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    Valentino Rossi e il centro di eccellenza dove è fiorito Bagnaia

    Quanto fosse importante ed efficace allenare sensibilità e riflessi girando sui terreni sabbiosi, Valentino Rossi lo capì fin da piccolo. Papà Graziano si recava spesso e volentieri sulla spiaggia di Pesaro, luogo ideale ove disegnare “cerchi” perfetti. All’epoca corridore in pianta stabile nel Motomondiale, il babbo della futura leggenda aveva appreso dagli americani – in quel momento portatori di un nuovo e più redditizio stile di guida – l’arte del “traverso”, guida che Oltreoceano va via come il pane quotidiano, perché proposta fin dai primi chilometri in sella ai bambini, poi sviluppata nel ricco e popolare Dirt Track. Quando il nove volte campione del mondo è diventato adulto e affermato, non soltanto ha raccolto i benefici di tale allenamento, ma l’ha trasmesso ai propri allievi della VR46 Riders Academy. Un’iniziativa inedita e innovativa, come tante cose – in primis la comunicazione – legate al campione di Tavullia, che attorno al Ranch ha fatto gravitare le proprie attività: allenamenti, certo, ma anche la crescita dei piloti nell’orbita della sua azienda, divenuta un piccolo gioiello.
    Cava e ranch
    Le ore spese sporcandosi di terra al piccolo Valentino piacquero immediatamente, tanto da cimentarsi presto con la moto da cross. I trucchi del mestiere vennero esplorati e implementati di anno in anno, fino all’esigenza di avere un posto tutto suo ove allenarsi – dalla mattina alla sera, estate, autunno, inverno e primavera – magari sfidando gli altri partecipanti alle lunghe sessioni. L’approdo in una vecchia cava in disuso nei pressi di Tavullia calzava a pennello. E lui pennellava le traiettorie. Enduro, cross, motard modificati, purché fossero mezzi potenti, instabili e bisognosi di un gran controllo nelle situazioni critiche. Tra gli invitati al “circolo”, Marco Simoncelli condivise con Rossi vere e proprie gare, filmate e raccontate dai più. Quando il SIC scomparve, se ne andò anche la cava, ma arrivò un posto pensato ad hoc, realizzato con senso e passione, tramutatosi in parco giochi. Giochi seri, perché al Ranch sono cresciuti campioni del mondo della MotoGP (Bagnaia) e della Moto2 (Morbidelli e lo stesso Bagnaia), nonché il rookie dell’anno della classe regina (Bezzecchi). Le configurazioni proposte dal saliscendi sterrato allestito a pochi passi dalla dimora del Dottore hanno svezzato i piloti della Academy, progetto Valentiniano che mette insieme impegno fisico e mentale. Mentale, certo, perché il continuo confronto tra piloti del Mondiale ha alzato il tono agonistico e l’abitudine alla battaglia.
    Regno
    Tavullia è divenuta una capitale. Da una parte delle colline il Ranch, pista con tanto di spogliatoio stile calcio (posti personalizzati per i piloti) e il camino attorno al quale rifocillarsi e commentare le sessioni. Dall’altra parte del paese, l’azienda, con reparto corse, garage, uffici e sale riunioni, luoghi di incontro e di studio. Studio? Già, meglio imparare o perfezionare la lingua inglese, se veramente intenzionati a correre da professionisti. Da una parte il tempio dello “sliding”, filosofia portata in Europa dal californiano Kenny Roberts, ulteriormente arricchita di linfa dal giallo 46, che non si è limitato a far costruire il classico e tradizionale e piatto “ovale”, bensì diverse possibilità di scelta, per curve a destra, sinistra, salite, discese, affrontabili in senso orario o antiorario. Un circuito che è una “chicca” imperdibile, che vi piacciano le moto o meno. Dall’altra, l’azienda, che dal merchandising del pilota più amato delle due ruote è passata anche a collaborazioni illustri, come quella con la Juventus per la produzione dei gadget.
    Vivaio
    La lista dei nomi assistiti dalla VR46 e capaci di figurare da professionisti nel Mondiale è infinita e dice molto sugli ottimi risultati recenti del nostro motociclismo: Franco Morbidelli, Celestino Vietti Ramus, Luca Marini, Marco Bezzecchi, Romano Fenati, Dennis Foggia, Niccolò Bulega, Dennis Foggia e, non ultimo, Pecco Bagnaia. Il neo titolato della MotoGP si trasferì dal nativo Piemonte, prendendo casa a Pesaro. E fu la mossa giusta, tramite la quale trasformarsi da promessa italiana del motociclismo a fantastica e concreta realtà. Piloti cresciuti imparando da Rossi e che in cambio hanno trasmesso la loro freschezza al quarantenne più giovane del mondo dello sport. Piloti che sotto la gestione Rossi (e “Uccio” Salucci) hanno trovato buone opportunità nel Mondiale, spesso ben sfruttate, con il team VR46 in collaborazione prima con Sky e poi con Mooney, e con altre squadre. Come avrete intuito, il Ranch è la Silicon Valley dell’allenamento, ma anche della competizione. Tutti i piloti vorrebbero partecipare alla 100 Chilometri dei Campioni, evento che si tiene al Ranch quando le stagioni sono terminate e che mette in palio prosciutti personalizzati con lo stemma VR46, ma in realtà il vero trofeo è la capacità di prevalere su grandi piloti. Mezza MotoGP, forse anche di più, è transitata dal Ranch almeno una volta in questi anni. Chi passa da lì, non sarà più lo stesso. Parola di coloro i quali hanno avuto l’opportunità di girare assieme al maestro Valentino, che vanta allievi di prim’ordine. LEGGI TUTTO

