More stories

  • in

    Peterhansel, la sfida del signor Dakar: “Con Audi nel futuro”

    Peterhansel, scusi, ma dopo tutto ma dopo tutto quello che ha conquistato in carriera, dove trova la voglia, la pazienza, le motivazioni e le energie di rimettersi al volante della nuova Audi RS Q e-tron per partecipare per la 33ª volta alla Dakar? Chi glielo fa fare?
    “Sarebbe facile per me – risponde ridacchiando al telefono – dirle che è la passione a muovermi. E forse all’inizio è stato questo. Perchè ché guidare nel deserto, aff rontare tutte le sue insidie e difficoltà è davvero impossibile senza avere passione. Ho inseguito a lungo un sogno e l’ho raggiunto, trasformato in realtà. Ora però, è tutto diverso. Per me è avere motivazioni è quasi naturale. Non mi costa fatica e mai mi è costata, com’è naturale prepararmi tutto l’anno per questo appuntamento. Lo faccio da solo, alla mia maniera, con molta bici e tanta mountain bike, senza preparatori nè nutrizionisti. Mi alleno e mangio come ho sempre fatto. E poi so che verrò ripagato da quei panorami unici che riesco a godermi anche quando sono in gara. La verità è che sono un uomo fortunato…”.
    Quindi non è una questione di affrontare nuove sfide come quella che le ha proposto Audi che, dopo i trionfi nei rally, nell’endurance e in Formula E, vuole vincere nel deserto con un prototipo a trazione elettrica dotato di un motore termico come caricatore delle batterie?
    “Sono un grande fan dei rally raid, ma seguo anche le altre discipline del motorsport. Negli anni, non ho potuto che ammirare l’impegno di Audi nei rally, sin dai tempi delle vetture nel Gruppo B. Si è distinta per una peculiarità difficile da trovare in questo ambiente: qualunque fosse la competizione, su qualsiasi terreno, l’obiettivo è sempre stato vincere. È così anche oggi che affrontiamo la Dakar per la prima volta. E questo coincide con la mia identità di pilota. Per questo sono orgoglioso di far parte di questo team”.
    Dica la verità: se solo cinque anni fa le avessero detto che si sarebbe schierato al via della Dakar su un prototipo a trazione puramente elettrica, come avrebbe risposto?
    “Non ci avrei creduto e avrei sorriso. Non l’avrei mai presa sul serio una proposta così. Non avrei mai pensato che questo tipo di tecnologia potesse regalarmi un simile piacere di guida, qualcosa di mai provato prima. È stato sufficiente salire per la prima volta a bordo dell’Audi RS Q e-tron per capire quanto mi sbagliavo e ora non ho più dubbi: la trazione elettrica nel tempo conquisterà un pubblico sempre più vasto anche nell’uso quotidiano, non farà più rimpiangere i sistemi tradizionali”.
    Su quali basi ha costruito questa sua convinzione?
    “L’Audi RS Q e-tron ha una prontezza di erogazione eccezionale, superiore a qualsiasi altra spinta da motore termico. La coppia arriva in maniera praticamente istantanea e non dovendo pensare a cambiare o innestare le marce, posso concentrarmi totalmente sulla guida. Bisogna solo abituarsi al suono, il 4 cilindri TFSI a benzina che funziona da range extender (ricarica le batterie che danno energia ai tre motori elettrici; ndr), non reagisce in maniera lineare, diretta alle pressioni sull’acceleratore”.
    Che consigli ha dato al Team Audi nelle fasi di sviluppo?
    “Audi conosce benissimo la trazione elettrica grazie alle esperienze accumulate negli anni nell’endurance e in Formula E, allo stesso tempo noi piloti della Dakar ci siamo costruiti la nostra esperienza tra le dune e sappiamo cosa è necessario per vincerla. Così il nostro input principale è stato quello di non concentrarsi sulla velocità, sul limare il decimo di secondo, ma piuttosto ricercare la massima affidabilità”.
    È stato difficile per lei dialogare con una realtà al debutto in un gara nel deserto?
    “No, anzi, uno degli aspetti straordinari di questa avventura sta proprio qui: tutti sanno esattamente cosa fare. Audi non si poteva far cogliere impreparata quando ha deciso di sviluppare una certa vettura. Il team Q Motorsport di Sven Quandt da 25 anni lavora e coglie successi nel deserto. E il suo apporto è già stato importante in tre delle mie vittorie alla Dakar. Con Sainz senior poi, ho un ottimo rapporto, basato sulla fi ducia, condividiamo idee, opinioni, soluzioni. Lo stesso Mattias Ekstrom, anche se è un rookie nel mondo marathon, vanta una carriera notevole in circuito ed è stato campione del mondo di rallycross. Senza dimenticare che conosce Audi Sport alla perfezione. È un mix davvero eccezionale”.
    Dall’anno scorso condivide l’avventura alla Dakar con il navigatore Edouard Boulanger, dopo tanti successi con Jean Paul Cottret. Cosa l’ha convinta a cambiare in un ruolo così delicato?
    “Eduard proviene dal settore moto, nel quale ho iniziato anch’io. E da molti anni si cimenta nelle marathon. È abile, calmo, curioso, professionale. Non fosse stato così non avremmo mai potuto vincere insieme la Dakar dello scorso anno. Sono felice di averlo, ci completiamo”.
    Senza l’incidente di domenica, l’Audi RS Q e-tron avrebbe competere per la vittoria?
    “Non abbiamo fatto raid di preparazione, solo tanti test, in Germania, Spagna e soprattutto in Marocco. E quello che affrontiamo è qualcosa di davvero difficile. La Dakar 2022 è stata concepita su uno percorso in gran parte differente rispetto al 2021, quando il terreno era prevalentemente roccioso. Ora ci attendono le dune del Quarto Vuoto, il più grande deserto di sabbia del mondo. Qualcosa che mi ricorda da vicino i tempi delle Dakar africane. La difficoltà sta nel fatto che non ci sono città, strade che possano fare da riferimento. Se lì ti succede qualcosa, non ne esci facilmente e senza danni. Dovremo evitare tutte le trappole che si potranno incontrare tra le dune. Il primo obiettivo adesso è arrivare al traguardo. Come primo anno sarei stato felice di chiudere tra i primi cinque. Ciò non toglie che, malgrado il ritardo accumulato, guiderò per vincere. Come ho sempre fatto”.
    Non avevamo dubbi, “Monsieur Dakar”. LEGGI TUTTO

