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    Australian Open: 14 giocatori con il ranking protetto al via

    Jeremy Chardy nella foto

    E’ stata resa nota ieri l’entry list degli Australian Open, prima prova slam del 2023 in programma dal prossimo 16 Gennaio.I giocatori che potranno accedere direttamente agli Australian Open 2023 utilizzando il ranking protetto (quello che avevano prima dell’infortunio) sono sei. La sorpresa più grande è il ritorno di Jeremy Chardy, che non gioca dal 2021 a causa di complicazioni dovute al vaccino Covid-19 e che quest’anno ha lavorato nel circuito come allenatore.
    Aus Open – Ranking ProtettoStan Wawrinka 22(PR)Lloyd Harris 47(PR)Kyle Edmund 48(PR)Hugo Dellien 73(PR)Guido Pella 75(PR)Jeremy Chardy 88(PR)
    Nel femminile hanno ottenuto il ranking protetto: Pavlyuchenkova, Vondrousova, Siegemund, Cristian, Maria Tig, Rodina, Zheng, Kucova. LEGGI TUTTO

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    Djokovic giocherà l’Australian Open 2023: il ministro dell’immigrazione cancellerà il divieto di ingresso nel paese

    Novak lo scorso gennaio a Melbourne

    Buone notizie per Novak Djokovic dall’Australia. Secondo fonti molto vicine al governo del paese, il campionissimo serbo potrà partecipare all’edizione 2023 del primo Slam stagionale grazie all’intervento del governo federale, che cancellerà il divieto di tre anni alla concessione di un visto di ingresso nel paese, mettendo quindi la parola dine all”incredibile vicenda dello scorso gennaio. Il nuovo ministro dell’Immigrazione Andrew Giles concederà a Djokovic un visto, annullando il divieto automatico di tre anni previsto con la precedente cancellazione del visto.
    Ricordiamo che lo scorso gennaio Novak sbarcò in Australia, “forte” di un’esenzione che però non fu ritenuta valida, con alcune dichiarazioni non chiare del giocatore una volta arrivato alla frontiera. Dopo una breve disputa legale, con Djokovic di fatto detenuto in attesa di giudizio, l’allora ministro Hawke usò i suoi poteri personali per annullare il visto di Djokovic ai sensi della sezione 133C(3) del Migration Act “per motivi di salute e di ordine pubblico, sulla base del fatto che era nell’interesse pubblico procedere in quella direzione”. Djokovic fu espulso dal paese, con un divieto di tre anni all’ingresso alla frontiera australiana. Hawke ha affermato che all’epoca il governo era “fermamente impegnato a proteggere i confini dell’Australia, in particolare in relazione alla pandemia di COVID-19”.
    La scorsa primavera il governo del paese è cambiato, le procedure anti-covid sono state allentate, tanto che ai viaggiatori non vaccinati adesso è permesso l’ingresso in Australia. Su Djokovic tuttavia pende ancora la condanna di tre anni, ed è diventato questo il suo problema al ritorno a Melbourne. Secondo quanto si apprende stamattina, questa condanna dovrebbe essere cancellata.
    Martedì scorso, il direttore dell’Australian Open Craig Tiley aveva dichiarato di esser molto fiducioso sul ritorno di Djokovic “down under”.
    Dopo l’ottima vittoria su Tsitsipas nell’esordio alle Finals a Torino, Novak sul tema si è detto ancora cauto: “Ancora niente di ufficiale”, ha affermato, “stiamo aspettando. Stanno trattando con il governo dell’Australia. Questo è tutto quello che posso dirvi per ora.” ma le notizie che arrivano da Melbourne sono assai più confortanti per il serbo. LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Australia? Ci sono segnali positivi, ma ufficiosamente”