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    Moto: Bagnaia, primo abbraccio con i tifosi all'Eicma

    TORINO – Il primo abbraccio del popolo rosso in Italia, la prima volta da campione del mondo. Pecco Bagnaia domani mattina sarà in grande protagonista dell’apertura al pubblico dell’Eicma, il salone del motociclo di Milano Rho che mai come quest’anno sta richiamando gli appassionati delle due ruote. Merito del torinese della Ducati, che ha riportato in Italia il titolo mondiale della MotoGP 13 anni dopo l’ultimo di Valentino Rossi e 50 dopo l’ultimo di un pilota italiano su una moto italiana (Giacomo Agostini sull’MV Agusta nel 1972).Pecco, che oggi pomeriggio ha incontrato media e operatori del settore allo stand Ducati di rientro da Valencia, dove ha domenica ha conquistato il Mondiale e martedì provato con soddisfazione il primo prototipo della GP23, la Rossa del prossimo anno, alle 11.50 salirà sul palco dell’area esterna MotoLive. Con il torinese ci sarà Enea Bastianini, altro italiano sul podio finale del Mondiale (terzo in classifica e migliore dei piloti dei team indipendente, con la GP21 targata Gresini) che da martedì veste il rosso della squadra ufficiale. Un Dream Team che spaventa tutti. E che dovrà essere gestito.Ma domani all’Eicma, per l’apertura al pubblico, ci sarà mezzo paddock. Anche Fabio Quartararo, il francese che ha abdicato dopo il titolo 2021 e che ha conteso fino all’ultimo la corna mondiale a Bagnaia. Sarà ovviamente l’attrazione allo stand Yamaha, anche se l’umore alla Casa di Iwata non è molto alto. E più ancora per il test non positivo di martedì dopo la sconfitta di domenica. Al completo l’Aprilia, con Aleix Espargaro e Maverick Viñales, vogliosi di riscatto dopo la chiusura negativa di una stagione meravigliosa per la Casa di Noale, l’altro made in Italy delle due ruote che sta travolgendo i colossi giapponesi. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Agostini: “Avevamo bisogno di un eroe come Bagnaia”

