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    F1, Eddie Jordan: “Il Budget Cap è una farsa”

    Eddie Jordan ritiene che il modo in cui la Red Bull stia dominando la nuova stagione di Formula 1 sia la dimostrazione che il budget cap è una farsa.

    La Red Bull “ha aggirato” le regole sul budget ed il pungente Eddie Jordan non ha esitato a definirle una vera e propria “farsa“. Infatti, nonostante abbia dovuto scontato una penalità in galleria del vento, per la violazione del budget cap, la Red Bull è in testa al campionato.
    “Vorrei dire che è troppo presto, ma in cuor mio penso che sia fatta”, ha dichiarato al London Luxury Afloat che poi ha anche aggiunto: “Non riesco a vedere nessuno con la forza, la conoscenza, la velocità e la capacità della Red Bull. La sfida è scoraggiante”.

    Jordan ha poi sottolineato come il dominio della Red Bull sia anche un indicatore del fatto che la punizione inflitta loro per la violazione del budget abbia fatto poca differenza: “Penso che il tetto dei costi sia una farsa. Al giorno d’oggi, se si dà una regola a qualcuno, questi la aggira. Se si impone una serie di regole a una persona, queste vengono aggirate. Non capisco il tetto dei costi perché penso che sia praticamente impossibile da controllare”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur durissimo sulla Red Bull: scontro sul Budget Cap

    ROMA – L’avvio di stagione di Formula 1 si è aperta nello stesso modo in cui si era chiuso il 2022, ovvero con una Red Bull dominante. E questo, nonostante sul team di Milton Keynes gravi una sanzione per aver violato il budget cap: in particolare, oltre a una multa, la scuderia avrà il 10% in meno di tempo per lo sviluppo in galleria. Una sanzione che secondo la Ferrari è troppo leggera: “Se consideri che durante l’anno, in termini di aerodinamica, miglioriamo di un po’ meno di un secondo, se vieni penalizzato del 10%, vuol dire che la penalità sarà di un decimo totale. E visto che non si tratta di una progressione lineare, alla fine la penalità è pure inferiore. Inoltre, hai la possibilità di spendere questi soldi in altri settori, ad esempio per risparmiare sul peso, per cui davvero la penalità è marginale”, ha sottolineato in conferenza stampa il team principal Frederic Vasseur. LEGGI TUTTO

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    Le spine della direzione gara, un rebus per la Fia

    TORINO – Il nodo della direzione di gara resta tuttora difficile da sciogliere in Formula 1. Sembra un paradosso: in uno sport nel quale è tutto sotto controllo (ci sono infinite immagini, molti dati direttamente a disposizione della Fia nonché quelli delle telemetrie che i giudici di gara possono sempre acquisire), resta tuttora difficile avere un metro di giudizio costante e prevedibile per sanzionare le infrazioni dei piloti. Come se non bastasse, a ogni rilettura del codice sportivo vengono aggiunti commi e postille, che rendono farraginoso l’intero impianto e difficile la sua applicazione. L’esempio più eclatante è quello che ha riguardato il primo anno di applicazione del regolamento sul budget cap, un regolamento che ha stabilito quali fossero le possibili infrazioni, senza specificare le relative sanzioni. Un capolavoro.
    Le infrazioni minime, un guaio
    Ma il tema più scottante è quello che riguarda le infrazioni minime, di giornata, chi danneggi chi, chi meriti una penalità e chi no. Su questo fronte le polemiche sono spesso roventi e ormai è invalsa l’abitudine a tirare per la giacchetta i giudici, o con commenti via radio dei piloti (che divengono pubblici) o con mail delle squadre alla direzione (che di regola restano riservate). In passato (ma ormai si parla di molti anni fa) i piloti avevano la libertà di essere molto più “ruvidi” di adesso, mentre oggi prevale l’idea che tutto debba essere sanzionato, ogni duello debba stare all’interno delle regole .Inevitabili musi lunghi e malumori. Tanto che un Team Principal l’anno scorso definì la Fia “vendicativa”.
    Le indiscrezioni da Parigi
    Forse per questo il presidente federale Ben Sulayem, mentre stava seguendo la Dakar, è tornato sull’argomento, mandando un messaggio ben preciso si due attuali direttori di gara, il portoghese Eduardo Freitas (pressoché già accantonato) e il tedesco Nils Wittich. Si vedrà che cosa abbia in mente Ben Sulayem. Ma intanto da Place de la Concorde lasciano filtrare che si pensa di attingere al mondo del calcio, chiedendo aiuto a non meglio precisati “super esperti” che offrono le loro consulenze alla Premier League. Ma sarà davvero la strada giusta? Non resta che attende gli eventi e vedere che cosa accadrà.
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    Caso budget cap: pareva una bomba, s'è rivelato un petardo

