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    F1, GP Germania (Eifel): FP1 annullate per il maltempo. Rinviato il debutto di Mick Schumacher

    Si aspettava solo quello. Il ritorno del nome Schumacher in una sessione ufficiale di Formula 1. Grazie al figlio della leggenda Michael, il giovane 21enne Mick. Ma ci si è messo di mezzo il Nurburgring e la Germania con le sue condizioni meteo difficili. Dopo un iniziale rinvio delle prime prove libere del Gran Premio dell’Eifel di mezz’ora, poi di un’ora, è arrivato l’annullamento della sessione a causa della nebbia e della pioggia tedesca che non avrebbero permesso all’elicottero medico di prendere il volo, qualora fosse stato necessario.
    Così l’unico rumore che si è sentito nell’Inferno Verde è quello della pioggia. I motori sono stati in silenzio, ma ci resteranno per poco, visto che alle 15 sono già in programma le FP2. Se tutto va bene. Certo è che la grande delusione è quella di non aver assistito al debutto ufficiale di Mick Schumacher con la Alfa Romeo Sauber, dopo così tante parole, così tanta attesa. Dopo le immagini suggestive in ricordo del ventennale del primo titolo di papà Michael con la Ferrari.
    Insomma, niente di fatto per Mick. Almeno per ora, visto che il team principal dell’Alfa Sauber, Frederic Vasseur, ha confermato che per il giovane figlio d’arte ci saranno altre occasioni già in questa stagione per mettersi in mostra. Senza poi dimenticare che le voci del paddock lo danno quasi per certo in pianta stabile in Formula 1 nel 2021. O in Haas o proprio in Alfa. Un peccato anche per Callum Ilott che avrebbe dovuto debuttare con la Haas e completare il binomio della Ferrari Driver Academy. Che da sempre più soddisfazioni e risultati.
    Amaramente archiviato il tema dei giovani piloti, adesso ci si può concentrare esclusivamente sul week end di gara, che si preannuncia davvero difficile. Un’incognita totale, tra meteo e temperature gelide dell’atmosfera e degli pneumatici. Ci sarà da divertirsi. LEGGI TUTTO

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    8 ottobre 2000, Schumacher, la Ferrari e il peso della cifra tonda

    8 Ottobre 2000. Schumacher. Formula Uno. Ferrari.8 Ottobre 2020. Schumacher. Formula Uno. (Motorizzato) Ferrari.

    E’ una trappola dolceamara per nostalgici questo animalo campionato 2020, che sembra fatto apposta per incentivare i viaggi nel tempo. Forse sarà il peso della cifra tonda, delle ricorrenze che non si possono evitare anche se non si è nella miglior forma per festeggiarle, forse sarà il fatto che un M. Schumacher guiderà una monoposto ufficiale di F1 o forse, infine, sarà perchè il sibilo del vento gelido fra i boschi dell’Eifel ci richiama alla memoria l’altrettanto infido asfalto umido di Suzuka vent’anni fa.
    Una cosa è certa: come a lungo abbiamo ricordato e continueremo a ricordare quella rigida alba autunnale di vent’anni fa, così ricorderemo il fatale 2020 e il suo calendario, unico benchè stropicciato.
    Stropicciato, sì: prima appallottolato e cestinato dalle mani furiose di un cataclisma globale; poi raccolto, stirato e allungato da mani operose, abituate a mescolare denaro e passioni; quindi affisso, estremo e affascinante, quale manifesto di normalità in un anno anomalo e crudele. Poi ci leggi sui nomi come “Imola” e “Gran Premio” nella stessa frase e ti chiedi che cosa ne è stato di tutti questi anni passati, per poi realizzare che chi è nato in quell’anno oggi ha vent’anni.
    Non mi soffermerò sulla triste figura della Ferrari che, vent’anni dopo, splende della propria eccezionale storia pur non essendo capace da troppo tempo di scriverne nuovi capitoli. Spiaggiata, colpevolmente, come i leoni marini di San Francisco al Pier 9, contenta delle foto dei turisti mentre gli altri cavalcano le onde nella baia aggiungendo capitoli al libro dei record. Oggi è l’8 Ottobre 2020 e cavalcherò solo le onde dei ricordi.
    Io, allora, il giorno 08 Ottobre 2000, ne avevo ventuno. Ventuno, come gli anni che la Ferrari, fra tragedie, tonfi e supplizi di Tantalo, aveva atteso per riacciuffare il titolo mondiale piloti: un’attesa durata una vita, esattamente quanto la mia. Di quella gara ricordo la faticosa lotta contro la paura che tutto svanisse di nuovo, lo spettro della delusione dietro l’angolo, lo choc di Spa ancora vivo e il fastidio di tanti “tifosi” dell’ultima ora che sputavano sentenze sul fatto che “tanto la Ferrari non vincerà manco stavolta“. Oggi stanno su Twitter, allora – i più tecnologici – sui forum dei siti di notizie sportivi o -i più numerosi – nei capannelli davanti alle edicole, al lunedì.
    Ricordo un campionato combattuto, con avversari veramente alla pari se non superiori, l’atmosfera da resa dei conti a ogni gara, gli sms scambiati giro su giro con altre anime in pena afflitte dalla stessa passione, ma soprattutto ricordo che arrivava, vivida, l’umanità di quei personaggi: piloti, tecnici, dirigenti, meccanici, giornalisti. Sembrava di conoscerli, senza bisogno di social, di condivisioni, di trasmissioni h24 ad alta definizione.
    E così siamo giunti al momento “Luci a San Siro”. Dammi indietro la mia Seicento, i miei vent’anni e una ragazza che tu sai per me suona in questo modo: dammi indietro quell’elemento umano, quella possibilità che il guizzo di un singolo amplificato dalla coesione di un gruppo  – fosse una geniale strategia alla Ross Brawn, la suprema capacità di sfruttare la guida di un Michael Schumacher o la ferrea determinazione di chi aveva progettato e costruito quella Ferrari – facesse la differenza e determinasse l’esito di una gara. Dammi indietro una tecnologia che non prende, beffarda, il posto di comando ma resta strumento nelle mani dell’uomo che l’ha creata. Dammi indietro la libertà di sperimentare e provare, sbagliare e correggere, competere e lottare, durante tutto l’anno.
    Li rivorrei indietro perchè sono quegli elementi che mi facevano alzare a ore improponibili e quelle storie che mi hanno talmente catturata da farmi venire la voglia, un giorno, molti anni dopo, di scriverci un libro su.
    Oggi la Formula Uno è un universo complesso, nel quale il dominio di qualcuno è diventato ineluttabile di fronte alla pochezza degli avversari, i quali abbandonano o restano indietro. Non c’è più spazio per il guizzo del singolo, a meno che non sia stato previsto in una qualche elaborata strategia.
    Dell’8 Ottobre 2000 e degli anni che seguirono ricordo, infine, che contro la piccola Italia della Ferrari mandarono contro di tutto: BMW, Mercedes, Honda, giovani fenomeni e scafati corsari delle piste. Persero, e male. Oggi perdiamo noi: fa male, ma ci sta. LEGGI TUTTO

