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    Gp Germania (Eifel) F1 2020: Orari TV Sky e TV8, programma e diretta web

    La guida introduttiva al Gran Premio di Germania (Eifel) F1 2020 dove trovare tutte le informazioni per seguire gli eventi live in tv e sul nostro sito.

    Dopo una piccola pausa la Formula 1 torna a dare spettacolo su un tracciato dove in passato si sono scritte le pagine di storia e, sebbene la pista sia stata decisamente ridisegnata, il fascino e la leggenda del Nurburgring sono rimaste invariate, per cui sarà fantastico per i tifosi e gli appassionati assistere al Gran Premio di Germania (Eifel) F1 2020.
    GP GERMANIA EIFEL F1 2020: ORARI TV
    Il Gp di Germania (Eifel) F1 2020 sarà trasmesso interamente dalle reti Sky, in diretta e in esclusiva per gli abbonati Sky Sport. Qualifiche e gara saranno visibili poi in chiaro, anche se in differita, sul canale TV8.
    Tuttavia potrete seguire la nostra diretta su CircusF1, dove avrete a disposizione tutti i tempi (Live Timing), il commento (scritto e in audio, grazie alla web radio LiveGp), le classifiche aggiornate minuto per minuto, le foto e molto altro.

    VENERDI’ 09 OTTOBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    11:00 – 12:30 | Prove Libere 1 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    15:00 – 16:30 | Prove Libere 2 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    * Prove Libere 1 e 2: nessuna differita su TV8

    SABATO 10 OTTOBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    12:00 – 13:00 | Prove Libere 3 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    15:00 – | Qualifiche | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    * Qualifiche: differita TV8 ore 18.00. Prove Libere 3: nessuna differita su TV8

    DOMENICA 11 OTTOBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    14:10 – | Gara | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    * differita su TV8 alle 18:00

    GP GERMANIA (EIFEL) F1 2020: LA DIRETTA WEB, GRAZIE AL NOSTRO LIVE
    Anche quest’anno potrai seguire gratis e in tempo reale su CircusF1 la diretta di prove libere, qualifiche e gara con aggiornamenti in real time su ciò che avviene in pista e non solo.
    GP GERMANIA (EIFEL) F1 2020: IL CIRCUITO

    Nome: Nurburgring Gp-StreckeLocalità: Nurburg, GermaniaLunghezza: 5.148mNumero di curve: 15Giri: 60 con un totale di 308,617 kmPrimo GP: 1951Podio 2013: 1° Sebastian Vettel (RBR), 2° Kimi Raikkonen (LOT), 3° Romain Grosjean (LOT).

    GP GERMANIA (EIFEL) F1 2020: LE CARATTERISTICHE DELLA PISTA
    La leggendaria pista tedesca presenta molte curve di percorrenza e lunghi rettilinei, per questo motivo il carico aerodinamico richiesto è medio.
    Una particolarità di questa pista sono i saliscendi dovuti appunto all’altopiano dell’Eifel, da cui prende la denominazione il Gran Premio. La prima frenata è in discesa con una curva molto stretta difficile da fare, successivamente, nella Mercedes Arena si ha una curva in salita, per poi riscendere in direzione del tornante Dunlop.  I saliscendi proseguono poi per tutto il tracciato con la difficilissima frenata di curva 10. La difficoltà principale sarà quindi quella di trovare i giusti punti di frenata e soprattutto inizialmente saranno frequenti i bloccaggi.
    Saranno presenti 2 zone DRS: la prima sul rettilineo principale, la seconda tra curva 11 e curva 13.
    GP GERMANIA (EIFEL) F1 2020: LE SCELTE DI PIRELLI
    Nel 2013, la Pirelli era già da qualche anno in Formula 1, quindi ha esperienze su questo circuito, ma negli anni le vetture sono cambiate tantissimo e per questo motivo il tracciato del Nurburg rappresenterà una sfida tutta nuova. Sulla pista tedesca la Pirelli ha deciso di portare le mescole: C2 (Hard-Fascia Bianca), C3 (Medium-Fascia Gialla) e C4 (Soft-Fascia Rossa). Ricordiamo inoltre che ogni pilota avrà a disposizione: 2 set di Hard, 3 di Medium e 8 di Soft.
    GP GERMANIA (EIFEL) F1 2020: ALBO D’ORO*

