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    Zaytsev ripensa al suo primo amore: “Mi piacerebbe riprovarci nel beach”

    Di Redazione
    “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“.
    Le parole di Antonello Venditti suonano perfette per il ritorno al grande amore di Ivan Zaytsev, la sabbia.
    Lo Zar d’Italia non ha mai nascosto la sua passione partecipando a tornei nazionali, allenandosi appena poteva e schierandosi anche, in questa quarantena, dalla parte dei beachers.
    Come riporta La Gazzetta della Sport ieri mattina a Modena lo Zar, assieme a Davis Krumins ha sfidato Enrico Rossi e Gianluca Casadei in una partita strana, a porte chiuse e senza attacchi contro il muro come previsto dalle restrizioni ancora in vigore.
    Zaytsev, come è finita? «In caciara. Come succede quando un giocatore di pallavolo si mette a giocare a beach volley contro i professionisti»
    In diretta Instagram con la Gazzetta, durante il lockdown, disse che ama il beach più della pallavolo… «È vero e anche per questo mi fa male pensare che non si possa ancora giocare e che sia considerato uno sport di contatto. Vedere sulle spiagge le reti abbassate per giocare a beach tennis è ogni volta un colpo al cuore».
    Tra l’altro, il 26 aprile a Che tempo che fa, chiese proprio al ministro Spadafora di non dimenticarsi del beach volley. «Purtroppo non è cambiato molto. Si possono fare aperitivi, riaprono i cinema e le discoteche, addirittura le saune, ma a beach volley all’aperto, non si può ancora giocare. Non riesco ancora a capacitarmi». ?
    Lei del beach volley non si è mai dimenticato. Ci pensa mai a tornare sulla sabbia? «Rispetto a 12 anni fa, quando vinsi lo scudetto, lo sport è cambiato. Allora il giocatore di difesa era alto al massimo un metro e novanta. Ora spesso è grosso quanto me. Detto questo, però, mi piacerebbe provarci, ma non so quanto sia fattibile»
    Quanto tempo ci metterebbe Zaytsev ad arrivare al livello dei big mondiali? «Dieci anni fa avrei detto 6 mesi. Oggi, col beach più fisico e il livello internazionale molto più alto, ci vuole più tempo».
    Facciamo un anno e mezzo? «A occhio e croce…».
    E allora un pensierino a Parigi 2024, quando lei avrà 35 anni, possiamo farlo? «Per ora sono concentrato sull’Olimpiade di Tokyo, poi avrò solo 3 anni per pensare alla successiva. Non nego che è una bella suggestione, ma è un po’ presto per pensarci seriamente». LEGGI TUTTO

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