  • in

    Dakar, furia Sainz: “Non siamo tutti stupidi”

    Trecentotrentatré chilometri intorno ad Ha’il, i primi davvero “di gara” della Dakar 2022, sono stati sufficienti a scrivere una parola definitiva sulle speranze Audi di puntare a un gran risultato al debutto. Se per Stephane Peterhansel è stato un cedimento della sospensione posteriore sinistra a far accumulare minuti e minuti, fino oltre un’ora, di ritardo, nel caso di Carlos Sainz – sorte condivisa con Mathias Ekstrom, e non solo – è intorno alla navigazione che si concentrano le polemiche.
    Alla fine della speciale, 2 ore e 21 minuti di ritardo (15 minuti dei quali di penalizzazione per essere uscito dalla PS) decretano il “calate il sipario” sulle ambizioni di brillare.
    Va detto come il punto intorno al chilometro 250 della prova speciale, sui 333 km cronometrati, abbia tratto molti piloti esperti in inganno, tra le auto come tra le moto – ben 5 centauri si sono persi – senza contare i quad e i camion. 
    Cercando il waypoint
    Già l’edizione 2021 della Dakar aveva visto Sainz essere molto critico con gli organizzatori e le “sfide” della navigazione, definendola una “gimkana”.
    Il tema si ripropone oggi, già alla prima frazione, che salva Al Attiyah e Loeb ma pare destinato a tracciare un copione piuttosto scontato sul prosieguo del rally raid.
    “Chiaramente non è stata una buona giornata, sono molto deluso della tappa. C’era un punto in cui dovevi seguire una direzione 10 gradi, invece in quel punto anziché che puntare verso direzione 10 gradi ti ritrovavi a puntare direzione 300. Pensavamo che ci fosse un errore e siamo andati avanti e indietro più volte”, ha spiegato Sainz una volta al bivacco.
    “C’era un numero enorme di macchine, moto e quad che hanno fatto la stessa cosa. Sono molto deluso. In quanti si sono persi? O siamo tutti molto stupidi, oppure… 
    Non siamo stati in grado si trovare il waypoint e, io come molti altri, non abbiamo capito cosa stesse succedendo”. 
    L’è tutto sbagliato
    Lo stesso Al Attiyah, nel commentare la giornata, ha spiegato il passaggio decisivo della speciale, l’interpretazione alle note data da Mathieu Baumel, la scelta di non seguire i segni sul terreno di chi era passato prima, tutti a puntare una direzione sulla destra, piuttosto, andare a sinistra. Sebastien Loeb, con il buggy BRX, “a ruota”, è stato l’unico ad arginare il gap, solo 12 minuti. 
    Un Sainz che non ha mancato di criticare l’organizzazione per le scelte fatte sulla navigazione e scritte sul roadbook: “Peccato, perché se sono in molti a commettere lo stesso errore, vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato. Non siamo tutti stupidi”. Un episodio che manda in secondo piano le prestazioni, confortanti, del buggy Audi RS Q e-tron: “Ci sono stati dei piccoli problemi ma nulla di importante, niente in confronto a quel che è successo dopo”. LEGGI TUTTO

