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    F1, SONDAGGIO | Questa Formula 1 vi piace così com’è?

    Altro Gp altro caos decisionale in F1. Dopo il convulso post gara in Arabia Saudita con Alonso prima penalizzato, poi no, ecco una nuova serie di scelte discutibili nel finale del Gp Australia. Da quando è subentrata Liberty Media la massima formula sta prendendo una piega molto diversa nella gestione rispetto al passato targato Ecclestone.
    F1, SONDAGGIO | Questa Formula 1 vi piace così com’è?

    Lo show è diventato ancora di più un “must”, si sono riscritte le regole del gioco ma facendo anche molta confusione e alimentando inevitabili polemiche. Assistiamo sicuramente a competizioni e temi tecnici interessanti ma spesso la chiarezza nelle decisioni da prendere sul momento latita, e tanto con il serio rischio di far diventare questo sport un terreno di dibattito tra avvocati Azzeca-garbugli. Le discussioni e le critiche a chi ha in mano il sistema divampano così come si registrano indiscutibili apprezzamenti allo spettacolo messo in piedi.
    A questo punto urge, quindi, interrogarsi su dove la F1 stia andando partendo dal comprendere bene il suo livello di gradimento generale. È fondamentale, dunque, capire una buona volta per tutte l’orientamento dei followers con una domanda secca, che vi rivolgiamo: questa F1 così com’è oggi vi piace o no? A voi la parola e il centro dell’attenzione perché è sempre l’appassionato il fulcro su cui regge qualsiasi sport. LEGGI TUTTO

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    F1 2023, Gp Australia: le pagelle. FIA inqualificabile, paradosso Ferrari, Verstappen inarrivabile

    Va in archivio anche il terzo appuntamento del mondiale 2023 di Formula 1. Dall’Australia, precisamente da Melbourne, il Circus va in pausa per tre settimane con certezze e perplessità che non sembrano trovare risposte. Una verità assoluta è la superiorità netta (ma non imbarazzante come nelle prime due gare) della Red Bull, che torna alla vittoria sul circuito australiano con Max Verstappen. Segnali di ripresa dalla Ferrari, nonostante il risultato molto negativo. Ma la copertina è tutta per l’ennesima, scellerata dimostrazione di inadeguatezza della FIA.

    VOTO 10 ALLA PROFEZIA DI ECCLESTONE
    “Per gli americani sarà anche una gran cosa, ma stanno trasformando il mio ristorante di lusso in un banalissimo McDonald’s”. Con queste parole datate 28 ottobre 2017, Bernie Ecclestone sembrava preannunciare ciò che, di fatto, si sta vedendo negli ultimi anni. Quanto successo a Melbourne incarna perfettamente il senso delle parole dell’ex patron della Formula 1, che da sport adrenalinico e di nicchia è stato trasformato da Liberty Media in fenomeno da baraccone utile solo per costruirci serie televisive.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN E ALLA RED BULL, VINCENTI MA NON PERFETTI
    Nelle prime due gare hanno rasentato la perfezione. Nel week-end di Melbourne, però, Max Verstappen e la Red Bull si sono limitati ad essere vincenti. Già, perché il team campione del mondo non ha condotto un Gran Premio da lode, lasciando qua e là sbavature che, tuttavia, non hanno cambiato la sostanza: la RB19 resta di un altro pianeta. Per l’olandese il momento più alto è stato il giro da alieno in qualifica, che gli è valso la pole. In gara, poi, si è limitato al “compitino”, dopo un paio di partenze non brillanti e un errore a fine gara. Ma alla fine conta il risultato.
    VOTO 8 A HAMILTON E ALONSO, VECCHI (?) LEONI INDOMABILI
    38 anni il primo, 41 il secondo. Eppure, l’età per Lewis Hamilton e Fernando Alonso continua ad essere soltanto un numero. In una pista amica per entrambi, i due “vecchietti” della Formula 1 dimostrano ancora una volta tutto il loro talento e la loro qualità, conquistando gli altri due gradini del podio con pieno merito. L’inglese trova un feeling inaspettato con la Mercedes, mentre lo spagnolo continua la sua terza giovinezza, confermandosi l’unico (insieme a Verstappen) sempre a podio nelle prime gare. Qualcuno li cloni.
    VOTO 7 A SAINZ, BRAVO E SFORTUNATO
    Il dodicesimo posto finale, drogato da una penalità su cui si può discutere ampiamente, tradisce la gara coriacea di Carlos Sainz. Paradossalmente resa tale proprio dalla sfortuna: già, quella che dopo il cambio anticipato di gomme al nono giro, lo blocca all’11°posto per via della bandiera rossa. Da lì inizia una sequenza di sorpassi impressionante, su tutti quello meraviglioso su Gasly per il quarto posto. Alla fine è vittima della follia della FIA, anche se una percentuale di responsabilità nel contatto con Alonso dopo la seconda ripartenza resta. Però, per spirito e (finalmente) ritmo, la gara resta molto positiva.

