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    Max Verstappen e Lewis Hamilton arrivano all’ultima gara dell’anno, il Gran Premio di Abu Dhabi, a pari punti. Qui sotto le combinazioni che permetterebbero al pilota inglese della Mercedes di laurearsi per l’ottava volta Campione del Mondo piloti di Formula 1. Lewis Hamilton campione del mondo pilota F1 2021 ad Abu Dhabi, se… A. Termina […] LEGGI TUTTO

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    La Davis potrebbe spostarsi per 5 anni ad Abu Dhabi. Ma che senso ha?

    Coppa Davis

    Scatta la fase finale della “nuova” Davis, e già si vocifera di ulteriori cambiamenti. Questo il destino della più antica competizione sportiva a squadre al mondo, o quel che ne è rimasto dopo che l’ITF l’ha di fatto “svenduta” alla ricca società Kosmos di Pique & C., cercando un rilancio che invece rischia di affossarla definitivamente.
    La considerazione è brutale, ma non tira buona aria per la cara vecchia anacronistica “insalatiera”. Nel 2020, “grazie” alla pandemia, non si è disputata. Pare alla Kosmos abbiano tirato un sospiro di sollievo, come hanno spifferato molti ben informati, visto che l’edizione sarebbe stata sicuramente in perdita dal punto di vista economico, e il non disputarla ha aiutato i nuovi padroni e non rimetterci altri soldi, dopo il bagno di sangue economico del 2019.
    Economico, perché in realtà in campo a Madrid si videro molte bellissime partite. Shapovalov vs. Nadal, per dirne una, ma tantissime altre. Il formato era rivedibile sotto molti punti di vista (orari folli in primis), ma la realtà dei fatti dice che quando i tennisti accettano di giocare e giocano per la propria nazione, spesso giocano partite enormi per qualità, orgoglio e spettacolo.
    Sta per scattare l’edizione 2021. Tre sedi nella fase inaugurale dei gironi. Ottimo per il pubblico italiano e spagnolo, non quello austriaco per colpa delle restrizioni covid; ma gli altri scontri tra nazioni ospiti? Si parla di pochissimi biglietti venduti, sia a Torino che a Madrid, per gli incontri che non vedono i paesi ospitanti in campo. Vedremo come andrà, sperando che sia un successo (ce lo auguriamo per tutti!) e che nostri azzurri ci possano regalare qualcosa di grande, nonostante la dolorosa assenza di Matteo Berrettini. Di sicuro per i nostri incontri avremo una bella cornice di pubblico, ma le altre sfide? Giocare in uno stadio pressoché vuoto è il peggior biglietto da visita per un evento. Meglio stadio piccolo ma pieno, recita sempre un vecchio adagio indiscutibile…
    Per questo la voce – ben accreditata – riportata dal quotidiano britannico The Telegraph è ancor più inquietante. Pare che la Kosmos, a disperata caccia di dollari per non incrementare altre perdite, abbia intenzione di spostare la Davis in un paese ricco, che possa assicurare cinque anni di conti in verde. Abu Dhabi pare la sede scelta. Lì finché traineremo l’economia del petrolio i $ non mancano davvero. Ma se la cosa andasse in porto, che ne sarebbe del valore affettivo e sociale dell’evento? Andrebbe totalmente perso. Spalti quasi sicuramente vuoti, o appannaggio di pochi ricconi che scelgono di unire un po’ di vacanza al tennis in queste nuove mete turistiche, per un evento che diventerebbe ancor più una sorta di ricchissima esibizione, per i giocatori e per chi organizza quest’evento, che a quel punto sarebbe totalmente svuotato del fattore casa e di quel senso di appartenenza che aveva trasformato la Davis in una leggenda, amatissima dal pubblico. 
    I giocatori probabilmente sarebbero stimolati a parteciparvi, grazie a ricchi assegni. Ma allora, quale sarebbe la differenza tra la tanto osteggiata Laver Cup e quel che ne resta di questa possibile Davis tra i cammelli ed emiri?
    La vecchia formula della Davis necessitava di una rinfrescata, era inevitabile. Ma tagliare un pelo incarnito con una motosega non è la cura migliore.
    Per rinvigorirla forse le strade migliori erano due:

    una ITF forte, che impone all’ATP un calendario che premia e aiuta a far diventare la Davis importante, dandole uno spazio migliore (per esempio: due finestre, una dove attualmente ci sono Indian Wells e Miami, e una in autunno, per almeno 6 settimane di Davis da giocarsi su tre turni, più la classica finale a fine anno
    oppure optare per una sorta di campionato del mondo, magari da farsi ogni 2 o 4 anni, con altre 4/6 settimane dedicate solo alle Davis. Sarebbe così attesa e probabilmente molto più interessante per gli stessi tennisti, che avrebbero modo di prepararla a dovere.