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    GP Germania (Eifel) F1: L’anteprima Pirelli con le mescole per il Nurburgring

    Sette anni dopo l’ultima gara al Nürburgring disputata nel 2013, la Formula 1 torna nel leggendario tracciato tedesco per il Gran Premio dell’Eifel. Per questa gara, Pirelli ha nominato le tre mescole centrali della gamma: C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft.
    È trascorso del tempo dall’ultima gara su questa pista quindi il tracciato può quasi essere considerato una novità, soprattutto perché l’ultima generazione di monoposto da Formula 1 non ha mai corso qui. Team e piloti probabilmente hanno qualche riferimento delle ultime edizioni del GP, anche se l’ultima gara del 2013 si è svolta a luglio, o di altre competizioni. Di conseguenza, le prove libere di venerdì saranno particolarmente cruciali per raccogliere il maggior numero di dati possibili.
    Su un tracciato caratterizzato da curve molto diverse tra loro e senza riferimenti per le monoposto attuali in questo periodo dell’anno, Pirelli ha scelto di portare le tre mescole centrali della gamma che meglio si adattano alle caratteristiche del tracciato.
    Nürburgring è un tracciato non particolarmente impegnativo per i pneumatici: per questo motivo si tende ad utilizzare pneumatici morbidi.
    GP GERMANIA (EIFEL) F1: LE PAROLE DI MARIO ISOLA
    “Il Nürburgring è praticamente un circuito ‘nuovo’ per noi, quindi l’approccio a questo fine settimana sarà lo stesso di quando corriamo per la prima volta su un tracciato, anche se ovviamente in questo caso lo conosciamo già grazie all’esperienza maturata in altre competizioni. Abbiamo scelto di portare C2, C3 e C4 perché sono le mescole che si adattano meglio alle diverse esigenze di questa pista. Probabilmente il fattore più importante del weekend sarà il meteo, con temperature basse e maltempo piuttosto frequenti in questo periodo dell’anno. Di conseguenza, i team potrebbero dover affrontare circostanze piuttosto insolite e su un tracciato che non conoscono bene. Questo Gran Premio probabilmente favorirà quei piloti e team che sono in grado di affrontare situazioni in rapida evoluzione. Penso sia corretto dire che dobbiamo aspettarci una gara con molte variabili, dove potremmo vedere in azione nel corso del weekend tutte le mescole, comprese quelle da bagnato”.
    GP GERMANIA (EIFEL) F1: LE CARATTERISTICHE DEL CIRCUITO
    Il meteo è l’incognita principale del fine settimana, soprattutto in questo periodo dell’anno, in cui la probabilità di pioggia è elevata tanto quanto le basse temperature. L’ultima edizione della 24 Ore del Nürburgring è stata condizionata per oltre nove ore dalla pioggia torrenziale. Per questo durante il fine settimana è molto probabile vedere in pista i pneumatici da bagnato Cinturato. Nella regione dell’Eifel piove frequentemente, quindi il tracciato è spesso sporco, scivoloso e non gommato.
    Sono presenti alcuni cordoli particolarmente aggressivi, soprattutto nelle chicane come la NGK, che portano i piloti a cercare una traiettoria pulita.
    Nürburgring è un circuito piuttosto bilanciato, che enfatizza in egual modo carichi laterali e longitudinali.
    Il tornantino di curva 7 è particolarmente complesso: è preceduto da una forte frenata e il pneumatico anteriore sinistro è quello maggiormente sollecitato per compensare l’inusuale camber della curva.
    Le temperature piuttosto basse (anche sotto i 10°) possono potenzialmente causare dei ‘cold cracks’ sui pneumatici: questo significa che deve essere riposta particolare attenzione sia in fase di montaggio all’interno della fitting area sia nelle aree predisposte allo stoccaggio da parte dei team. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp di Germania (Eifel): come guardare la diretta in TV o in streaming sul web