    TORINO – La Formula 1 si è tolta un peso dallo stomaco. È questa la sensazione che si coglie nel paddock dopo che il patteggiamento tra Red Bull e Fia ha portato a chiudere il caso dello sfioramento del budget cap. Pareva che la pena (oggettivamente lieve) potesse scatenare polemiche infinite, ma non sembra essere così. La multa inflitta alla Red Bull è di un’entità notevole (7 milioni) ma ampiamente gestibile per una squadra di punta; il taglio delle ore in galleria del vento è recuperabile con altri sistemi di progettazione. E tuttavia la Mercedes, per bocca di Toto Wolff, s’è detta soddisfatta («Era importante che la Fia riuscisse a controllare e questo è avvenuto»), mentre la McLaren – che era stata tra le principali accusatrici – s’è rassegnata: «Basta che alla Red Bull smettano di raccontare favole» ha detto Andreas Seidl. Che è cosa molto diversa da quella che aveva detto il “chief” della squadra, Zak Brawn.
    Una grande violazione
    Anche da Maranello giungono toni soft. Si vede, sullo sfondo, che nessuna squadra ha voglia di andare allo scontro con la Fia. Né, in fondo, interesse a farlo (e comunque è una faccenda che riguarda le tre squadre di punta, gli altri spendono meno). Lo certificano le parole di Laurent Mekies, di fatto il secondo di Mattia Binotto: «La Ferrari aveva come priorità che la Fia facesse chiarezza, cosa che è avvenuta confermando l’illegalità. Era il parametro più importante. Anche il team ha ammesso l’infrazione e questo è positivo». Certo, senza usare i toni che aveva usato Brawn, anche Mekies vuole puntualizzare: «Per quanto riguarda l’entità della violazione, sappiamo che 2 milioni sono una grande violazione, equivalgono a un paio di decimi. Sono numeri che hanno un impatto vero sulle gare, è una cifra di una certa importanza. Non potremo mai essere contenti della penalità. Inoltre non c’è stata riduzione del budget per il futuro, loro potranno spendere i soldi risparmiati in galleria del vento in altre aree, migliorando la macchina». Ma tant’è, la vicenda è chiusa. Resta da vedere cosa accadrà in futuro se qualcun altro dovesse trovarsi nella stessa posizione della Red Bull. Nel caso, lo si vedrà.
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    F1, McLaren: la lettera contro la Red Bull sul budget cap

