More stories

  • in

    Bezzecchi travolto nella sprint: paura in MotoGp, le condizioni

    JEREZ – Maxi caduta in MotoGP durante la Sprint nel Gran Premio di Spagna, quarto appuntamento stagionale. Al secondo giro della mini-gara del sabato, quattro piloti tra cui Marco Bezzecchi sono finiti a terra a causa di un contatto multiplo tra loro in curva. Il pilota del team VR46, attuale leader della classifica, si è rialzato zoppicando, mentre dalla sua moto sono uscite alcune fiamme. Nella seconda parte della Sprint da registrare anche la caduta di Aleix Espargaro.
    La situazione
    Gli altri piloti coinvolti sono stati Franco Morbidelli, Alex Marquez e Augusto Fernandez. Subito è scattata la bandiera rossa, e al termine dello stop tutti i piloti caduti sono riusciti a riprendere la Sprint dopo una rapida operazione di cambio moto. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, Bezzecchi: “Senza Valentino Rossi non sarei qui”

    ROMA – Nelle ultime settimane, Marco Bezzecchi si è preso la scena in MotoGP, soprattutto dopo la gara in Argentina, in cui ha centrato la prima vittoria, salendo anche in prima posizione nella classifica piloti; un successo grazie al quale, inoltre, è diventato il terzo pilota cresciuto nell’Academy di Valentino Rossi a salire sul gradino più alto del podio, dopo Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia. Il pilota riminese ha concesso un’intervista a Speedweek, parlando proprio del rapporto con il Dottore: “Nel 2015, ho vinto sette gare su dieci al CIV; anche Valentino guardava le corse, e a fine anno sono stato invitato nell’Academy. L’ho incontrato la prima volta che sono andato al ranch. È stato fantastico, perché sapeva tutto di me: conosceva il mio nome, che tipo di pilota ero, il mio stile di guida… non me l’aspettavo!”.  LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, la classifica aggiornata dopo la gara del GP delle Americhe

    AUSTIN –  È ancora Marco Bezzecchi a comandare la classifica piloti di MotoGP dopo la gara del Gran Premio delle Americhe. Al pilota del team VR46, infatti, è bastata la sesta posizione in gara per prendersi un margine in doppia cifra su Francesco Bagnaia, autore della seconda caduta consecutiva dopo quella in Argentina. Con la vittoria di Austin, Alex Rins recupera terreno e sale addirittura in terza posizione.  LEGGI TUTTO

  • in

    Bezzecchi: “Bagnaia è un amico, sfidarlo in pista è difficile”