  • in

    Dakar 2022, quante sfide nel deserto

    Una bolla nel deserto, in attesa si scateni l’inferno. E non di sabbia. La carovana della Dakar, 3.500 persone, quelle che sono riuscite a superare le insidie del virus e i controlli resi ancora più ferrei dalla nuova ondata in atto, è tutta concentrata a Jeddah sulle sponde del Mar Rosso, qualche settimane fa già palcoscenico della Formula 1, pronta a mettersi in moto per l’avventura che da quarantaquattro anni affascina il mondo. “La Corsa nel deserto”, la sfida estrema tra l’essere umano, i suoi mezzi cittadini e la natura selvaggia che per il terzo anno di fila sarà quella delle dune dell’Arabia Saudita.

    Il programma della Dakar 2022

    Tutto quello che si muove su ruote, 2 o 4 che siano (moto, auto, quad e camion), è stato sottoposto alle verifiche di rito. Poi, all’alba del primo giorno del nuovo anno il prologo, più di 800 km fino ad Hail. A seguire, dal 2 fino al 14 gennaio sono in programma 12 tappe, 1 solo giorno di riposo: in tutto 8.375 km, di cui 4.258 km fatti di speciali e i restanti 4.117 di trasferimento. Ma non sarà una Dakar come le altre. Per tanti motivi. Il primo, il più importante, per quanto conti davvero da queste parti, è che l’edizione 2022 è già entrata nella storia grazie alla partecipazione di Mashael Al-Obaidan e Dania Akeel: le prime donne dell’Arabia Saudita a prendere parte al raid con i rispettivi buggy. Qualcosa di epocale in un Paese che fino al 2018 ammetteva alla guida per legge solamente gli uomini!

    Che poi generi degli altri effetti culturali è tutto da vedere, ma è sempre meglio di niente.

    Chi sono i favoriti nelle moto

    E tornando sul versante sportivo, anche qui si giocano partite che vanno al di là di quella che sarà la semplice vittoria. Perché se dal fronte moto il duello Honda-KTM è abbastanza, come dire, tradizionale, con gli austriaci che hanno puntato tutto sull’ex MotoGP Danilo Petrucci, animati come sono dalla voglia di riscatto dopo due stagioni di trionfi giapponesi e riprendersi quel dominio che durava da inizio anni 2000; su quello delle auto siamo di fronte a una sfida globale.