    ROMA – La querelle del Budget Cap, con tanto di violazione della Red Bull accertata dalla Fia, è solo alle fasi iniziali. A mostrare nuovi dubbi sulle sanzioni ci ha pensato l’amministratore delegato della McLaren Zak Brown in una lettera alla federazione riportata dalla BBC. “La FIA dovrebbe comunicare le azioni conseguenti e le sanzioni per mantenere l’integrità della F1. La violazione del budget cap e forse anche le violazioni procedurali costituiscono un imbroglio in quanto offrono un vantaggio significativo in termini di regolamenti tecnici, sportivi e finanziari. Inoltre non riteniamo che una sanzione finanziaria da sola sia adeguata per una violazione del budget cap”.
    “Necessaria una sanzione sportiva”
    Per Brown la pena dovrebbe essere molto più severa. “È chiaro che in questi casi è necessaria una sanzione sportiva. Per esempio l’eccesso di spesa deve venir sanzionato con una riduzione del budget cap della squadra in questione nell’anno successivo alla sentenza. Inoltre, riteniamo che debbano essere previste sanzioni sportive – aggiunge l’amministratore delegato statunitense – per i piccoli sforamenti, pari a una riduzione del 20% del tempo dedicato alla CFD e alla galleria del vento. Sarà inoltre importante capire se, dopo il primo anno completo di gestione e di indagine, occorrerà fare ulteriore chiarezza su alcune questioni. È quindi fondamentale essere molto fermi nell’implementazione delle regole del cost cap per l’integrità e il futuro della F1”.
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    F1, McLaren in scia a Ferrari e Mercedes: l'attacco alla Red Bull sul budget cap

    ROMA – La questione budget cap è soltanto all’inizio. La pene comminate finora dalla Fia hanno lasciato molti dubbi nel Circus, come dimostrano le dichiarazioni delle ultime settimane da parte di esponenti di Ferrari e Mercedes, ma anche la lettera dell’amministratore delegato della McLaren Zak Brown in una lettera alla federazione riportata interamente dalla BBC. “La FIA dovrebbe comunicare le azioni conseguenti e le sanzioni per mantenere l’integrità della F1. La violazione del budget cap e forse anche le violazioni procedurali costituiscono un imbroglio in quanto offrono un vantaggio significativo in termini di regolamenti tecnici, sportivi e finanziari. Inoltre non riteniamo che una sanzione finanziaria da sola sia adeguata per una violazione del budget cap”.
    “Rispetto regole per futuro F1”
    Brown entra nello specifico di alcune punizioni con cui colpire i team colpevoli. “È chiaro che in questi casi è necessaria una sanzione sportiva. Per esempio l’eccesso di spesa deve venir sanzionato con una riduzione del budget cap della squadra in questione nell’anno successivo alla sentenza. Inoltre, riteniamo che debbano essere previste sanzioni sportive per i piccoli sforamenti, pari a una riduzione del 20% del tempo dedicato alla CFD e alla galleria del vento. Sarà inoltre importante capire se, dopo il primo anno completo di gestione e di indagine, occorrerà fare ulteriore chiarezza su alcune questioni. È quindi fondamentale – conclude il dirigente statunitense – essere molto fermi nell’implementazione delle regole del cost cap per l’integrità e il futuro della F1”.
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    F1, Toto Wolff polemico: “Violazione minore? Se si spendono 5 milioni in più non lo è”

    ROMA – Il weekend di Suzuka ha visto il trionfo mondiale per Max Verstappen, al suo secondo titolo consecutivo, ma ora l’attenzione del Circus è tutta sulla questione Budget Cap e in particolare sulla violazione della Red Bull riguardante il bilancio 2021 accertata dalla Fia. Un’infrazione minore, così è stata definita, perché non supera il 5% del Cap, termine che non trova d’accordo Toto Wolff . “È una violazione cosiddetta minore – ha spiegato Wolff alla stampa britannica – ma credo che la definizione non sia assolutamente corretta. Se si spendono cinque milioni in più rispetto al limite è ancora una violazione minore, ma l’impatto sul campionato è notevole”.
    “Soldi spesi fanno la differenza”
    Dopo il titolo piloti 2021 perso da Hamilton nell’ultimo giro del mondiale proprio contro Max Verstappen, l’infrazione della Red Bull potrebbe rimettere la questione in ballo. “Noi monitoriamo sempre da vicino quali parti vengono portate in pista dai top team in ogni singola gara e per le ultime due stagioni possiamo notare come ci sono due top team che si equivalgono e un altro che invece spende di più. Noi sappiamo quanto spendiamo: esattamente tre milioni e mezzo all’anno. Quindi si può capire spendere altri 500.000 dollari può fare la differenza”, questa la conclusione del team principal Mercedes.
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