    VOTO 6 ALLA FERRARI, A SECCO DI PUNTI MA CON TIMIDI SEGNALI POSITIVI
    Il paradosso è lo 0 alla voce punti raccolti nel week-end migliore della stagione, almeno in termini di prestazione. La Ferrari, fondamentalmente, ritrova risposte incoraggianti in Australia, come testimonia la gara solida di Sainz (al netto della penalità finale). Resta intatta, ovviamente, l’opinione di macchina nata malissimo e, ad oggi, desolatamente quarta forza del mondiale. Ma per tentare una risalita che appare complicatissima, serve trovare qualche spiraglio di positività. Certo, se poi si evitassero certe topiche come in qualifica (la pioggia quando arriva?), che compromettono tutto il lavoro del team, tutto sarebbe migliore…
    VOTO 5 ALLA SFORTUNA DI RUSSELL
    Poteva essere un week-end da sogno, chissà… Di sicuro, alla fine si è rivelato un incubo. Il riassunto della domenica di George Russell è degno delle montagne russe. Partenza bruciante a mettere le ruote davanti a Verstappen, buttata via dalla scelta (discutibile) della Mercedes di richiamarlo ai box dopo l’incidente di Albon, sacrificando in un certo senso anche la gara di Hamilton. Da lì, poi, il climax della sfortuna tocca i picchi più alti: prima la bandiera rossa che lo fa crollare al settimo posto, poi la rottura del motore che chiude una gara dal sapore di “ciò che poteva essere, ma che non è stato”.
    VOTO 4 A LECLERC, TROPPO AZIENDALISTA E POCO PILOTA
    Dalle stelle alle stalle. Un anno fa un dominio da rievocare memorie schumacheriane, ora una gara durata appena tre curve. E forse, il week-end australiano di Charles Leclerc non poteva che chiudersi in questo modo. Figlio di una mancanza di feeling con il tracciato esplosa al sabato, quando in qualifica si consuma l’ennesimo patatrac fratricida con l’ingegnere di pista Marcos e Carlos Sainz. Una nuova occasione per mettere in evidenza la scarsa vena istintiva propria di un campione del monegasco che può aiutare in situazioni da 50-50, su cui prende la paga anche dal compagno di squadra. Il resto, poi, è tutto una conseguenza: la foga di recuperare, lo scontro con Stroll, l’epilogo nella ghiaia.
    VOTO 3 AL SUICIDIO ALPINE TARGATO GASLY-OCON
    Fino al 56° giro, si è vista l’Alpine in formato 2022. Il team francese, soprattutto con Pierre Gasly, si è reso protagonista di una corsa di assoluto livello, elevata dal corpo a corpo con Carlos Sainz per il quarto posto. A stupire, in particolare, è stato il ritmo della macchina, davvero ben bilanciata e in grado di ambire a posizioni interessanti. Tutto, però, è stato buttato alle ortiche dal suicidio dopo la seconda ripartenza: uno scontro in famiglia con Ocon che costa punti preziosissimi, gettando nello sconforto tutto il team.
    VOTO 2 A XAVI MARCOS, UNO DEI PROBLEMI DELLA FERRARI
    Tanti indizi fanno indiscutibilmente una prova: Xavi Marcos è uno dei problemi della Ferrari. Sia chiaro, non il più grave, o quello a cui dare assoluta priorità, ma uno di quelli che contribuisce a rendere più complessa la situazione. Nel rapporto tra pilota e ingegnere di pista la base dovrebbe essere una chiarezza nella comunicazione: ecco, con Charles Leclerc sembra esserci tutto fuorché questo. Manca chiarezza, manca (forse) anche fiducia del pilota nei confronti del suo primo riferimento. Tutto ben sintetizzato nei concitati team radio nei minuti finali delle qualifiche. Che fanno il palio con quello (imbarazzante) di Jeddah. Proprio perché è un problema piccolo (rispetto agli altri), l’impegno richiesto per risolverlo non dovrebbe essere elevato. A buon intenditor…
    VOTO 1 ALLA FIA, ABILE A OLTREPASSARE SEMPRE I LIMITI DEL RIDICOLO
    La deriva mainstream a cui sta andando incontro la Formula 1 ha fatto perdere completamente la bussola alla FIA. Che, evidentemente, ha dimenticato l’ABC del regolamento del Circus, che deve mettere in cima la sicurezza dei piloti. Ecco, come si pretende di farlo se pensi di riproporre la stessa procedura di ripartenza del 9° giro al 56°? Per indole i piloti sono portati a rischiare, così ne amplifichi inevitabilmente le possibili conseguenze. Stride particolarmente, poi, la volontà di chiudere la gara con la bandiera a scacchi, seppur con un solo giro da compiere: come mai a Monza nel 2022 tutta questa voglia non c’era? In tutto questo, le tempistiche della penalità per Sainz sembrano quasi quisquilie. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Australia: bandiera rossa al giro 9 per l’incidente di Albon