    Auto, Audi lancia la sfida elettrica

    Sfida industriale, tecnologica, meccanica, oltre che personale tra piloti di assoluto livello. Il debutto dell’AUDI alla Dakar con la sua astronave a tre motori elettrici e uno termico per ricaricare le batterie, apre infatti una nuova era nella corsa-avventura tra le dune. Dopo i trionfi nel rally, nell’endurance e in Formula E, la Casa di Ingolstadt si è tuffata nel deserto perchè ci ha visto – anche grazie alle modifiche del regolamento, ruote più grandi e sospensioni con maggiore escursione, per ridurre al minimo il rischio di forature – il nuovo laboratorio dove sperimentare le sue avanzatissime tecnologie d’avanguardia. E non a caso sulle sue tre RS Q e-tron saliranno il meglio della generazione attuale di piloti, dal re del deserto Stèphan Peterhansel – Sua Maestà 14 Dakar – e Carlos Sainz, oltre a Mattias Ekstrom. Ma il “Dream Team” AUDI non troverà tappeti rossi nel lungo viaggio che lo riporterà sul traguardo di Jeddah.

    Toyota punta sull’esperienza

    Perchè la concorrenza è tanta, di livello pari alla qualità degli sfidanti ma con più esperienza sulle spalle, almeno come mezzi. Al Attiyah, l’altro principe delle dune, infatti è pronto a riprendersi lo scettro lasciato lo scorso anno nelle mani dei buggy MINI. Convinto com’è che il suo Toyota Hilux T1+ del team Gazoo Racing abbia tutte le carte in regola per respingere la sfida del colosso tedesco rappresentante del Gruppo Volkswagen, rivale sui mercati di tutto il mondo. Il terzo incomodo, con tutto il rispetto per l’incomodo, è mr. Rally (9 titoli di fila) Sebastien Loeb che dal 2016 insegue la prima vittoria alla Dakar senza centrarla e quest’anno a bordo del protipo BRX Hunter troverà accanto a sè un nuovo navigatore al posto del fidato Daniel Elena, il belga Fabian Lurquin.

    MINI, gli outsider

    E la MINI? Ha affidato una delle ALL4 alla giovane pilota spagnola Laia Sanz coadiuvata dal navigatore italiano, Maurizio Gerini. Oltre la bolla, che l’avventura abbia inizio. LEGGI TUTTO

  • in

    ePrix Berlino gara 1: Di Grassi vince ma è Mortara che riapre il Mondiale

    RACE START ??The moment we went green for Round 14, our penultimate race of the season!2021 @BMWi #BerlinEPrix | @Niobium_Nb pic.twitter.com/NcWq5KCHR0
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) August 14, 2021

    DS dominio a metà
    Un ePrix dai due volti, per 20 minuti sembra che le DS Techeetah abbiano gioco facile e potenzialmente l’occasione per chiudere il mondiale: Vergne-Da Costa, primo e secondo, senza però l’affondo decisivo ad aprire un gap sugli avversari. 

    BOTH @audisport DRIVERS MAKE A MOVE ON @afelixdacosta! It’s now an Audi 1-2 with the @DSTECHEETAH drivers in P4 and P6 2021 @BMWi #BerlinEPrix | @Niobium_Nb pic.twitter.com/QARgq3t1pz
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) August 14, 2021

    Così è un lungo gruppo di macchine, una decina, che si snoda fino ai 13 minuti di gara, quando la Safety Car ricompatta tutti. 
    Jaguar, sorride solo Evans
    Si ferma Bird, su Jaguar. Problemi tecnici per chi, prima del via, era terzo nel mondiale con 81 punti. Resta Evans in pista a lottare. Ed è una lotta conclusa sul podio, terzo, tenendo a bada sei monoposto. Nell’ordine: Nato, Dennis, Vergne, Da Costa , Guenther e Rast. Sotto il traguardo transitano in 2″4. Top ten chiusa da Andrè Lotterer.
    Come si arriva allo scenario definitivo? In gran parte grazie a una gestione dell’Attack Mode che ha premiato soprattutto Rast, Di Grassi e le Venturi. Il timing scelto dalle DS Techeetah le ricaccia indietro nel gruppo e, da lì, Vergne e Da Costa non hanno più trovato il ritmo per recuperare, scalati ottavo e nono. 
    Di Grassi-Mortara a confronto 
    Se nella prima parte di ePrix, fino alla Safety Car, è Rowland ad animare la gara con qualche sorpasso. Dai -17 minuti è Rene Rast a rimontare posizioni, da 12° arriverà a occupare la quarta piazza. Un solo Attack Mode disponibile in questo week end, da 8 minuti, penalizza le Nissan per il timing scelto nell’attivazione, vanificato dall’ingresso della Safety Car. Il momento decisivo dell’ePrix è ai meno 21′ dall’arrivo, quando Di Grassi sfrutta il suo di Attack Mode. Un minuto prima era toccato a Mortara attivare l’extra di potenza.