    Djokovic lo scorso gennaio in allenamento in Australia

    Novak Djokovic ha confermato ieri la propria presenza al Masters 1000 di Bercy. Come Rafa Nadal (anche l’iberico sarà in Francia), anche il campionissimo serbo è intenzionato a finire alla grande un 2022 per lui assai travagliato, pronto a ripartire ancor più determinato nella prossima stagione. Magari proprio da quell’Australian Open a lui così caro. Tutti ricordano l’incredibile vicenda che l’ha visto protagonista lo scorso gennaio: lo sbarco a Melbourne, il blocco alla dogana, la detenzione nell’hotel per la mancanza di un visto valido e il foglio di via, per mancanza dei requisiti dettati dalla normativa anti-covid in vigore nello stato di Victoria. Sono passati diversi mesi, la situazione della pandemia è notevolmente cambiata, ed è anche cambiato il governo nel Paese. Oggi i turisti non vaccinati possono entrare nello stato di Victoria. Djokovic ha ufficialmente un “ban” di tre anni, vista l’espulsione forzosa dello scorso gennaio; tuttavia il suo staff da molto tempo si è mosso per valutare la situazione e cercare uno spiraglio che gli consenta di tornare a gareggiare “down under”. In un’intervista rilasciata al medio serbo Sportal, Djokovic si è detto possibilista, quasi fiducioso, che le cose possano cambiare a suo favore. Riportiamo alcuni passaggi del suo pensiero, sulla situazione in vista dell’Australian Open 2023 e altro.
    “Relativamente al tema Australia, ci sono alcuni segnali positivi, ma tutto ancora in via ufficiosa. Stiamo lavorando tramite i miei avvocati in Australia, c’è uno scambio con le autorità responsabili sul mio caso. Spero di avere una risposta nelle prossime settimane, qualunque essa sia, anche se spero sia positiva e che quindi io possa avere abbastanza tempo per prepararmi alla prossima stagione, sperando che inizi proprio in Australia. Voglio davvero tornarci, quello che è successo quest’anno ormai è storia, ora voglio solo giocare a tennis, è quello che so fare meglio. L’Australia è sempre stata il luogo in cui ho giocato il mio miglior tennis, i risultati parlano da soli, quindi sono sempre assai motivato a tornarci. Questa volta ancora di più”.
    Novak era consapevole che la propria posizione sul tema vaccini l’avrebbe esposto a critiche e problemi. Ma questo non sposta di un millimetro le sue convinzioni in merito e anzi, a suo dire gli è anche servito per capire le persone che gli stavano intorno. “È stato un anno molto interessante e particolare. Mi sforzo sempre di ottenere cose positive da ogni esperienza, è una cosa fa parte del mio carattere e del mio approccio alla vita. Sono consapevole di tutto quello che è successo in Australia e del modo in cui le persone mi hanno trattato, non mi sembrava giusto ed è qualcosa che non ho mai sperimentato in vita mia. Questa situazione mi ha insegnato alcune lezioni preziose, lezioni su me stesso, sulla vita e su come dovrei andare avanti in questo mondo, specialmente nell’ecosistema del tennis. Sono cadute molte maschere, per così dire. Durante questo processo è stato interessante per me osservare il modo in cui alcune persone si sono comportate nei miei confronti. Continuo ad andare avanti, motivato e ispirato. Amo questo sport, amo dare il massimo in ogni allenamento e torneo perché ogni giorno è diverso e c’è sempre un’emozione, un’incognita, una sfida. I giovani stanno arrivando, hanno fame di successo, quindi anche questo mi dà una motivazione in più”.
    Djokovic rispetta le decisioni di paesi come USA e Australia, molto stretti nelle norme anti covid, ma crede che anche la propria posizione meriti rispetto: “Rispetto il fatto che ognuno abbia un modo diverso di pensare quando si tratta della mia situazione e delle circostanze. Dopotutto, non ho mai offeso nessuno né cercato di essere irrispettoso in alcun modo. Ho sempre cercato di dimostrare che è importante che ognuno abbia il diritto e la libertà di scegliere. Per via delle decisioni che ho preso, sapevo che ci sarebbero state conseguenze come non poter entrare negli Stati Uniti, e basta. Per l’Australia è stato un caso diverso, io ho ottenuto un’esenzione, ma alla fine non ha funzionato. Sappiamo cosa è successo, non voglio rivangare il passato ma nemmeno fare un passo indietro. Adesso sto aspettando di nuovo il permesso. È positivo che ora abbiano aperto le frontiere agli stranieri non vaccinati che viaggiano in Australia. Su di me c’è quel divieto, spero che venga revocato. Come ho detto, la situazione non è nelle mie mani, mi fido del popolo del governo australiano per ottenere una risposta positiva”.
    Queste le parole, molto chiare, del campione serbo. Adesso la palla passa alla sfera legale e amministrativa in Australia. Vedremo soprattutto se ci sarà una decisione in tempi rapidi, oppure se Djokovic dovrà vivere un dicembre “caldo”, in attesa di notizie fino all’ultimo… LEGGI TUTTO