    Maggior numero di Vittorie per pilota: Michael Schumacher (5)Maggior numero di Vittorie per team: Ferrari (14)Maggior numero di Pole-Position per pilota: Jim Clark (4)Maggior numero di Pole-Position per team: Ferrari (15)Maggior numero di Podi per pilota: Michael Schumacher (8)Maggior numero di Podi per team: Ferrari (41)

    (*) Le statistiche riguardano il tracciato del Nurburgring che in passato ha ospitato Gran Premi con diverse denominazioni. LEGGI TUTTO

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    F1, Minardi: l’uscita di oggi non è una novità ma apre numerosi scenari

    “Una notizia che ha spiazzato tutti, anche se fa parte del progetto iniziare dei giapponesi”. Questo il commento di Gian Carlo Minardi che ci spiega poi quali scenari potrà aprire in F1 la decisione di Honda di lasciare il Circus.

    Gian Carlo Minardi | CircusF1

    “Certamente per i diretti interessati questa non è stata una notizia improvvisa e si staranno già muovendo su diversi fronti”, ha commentato Gian Carlo Minardi, dal Mugello, dove era impegnato nel Racing Weekend ACI Sport.
    “La fuoriuscita della Honda è frutto del nuovo Concord Agreement, che permette a tutti di uscire dalla Formula 1 con un solo anno di avviso, senza dover pagare una penale. Onestamente non è un buon segnale per il paddock. Una notizia che ha spiazzato tutti, anche se fa parte del progetto iniziare dei giapponesi, che avevano dichiarato fin dall’inizio la loro permanenza fino al 2021″, ha proseguito il manager faentino.
    La Honda è pronta a chiudere un ciclo non certamente facile, anche se stava iniziando a raccogliere i frutti con la Red Bull, che ora dovrà bussare alle porte di Ferrari, Renault e Mercedes: “Questa decisione apre a numerosi scenari, tra i quali il cambio di strategia in casa Mercedes con un programma proiettato solamente alla fornitura motori. La Mercedes potrebbe vendere il suo team”, ha ulteriormente commentato Minardi.
    Oltre alla fornitura Mercedes, l’altro canale potrebbe essere il ritorno alla Power-Unit Renault, che dal prossimo anno sarà nel Mondiale col marchio Alphine: “I rapporti tra Red Bull e Renault, nel recente passato, non sono stati dei più felici – ha ricordato Minardi – ma in questo momento tutto è possibile”.
    L’uscita della Honda si potrebbe anche leggere come un fallimento dell’era ibrida, ha chiosato Minardi: “La realtà è che in questo momento non ci sono nuovi costruttori interessati ad entrare nel mondiale e dal 2021 avremo solamente tre motoristi… Non il massimo per l’immagine della F1”. LEGGI TUTTO

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    F1, all’Autodromo di Imola prevendita biglietti dal 5 al 25 ottobre

    Scatta la “febbre” per il Gp dell’Emilia-Romagna sulla storica pista di Imola, che rientra nel calendario di F1 dopo 14 anni di astinenza. Da lunedì 5 ottobre, infatti, partirà la prevendita dei biglietti per l’attesissimo weekend del 31 ottobre-1 novembre. Una “febbre”, ovviamente, al ribasso in tempi di Covid-19 che non consentirà i suggestivi e caldi pienoni del passato ma pur sempre molto elevata.
    Il nome Imola, infatti, ha un alto potere seduttivo naturale per tutti gli appassionati dei motori, F1 in primis. Evoca pagine di storia eccitanti (con la brutta parentesi del 1994) scritte sul circuito intitolato ad Enzo e Dino Ferrari dal 1980 al 2006. E così dal 5 al 25 ottobre, oltre alla modalità online sul sito Ticketone, sarà possibile acquistare i preziosi tickets anche recandosi direttamente alla biglietteria dell’Autodromo, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, tra cui soprattutto il contingentamento degli accessi.
    Inoltre sarà necessario comunicare i propri dati personali in quanto il biglietto è nominativo e verrà inviato mediante email. Le ultime due edizioni della corsa imolese di F1, denominata Gp di San Marino recano la firma di due grandi di questo sport: Michael Schumacher e Fernando Alonso. Sono stati loro ad infiammare il pubblico duellando corpo a corpo fino all’ultimo giro per la vittoria della gara. Nel 2005 vinse per un soffio lo spagnolo mentre l’anno dopo lo sfortunato campionissimo tedesco si prese prontamente la rivincita. LEGGI TUTTO

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    Tra Honda e Formula 1 è di nuovo rottura. E ora?

    La settimana che conduce al I Großer Preis der Eifel (Nürburgring, 11 ottobre 2020) è improvvisamente scossa da un autentico terremoto sportivo: Honda, a fine 2021, lascerà la Formula 1.
    Uno scenario non nuovo per la F1 stessa ma che, oggi, si palesa più che mai preoccupante per la categoria.
    La Honda, In F1, vanta un passato ed un presente tanto vincente e prestigioso quanto burrascoso. In estrema sintesi. La Honda entra in F1, in qualità di costruttore totale, nel 1964 per uscirne già a fine 1968. Nel 1983, la Casa nipponica riabbraccia la F1 solo in qualità di motorista: Spirit, Williams, Lotus, McLaren. Piovono successi.
    A fine 1992, la Honda risaluta la compagnia. Il tarlo della F1 è vivo, ed ecco che la Honda ritorna in F1 nel 2000, andando a motorizzare la neonata BAR, quindi anche la Jordan. Dal 2006, la BAR si trasforma nel Lucky Strike Honda Racing F1 Team, infine in Honda Racing F1 Team nel 2007. Frattanto, anche la Super Aguri impiega motori Honda.
    A fine 2008, la Honda saluta — per l’ennesima volta — la Formula 1: i vertici giapponesi, stufi dei magri risultati a fronte di ingenti investimenti, abbandonano il circus iridato.
    Nel 2015, la Honda riprende il filo interrotto a fine 2008. Lo fa in pompa magna, legandosi alla McLaren nell’era delle da poco introdotte e complesse power unit Turbo-ibride. È un disastro. Un magro 2018 con Toro Rosso, quindi il salto di qualità nel 2019 assieme a Red Bull. Honda torna alla vittoria e sul podio.
    In questo 2020 ancora in corso, le power unit Honda hanno già conquistato due successi: Max Verstappen (Red Bull RB16) vince il 70th Anniversary Grand Prix (Silverstone), Pierre Gasly (Alpha Tauri AT01) trionfa a Monza.
    Ci risiamo: a fine 2021, ossia al termine del ciclo di vetture inaugurato nel 2017 e all’alba delle future wing-car che entreranno in vigore a partire dal 2022, Honda abbandona per l’ennesima volta la F1.
    Ma se in passato la fuga della Casa giapponese era sì fragorosa ma, tutto sommato, indolore, oggi rischia di mandare al collasso l’intera F1.
    In F1, infatti rimarranno attivi tre motoristi, uno dei quali — Mercedes — in forte dubbio per gli anni a venire.
    Anche in passato, la F1 ha conosciuto anni di “vacche magre” dal punto di vista del numero di motoristi impegnati in F1. Ricordiamo, a tal proposito, la stagione 1974, quando ai 12 cilindri Ferrari e BRM si affiancava la pletora dei V8 Cosworth DFV. Ma erano tempi diversi, in cui anche un semplice Cosworth poteva essere rimaneggiato e preparato da autentici artigiani della tecnica sino a dare vita ad un nuovo motore. Le versioni dei Cosworth, infatti, potevano differire le une dalle altre a seconda dei preparatori e dei team che andavano a fornire.
    In più, nel 1974 avevamo ben 20 costruttori (con relativi modelli) impegnati — costantemente o in sporadiche occasioni — in F1.
    O come non ricordare il 2014, primo anno delle nuove power unit Turbo-ibride. In quella stagione, a sfidarsi erano solo i V6 Ferrari, Renault e Mercedes.
    Se in passato entrare in F1 era relativamente semplice, oggi significa fare i conti anzitutto con regolamenti che, purtroppo, sopiscono sul nascere la volontà di impegnarsi nella categoria. Budget cap, paletti di ogni sorta, congelamenti, sviluppi bloccati, mancanza di test, un motore sì pressoché unificato per tutti in numerose aree ma, ad ogni modo, complesso e dispendioso nella realizzazione, chilometraggi imposti.
    Insomma, impegnarsi in F1 assomiglia sempre più ad un rompicapo burocratico.
    Che fare?
    Sgombriamo il campo. Le ricette pauperistiche messe ciclicamente sul tavolo sin dai tempi di Bernie Ecclestone non funzionano, non funzionerebbero, non funzioneranno, specie in F1. Ci riferiamo alla commessa per la realizzazione di un motore clienti standard. Un’idea folle. In sostanza, i team che — per varie ragioni — non possono accedere ai motori realizzati dalle Case, possono acquistare il motore clienti, realizzato da una azienda scelta dalla FIA. No, non ci siamo.
    Paradossalmente, le politiche (vere o sedicenti) di contenimento dei costi e di “equilibrio tecnico” forzato hanno prodotto un graduale impoverimento tecnico del “prodotto Formula 1”. Pochi motoristi presenti, nessuno (al momento) interessato ad entrarvi ed un numero di team che si regge sulla punta di uno spillo sono segnali di un meccanismo che, per quanto sfavillante, è sempre pronto ad implodere.
    Urgono, pertanto, giusti (e non demagogici) correttivi.
    Red Bull e Alpha Tauri — due scuderie importanti — sono, in chiave 2022, ancora senza un propulsore. Cosa fare? Non sarà facile, per il team anglo-austriaco e per quello italiano, rimpiazzare Honda. Una power unit Honda, peraltro, ormai divenuta competitivo.
    Mercedes e Ferrari assai difficilmente andranno a spingere le vetture del team di Milton Keynes, Renault difficilmente (ma non impossibile) si legherà nuovamente a Red Bull.
    Più percorribile la pista che porta ad un accordo tra Ferrari e Alpha Tauri, alla luce di un legame che per diverse stagioni ha unito Toro Rosso a Maranello (dal 2007 al 2013 e di nuovo nel 2016).
    L’abbandono di Honda potrebbe, inoltre, avere ricadute sulla progettazione delle nuove vetture di casa Red Bull e Alpha Tauri in ottica 2022. Senza un motore attorno al quale lavorare, risulta arduo approntare un progetto ben integrato. La scelta del nuovo motorista, inevitabilmente, dovrà consumarsi a stretto giro, al fine di amalgamare al meglio telaio e motore sin dalle fasi di progetto.
    La improvvisa fuga della Honda deve far riflettere. È stata vincente la scelta di introdurre complesse, a tratti demagogiche, rigidamente regolamentate power unit Turbo-ibride? No. Si sono rivelate e si riveleranno vincenti le (sedicenti) politiche di contenimento dei costi? No. La F1, in questi ultimi anni, è riuscita ad attrarre ulteriori motoristi? No.
    Il rimedio esiste ma, come spesso accade oggigiorno, si preferisce guardare il dito anziché la Luna. Insomma, si preferisce stringere le maglie a suon di budget cap, congelamenti e standardizzazioni anziché allargarle.
    I motori Turbo costituiscono un’ottima alternativa. Al contempo, poniamo la seguente domanda (retorica): allo stato attuale delle cose, non sarebbe preferibile eliminare (o semplificare) la componente ibrida e aprire le porte ad uno sviluppo continuo dei motori, in base alle proprie esigenze e disponibilità economiche?
    È bene, dunque, tornare ad una F1 più “leggera” e snella, dalle regole meno asfissianti, demagogiche e che cercano di trasformare la massima categoria in una sorta di Formula 2 più veloce.
    Ricette perdenti. Vi dice qualcosa, ad esempio, il fallimento del DTM dell’era “contenimento dei costi” e “vetture tutte uguali”?
    I costruttori vanno e vengono, i motoristi vanno e vengono. È sempre accaduto e sempre accadrà. Sono le corse.
    Ma quando le defezioni si verificano all’interno di un sistema che, a parole, dovrebbe funzionare a meraviglia ma che, nei fatti, scricchiola e non poco, allora è bene resettare il sistema, ormai elefantiaco e sovraccarico di spam.
    E portarlo alle condizioni iniziali. LEGGI TUTTO

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    F1, Honda annuncia il ritiro dalla Formula 1 a fine del 2021!

    Un po’ a sorpresa, la Honda ha annunciato oggi il ritiro dalla F1 a fine del 2021! Red Bull e AlphaTauri alla ricerca di un nuovo fornitore per il Power Unit.

    La notizia è di quelle che scuote l’ambiente della Formula 1. Honda, ovvero uno degli attuali quattro fornitori di motori, ha comunicato l’intenzione di lasciare il Circus al termine della stagione 2021.
    Attraverso un comunicato stampa, Red Bull ha voluto ringraziare la Honda per i suoi sforzi eccezionali come fornitore di propulsori sia della Red Bull Racing che della Scuderia AlphaTauri.
    La partnership con il team austriaco ha permesso a Max Verstappen di ottenere la prima vittoria della Honda dal 2006 al Gran Premio d’Austria 2019, seguita da altre tre vittorie e 13 podi in sole 31 gare.
    Inoltre, la vittoria della Scuderia AlphaTauri al Gran Premio d’Italia di quest’anno ha permesso alla Honda di diventare l’unico produttore di propulsori a vincere con due squadre diverse dall’inizio dell’era ibrida della Formula 1 nel 2014.
    Questa decisione – si legge sempre nella nota di Red Bull – non influisce sull’impegno di Honda a raggiungere i nostri obiettivi condivisi durante il resto della nostra partnership, poiché Red Bull e Honda puntano a consolidare il loro successo comune fino alla fine del 2021.
    Commentando l’annuncio di oggi, il Team Principal Christian Horner, ha dichiarato: “Come squadra comprendiamo quanto sia stato difficile per Honda Motor Company prendere la decisione di ritirarsi dalla Formula 1 alla fine della stagione 2021. L’attenzione spostata all’interno dell’industria automobilistica ha portato alla decisione di Honda di ridistribuire le proprie risorse e noi comprendiamo e rispettiamo il ragionamento alla base di questo. La loro decisione presenta ovvie sfide per noi come squadra, ma siamo già stati qui e con la nostra forza in profondità siamo ben preparati e attrezzati per rispondere in modo efficace, come abbiamo dimostrato in passato”.
    Horner ha poi anche aggiunto: “Anche se siamo delusi di non continuare la nostra partnership con Honda, siamo enormemente orgogliosi del nostro successo comune, offrendo cinque vittorie e 15 podi per entrambi i team di proprietà della Red Bull e ringraziamo tutti in Honda per i loro sforzi e impegno straordinari”.
    Guardando al futuro, il Team Principal della Red Bull ha poi concluso dicendo: “Il nostro obiettivo comune per il resto delle stagioni 2020 e 2021 è rimasto invariato, lottare per le vittorie e sfidare il campionato. In qualità di firmatario dell’ultimo accordo Concorde della Formula 1, la Red Bull Racing rimane impegnata nello sport a lungo termine e non vediamo l’ora di intraprendere una nuova era di innovazione, sviluppo e successo. Come gruppo, ora ci prenderemo il tempo che ci viene concesso per valutare ulteriormente e trovare la soluzione di propulsori più competitiva per il 2022 e oltre”. LEGGI TUTTO

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    F1, Bestseller Amazon: la classifica dei libri di automobilismo più venduti

    I Bestseller di Amazon: la classifica dei libri di automobilismo più venduti, quelli più interessanti, i più desiderati e regalati. E tra loro tantissimi titoli sulla F1.

    Da “Il grande libro della Formula 1” di Luca Del Monte a “Capire la Formula 1” di Mario Forghieri, da “Rapiremo Niki Lauda” di Carlo Cavicchi ad “How to Build a Car” di Adrian Newey.
    Per gli amanti della Formula 1 e dell’automobilismo le letture non mancano. Su Amazon troverai la classifica aggiornata con i bestseller, ovvero i prodotti più polari, in base alle vendite. Troverai inoltre altre interessanti classifiche con le novità più interessanti e con i libri più desiderati e più regalati.
    I Bestseller Amazon: i libri di automobilismo e F1 più venduti
    Al primo posto della classifica dei libri più venduti, troviamo il romanzo di Luca Dal Monte e Umberto Zapelloni. “Il grande Libro della Formula 1. La Rossa, le altre e un romanzo lungo settant’anni” racconta 70 anni di F1, con storie di automobili ma soprattutto di uomini.
    Al secondo posto troviamo “Capire la Formula 1. I segreti della sua evoluzione dagli anni ’60 a oggi” scritto da Mauro Forghieri. Lo potremmo definire un classico che non può assolutamente mancare nella libreria di un vero appassionato di tecnica motoristica.
    Terzo gradino del podio per “Rapiremo Niki Lauda“, l’ultimo lavoro di Carlo Cavicchi, un romanzo fra scommesse illecite, case chiuse, amori sinceri che muove la sua trama come un vero giallo.
    I libri di automobilismo e F1 più interessanti su Amazon: le novità più venduti
    La classifica delle novità più vendute è guidata dal libro di tecnica “Formula 1 2019. La tecnica“, dove Paolo Filisetti ripercorre la stagione 2019 di Formula 1, vettura per vettura e gara dopo gara, sotto il profilo tecnico con illustrazioni e testi.
    Una citazione merita sicuramente “Lights Out, Full Throttle: The Good the Bad and the Bernie of Formula One“, scritto da Damon Hill e Jhonny Herbert. Disponibile solo in formato Kindle e in lingua inglese, il libro offre ai fan un viaggio attraverso la Formula 1, raccontata da chi l’ha vissuta come pilota prima e come commentatore oggi. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, i tre fattori che hanno portato ad una stagione F1 2020 fallimentare!

    Andiamo ad analizzare i tre fattori che hanno reso la stagione F1 2020 della Ferrari fallimentare!