    We’ve had a @DSTECHEETAH 1-2, an @audisport 1-2…AND NOW IT’S A @VenturiFE 1-2! Live updates https://t.co/PfsIBGoxYB2021 @BMWi #BerlinEPrix | @Niobium_Nb pic.twitter.com/cecZEBCL0Y
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) August 14, 2021

    La lotta per il successo diventa un affare a due, Mortara brevemente avrà la testa della corsa a 15 minuti dalla conclusione, in una doppietta con Nato a seguirlo, davanti a Di Grassi e Rast, poi Da Costa ed Evans, Dennis e Vergne, Guenther e Rowland. 
    Nato ripreso da Evans
    Ad avere maggior ritmo è Di Grassi, che supera prima Nato e poi Mortara, guidando la corsa negli ultimi 9 minuti di gara. Il duplice podio per Venturi sfuma negli stessi minuti, quando Mitch Evans assalta il piazzamento di Nato in curva 1. Da lì il neozelandese alzerà le barricate a difesa del terzo posto. 
    Sparite dai radar le DS Techeetah, non andranno oltre un piazzamento a metà della top ten, peraltro senza mai dare la sensazione d’avere la velocità per tornare a lottare per il podio. 
    Con un ePrix ancora da disputare e complessivi 30 punti da assegnare (tra Superpole, giro veloce in qualifica, vittoria e giro veloce in gara), il mondiale Piloti dice De Vries 95, Mortara 92, Dennis 91, Evans 90, Frijns 89 e Di Grassi 87. A seguire, Da Costa 86, Bird 81, Vergne 80. Di certo i più accreditati a giocarsi il titolo, dopo gara-1, paiono essere Mortara, Di Grassi, Dennis ed Evans.
    Incertissima ancor di più è la situazione nel mondiale Costruttori: Jaguar 171 punti, DS Techeetah 166, Virgin Racing 165, Audi 162. L’ePrix di domenica sarà l’ultimo in Formula E per Audi Sport e BMW i, entrambi resteranno nei panni di fornitore di powertrain, rispettivamente a Virgin Racing e Andretti Autosport. LEGGI TUTTO

  • in

    Audi RS 3: al Nurburgring è nuovo record di categoria

    Audi scocca una delle frecce più potenti del suo arco, la RS 3 Sedan, che un tempo di di 7’40”748 mette a segno il nuovo record sul tracciato del Nurburgring dedicato alla categoria delle berline compatte. Un tempo non certo banale quello fatto registrare, tanto che surclassa il precedente di ben 4,64 secondi. 
    Per riuscire a sconfiggere il vecchio primato di categoria, sull’Audi RS 3 è stata modificata solamente la pressione degli pneumatici semi-slick Pirelli P Zero Trofeo R.
    Guarda la galleryAudi RS 3: al Nurburgring si impone con il nuovo record di categoria
    Sottosterzo limitato al massimo
    Frank Stippler, pilota, ingegnere e collaudatore Audi, racconta come è riuscito a portare la RS 3 a questa prestazione. 
    “Non avevamo infinite chance per ottenere il record. Quando è arrivato il giorno fatidico, la messa a punto finale è consistita nell’adattare solamente la pressione delle coperture. Un parametro che incide sull’azione del Torque Splitter, che rende RS 3 più agile e precisa in percorrenza e uscita di curva. Direi che abbiamo fatto un buon lavoro”.
    Il Torque Splitter ripartisce la coppia tra le ruote posteriori attivamente e in modo totalmente variabile, garantendo a nuova Audi RS 3 un comportamento tendenzialmente sovrasterzante e una gestione al massimo della efficacia della trazione integrale quattro. In percorrenza di curva distribuisce la spinta tra le ruote posteriori incrementando la coppia sulla ruota con maggiore aderenza, quella esterna alla traiettoria, limitando al massimo del sottosterzo.
    Motore da 400 cv
    Ovviamente il merito va anche al 5 cilindri turbo da 400 cavalli e soprattutto dalla coppia massima di 500 Nm, contro i precedenti 480 Nm da 2.250 a 5.600 giri. L’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi è anch’essa da supersportiva.
    In ottobre saranno in concessionaria RS 3 Sportback e RS 3 Sedan a ottobre a un prezzo da 60.900 per la cinque porte a due volumi e 64.000 euro per la berlina. LEGGI TUTTO