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    Australian Open 2023: nuova “doccia fredda” per Djokovic? Karen Andrews contraria a concedere un visto al serbo

    Novak in Australia nel gennaio 2022

    L’accesso di Novak Djokovic ai prossimi Australian Open 2023 è tutt’altro che scontato. Ad affermarlo il ministro ombra degli affari interni australiano Karen Andrews (ex ministro fino allo scorso maggio), che in un’intervista rilasciata ad ABC Radio (Melbourne) si è detta fermamente contraria all’annullamento della sentenza che ha stabilito il divieto a concedere un visto per il campione serbo.
    Attualmente è in vigore la sentenza che vieta l’accesso in Australia a Djokovic per tre anni, come stabilisce la legge per chi ha cercato di entrare nel paese mettendo piede nel Paese senza averne i requisiti. Su questo tema si dice irremovibile Karen Andrews: “Non credo che ci sia alcun motivo per cui debba essere ribaltata la decisione semplicemente perché qualcuno ha molti soldi”, ha detto Andrews, aggiungendo “Il governo dovrebbe chiaramente guardare a tutte le altre persone che hanno subito la cancellazione del visto e vedere se dovrebbero essere ammessi o meno anche loro nel paese. Non può esistere una regola per Novak Djokovic e una regola diversa per tutti gli altri che non valgono milioni”.
    Ad oggi Djokovic resta fermo sulla propria posizione contraria alla vaccinazione.  Con l’abolizione dei requisiti di vaccinazione per i viaggiatori internazionali da parte dell’Australia, molti credevano che il nuovo status quo avrebbe aperto la strada a Novak per tornare “down under”. Inoltre c’è stato anche un cambio di governo da quando, lo scorso gennaio, fu presa decisione. Andrews non è più a capo di un ministero, ma oltre che parlamentare resta una persona molto influente nel Paese, e la sua posizione sul tema è secca: “Se il dipartimento di immigrazione ora sceglie di concedere un’indennità speciale a Novak Djokovic, la domanda ovvia è cosa faranno tutti gli altri che si sono trovati in circostanze simili. Ribaltare la decisione sarebbe uno schiaffo in faccia per quelle persone in Australia che hanno fatto la cosa giusta [si sono vaccinate] … se all’improvviso Novak Djokovic fosse autorizzato a tornare nel paese, semplicemente perché è un campione nel tennis con molti milioni di dollari in banca”.
    Craig Tiley pochi giorni fa si era detto molto fiducioso sul poter avere al via del torneo 2023 “tutti i migliori giocatori al mondo”, includendo quindi anche il campionissimo serbo. Forse un nuovo “lungo” avvicinamento agli Australian Open è appena iniziato… LEGGI TUTTO

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    Tiley apre le porte degli Australian Open a Djokovic: “Qui è sempre il benvenuto”.

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Antonio Fraioli

    Novak Djokovic spera di giocare gli US Open e gli Australian Open, e in Australia spicca il fatto che non è più necessario essere vaccinati per entrare nel Paese. Incombe però ora la “punizione” di tre anni per l’espulsione che dovrà essere annullata e il direttore degli Australian Open ha già aperto le porte al serbo.
    “Stiamo facendo del nostro meglio. Ovviamente non è mia la decisione di permettere a Novak di giocare i prossimi Australian Open, ma Nole è sempre il benvenuto qui e sa che molte persone in Australia amano vederlo giocare. La decisione spetta ad altre persone, ma c’è ancora molto tempo prima del prossimo Australian Open. Quello che dovrebbe fare ora è godersi il titolo a Wimbledon”.
    Parlando al portale serbo Sport Klub, Tiley ha anche elogiato il successo di Djokovic all’All England Club. “Novak ha giocato a un livello fantastico e ha meritato la vittoria. Ha giocato benissimo e sono contento per lui e per il suo team. È stato un anno molto difficile per lui, ma è praticamente imbattibile sul Centre Court di Wimbledon”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO