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    Sinner, dal tennis alla passione per la Formula 1 e l'Alfa Romeo

    Jannik Sinner e la velocità. Un legame indissolubile visto che lancia i suoi sevizi con una media di 130 km/h. Ma nella vita del tennista altoatesino però c’è anche l’adrenalina allo stato puro: quella della quattro ruote, una passione che il talento ha fin da piccolo e che condivide con la sua famiglia.
    Sinner, Giovinazzi e Ricciardo
    In ogni intervista, le auto rappresentano un tema caldo per Jannik, che ha ereditato l’interesse per la velocità dal padre Hanspeter. E non a caso ha alcuni amici anche in Formula 1: “Mi piacerebbe molto andare più veloce in macchina ma purtroppo o per fortuna ci sono dei limiti da rispettare. Mi diverto ad andare sui kart, nel tempo libero.
    Un giorno mi piacerebbe provare a girare veloce, ma in sicurezza, in un vero circuito come fanno i miei amici Antonio Giovinazzi e Daniel Ricciardo, che sono due piloti appassionati di tennis. Con Antonio abbiamo fatto un accordo: lui mi insegna i trucchi del suo mestiere ed io del mio. Ogni tanto a Montecarlo incontro Leclerc, anche lui è molto simpatico”, ha detto al Corriere della Sera tempo fa. 
    Con Stelvio Sprint e Giulia
    Proprio in questo periodo, Sinner è stato impegnato negli Internazionali d’Italia dove è stato eliminato dalla leggenda Nadal. L’enfant prodige della racchetta ha lo sport nel sangue, con un passato (termine relativo, visto che parliamo di un classe 2001) da gigantista nello sci e un grande amore per la Casa del Biscione. 
    Alfa Romeo affianca Sinner negli spostamenti per le partite e per i tornei con i due modelli Giulia e Stelvio Sprint, nel segno dello slogan #matchingtalents coniato apposta per la collaborazione. Che il tennista altoatesino fosse uno dei migliori talenti al mondo era noto già da qualche tempo, ma il Marchio tricolore lo aveva capito ancora prima, proponendogli una partnership puntando sulla passione di Jannik, mai celata, per le auto del Marchio. 
    Che la strada da percorrere sia lunga ma in discesa, lo auguriamo al nostro talento del tennis e siamo certi che anche Alfa Romeo la pensi come noi.
    Guarda la galleryJannik Sinner, non resiste all’Alfa Romeo LEGGI TUTTO

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    F1, dopo il “caso Raikkonen” si cambia: niente più penalità per chi perde posizioni dietro la Safety Car!

    Dopo il “caso Raikkonen” verificatosi a Imola, la Direzione Gara avrebbe raggiunto un accordo con i team per non penalizzare più i piloti che perderanno posizioni dopo la partenza lanciata dalla Safety Car.Mai più un “caso Raikkonen“. E’ stata questa la richiesta dei team alla Direzione Gara, in virtù di quanto successo al finlandese nel Gran Premio dell’Emilia Romagna. In quell’occasione, Iceman fu penalizzato dopo aver perso un paio di posizioni in regime di Safety Car, subito prima della partenza lanciata. I 10 secondi di penalità (diventati poi 30) hanno impedito a lui e all’Alfa Romeo di festeggiare i primi punti stagionali. Ma si può considerare anche il caso Perez. Sì, perché anche il messicano è stato penalizzato per una cosa simile ad inizio gara. E proprio per evitare casi simili in futuro, le scuderie hanno chiesto maggior chiarezza su un punto così “oscuro” del regolamento.
    COSA DICE IL REGOLAMENTO
    La voce da considerare è l’articolo 42.6. La norma prevede che, una volta oltrepassata la linea della Safety Car, il pilota che ha perso la sua posizione deve transitare dai box e riaccodarsi al gruppo. Se la linea invece non è stata oltrepassata, il pilota può riprendersi la propria posizione. Cosa che, con molta sportività, il muretto dell’Alfa non ha chiesto di fare a Raikkonen. E anche per questo motivo, la penalità è stata accolta dalla scuderia italo-svizzera con molta irritazione. E di conseguenza, si è reso necessario un chiarimento.