    Il Mondiale F1 2020 vede la Ferrari con soli 74 punti nella classifica costruttori, dopo dieci gare. Il misero bottino è la somma dei 57 punti di Charles Leclerc e dei 17 di Sebastian Vettel.
    Sempre guardando la classifica, l’attuale sesta posizione della Scuderia di Maranello è minacciata dalla AlphaTauri (59 punti), mentre il ritardo da Renault (-25), Racing Point (30) e McLaren (32) pare difficile da colmare.
    Una stagione dunque deludente figlia di tre principali fattori che ora andiamo ad analizzare.
    1. L’accordo con la FIA
    Forse un giorno, tra qualche anno, qualcuno ci racconterà esattamente cosa contenesse l’accordo tra la Ferrari e la FIA. Per ora sappiamo solo che, rispetto allo scorso anno, tutti i team motorizzati con il Power Unit Ferrari, hanno perso competitività e occupano stabilmente le posizioni di rincalzo dello schieramento.
    Qualcuno ha ipotizzato una perdita di potenza del motore endotermico, altri – ed è la tesi che ci sentiamo di sposare anche noi – hanno indicato nella “parte elettrica” il vero oggetto del contendere tra la Federazione e i tecnici di Maranello. Il risultato finale però è sotto gli occhi di tutti. Ferrari, Alfa Romeo e Haas, in dieci gare, hanno raccolto solo 79 punti, contro i 285 del 2019!
    Stando ad alcune nostre fonti, nell’accordo segreto, la Ferrari avrebbe chiesto e ottenuto dalla FIA di poter tornare ad utilizzare una soluzione simile a quella del “super motore” 2019 nella stagione 2021. Le recenti dichiarazioni di Mattia Binotto, su un ritorno alla competitività nella prossima stagione, non si potrebbero spiegare se non con un motore all’altezza di Mercedes, Renault e Honda.
    Staremo a vedere!
    2. Gli errori di Binotto
    Torniamo su questo argomento, già ampiamente trattato in più di un’occasione, per ribadire che il Team Principal della Ferrari che, fino a poche settimane fa ricopriva anche il ruolo di Direttore Tecnico, non può essere esente da colpe. Binotto ha avallato uno step di motore a metà della scorsa stagione che da un lato ha permesso alla Ferrari di vincere delle gare ma dall’altra ha portato gli avversari a chiedere chiarimenti alla FIA che poi hanno avuto come conseguenza la disfatta di quest’anno. Con un po’ più di lungimiranza e anche preparazione in un ruolo che non è proprio il suo, Binotto avrebbe potuto posticipare gli sviluppi sul Power Unit a inizio stagione 2020: questo avrebbe sicuramente insospettito di meno tutto l’ambiente. Ci sono poi altre colpe imputabili sia al Direttore Tecnico prima che al Team Principal poi ma di questo abbiamo già parlato in altri nostri articoli.
    3. Pochi sviluppi e spesso non inefficaci
    I pochissimi sviluppi che abbiamo visto quest’anno sulla SF1000 – o meglio da giugno/luglio ad oggi (3 mesi o poco più) – non sono molto diversi come numerosità ed entità rispetto a quelli che la Ferrari è riuscita a portare in pista nel corso dei primi mesi delle stagioni passate ovvero prima dell’estate in un anno normale!
    Inoltre, come abbiamo visto anche in diverse stagioni passate, molti sviluppi meccanici e aerodinamici non sempre hanno funzionato oppure, a parziale giustificazione degli ingegneri di Maranello, gli altri team hanno sempre avuto una marcia in più nello sviluppo nel corso della stagione.
    Analizzati dunque i tre fattori che, a nostro avviso, stanno rendendo la stagione F1 2020 della Ferrari fallimentare, dobbiamo solo augurarci che a Maranello abbiamo finalmente capito come e dove intervenire sulla SF1000 e augurarci anche che, sempre dall’accordo segreto FIA, ci sia la possibilità di tornare ai livelli del Power Unit dello scorso anno! LEGGI TUTTO

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    F1, mondiale di centro gruppo: brillano Perez e le Renault, battuta d’arresto per McLaren

    Nel mondiale di centro gruppo, dopo il Gp di Russia, brillano Sergio Perez e le due Renault. Battuta d’arresto invece per il Team McLaren.