    Gran Premio d’Australia F1 2023: bandiera rossa al giro 9 per l’incidente di Alex Albon. Penalizzati George Russell e Carlos Sainz che avevano fatto poco primo il pit stop, in regime di Safety Car.

    Al giro 9 del Gran Premio d’Australia 2023 di Formula 1, Alex Albon è finito a muro con la sua Williams, mentre occupava un’ottima settima posizione. A fronte di questo, i commissari di gara hanno deciso prima per una Safety Car e poi per la bandiera rossa.
    Con l’ingresso della vettura di sicurezza, la Mercedes ha richiamato ai box George Russell, mentre occupava la prima posizione in gara. Analoga decisione anche per la Ferrari di Carlos Sainz (4°). La bandiera rossa ha poi di fatto penalizzato sia l’inglese che lo spagnolo, in quanto anche tutti gli altri piloti hanno potuto smarcare il cambio gomme, durante la sosta per la pulizia della pista.
    Russell è ripartito poi dalla settima posizione, Sainz addirittura dall’undicesima. LEGGI TUTTO

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    F1 2023, Gp Australia: Leclerc subito out alla partenza!

    Continua il periodo nero di Charles Leclerc in questo inizio di stagione di F1 2023 e, di riflesso, della stessa Ferrari.

    Il pilota monegasco che partiva dalla settima piazzola dello schieramento di partenza del Gp Australia a Melbourne è finito subito fuori strada all’esterno dell’imbocco della curva 3 piantandosi nella ghiaia.
    Decisivo è stato un contatto tra la sua SF-23 e l’Aston Martin di Lance Stroll, nel tentativo di difendere la sua posizione. E con questo ritiro siamo già a due zeri per il ferrarista. Una situazione simile a quella di Verstappen nell’avvio del Mondiale 2022 ma la Red Bull, allora, aveva ben altro potenziale tecnico da sfruttare.

    LAP 1/58
    LECLERC IS OUT OF THE RACE!!!
    The Ferrari driver spins off into the gravel and it’s all over at Turn 3 😫#AusGP pic.twitter.com/iKwyshR5nR
    — Formula 1 (@F1) April 2, 2023 LEGGI TUTTO

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    In arrivo 7 superstar concept al Moab Easter Jeep Safari

    Feice novità per tutti gli amanti dei fuoristrada. Jeep, in occasione della 57esima edizione del Moab Easter Jeep Safari, che si terrà nello Utah dal 1° al 9 aprile, presenterà sette incredibili modelli, tutti unici nel loro genere e caratterizzati da soluzioni di stile e tecnologia speciali. Ma quali sono questi modelli? Nel gruppo sfoggiato dalla casa automobilistica, troviamo un modello elettrico, tre a motore endotermico e tre ibridi plug-in, tutti dotati di prestazioni straordinarie.
    I modello superattesi
    Si comincia da Wrangler Magneto 3.0, terzo prototipo che prefigura un modello elettrico. Con un motore elettrico che permette scegliere tra due impostazioni di potenza: standard da 285 cv e picco 650 da cavalli. Dispone di assali anteriori Dynatrac 60 (rapporto 5,38:1), assali posteriori Dynatrac 80 (rapporto 5,38:1), ruote off-road beadlock da 20 pollici, pneumatici da 40 pollici per terreni fangosi e un kit di sollevamento su misura da 3 pollici (7,6 cm).
    Scrambler 392 riprende la formila del pick-up compatto e decappottabile del 1981 spinto da un V8 Hemni da 6,4 litri e cavalli. Dispone del kit di sospensioni pneumatiche AccuAir, sviluppato per Jeep Wrangler e Gladiator. Questo sistema consente un sollevamento delle sospensioni da 1,5 pollici (3,8 cm) a 5,5 pollici (14 cm) e può essere regolato al volo mediante un controller in cabina o un dispositivo wireless con bluetooth a lungo raggio.
    Cherokee 4xe 1978 nasce da una Cherokee di quell’anno “unita” a una Jeep Wrangler Rubicon 4xe del 2022. La carrozzeria originale è stata radicalmente modificata e gli esterni combinano le proporzioni originali con una verniciatura multicolore brillante e inconfondibilmente anni Settanta. Sotto il cofano la combinazione di due motori elettrici, un pacco batterie ad alta tensione e un motore I-4 turbo da 2,0. Un cambio automatico a otto marce è stato abbinato a un riduttore 4:1 .
    Wrangler Rubicon 4xe sfoggia un’accattivante livrea rosa con accenti in Gloss Black sulla griglia anteriore e sulle cornici dei fari. Il pezzo forte degli interni è il cruscotto in vernice nera, ornato da una cerniera che nasconde uno strato di velluto rosa.
    Grand Wagoneer Overland trova il suo habitat ideale nella natura più, sfrutta il nuovo propulsore Hurricane Twin Turbo 510 cv da 3,0 litri. La caratteristica principale è uno Skyloft RedTail Overland su misura applicato alla parte superiore del tetto. Realizzato in fibra di carbonio, si apre in circa 10 secondi dall’interno, semplicemente spingendo verso l’alto con un braccio.
    Wrangler Rubicon 4xe Departure è dotato di cerchi KMC Impact OL da 17 per 8,5 pollici in Vintage Bronze e pneumatici BFGoodrich da 37 pollici, di un kit di sollevamento JPP da 2 pollici (5 cm) con ammortizzatori ad alte prestazioni. Questi componenti utilizzano serbatoi remoti per garantire una maggiore capacità di raffreddamento, aumentare la corsa delle sospensioni e migliorare le capacità off-road.
    Gladiator Rubicon Sideburn è spinto da un V-6 Pentastar da 3,6 litri, dotato di un kit di rialzo JPP da 2 pollici (5 cm) con ammortizzatori ad alte prestazioni, cerchi neri HRE da 17 per 9 pollici FT1 a sei razze che montano pneumatici BF Goodrich da 37 per 13 pollici. Spicca un esclusivo paracolpi, la sensazione open-air è rafforzata dalle mezze porte realizzate Jeep Performance Parts.
    Jeep, gamma Renegade e Compass arricchita: le nuove versioni ibride e mild hybrid LEGGI TUTTO

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    Tre domande ad Andrea Ferrari, Performance Coach di Charles Leclerc

    Tre domande ad Andrea Ferrari, Performance Coach di Charles Leclerc, alla vigilia del Gran Premio d’Australia 2023 di Formula 1.