    DA PORTIMAO SI CAMBIA: NIENTE PIU’ CASI COME IMOLA
    Secondo la testata Auto Motor und Sport, negli scorsi giorni c’è stata una riunione tra la Direzione Gara e le scuderie per provare a trovare un accordo sulla questione. Il meeting è servito a trovare un compromesso, che non prevederà più sanzioni per un pilota che perderà posizioni in regime di partenza lanciata (o “rolling start“) dalla SC. Tuttavia, l’articolo 42.6 sarà ancora valido nel caso in cui il pilota non sarà stato capace di riappropriarsi della posizione prima di oltrepassare la famigerata linea. Provvedimento necessario, dunque, ma che ovviamente non restituirà i due punti scippati all’Alfa Romeo e a Kimi. Ma se non altro, il “caso Raikkonen” è servito a qualcosa. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Emilia Romagna: doccia fredda e sfortuna per l’Alfa Romeo a Imola

    Sul circuito di Imola l’Alfa Romeo aveva raccolto i primi punti della stagione, grazie al nono posto di Kimi Raikkonen. Tuttavia, una penalizzazione di 30 secondi subita a gara terminata, ha spezzato l’urlo di gioia per il Biscione. E Giovinazzi continua ad essere campione di sfortuna.Il Gran Premio dell’Emilia Romagna sarà ricordato come uno dei più sfortunati per l’Alfa Romeo. La scuderia italo-svizzera, infatti, aveva portato a casa i primi punti stagionali grazie a Kimi Raikkonen, ma una penalità di 30 secondi inflitta a gara finita, ha reso amaro il week-end imolese per il Biscione. Sfortuna che, unita a quella che continua a perseguitare Antonio Giovinazzi, va a fare il palio con qualche punto di domanda sulla competitività della macchina, sorto a causa delle qualifiche non proprio entusiasmanti. Ma entriamo più nel dettaglio.
    NEL CAOS KIMI DIMOSTRA DI ESSERE ETERNO
    Quando ci sono condizioni molto particolari, non è una sorpresa che i piloti più esperti facciano la differenza. E da sempre, Kimi Raikkonen si contraddistingue per questo. Nella prima parte di gara, caratterizzata dalla pioggia caduta su Imola che ha bagnato la pista, Iceman ha dimostrato tutta la sua abilità e la sua tenacia, nonostante le 41 primavere sul groppone. Il campione del mondo 2007 è stato caparbio nel risalire dalla 16esima posizione in griglia, fino ad arrivare alla zona punti, sfruttando anche le disgrazie altrui. Dopo la ripartenza dalla bandiera rossa, il finlandese ha gestito bene gli attacchi da dietro, conservando la sua nona posizione. Il tutto, però, è stato reso vano dalla penalità di 10 secondi inflitta dagli steward all’ex Ferrari (poi diventati 30 dopo la gara), reo di aver infranto il regolamento nella partenza rilanciata dopo la sospensione della corsa.
    UN PASSO INDIETRO RISPETTO A SAKHIR
    In ogni caso, lasciando da parte le vicissitudini della caotica gara, bisogna fare i conti con qualche campanello d’allarme. Perché rispetto al Gp del Bahrain, la C41 ha fatto dei passi indietro. Infatti, la doppia eliminazione dal Q1 nelle qualifiche di sabato ha fatto suonare qualche campanello d’allarme, se si pensa al fatto che entrambi i piloti sono finiti dietro alle Williams. Aspetto molto particolare, visto che durante le prove libere sia Kimi che Antonio avevano dimostrato di avere un buon passo e di potersela giocare con il resto dei contendenti a centro gruppo. In ogni caso, però, le monoposto hanno mostrato anche competitività in condizioni di bagnato, cosa che può dare fiducia per le occasioni in cui si ripeterà una situazione simile in futuro.