    Queste sono solo due proposte, tra le tante che si potevano provare ad attuare prima di sminuire così un patrimonio del nostro sport. Con tutti i limiti, problemi, difetti che volete, la Davis era un evento unico. Chi ha vissuto sulla propria pelle qualche lustro di tennis, ricorda perfettamente le emozioni pazzesche di tante sfide dell’Italdavis, anche quando non avevamo esattamente uno squadrone; come di altre finali o incontri tra varie nazioni giocate con una passione ed intensità uniche (la finale Francia – Svizzera, o quelle nei Balcani per esempio).
    La Davis è un torneo anomalo, ma è soprattutto per la gente. Togliere il fattore casa la trasforma in qualcos’altro che non potrà mai convincere. L’unico modo per valorizzare di nuovo questa competizione è darle il giusto peso, una collocazione buona nel calendario e magari, perché no, anche punti per il ranking per chi la gioca. Su questo se ne potrebbe parlare. I modi per rinvigorirla ci sarebbero. Basta volerlo, guardando oltre il portafoglio, perché la passione non si compra, la si vive.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Thiem rientrerà a dicembre all’esibizione di Abu Dhabi

    Dominic Thiem

    Continua il lungo percorso di riabilitazione per Dominic Thiem. L’austriaco, fermo da molti mesi per un serio infortunio al polso, questa settimana è tornato in campo con la racchetta per alcune brevi sessioni di allenamento. Sembra che non abbia avvertito problemi, ma ci vorrà ancora del tempo per poter spingere al massimo e quindi rientrare in torneo.
    Thiem ha programmato il suo rientro alla esibizione di Abu Dhabi, che si svolge a dicembre come tappa di avvicinamento alla trasferta australiana. Il suo desiderio sarebbe rientrare in una competizione ufficiale alla ATP Cup, ma tutto dipende da come procederanno le prossime settimane, decisive a testare la stabilità e salute dell’articolazione lesionata.
    Il peggio quindi sembra alle spalle, ma per un tennista un infortunio al polso è uno dei problemi più delicati da affrontare e superare. Le ricadute sono frequenti, viste le enormi sollecitazioni che l’articolazione subisce durante il gioco, per questo il percorso di riabilitazione è molto lungo e procede per gradi. LEGGI TUTTO

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    F1, mondiale di centro gruppo: la McLaren vince il titolo di migliore del midfield

    L’ultimo round della stagione più travagliata di sempre, per la situazione mondiale che stiamo attraversando, non si è rivelato così esaltante in termini di spettacolarità in pista, escludendo la qualifica. Il GP disputatosi in quel di Abu Dhabi è stato piuttosto una passerella che ha condotto ai verdetti finali, soprattutto per il midfield, che alla vigilia non erano ancora scritti. Infatti l’ultima bandiera a scacchi della stagione ha sancito un ribaltamento della situazione di vertice fra i team di centro gruppo. La McLaren ha agguantato la posizione di leadership del midfield, strappando la miglior posizione alla Racing Point, che ha vissuto un fine settimana tutt’altro che da protagonista.
    Il team di Zak Brown e Andreas Seidl, sembra aver fatto tesoro di tutto ciò che è stato appreso nel corso della stagione, mettendolo in pratica sotto i riflettori di Abu Dhabi e andando quindi a strappare il miglior risultato. Dal punto di vista tecnico il circuito nasconde diverse insidie legate a due fattori fondamentali come il bilanciamento della monoposto e la gestione gomme. Ai primi due settori molto veloci, si oppongono le undici curve dell’ultimo settore. La McLaren per tutto il weekend si è ben spostata con il circuito siglando ottime performance. Al sabato è arrivata la seconda fila in griglia, grazie al quarto tempo di un incredulo Lando Norris per l’ottimo giro compiuto; separato solo da Alexander Albon, invece Carlos Sainz. Sono arrivate soltanto conferme alla domenica, con l’inglese che dopo aver ceduto il passo alla Red Bull di Albon, si è dimostrato decisamente costante così come il compagno, nel corso dell’intero GP. Nonostante i due scattassero al via su mescole differenti, nel momento della safety car, il team ha optato per un doppio pit-stop che ha messo entrambe le punte su pneumatici hard. I tempi si sono mantenuti molto buoni fino alla bandiera a scacchi, dando prova di un’ottima gestione gomme ad opera sì dei due, ma anche grazie all’ottima monoposto in pista. Quest’ultimo può rivelarsi quindi un tassello importante per costruire un 2021 su basi ancor più ambiziose.
    Ad una Mclaren così brillante, si è contrapposta invece una Racing Point che aveva cominciato il proprio fine settimana già in salita. Sergio Perez infatti, uscito trionfante dal Bahrain, aveva iniziato il suo ultimo weekend in veste rosa con la consapevolezza che alla domenica sarebbe scattato dal fondo per via della sostituzione dei componenti della PU giunti a fine ciclo. Nei primissimi giri di gara il messicano aveva già compiuto diversi sorpassi, se non fosse che un problema di pressione dell’olio del motore, lo abbia appiedato dopo nemmeno dieci tornate. Si è dovuto puntare tutto quindi su Lance Stroll, che però al sabato, pur avendo strappato una posizione valida per il Q3, non è andato oltre l’ottavo tempo. Una piazza replicata in gara ma persa poi nell’ultimo giro a favore della Renault di Esteban Ocon. Il buon passo mostrato quindi dal team di Silverstone al venerdì, non è stato confermato alla domenica da Stroll. Il ritiro amaro di Perez ha tolto quindi ogni possibilità di replica verso i diretti rivali della McLaren, usciti vincitori dal duello.
    È andata meglio alla Renault, con un Daniel Ricciardo che nell’ultimo GP disputato fra le fila del team transalpino si è rivelato uno dei migliori in pista, se non il migliore, assieme a Max Verstappen, vincitore del GP. L’australiano infatti ha stupito non poco, dopo due giornate in pista non così semplici. Al venerdì aveva infatti saltato l’intera prima sessione di libere, a causa di una noia tecnica legata al motore. In qualifica non era andata meglio del dodicesimo tempo, alle spalle del compagno. A ribaltare una qualifica deludente per il team di bandiera francese, proprio la grande condotta di gara dell’australiano. Ricciardo ha infatti adottato una strategia che ha previsto un primo stint su gomma hard, per poi passare alle medie. La strategia si è rivelata vincente grazie all’ottima gestione degli pneumatici, con cui ha mantenuto un ottimo ritmo nel corso dei tre quarti di gara. Passo mantenuto costante e veloce nel finale, dove ha anche fatto segnare l’ultimo giro veloce assoluto della stagione, nel giro conclusivo.
    Nel campionato che esclude i tre top team, seppur si sia trattato si una Ferrari di bassa classifica, l’AlphaTauri chiude l’anno alle spalle di McLaren, Racing Point e Renault. A Yas Marina, il team faentino ha confermato in suo trend positivo soprattutto in qualifica, dove ha centrato la doppia qualificazione per il Q3 per la terza volta consecutiva. Ha mostrato invece qualche acciacco in più dal punto di vista del passo gara, riuscendo però a rispondere a diversi colpi tentati dai diretti avversari, soprattutto dal lato box di Pierre Gasly. Anche se non sempre ottenendo risultati grandiosi, come la vittoria a Monza o il podio in Germania, lo junior team di Helmut Marko ha sempre fatto passi avanti in classifica nel corso di questo campionato, concludendo quasi sempre in top 10 con almeno una monoposto, ad esclusione degli appuntamenti in Ungheria e Turchia.
    Nel gruppetto che racchiude l’ultima fascia della griglia, è l’Alfa Romeo Racing ad ottenere il piazzamento migliore. Ad Abu Dhabi, dopo l’ottima performance di Antonio Giovinazzi del sabato, quando si era qualificato per il Q2 rifilando mezzo secondo al compagno, è stato Kimi Raikkonen a prevalere in gara, sprigionando il massimo dalla sua monoposto alla domenica. Bisogna sottolineare come il team italo-svizzero sia la squadra che ha compiuto un progresso più significativo, nel confronto fra le performance di inizio e fine stagione.
    Classifica piloti
    Daniel Ricciardo Renault 256
    Lando Norris McLaren 230
    Sergio Perez Racing Point 223
    Carlos Sainz McLaren 198
    Pierre Gasly Alphatauri 164
    Lance Stroll Racing Point 163
    Esteban Ocon Renault 147
    Daniil Kvyat Alphatauri 114
    Kimi Raikkonen Alfa Romeo Racing 59
    Antonio Giovinazzi Alfa Romeo Racing 39
    George Russell Williams 29
    Nico Hulkenberg Racing Point 28
    Kevin Magnussen Haas 24
    Romain Grosjean Haas 24
    Nicholas Latifi Williams 22
    Classifica costruttori
    McLaren 428
    Racing Point 414
    Renault 403
    AlphaTauri 278
    Alfa Romeo Racing 98
    Williams 51
    Haas 48
    Classifica giri più veloci
    Daniel Ricciardo Renault 7
    Lando Norris McLaren 3
    Carlos Sainz McLaren 2
    Lance Stroll Racing Point 1
    Nicholas Latifi Williams 1
    Romain Grosjean Haas 1
    Pierre Gasly Alphatauri 1
    Sergio Perez Racing Point 1 LEGGI TUTTO

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    Annullato per il 2020 il torneo di Abu Dhabi

    Annullato per il 2020 il torneo di Abu Dhabi

    Non ci sarà alcun torneo di esibizioni di Abu Dhabi.L’evento che ormai era diventato un classico di fine anno e che si teneva fino allo scorso anno ad Abu Dhabi non avrà luogo quest’anno, come hanno comunicato gli organizzatori del torneo sui loro social, dopo che i proprietari hanno deciso di annullarlo per il Covid-19.

    Un evento regolare, che si disputava dal 2009, in cui si sono sfidate alcune delle migliori racchette del mondo, il 2020 ha mietuto un’altra nuova vittima a causa della pandemia. LEGGI TUTTO