  • in

    ePrix Londra, gara-2: vince Lynn, Di Grassi punito per una manovra scorretta

    Così sotto la bandiera a scacchi, ma è forse l’aspetto che catalizza meno l’attenzione sui 45 minuti più un giro di gara. 
    Di Grassi, dalla pitlane salti da canguro
    Perché a scrivere la narrazione dell’ePrix è un dettaglio che ha dell’incredibile e suona come un campanello urgente per la Formula E sul libro delle regole sportive.
    Il momento chiave avviene dopo 23 minuti di gara, quando Da Costa attacca Lotterer, i due si scontrano, la DS Techeetah finisce nella via di fuga e la direzione gara decide di mandare in pista la Safety Car, la seconda di giornata. 

    .@Andre_Lotterer picks up a penalty for this incident which took @afelixdacosta out of the race LIVE timing here https://t.co/ba1DSigEtk2021 @Heineken #LondonEPrix
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) July 25, 2021

    Con il gruppo incolonnato dietro la MINI elettrica, Di Grassi, in quel momento ottavo in pista, entra in pitlane. T’aspetteresti che in pitlane si proceda a una velocità inferiore a un gruppo che segue la Safety Car. Invece, no.
    Provano a sfruttare il regolamento in Audi, Di Grassi fa un cenno di stop sulla piazzola del box e immediatamente riparte. Lentamente risale il gruppo, dalla pitlane, fino a uscire dalla corsia box e inserirsi esattamente dietro la vettura di sicurezza e davanti a Vandoorne, leader di gara fino ad allora.

    WE GO GREEN AGAIN!And… @LucasdiGrassi is in the lead? LIVE timing here https://t.co/ba1DSigEtk2021 @Heineken #LondonEPrix pic.twitter.com/cI9MeQ2yfr
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) July 25, 2021

    Il Drive Through e la bandiera nera
    Sotto Safety Car, transitando dalla pitlane, Di Grassi è passato da ottavo a primo! Una posizione che terrà fino all’ultimo giro, quando la direzione gara, dopo ben 18 minuti dall’episodio, decide di sventolare la bandiera nera a Di Grassi. Prima, la penalità di un Drive Through per infrazione delle regole legate alla procedura da seguire dietro Safety Car, non scontata entro i tempi previsti (3 giri). Da lì la bandiera nera. 

    The final 60 seconds of *THAT* race ??@alexlynnracing crossing the line to win at his home race, and pick up his first-ever Formula E victory 2021 @Heineken #LondonEPrix | @MahindraRacing pic.twitter.com/58OpNJFVwi
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) July 25, 2021

    Vandoorne estromesso da Rowland
    Gli ultimi 18 minuti si corrono con una macchina in testa, Di Grassi, seguita da Lynn e De Vries, poi un ampio gap prima di trovare un gruppo di ben 8 piloti in lotta per il quarto posto, che diverrà posizione per il podio.
    E Vandoorne?  Alla ripartenza dalla seconda SC ci pensa Oliver Rowland a fare strike. Partito in prima fila arriva ad attaccare Stoffel Vandoorne, leader della corsa – sebbene in pista dietro Di Grassi -, sbagliando clamorosamente le misure in curva 10. Rowland penalizzato, Vandoorne addio sogni di gloria.