    Com’è la vita da leader della MotoGP? “Ho notato l’evoluzione della mia quotidianità su dati sensibili. Vengo riconosciuto dalla gente, vado in giro e le persone mi salutano. La mia popolarità sta crescendo in modalità graduale”.
    A lei fa piacere l’affetto del pubblico? “Piacevole lo è, ci mancherebbe altro. Ma è altrettanto strano, se posso usare questo aggettivo. Spesso vorrei farmi gli affari miei, non sempre posso. Mi piace tantissimo, sebbene vada gestito con parsimonia”.  L’ebbrezza di una vittoria è forte: riesce a immaginare le emozioni provate dal suo maestro Valentino Rossi nelle sue 115 affermazioni con nove titoli? “Vorrei rispondere (ride), Valentino ha realizzato imprese incredibili. Non servono i miei commenti a spiegare l’assurdità positiva della sua carriera. Ma in virtù della mia attuale posizione in campionato posso intuire quanto sia stato complicato per Rossi gestire ogni situazione di pista e la vita fuori dal paddock”.
    Il suo casco raffigura uno scorpione: è appassionato di astri? “Non proprio, mi piacciono simbolo, animale e immagine. Il mio segno mi affascina, malgrado eviti di leggere l’oroscopo. Meglio sapere poco e nulla”.  Che aspettative ha per il resto della stagione? “Siamo solo all’inizio del 2023, partito per me e il Mooney-VR46 veramente alla grande. Sono salito sul podio tre volte, fino al gradino più alto e ambito. La nostra Ducati Desmosedici GP22 è competitiva, lo dimostra pure Luca Marini, veloce e protagonista. Sì, direi che ci siamo”. 
    Cosa le hanno suggerito? “Di mantenere saldi i piedi a terra, sempre e comunque. Perciò, dalle fondamenta al capo, bisogna camminare lenti e spediti allo stesso tempo, non so se mi spiego. Sarà importante, se non fondamentale, usare qualsiasi risorsa, istinto o ragione che sia”.  Lei predilige la pulsione o il pensiero? “Ah, io provo a metterci la testa, sempre (ride). Proverò a sfruttare un mix tra istinto e ragione. Mi rendo conto che, a un certo punto del cammino, si dovranno accettare rischi. E io rischierò. La stagione è partita magnificamente, ho il sapore del successo su tutto il corpo”.  Corpo che mostra tatuaggi significativi.  “E ne arriverà un altro, proprio per raccontare la vittoria firmata in Argentina. Ho avuto poco tempo per pensare a tema e soggetto, appena avrò un attimo libero mi ci metterò”.  In pista affronta, tra gli altri, Pecco Bagnaia. Il campione in carica nonché suo compagno di allenamenti nella VR46 Riders Academy.  “Pecco è un amico e, devo ammetterlo, risulta difficile per me il confronto diretto in pista con amici ai quali si vuole bene. Preferirei non avere rivali che siano anche amici, però con Bagnaia e tutti i ragazzi della Academy procede bene. Ci conosciamo da tempo, allenandoci assieme e trascorrendo giornate anche fuori dal paddock. Siamo amici e avversari, per dosi di pepe aggiuntivo ai nostri duelli”.  Pensa alla possibilità di incoronarsi campione? “Onestamente, è presto per rispondere. In lizza ci sono tanti avversari, al momento, mi trovo nel gruppo principale. Dipenderà da condizioni e situazioni, chiaramente darò tutto per mantenermi lassù. Con la Spirint, ogni fine settimana propone due gare, tantissimi punti. Vedremo, ma è utile quanto consigliatomi dai più”. 
    Lei valorizza Tina Turner, a Tavullia il murale di Vale ricorda David Bowie.
    “Chissà cosa ha vissuto Vale in tutta la sua incredibile carriera. Non riesco a immaginarlo, però è pure bello provarci. Io, dal mio canto, mi impegno per crescere il più possibile. E poi ho anche fatto una cosa…”.   Si può svelare? “A casa ho incorniciato la maglietta di Leo Messi autografata, che ho ricevuto sul podio. La mentalità messa in pista nell’ultima uscita deve valere anche per gli Stati Uniti e per le restanti tappe mondiali. E il mio obiettivo è migliorarmi in Texas, come nel resto della stagione”.  

    Forte, convinto e umile. Marco Bezzecchi piacerebbe pure a Tina Turner e, perché no, a David Bowie. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, GP Americhe: Martin guida le FP2 davanti a Bagnaia

    AUSTIN – La seconda sessione di prove libere del GP delle Americhe, valido come terzo appuntamento del mondiale di MotoGP, ha visto Jorge Martin chiudere con il miglior tempo. Il pilota della Ducati Pramac ha infatti fermato il cronometro in 2:02.178, precedendo di 63 millesimi Francesco Bagnaia. Alle spalle dei due centauri alla guida della Desmosedici GP23, ecco Alex Rins con una sorprendente Honda, davanti a Luca Marini. L’altro pilota della VR46, nonché leader del mondiale, Marco Bezzecchi, è invece finito fuori dalla top-10, e dovrà quindi passare dalla Q1 in qualifica.  LEGGI TUTTO