    1. Si affronta la trasferta più lunga della stagione: come ci si organizza per fare in modo di minimizzare le conseguenze del lungo viaggio e di organizzare al meglio l’adattamento del pilota al fuso orario?Andrea Ferrari: “La gestione del jetlag è una delle difficoltà maggiori per un pilota. Il calendario di Formula 1 tocca quattro continenti e di conseguenza molti sono i fusi orari da gestire. La riduzione dei tempi del sonno (si parla di privazione se scende sotto le cinque ore) e il peggioramento della sua qualità, possono incidere in maniera significativa sulla prestazione dell’atleta condizionando l’apprendimento, la memoria, la percezione del dolore, l’infiammazione di determinate zone del corpo e lo stato immunitario. Sicuramente il fuso orario dell’Australia è uno dei più difficili da gestire, con ben nove ore in più rispetto a quello italiano. La cosa più importante è programmare al meglio le ore di sonno duranti i voli, definire quando dormire e quando invece è meglio rimanere svegli per minimizzare le conseguenze del jetlag una volta atterrati. Prepariamo il viaggio nei minimi dettagli”.
    2. A livello di alimentazione ci sono accorgimenti particolari? C’è una dieta anche in volo? Come si gestiscono i pasti una volta arrivati a destinazione?Andrea Ferrari: “Anche per quanto riguarda l’alimentazione e l’idratazione viene pianificato tutto in vista del volo. Studiamo attentamente quali sono i momenti migliori per mangiare a bordo – che spesso non coincidono con quelli in cui le compagnie aeree propongono il pasto – e ovviamente curiamo in maniera minuziosa anche gli alimenti che devono essere assunti. Il pasto può anche essere funzionale al sonno, per cui è meglio prediligere cibi leggeri e poco speziati.”.

    3. Parliamo di te: come è il tuo ruolo? Quali sono le cose che ti piacciono di più? Quale invece l’aspetto più pesante?Andrea Ferrari: “Mi occupo in generale delle prestazioni fisiche di Charles e, oltre a pianificare il suo allenamento fitness, coordino fisioterapisti, nutrizionisti, biologi, fisiologi e medici specialisti, che si occupano anche di garantire il suo livello di prestazione e il suo benessere generale. Con un calendario di gare particolarmente fitto, una parte impegnativa di questo ruolo è assicurarsi che tutte queste persone siano perfettamente allineate e in grado di prendere decisioni basate sulle ultime variazioni del programma. Mi piace molto il mio lavoro perché sento di dare un contributo significativo alla costruzione della sua prestazione. È quello per cui ho studiato e mi sforzo costantemente di ampliare le mie conoscenze, dedicando a questo gran parte dell’anno”. LEGGI TUTTO

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    F1, Gran Premio d’Australia 2023: numeri e curiosità

    Come lo scorso anno, il Mondiale di Formula 1 disputa la sua terza tappa stagionale in Australia, sul circuito di Albert Park, a Melbourne.

    Gran Premio d’Australia F1 2023: numeri e curiosità4. Le edizioni del Gran Premio d’Australia disputate a Melbourne in cui c’è stato un unico leader della corsa. L’ultimo caso è stato quello di Charles lo scorso anno, quando il monegasco ottenne anche il suo primo “grand chelem”, ovvero vittoria, pole position e giro veloce comandando dal primo all’ultimo giro. In precedenza a essere capaci di un’impresa simile erano stati Nico Rosberg (2014), Jenson Button (2009) e Michael Schumacher (2004). Tenendo conto anche delle edizioni disputate ad Adelaide hanno comandato dall’inizio alla fine anche Ayrton Senna nel 1991 – in una gara che tuttavia durò solo 14 giri a causa della pioggia battente – e Gerhard Berger con la Ferrari F1-87.
    6. Melbourne è la capitale mondiale delle volpi. Nella regione urbana della città, secondo gli ultimi dati dello stato di Victoria (2020), ci sono sei volpi per ogni chilometro quadrato. Nonostante questi numeri, vederne una è ancora relativamente difficile perché sono animali estremamente diffidenti, prudenti e nottambuli.