    Il round russo possiamo definirlo come un crocevia per i team del midfield, infatti abbiamo assistito a diverse situazioni che potrebbero rivelarsi fattori chiave nella lotta per la leadership di centro gruppo. C’è infatti chi ha proseguito sulla buona strada, allungando la striscia di risultati utili, Renault una su tutte; c’è chi invece è incappato in una brusca battuta d’arresto, è il caso della McLaren.
    Benché sia stato Sergio Perez il pilota che ha conquistato il maggior numero di punti fra i competitors del centro gruppo, ad ottenere il miglior punteggio in ottica squadra è stata la scuderia con sede a Enstone. La Renault si è infatti dimostrata costante nel corso dell’intero fine settimana di Sochi, in ogni sessione disputata infatti, una vettura giallonera si è sempre piazzata nella top five dell’intera griglia. A spiccare Daniel Ricciardo che si è mostrato più brillante che mai in un momento come il Q2, dove aveva ottenuto il miglior crono. Scattato dalla quinta casella è riuscito a portare a casa la medesima posizione alla bandiera scacchi, non senza qualche intoppo. Infatti un gioco di scuderia non riuscito così bene aveva fatto si che all’australiano venisse commisurata una penalità, forse un po’ severa, di 5 secondi per non aver rispettato la regola del rientro in pista in curva 2. Nonostante ciò, Ricciardo è riuscito a costruire un solido gap su Charles Leclerc, evitando così di perdere piazzamento e punti. Buono anche il fine settimana per il compagno Esteban Ocon che contribuisce così al trend di crescita intrapreso dal team negli ultimi appuntamenti.
    In casa Racing Point invece, al buon risultato finale di Sergio Perez, si contrappone un weekend non semplice per il compagno Lance Stroll. Il canadese, dopo una qualifica che lo aveva visto escluso dal Q3, si è trovato a concludere il proprio GP dopo poche centinaia di metri per via di un contatto con la Ferrari di Leclerc, finendo così contro le barriere.
    È stato invece un fine settimana complicato per la scuderia di Woking. La McLaren lascia infatti il circuito che si snoda attorno al parco olimpico russo dopo aver concretizzato ben poco. Nel corso delle prove libere le performance erano state al livello dei diretti avversari; in qualifica sia Carlos Sainz che Lando Norris, avevano messo piede nel Q3. Ciò lasciava presagire ad una gara in cui la lotta sarebbe stata con Renault, con cui entrambi i piloti condividevano le rispettive file in griglia. Lo Spagnolo ha invece messo fine prematuramente alla propria gara. Nel tentativo di rientrare in pista dopo essere andato lungo in curva 2 nel primo giro, ha colpito violentemente la barriera con la parte anteriore sinistra della monoposto, azzardando ad un rientro troppo estremo sul tracciato. Probabilmente l’incidente ha danneggiato lievemente anche la vettura di Lando Norris che si è ritrovato a passare sopra i detriti della MCL35 numero 55 pochi istanti dopo l’impatto. Un pit stop anticipato in cui ha montato la mescola più dura non gli ha permesso però di giungere fino al traguardo. Costretto così ad un’ulteriore sosta ha concluso la sua gara in quartultima posizione.
    Buono invece il riscontro finale in casa AlphaTauri grazie ad un buon fine settimana da parte di entrambi i piloti. Daniil Kvyat, spinto anche dal proprio pubblico, ha concluso il Gran Premio davanti al compagno Pierre Gasly che lo aveva invece messo dietro in qualifica, ottenendo un piazzamento migliore grazie alla qualificazione personale per il Q3. La scelta di una sosta ai box in regime di virtual safety car non ha aiutato il francese, dal momento che è stata esposta solo per pochi istanti per via della sostituzione di una barriera in polistirolo nella via di fuga. Per lui resta la soddisfazione di aver sorpassato in pista il suo diretto contendente per il sedile in Red Bull nel 2021, Alexander Albon.
    Fra i motorizzati Ferrari spiccano le buone prestazioni di Antonio Giovinazzi e Kevin Magnussen, autori di una gara solida e costante. Da sottolineare infine la bella battaglia avvenuta nel corso dei primi giri fra i tre contendenti al titolo F2 nel 2018, George Russell, Lando Norris e Alexander Albon.
    Classifica piloti
    Daniel Ricciardo Renault 145
    Lando Norris McLaren 141
    Lance Stroll Racing Point 126
    Sergio Perez Racing Point 124
    Pierre Gasly Alphatauri 92
    Esteban Ocon Renault 89
    Carlos Sainz McLaren 87
    Daniil Kvyat Alphatauri 68
    Kimi Raikkonen Alfa Romeo Racing 30
    Kevin Magnussen Haas 21
    Antonio Giovinazzi Alfa Romeo Racing 21
    Nico Hulkenberg Racing Point 18
    George Russell Williams 16
    Romain Grosjean Haas 15
    Nicholas Latifi Williams 13
    Classifica costruttori
    Racing Point 268
    Renault 234
    McLaren 228
    Alphatauri 160
    Alfa Romeo Racing 51
    Haas 36
    Williams 29
    Classifica giri più veloci
    Daniel Ricciardo Renault 3
    Carlos Sainz McLaren 2
    Lando Norris McLaren 1
    Lance Stroll Racing Point 1
    Nicholas Latifi Williams 1
    Romain Grosjean Haas 1
    Pierre Gasly Alphatauri 1 LEGGI TUTTO