prospettiva unica sulla questione delle assistenze e sponsorizzazioni nel panorama tennistico indiano.
    Durante un’intervista rilasciata al Times of India, Nagal ha rivelato: “Se guardo il mio conto in banca, ho la stessa cifra che avevo all’inizio dell’anno, circa 900 euro. Ho ricevuto qualche aiuto: una fondazione tennistica mi ha sostenuto e percepisco uno stipendio mensile dalla IOCL (una compagnia petrolifera indiana), ma non ho grandi sponsor alle spalle.”
    Nagal prosegue descrivendo la realtà dei suoi investimenti: “Reinvesto tutto quello che guadagno. Mi muovo solo con un allenatore al mio fianco, senza fisioterapista. Nonostante sia il miglior tennista indiano da anni, sento che mi manca un sostegno concreto. Sono l’unico giocatore indiano a qualificarsi per i Grand Slam e l’unico a vincere un match alle Olimpiadi.”
    La discussione si sposta rapidamente sulla mancanza di un vero e proprio sistema di supporto in India. Nagal lamenta: “Quando il mio ranking ha iniziato a scendere, nessuno ha voluto aiutarmi o credere in un mio ritorno. È stato demoralizzante. Sentivo che, non importa quanto mi impegnassi, non era mai abbastanza. È estremamente difficile ottenere sostegno finanziario in India. Onestamente, mi sento perso, quasi al punto di arrendermi.”
    La strada per Nagal non è stata facile: “La riabilitazione è durata sei mesi e altrettanto tempo mi è servito per tornare in forma. Direi che ci sono voluti circa un anno e mezzo per sentirmi di nuovo bene. Ho perso match che avrei dovuto vincere e ho contratto il COVID due volte nella stagione scorsa. Sono stati due anni duri. Non ho risparmi e non posso dire di vivere in agio. Almeno sono in pari. Non sto dicendo che desidero lussi come alberghi a cinque stelle, ma ci mancano fondi e un sistema strutturato. La Cina ha risorse economiche e noi abbiamo lo stesso potenziale di loro.”
    Questo struggente racconto di Sumit Nagal getta luce sull’ardua realtà di molti atleti in nazioni dove lo sport non riceve il dovuto sostegno, economico e strutturale. La speranza è che storie come questa possano sensibilizzare le istituzioni e gli enti a investire di più nel futuro dello sport e dei suoi atleti.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO