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    Basta con l'odio online, la Fia lancia un'iniziativa

    TORINO – I leoni da tastiera non sono certo una novità e non si può ragionevolmente pensare che la Formula 1 sia esente da questo fenomeno. Però c’è un confine che non si può oltrepassare. Le minacce di morte – non è nemmeno il caso di dirlo – sono oltre questo confine. Molto oltre. L’anno scorso, dopo il controverso finale di Abu Dhabi, a riceverle fu Nicholas Latifi (e in molti sostengono che ne sia stato così toccato che il suo rendimento deludente quest’anno sia legato anche a questa pressione psicologica extra). Ora è la volta di Silvia Bellof, personaggio molto noto nel mondo della Formula 1, spesso nel collegio dei giudici di gara. A lei è toccato dopo Austin, perché qualcuno non ha gradito com’è stata gestita la vicenda della penalizzazione di Alonso. In passato, al tempo della diatriba che riguardò il duello tra Vettel (allora in Ferrari) e Hamilton (accadde in Canada) fu Emanuele Pirro a essere preso di mira.
    Se ne parlerà ad Abu Dhabi
    La misura è colma e la Fia ha deciso di muoversi. Il presidente Ben Sulayem ha avuto parole molto ferme: «Non è accettabile che una volontaria come Silvia o uno qualsiasi dei nostri commissari e ufficiali di gara sia oggetto di un tale odio. Negli ultimi anni anche alcuni membri del personale della Fia sono stati oggetto di molestie e messaggi di odio. Non c’è posto per questo nel nostro sport». Per questo verrà lanciata una campagna in occasione dell’ultima gara ad Abu Dhabi, che si chiamerà “Drive It Out”. «Abbiamo avviato un dialogo con le piattaforme dei social media e stiamo iniziando a lavorare con i governi». Anche il fronte Liberty media, insieme con le squadre, sta operando per ridurre questo fenomeno e ogni tipo di abuso (non solo online, ma anche dal vivo da parte dei tifosi). Una svolta, ci si augura, che ponga un argine a una fenomeno divenuto non più tollerabile.
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