    ANTONIO GIOVINAZZI, CAMPIONE DI SFORTUNA
    Definire sfortunato il fine settimana di Antonio Giovinazzi sembra quasi un eufemismo. Infatti il pilota pugliese, anche sul circuito imolese, ha dovuto pagare un conto salatissimo con la cattiva sorte. Già a partire dal sabato, quando l’incontro ravvicinato con il pilota della Haas Nikita Mazepin ha compromesso il suo ultimo giro nel Q1, estromettendolo di fatto dal Q2. Ma il peggio è arrivato poi in gara: dopo un’eccellente rimonta dalla 17esima posizione, un problema ai freni lo ha costretto a fare una sosta in più, perdendo molti secondi. Ma lo stesso Giovi non perde la positività, come si può evincere dalle sue parole dopo la fine della corsa.
    “Mi concentro sugli aspetti positivi: abbiamo una buona macchina e possiamo lottare per i piazzamenti in top 10 in molte gare. Con la speranza che la fortuna in futuro sarà più dalla nostra parte, potremo ottenere i riconoscimenti che meritiamo”.
    E la fortuna si spera possa tornare dalla parte dell’Alfa e dei piloti già a partire dal Gran Premio del Portogallo. LEGGI TUTTO

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    L'8 marzo di Alfa Romeo: l'omaggio alle donne che hanno fatto la sua storia

    BARONESSA, AVIATRICE E GIORNALISTA
    Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, la Baronessa Maria Antonietta d’Avanzo – aviatrice e giornalista -, debuttò sull’Alfa Romeo G1 a Brescia nel 1921, piazzandosi terza. La d’Avanzo gareggiò fino agli anni ’40 in tutto il mondo, sfidando i colleghi uomini su varie monoposto e competizioni.  
    ANNA MARIA PEDUZZI
    Gli anni della Scuderia Ferrari scrissero un capitolo fondamentale nella storia di Alfa Romeo. Tra i piloti del Cavallino Rampante c’era la comasca Anna Maria Peduzzi. Dopo il debutto a bordo della sua Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport, acquistata da Ferrari, Peduzzi vinse nel 1934 la Classe 1500 alla Mille Miglia e, nel dopoguerra, gareggiò con l’Alfa Romeo 1900 Sprint e l’Alfa Romeo Giulietta.
    LE FRANCESI ODETTE SIKO E HELLè NICE
    Negli anni ’30 Alfa Romeo si affermò tra le principali protagoniste dell’automobilismo, grazie a vetture straordinarie e a piloti che entrarono nella leggenda: Nuvolari, Varzi, Caracciola e Sommer, che vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1932 al volante di un’Alfa Romeo 8C 2300. In quella gara si piazzava quarta assoluta l’Alfa Romeo 6C 1750 SS dell’affascinante Odette Siko, aggiudicandosi la categoria 2.0 litri. La giovane parigina Siko divenne presto una delle star del circuito, distinguendosi con la sua eleganza sia nel paddock che nelle prestazioni, spesso in compagnia di un’altra pilota francese Hellè Nice. All’anagrafe Mariette Hèlène Delangle, era una modella, acrobata e ballerina. Nota per la sua personalità estroversa, Nice gareggiò in Europa e in America e fu tra i primi piloti a esporre i marchi dei suoi sponsor sulla carrozzeria di una monoposto. Nel 1933 partecipò al Gran Premio d’Italia a Monza al volante della 8C 2300 Monza di sua proprietà. Nel 1936 vinse la Ladies Cup a Montecarlo e partecipò al Gran Premio di San Paolo in Brasile, dove fu vittima di un terribile incidente, da cui uscì miracolosamente viva dopo tre giorni di coma.