    10 second penalty for @Sebastien_buemi following this collision with @ReneRastRacing…LIVE updates here https://t.co/ba1DSigEtk2021 @Heineken #LondonEPrix | @Nissanedams @audisport pic.twitter.com/U1IfYC8fcq
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) July 25, 2021

    Bird attacca e sbaglia
    Evans, quinto in griglia, si prende la terza posizione, tiene alle spalle Frijns, autore del giro più veloce, poi Wehrlein, Guenther, Cassidy, Sette Camara e Dennis. Di Grassi viene classificato ottavo, nonostante la bandiera nera. 
    Prima che l’ePrix raggiunga la bandiera c’è ancora il tempo di registrare l’assalto di Sam Bird, leader di campionato prima dell’ePrix, alla decima posizione: l’attacco su Norman Nato in curva 10 non va a buon fine e toglie entrambi dai giochi. Bird sconterà 3 posizioni di penalità in griglia nell’ePrix di Berlino. 
    ePrix ricco di incidenti
    Al di là dell’episodio clamoroso che ha avuto protagonista Di Grassi, il secondo ePrix di Londra propone uno sviluppo più movimentato rispetto all’ePrix del sabato. 
    Tantissimi i contatti e gli incidenti, a partire da quello tra Rast e Buemi, finendo con Bird su Nato. Tra i sorpassi più belli di giornata, quelli compiuti da Nick De Vries in curva 10, su Alex Lynn, poi da Evans su Nato, nella stessa curva. 

    Let’s take a look at this beaaaautiful move from @mitchevans_ LIVE timing here https://t.co/ba1DSigEtk2021 @Heineken #LondonEPrix | @JaguarRacing pic.twitter.com/BQLx7RUUtl
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) July 25, 2021

    In campionato, verso le ultime due gare di Berlino, del 14 e 15 agosto, si va con De Vries leader del campionato, 95 punti, poi Frijns a quota 89. Tra i Costruttori, Envision è in testa con 165 punti, seguita da Mercedes a 158 e Jaguar a 146 punti. LEGGI TUTTO

  • in

    Formula E, ePrix Puebla gara1: squalificato Wehrlein dopo il traguardo, fa festa Audi

    2021, ePrix di Puebla. Ancora Wehrlein, dalla pole, che corre bene e col passo vincente. Stavolta vince, sotto la bandiera, segnando la prima affermazione con Porsche. Ma un’infrazione tecnica del team, che non ha dichiarato il set di gomme utilizzate in gara, costa la vittoria al pilota tedesco. Squalificato, così come André Lotterer.
    Bel circuito e Attack Mode alternativo
    È il colpo di scena su un ePrix corso su una pista interessante, scorrevole e dall’asfalto con pochissima aderenza. Il resto lo ha fatto un Attack Mode collocato di fatto su una curva del tutto diversa dalla traiettoria di curva 8. Oltre al tempo perso per le due attivazioni, è stato il momento costato il ritiro a Sam Bird, nella collisione con Alexander Sims nel tornare sulla traiettoria normale di gara. Avveniva ai 18 minuti dal termine, episodio che ha provocato la seconda safety car. 

    The moment between @sambirdofficial and @alexlynnracing that brought out the safety car, and ended Bird’s race…Click here for LIVE updates https://t.co/qD4c9DojZZ@JaguarRacing @MahindraRacing 2021 CBMM Niobium #PueblaEPrix pic.twitter.com/190AwYbNrj
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) June 19, 2021

    La prima, subito in partenza, con Nick Cassidy a prendere il muro sulla stessa uscita di curva 8. Ancora, poco più tardi, sorte toccata a Vergne dopo 21 minuti di gara.

    The incident that brought @JeanEricVergne’s race to an end… Click here for LIVE updates https://t.co/qD4c9DojZZ@DSTECHEETAH 2021 CBMM Niobium #PueblaEPrix pic.twitter.com/fhvvwLAF8s
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) June 19, 2021

    Rowland piantato al via
    Lo scatto dalla pole di Wehrlein è perfetto, controlla l’ePrix e non subisce la minaccia di Rowland, in prima fila ma autore di una pessima partenza, con la Nissan a piantarsi quasi sulla linea e muoversi lentamente. 