    ROMA – Pecco Bagnaia, con il titolo conquistato a Valencia pochi giorni fa, è diventato il primo pilota italiano a vincere il Mondiale di MotoGP dal 2009 e il primo a farlo con Ducati dal 2007. Era però da mezzo secolo che un italiano non trionfava su una moto italiana. L’ultimo a riuscirci era stato Giacomo Agostini nel 1972. Proprio il vincitore del campionato cinquant’anni fa sulla MV Augusta ha parlato in un’intervista ad “As” del connazionale:  “È un titolo importante perché un italiano che vince su una moto del nostro paese ci rappresenta in tutto il mondo. È un grande onore per l’Italia che la nostra tecnologia sia rappresentata in questo modo da uno dei nostri piloti e da una delle nostre case. Noi italiani abbiamo bisogno di un eroe, un pilota che faccia cose che gli altri non possono fare e in questo caso Bagnaia è riuscito a vestire questi panni dimostrando una grande intelligenza e maturità”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Agostini
    Pilota italiano e moto italiana, appunto: “Ci è voluto mezzo secolo perché una dinamica del genere si ripetesse e il motivo per cui ci è voluto così tanto è che non è stato facile confrontarsi con le marche giapponesi che dispongono di strutture più avanzate e di maggiori capitali – ha aggiunto Agostini -. È fantastico che la Ducati, una fabbrica molto più piccola di quelle giapponesi, sia riuscita a realizzare tutte queste moto in grado di lottare per la vittoria, dunque i tecnici della casa di Borgo Panigale e tutta la squadra hanno avuto un grande merito LEGGI TUTTO

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    MotogGP Ducati, Agostini e l'orgoglio Bagnaia: “È un eroe, fa cose che gli altri non possono fare”

    ROMA – Pecco Bagnaia è il nome del momento in MotoGP. Il pilota Ducati, fresco campione del mondo della classe regina, ha riportato la Ducati in cima al Mondiale Piloti per la prima volta dal 2017. Era però da mezzo secolo che un italiano non trionfava su una moto italiana. L’ultimo a riuscirci era stato Giacomo Agostini nel 1972. Proprio il vincitore del campionato cinquant’anni fa sulla MV Augusta ha parlato in un’intervista ad “As” del connazionale:  “È un titolo importante perché un italiano che vince su una moto del nostro paese ci rappresenta in tutto il mondo. È un grande onore per l’Italia che la nostra tecnologia sia rappresentata in questo modo da uno dei nostri piloti e da una delle nostre case. Noi italiani abbiamo bisogno di un eroe, un pilota che faccia cose che gli altri non possono fare e in questo caso Bagnaia è riuscito a vestire questi panni dimostrando una grande intelligenza e maturità”.Guarda la galleryLa storia della Ducati Mondiale: Bagnaia campione 15 anni dopo Stoner
    Bagnaia nella storia
    Pilota italiano e moto italiana, appunto: “Ci è voluto mezzo secolo perché una dinamica del genere si ripetesse e il motivo per cui ci è voluto così tanto è che non è stato facile confrontarsi con le marche giapponesi che dispongono di strutture più avanzate e di maggiori capitali – ha aggiunto Agostini -. È fantastico che la Ducati, una fabbrica molto più piccola di quelle giapponesi, sia riuscita a realizzare tutte queste moto in grado di lottare per la vittoria, dunque i tecnici della casa di Borgo Panigale e tutta la squadra hanno avuto un grande merito LEGGI TUTTO

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    Ducati, Bagnaia e il numero 1: “Forte pressione, non è per tutti”

    ROMA – Mentre continua la festa di Pecco Bagnaia per il titolo conquistato in MotoGP, il neo campione del mondo ha affrontato i test di Valencia, in cui ha provato le prime novità in vista del 2023. Tra i temi affrontati dal pilota Ducati nella giornata sul circuito spagnolo, c’è anche la scelta del numero per la prossima stagione. Il torinese avrà infatti la possibilità di utilizzare il numero 1 riservato ai campioni. “Sono felice di avere questi problemi, ma devo pensarci a lungo – le sue parole -. Non tutti possono usare il numero 1, ma averlo addosso comporta una forte pressione. Tuttavia sono sempre stato molto affascinato dal vedere i piloti gareggiare con il numero 1. Devo ancora decidere, ma non è facile. Spero di avere un’altra possibilità di vincere il titolo in futuro”.Guarda la galleryLa storia della Ducati Mondiale: Bagnaia campione 15 anni dopo Stoner
    Dopo i test
    Bagnaia è intervenuto anche ai microfoni di Sky Sport per parlare dei test: “Per godermi il mondiale ci vorrà un po’ – ha detto -. Questa è stata una giornata un po’ particolare. Siamo partiti bene, ma un treno di gomme nuove nel pomeriggio ci ha messo fuori strada, perché non funzionava al meglio. Con il treno successivo tutto è tornato alla normalità. Abbiamo provato il primo prototipo della GP23 e mi ha dato delle sensazioni positive. Lo scorso anno dopo i test di fine anno era tutto bellissimo, ma poi con quella moto non abbiamo corso. Quest’anno è un’evoluzione e non una rivoluzione, quindi abbiamo lavorato per rendere più dolce l’erogazione ed è stato un passo avanti. Sono piccole cose, ma che mi danno tranquillità in vista dell’inverno LEGGI TUTTO