    ADA PACE, SAYONARA
    Negli anni ’50 la torinese Ada Pace fece parlare di sé. Nei suoi dieci anni di carriera, Pace si aggiudicò ben undici gare nazionali di velocità, sei nella categoria Turismo e cinque nella categoria Sport. Iscritta quasi sempre alle gare con lo pseudonimo di “Sayonara”, dovuto alla beffarda scritta che solitamente apponeva al posto della targa posteriore, raccolse i suoi successi più prestigiosi con l’Alfa Romeo Giulietta Sprint Veloce e l’Alfa Romeo Giulietta SZ, con cui nel 1958 riuscì ad aggiudicarsi la Trieste-Opicina.
    RAGANELLI, PRIMA IN EDIZIONE LIMITATA
    Forse l’unica donna a conquistare un campionato mondiale su quattro ruote fu la romana Susanna “Susy” Raganelli, che nel 1966 si aggiudicò il Campionato del Mondo di karting classe 100 cm3 sconfiggendo Leif Engstrom e il grande Ronnie Peterson. Raganelli legò per sempre il suo nome ad Alfa Romeo concludendo la sua carriera al volante di una GTA, ma fu anche la prima in Italia ad acquistare una leggendaria Alfa Romeo 33 Stradale del 1967, prodotta in appena 12 esemplari.
    CHRISTINE BECKERS E LIANE ENGEMAN
    Gli anni ’60 furono l’epoca dell’Alfa Romeo Giulia Sprint GTA, vettura memorabile per i risultati, le vittorie e l’importanza che ebbe nella storia di Alfa Romeo. Meno note sono invece le vicende dell’Alfa Romeo GTA-SA (sovralimentata). Preparata in dieci esemplari per il Gruppo 5, era dotata di due compressori centrifughi ad azionamento idraulico che aumentavano la sua potenza a 220 Cv consentendole di toccare i 240 km/h. Pur raggiungendo prestazioni di punta, la GTA-SA presentava “un imprevedibile picco di potenza che interveniva all’improvviso e in modo inaspettato, rendendola difficile da governare in curva o in manovra” spiegava Teodoro Zeccoli, storico collaudatore di Autodelta. Proprio a bordo dell’indomabile GTA, si fece notare la giovane pilota belga Christine Beckers, che conquistò la vittoria a Houyet nel 1968 e ottenne ottimi risultati anche l’anno successivo a Condroz, ai “Tre Ponti”, a Herbeumont e a Zandvoort. Beckers non fu l’unica, tuttavia, a distinguersi con la GTA. L’Alfa Romeo 1300 Junior del team di Toine Hezemans fu portata agli onori dalla velocissima pilota olandese Liane Engeman, successivamente scelta dall’Alfa Romeo come modella.
    LELLA LOMBARDI E ANNA CAMBIAGHI
    Dopo Maria Teresa de Filippis negli anni ’50, la seconda donna italiana a scendere in pista in una gara di Formula 1 – in ben 13 GP – fu Maria Grazia “Lella” Lombardi. Tra il 1982 e il 1984 partecipò al Campionato Europeo Turismo con l’Alfa Romeo GTV6 2.5 insieme ad Anna Cambiaghi, Giancarlo Naddeo, Giorgio Francia e Rinaldo Drovandi, contribuendo alla conquista di molteplici titoli. Resta l’unica donna pilota italiana a essere andata a punti durante una gara di Formula 1.
    TAMARA VIDALI IN GIALLO
    Tamara Vidali ha portato l’Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde di Reparto Corse al successo nel Campionato Italiano Turismo nel 1992. Gli appassionati non possono dimenticare la livrea tutta gialla dell’Alfa Romeo 155 guidata sempre dalla Vidali nel Campionato Italiano Superturismo del 1994.
    TATIANA CALDERON
    La colombiana Tatiana Calderon, classe ‘93, ha esordito nei campionati giovanili nel 2005, vincendo la serie Easy Kart Pre-Junior; nel 2008 è la prima donna a vincere la classe JICA del campionato Stars of Karting Divisione Est negli Stati Uniti. Nel 2017 è nominata pilota di sviluppo per il team di Formula Uno Sauber; nel 2018 viene promossa a collaudatrice F1 per Alfa Romeo Racing. LEGGI TUTTO