  • in

    Ducati pigliatutto in MotoGP: il successo manca solo in due piste

    ROMA – La MotoGP ha ufficialmente imparato a conoscere Marco Bezzecchi; il riminese aveva già stupito tutti al suo primo anno, meritandosi la palma di miglior rookie del 2022. La stagione 2023 è cominciata ancora meglio, con tre podi consecutivi, e in crescendo: terzo posto in gara a Portimao, secondo posto nella Sprint in Argentina, seguita dalla vittoria in gara. Un risultato storico anche per Ducati, visto che si è trattata della prima affermazione della scuderia di Borgo Panigale sul tracciato di Termas de Rio Hondo.  LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, Bezzecchi: “Crescita sorprendente. Classifica? L'ho guardata e ho goduto”

    ROMA – Marco Bezzecchi è il volto del momento in MotoGP, dopo aver raccolto la prima vittoria in carriera nella classe regina, imponendosi in Argentina; un trionfo che gli ha anche consegnato la testa momentanea della classifica. Temi raccontati in un’intervista a Sky Sport, in cui ha ammesso: “Sicuramente è stata una crescita sorprendente anche per me, non me l’aspettavo così rapida. Ma dall’anno scorso i ragazzi mi hanno aiutato molto, mi hanno fatto sentire molto bene, mi hanno dato una mano per andare sempre un po’ meglio. Sarà difficile lottare per il podio tutte le gare perché ci sono piloti fortissimi e molto più esperti di me, ma intanto un pezzettino l’ho messo lì. Cercherò di essere sempre veloce, e dove avrò la possibilità cercherò di lottare”. LEGGI TUTTO

  • in

    Viaggio nella Rimini di Bezzecchi: “In pista ricorda Valentino Rossi”