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    Tardozzi esclusivo: “Bagnaia ci ha dato la forza per non mollare”

    Bagnaia, intervista esclusiva: “Ora so anche vincere”
    Tardozzi, quali sono i pensieri del giorno dopo il titolo? «Sinceramente? È già passato, io penso al 2023 e a provare a vincere nuovamente. Non sono uno che si ferma più di tanto a festeggiare: per me è importante lavorare bene quest’inverno, dato che i rivali non mancheranno. Il 2022 è una bella gioia archiviata».
    L’a.d. di Ducati, Claudio Domenicali, due anni fa vedendo lei e Bagnaia insieme disse: «Questo è un bel punto di partenza». Che significato aveva e ha ora? «Me lo ricordo quel momento. Significa che Claudio come al solito aveva visto lungo, capendo che vi era già una bella relazione tra me e Pecco, nel quale tanti altri credevano. Sono state parole di buon auspicio, ma del resto chi ricopre certi ruoli lo fa perché ha l’occhio lungo». 
    In cosa è migliorato Bagnaia da quel giorno? In cosa può migliorare ancora? «Non c’è dubbio che possa migliorare ancora, ma questo non ci preoccupa, anzi, ci regala soddisfazione. Entrambi siamo consci che ha margini di miglioramento e questo ci fa ben sperare: può crescere sia nella guida che nell’attitudine di gara. È già molto bravo, se rifinisce delle piccole cose può esserlo ancora di più. Lui per primo dice che ha vinto il Mondiale ma c’è da migliorare».  
    Domenica Bagnaia ha detto: «Quartararo è ancora più completo di me». E’ d’accordo? “Questo è un grande bagno di umiltà, che fa parte della sua intelligenza. Lo ha detto anche a noi, dato che studiando Fabio ha capito che gli manca qualcosa: Pecco si sa misurare e valutare, è un ragazzo e pilota molto intelligente». 
    Ha mai smesso di credere nel titolo? Magari dopo la famosa gara del Sachsenring. «Non ti nascondo che io sono stato uno di quelli che ha pensato, dopo la caduta di Pecco in quell’occasione, “anche quest’anno facciamo secondi”. È stato un disastro sul momento, ma dobbiamo ringraziare il signor Francesco Bagnaia per non aver mai perso la speranza. In tanti hanno provato sconforto dopo la Germania, ma già dal giorno dopo abbiamo pensato che “non è finita finché non è finita”. Il team di Pecco lo ha seguito e supportato nel modo giusto». 
    È migliorato Pecco, è migliorata la Ducati, ma probabilmente anche la gestione piloti del team. È d’accordo? «La famosa e super criticata gestione dei piloti di Ducati fa parte di una serie di situazioni ingigantite: spesso chi critica tira delle conclusioni basandosi su informazioni sommarie, o su deduzioni. Ducati può aver fatto degli errori in passato, ma non credo sia stato tutto questo disastro. C’è una ragione se Ducati è più esposta alle polemiche: spesso noi diamo più spazio di altri alla stampa. Non mancano mai le telecamere nel nostro box, o le nostre dichiarazioni, il che ci espone di più. Alcuni dei nostri avversari non permettono tutto questo». 
    Due anni fa avete fatto la coraggiosa scelta di rinnovare il vostro parco piloti. I risultati vi danno ragione. «Esatto. Due anni e mezzo fa abbiamo avuto tutti contro per aver pensato a un futuro diverso, che implicava una visione diversa sia dal punto di vista sportivo che tecnico. Nel cambiare infatti abbiamo valutato anche lo stile di guida dei piloti, che in certi casi aiuta la moto. Ducati quella scelta l’ha fatta in maniera pensata, e oggi si capisce il perché sia stata fatta».
    Ora nel box avete un campione del mondo e un candidato al titolo, Bastianini. Come si gestisce una situazione di questo tipo? «Ducati non fa differenze, come al solito. Non esiste che qualcosa arrivi per un pilota e non per l’altro, e se uno dei due decide di seguire una strada diversa, noi lo seguiamo».
    Con chi si aspetta di lottare per il titolo 2023? «Le altre case sono destinate a progredire. KTM crescerà, la Honda non può restare quella che è e puo contare su un pilota come Marquez, Yamaha è sembrata in crescita già nei test di Misano, mentre Aprilia è già veloce. Piloti? Capiremo i reali contendenti solo a metà campionato, ma certamente vi sono almeno tre o quattro piloti super, che si giocheranno il titolo con i nostri due». 
    Intanto oggi si scende in pista per la prima giornata di test del nuovo anno. Cosa ha in serbo Ducati? «Abbiamo una prima moto 2023, che però al momento non può dirsi completa: diciamo che abbiamo delle evoluzioni che svilupperemo test dopo test. La moto 2023 vera e propria verrà definita la sera dell’ultimo giorno di test. Fino ad allora sarà un laboratorio in crescita».  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, la svolta di Ducati grazie a Bagnaia: “Ci ha dato un'indicazione determinante”