    After six weeks away, WE GO GREEN IN PUEBLA! ??It’s not the start @oliverrowland1 would have hoped for Click here for LIVE updates https://t.co/qD4c9DojZZ@Nissanedams 2021 CBMM Niobium #PueblaEPrix pic.twitter.com/bU7S1L1TZC
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) June 19, 2021

    Recupero Audi
    Due BMW a correre – e lottare tra loro – all’inseguimento di Wehrlein. I cambi di posizione dettati dall’attivazione dell’Attack Mode riportano sempre la Porsche al comando. Dalla direzione gara arriva ai 12 minuti dalla bandiera la notizia di un’investigazione su Wehrlein, poi estesa alle due Nissan e Lotterer. Sarà il preludio alla squalifica. 
    Un ePrix che ha visto le due Audi correre su un bel passo, recuperare posizioni dall’ottava di Di Grassi e la nona di Rast al via, mostrando un ritmo solido da podio nella seconda metà soprattutto dell’ePrix. Come unabella rimonta da metà schieramento l’ha prodotta Mitch Evans, ottavo al traguardo davanti a De Vries, un altro protagonista di qualifiche da dimenticare. 
    BMW spenta sulla distanza
    Sul podio, con Di Grassi e Rast, va Edoardo Mortara, che battaglia prima con le BMW e poi con i due Audi, dimostrando d’avere in Venturi la velocità per correre nelle posizionia ridosso del podio. Quarta piazza per Sims su Mahindra, poi Dennis su BMW e Da Costa, sesto, Vandoorne è settimo. Chiude la top ten Lynn. BMW che si è spenta alla distanza, Guenther finisce solo 12°. 
    Domenica si replica, con le qualifiche dell’ePrix di Puebla-2 alle 19:00 e gara-2 alle 23:00. Nel mondiale Piloti è Frijns a restare in testa con 62 punti, poi Da Costa a 60, De Vries a 59 e Rast a 58, quarto con un bel balzo grazie ai 19 punti del secondo posto odierno e del giro più veloce in gara. Audi con la doppietta sale quarta nel Costruttori, a 97 punti contro i 113 della Mercedes al comando.  LEGGI TUTTO

  • in

    Pulisce l’auto al cimitero, ecco perché rischia la multa

    C’è chi fa drift con la Porsche nel piazzale del cimitero di La Loggia, in provincia di Torino, e chi invece al cimitero va per pulire gli interni della propria Audi. È quanto successo a Pusiano, in provincia di Como, dove nei giorni scorsi è stato visto un uomo fare car wash con l’acuqa del rubinetto pubblico. 
    Patente dimenticata in Egitto? La scusa non regge: 6 mila euro di multa
    Pizzicato dalle telecamere comunali
    Un’operazione, quella del lavaggio accurato degli interni dell’Audi, durata poco più di mezz’ora, anche se sotto l’occhio vigile delle telecamere. A beccarlo, infatti, per ben due volte, sono state proprio le telecamere di sicurezza del Comune, con la Polizia locale che ha subito fatto partire le indagini per rintracciare l’uomo.
    Esatto, perché l’identità dell’automobilista – che si è presentato al cimitero a bordo della sua vettura lo scorso 27 aprile e poi ancora il 5 maggio – è ancora ignota.
    “Si presenta al parcheggio – ha spiegato il sindaco di Pusiano, Andrea Maspero -, prende l’acqua dalla rete comunale e pulisce gli interni. Non si tratta di un danno enorme, ci mancherebbe, ma che senso ha? Non è il posto giusto per fare una cosa simile”.
    Multa di 50 euro 
    L’uomo ora – di cui è stata segnata la targa durante l’ultima visita – rischia una multa di 50 euro per aver lavato l’auto in un luogo non idoneo, come recita il Codice della Strada. Secondo l’Art. 15, infatti, lavare un’auto con dell’acqua in strada è vietato per via dell’inevitabile scarico di sostanze inquinanti che potrebbero finire nella rete fognaria, con conseguente sanzione amministrativa per tutti i trasgressori di importo variabile tra i 25 e 99 euro.
    Ferrari 488 Pista, perde il controllo e finisce fuori strada LEGGI TUTTO