    RIMINI – Si scrive Marco Bezzecchi, si legge una bella storia da raccontare. Perché dietro al primo successo di Marco in MotoGP c’è tanto altro. Attenzione, però, nulla di pirotecnico, ma “solo” una bella storia fatta di voglia, passione e semplicità. Quella che accompagna Marco dal 1998, il suo anno di nascita, figlia anche della Viserba – cittadina in provincia di Rimini – nella quale ha sempre fieramente vissuto, e dove ha iniziato a sviluppare l’amore per le due ruote. La foto del piccolo Bezzecchi con la sua prima minimoto, che replicava in qualche modo la Yamaha M1 di Valentino Rossi nella stagione 2004, del resto è diventata virale, e marca in un qualche modo il punto di partenza della sua storia sportiva.
    La prima mini moto
    «All’inizio non era super eccellente – la conferma di mamma Daniela – anzi sembrava quasi timoroso». «Faceva due o tre giri – approfondisce papà Vito – poi, se c’era troppo traffico in pista, diceva “andiamo a casa”. Ricordo bene la prima Minimoto: blu, come i colori Yamaha di Valentino, con il suo nome». A sentire ora queste parole viene da sorridere, ma il Bezzecchi attuale è figlio di una serie di progressi costanti e importanti. Lo sa bene bene la famiglia Zocchi, papà Giuliano e i figli Denis e Stefano, gestori della storica pista di minimoto di San Mauro Mare – 15 minuti da Viserba – dove Marco ha iniziato.
    Impennate e partenze
    «Oggi per me Bezzecchi significa impennate – apre Denis – dato che quando viene a girare si fa dei giri completi in impennata, ma lo abbiamo conosciuto da avversario, dato che ai tempi delle minimoto era il più grande rivale di Mattia Casadei ( ora in MotoE , ndc ), che correva per il nostro team. Quando è passato alle ruote alte Vito ha chiamato mio padre, per insegnargli a mettere le marce e a partire». «Le partenze – lo incalza Giuliano – erano il suo problema. Sfruttando le giornate di chiusura della pista ci lavorammo tanto, e ora sembra diventato un suo punto forte. Quei momenti mi sono rimasti dentro : è uno determinato. Ai tempi delle minimoto non era come Valentin o, che a volte buttava delle gare per irruenza: è sempre stato più preciso». «Era un bambino riservato – riprende Denis – ora è molto più estroverso, anche grazie alla VR46 Riders Academy, mentre la focosità nel momento clou è rimasta la stessa, anche se fuori dal box è la persona più tranquilla del mondo. È sempre andato forte, ma come altri, quindi posso dire che si sia costruito negli anni».
    Sul pezzo
    Anni nei quali, come in tante altre storie a due ruote, gli investimenti della famiglia non sono mancati, sospinti dalla passione per le moto che in Romagna contagia più di un abitante su due. «All’inizio vi sono lo sforzo economico a carico della famiglia – spiega Vito – e il tempo che non dedichi al resto della famiglia o al lavoro». Non pensate però che Marco fosse uno di quei ragazzini inconsapevoli di ciò che gli accadeva intorno, perché fareste un grave errore. A confermarlo con un aneddoto è Giorgio Marzola, capo del team – Minimoto Portomaggiore – con il quale Bez ha vinto il CIV – Campionato Italiano Velocità – Moto3 nel 2015. «L’ho conosciuto a 12 anni: con le minimoto era veloce, ma non era scontato che lo fosse anche con le moto vere. Ricordo che nell’estate durante la quale programmammo il suo debutto nel CIV Moto3 lui volle assistere a tutta la riunione, compresi i momenti relativi a soldi e progetto tecnico: la dimostrazione che era un professionista affamato sin da ragazzino. Se dicessi che ero sicuro che sarebbe diventato il pilota che è sarei bugiardo, ma che avesse del talento era chiaro, del resto ha debuttato nel CIV Moto3 con un podio, vincendo la terza. E ora si merita tutto quello che sta ottenendo».
    Anno da ricordare
    Il 2015 è un anno, per le due ruote, destinato ad essere ricordato. Per i più rappresenterà sempre l’anno dello scontro Rossi – Marquez, ma per Bezzecchi ha rappresentato forse la chiave di volta della sua carriera. Non solo per il titolo italiano che ha posto i primi riflettori su di lui, ma anche – o forse soprattutto – per i primi contatti con la VR46, della quale diventerà un pupillo dall’anno successivo. «È singolare che il primo incontro con Vale – ha raccontato lo stesso Bezzecchi – non sia stato in Italia ma in Qatar (quando Bez debuttò nel Mondiale con la Mahindra , ndc). «L’ho salutato e mi ha detto a sorpresa “Tu sei Bezzecchi, ti ho visto correre”. Da lì mi ha invitato al ranch, e tutto è partito». «Quando Carlo Casabianca (storico preparatore di Rossi e dei piloti VR46 , ndc ) me l’ha segnalato – il racconto di Alessio “Uccio” Salucci – gli dissi “Hai ragione, c’è qualcosa in questo ragazzo che fa la luce, dobbiamo prenderlo con noi”. Abbiamo sempre scelto i piloti in pista, soprattutto guardandoli negli occhi, per capire la loro passione. Marco è stato bravo perché è cresciuto, è maturato, mantenendo però la sua voglia e la sua guida, fatta anche di istinto. E poi non puoi non volergli bene».
    Dentro Rossi, fuori Bez
    Difficile trovare qualcuno senza una parola buona per Marco, e questo ben prima che l’Argentina lo incoronasse vincitore. E questo anche per il suo essere speciale: non parlate di paragoni con Rossi o Marco Simoncelli, almeno fuori dalla pista. «Se lo guardi correre ti ricorda Rossi – la perfetta chiosa di Denis Zocchi – fuori ricorda Marco Bezzecchi, perché ha una personalità tutta sua. Si differenzia dagli altri, quindi può diventare un personaggio. Lui, Bagnaia e Bastianini posso diventare i nuovi Rossi, Capirossi e Biaggi». Semplicemente Bezzecchi. Anzi, per stare al passo con i tempi, “Simply the bez”. LEGGI TUTTO