    ROMA – In Ducati è festa per il trionfo di Pecco Bagnaia nel Mondiale Piloti di MotoGP. Con il trionfo del pilota torinese, la casa di Borgo Panigale ha completato il “triplete” che comprende anche le classifiche costruttori e team. Il 2022 non era però iniziato nella maniera più semplice. Il team manager Davide Tardozzi, ai microfoni di Sky Sport,ha rivelato la svolta che ha permesso a Ducati di affermarsi in maniera così netta: “Crediamo e speriamo che Bagnaia faccia un lungo percorso con noi e anche con qualche titolo in più – le sue parole. Pecco ci ha dato un’indicazione importante e strategica a febbraio, nell’ultimo giorno di test a Mandalika, che è stata determinante per la crescita della moto nelle gare successive. A lui va riconosciuto questo ed a Ducati il merito di aver stravolto la moto in pochissimo tempo, seguendo le sue indicazioni”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Sul futuro
    La testa è però già proiettata alla nuova stagione, dove in Ducati correrà la coppia Bagnaia-Bastianini: “Non sottovalutiamo nessuno. Honda ha un campione come Marc Marquez e farà di tutto per migliorare, KTM ha fatto vedere una crescita importante così come Yamaha e Aprilia è stata una protagonista di quest’anno”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP Ducati, la rivelazione di Tardozzi: “Il consiglio di Bagnaia che ha cambiato la stagione”

    ROMA – Continua la festa di Ducati per il titolo piloti conquistato da Pecco Bagnaia in MotoGP. Con il trionfo del pilota torinese, la casa di Borgo Panigale ha completato il “triplete” che comprende anche le classifiche costruttori e team. Il 2022 non era però iniziato nella maniera più semplice. Il team manager Davide Tardozzi, ai microfoni di Sky Sport,ha rivelato la svolta che ha permesso a Ducati di affermarsi in maniera così netta: “Crediamo e speriamo che Bagnaia faccia un lungo percorso con noi e anche con qualche titolo in più – le sue parole. Pecco ci ha dato un’indicazione importante e strategica a febbraio, nell’ultimo giorno di test a Mandalika, che è stata determinante per la crescita della moto nelle gare successive. A lui va riconosciuto questo ed a Ducati il merito di aver stravolto la moto in pochissimo tempo, seguendo le sue indicazioni”.Guarda la galleryBagnaia Campione del Mondo con la Ducati: l’abbraccio di Valentino Rossi
    Verso il 2023
    La testa è però già proiettata alla nuova stagione, dove in Ducati correrà la coppia Bagnaia-Bastianini: “Non sottovalutiamo nessuno. Honda ha un campione come Marc Marquez e farà di tutto per migliorare, KTM ha fatto vedere una crescita importante così come Yamaha e Aprilia è stata una protagonista di quest’anno”. LEGGI TUTTO