    46,4. La temperatura più alta mai toccata a Melbourne nella storia. È stata registrata durante l’ondata di caldo record verificatasi tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2009. La temperatura più alta registrata in assoluto fu di 48,8° a Hopetoun, nell’entroterra dello stato del Victoria. A lungo l’Australia è stata la zona sopra la quale si è trovato il tristemente celebre “buco nell’ozono”, che si è finalmente richiuso nel corso del 2021.
    1835. L’anno di fondazione della città di Melbourne. Il villaggio era stato chiamato Batmania, non perché i primi colonizzatori avessero una smodata passione per l’uomo pipistrello di Gotham City – peraltro inventato nel 1939 – ma in onore di John Batman, l’esploratore che stabilì che quel luogo sulle rive del fiume Yarra, nella sacra terra degli aborigeni Wurundjeri, sarebbe stato adatto alla costruzione di una città. Alla fine il centro abitato prese il nome dal primo ministro britannico dell’epoca: Lord William Lamb, visconte di Melbourne..
    1970. L’anno in cui lo Stato di Victoria rese obbligatorie le cinture di sicurezza per i sedili anteriori delle automobili. Furono inventate a metà del XIX secolo dall’aviatore inglese George Cayley. Al 1885 risale il primo brevetto usato nell’industria automobilistica, da parte del newyorkese Edward J. Claghorn. La prima automobile ad essere progettata con cinture di sicurezza di serie fu la Tucker Torpedo del 1948. Subito dopo lo stato di Victoria fu la Cecoslovacchia a rendere obbligatorio il dispositivo, sempre nel 1970. Due anni più tardi apriva in Italia la Sabelt, fondata da Piero e Giorgio Marsiaj, che è Technical Partner delle cinture di sicurezza della Scuderia Ferrari in Formula 1. LEGGI TUTTO

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    Qualcuno salvi la Formula 1

    Una squadra di calcio che nella rosa può vantare nomi del calibro di Messi, Ronaldo, Mbappe ed altri campioni, viene costretta a scendere in campo in 7 contro 11 contro una squadra di prima categoria per mantenere lo spettacolo della partita. Intrattenimento? Molto. Si può ancora parlare di sport? Assolutamente no. È più o meno quello che Liberty Media vorrebbe che succedesse in Formula 1. Foto: @AlpineF1Team

    Il dominio Red Bull di queste prime gare del 2023 era totalmente inaspettato dagli americani. O almeno, non rientrava nei loro piani. I regolamenti stilati per il 2022 dovevano aiutare tutti a competere. Nelle menti illuminate dei proprietari del Circus c’era l’idea che tutti i team, dalla Ferrari alla Williams, si sarebbero potuti giocare la vittoria di ogni appuntamento. Con i sorpassi a farli da padroni. Si sa, quello a stelle e strisce è il paese dello sport-spettacolo, ma la direzione intrapresa è sempre più in favore di quest’ultimo. L’Europa, dal canto suo, ha una cultura diversa.
    Quello di Liberty Media sta diventando un forzare la mano. Ma quando la corda viene troppo tirata rischia di spezzarsi. I rumors secondo i quali si vorrebbe un ulteriore cambio di regolamento in corsa per togliere o diminuire il vantaggio della Red Bull a favore dello spettacolo risultano quindi davvero fastidiosi. E suonano di presa in giro verso gli appassionati veri di questa disciplina. Perché, che si voglia o no, si tratta ancora di una disciplina sportiva.
    La F1 ha sempre vissuto di ere, di domini alcune volte, di campionati equilibrati altre. Ma tutte sono state frutto del lavoro degli ingegneri e della capacità di guida dei piloti. Non di scelte prese in una tavola rotonda. Questo si chiama sport. Non spettacolo a tutti i costi. Anche perché lo spettacolo, agli occhi di chi lo sa vedere, sta anche nella dominante guida di Max Verstappen e nella genialità di un ingegnere come Adrian Newey. Oltre che nella battaglia, sempre presente, a centro gruppo e in zona podio.

    Adesso ci si mette anche Stefano Domenicali, CEO di Liberty, che, in maniera troppo aziendalista, propone la cancellazione delle prove libere. Non interessano a nessuno. Questa la giustificazione. Come non bastasse già la copiosa limitazione ai test. Ma non ci sarà giustificazione poi ad un eventuale disamore della scorza dura degli appassionati. Di chi, ogni venerdì, non aspetta altro che vedere e analizzare i primi dati provenienti dalle prove libere. Nessuno le tocchi.
    Il tentativo di Liberty Media di giocare con i regolamenti a proprio piacimento, senza una ratio ben precisa, deve assolutamente naufragare. Risulta assordante, poi, il silenzio della FIA, l’organo che si dovrebbe opporre a tutto ciò. Quello che avrebbe il compito di rappresentare i veri valori di questo sport. Qualcuno salvi la F1 da una deriva preoccupante e se non ci penserà la FIA, dovranno essere i tifosi a far sentire la propria voce. LEGGI TUTTO