    Come guardare la diretta in TV o in streaming sul web del Gran Premio di Germania (Eifel) 2020 di Formula 1. La programmazione completa.

    La Formula 1 arriva in Germania: da giovedì 8 a domenica 11 ottobre al Nurburgring sarà di scena l’undicesima tappa del Mondiale 2020 di Formula 1 con il primo Gran Premio dell’Eifel. Domenica appuntamento live dalle 14.10 con la gara su Sky Sport F1 e Sky Sport Uno, in streaming su NOW TV.
    La Programmazione del Gran Premio di Germania al Nurburgring, in diretta su Sky Sport F1 e su Sky Sport Uno:
    Giovedì 8 ottobreOre 17.45: Paddock Live Pit WalkOre 19.30: sintesi conferenza stampa Piloti (differita)
    Venerdì 9 ottobreOre 10.45: Paddock LiveOre 11.00: prove libere 1 F1Ore 12.30: Paddock LiveOre 14.45: Paddock LiveOre 15.00: prove libere 2 F1Ore 16.30: Paddock LiveOre 17: conferenza stampa Team Principal (differita)Ore 18: Paddock Live Show
    Sabato 10 ottobreOre 11.45: Paddock LiveOre 12.00: prove libere 3 F1Ore 13.00: Paddock LiveOre 14.15: #skymotoriOre 14.30: Paddock LiveOre 15.00: qualificheOre 16.15: Paddock LiveOre 18: Paddock Live Show
    Domenica 11 ottobreOre 12.30: Paddock Live garaOre 14.10: garaOre 16.10: Paddock LiveOre 16.30: Paddock Live #SkyMotoriOre 19: Race Anatomy LEGGI TUTTO

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    F1, Curiosità: Come si accende il motore di una monoposto di Formula 1?

    Come si accende il motore di una monoposto di Formula 1? Ve lo spieghiamo noi in questo articolo.

    Per anni siamo stati abituati a vedere il pilota nell’abitacolo dare il segnale con una mano a un meccanico che a quel punto inseriva l’avviatore nel retrotreno in modo da dare l’impulso di energia in grado di far partire il propulsore.
    Oggi non è più così, almeno per quei costruttori che hanno scelto di rendere il pilota in grado di gestire autonomamente questa procedura, come ad esempio ha fatto la Ferrari.
    Da qualche anno infatti la power unit di Maranello è avviata dal pilota utilizzando l’energia generata dalla MGU-K, sia quando la vettura si trova nel box sia quando è in pista. In un certo senso, il pilota agisce esattamente come ognuno di noi fa quando accende il motore di una vettura stradale, girando una chiave o, come ormai si usa sempre di più, premendo un semplice pulsante. In realtà il pilota completa una una sequenza di comandi ma la sostanza è la stessa.
    Apparentemente può sembrare un dettaglio ma può risultare decisivo. Lo si è visto ad esempio nelle qualifiche dello scorso Gran Premio di Russia, in occasione delle concitate battute finali della Q2. Dopo l’interruzione causata dall’uscita di pista di Sebastian Vettel, restavano solamente due minuti e 15 secondi dal semaforo verde per potersi lanciare per l’ultimo tentativo e sul tracciato di Sochi un normale giro di lancio è stimato fra il minuto e 50 e i due minuti e 20 secondi: abbastanza per qualche pilota, non certo per tutti i 14 rimasti in lizza.
    Ecco che la posizione d’uscita dalla pit-lane diventava quindi fondamentale, come spiega Iñaki Rueda, Head of Race Strategy Ferrari: “La maggior parte delle squadre avevano deciso di mandare i piloti alla fine della pit-lane ben prima di sapere quando la sessione sarebbe ripartita, proprio perché si sapeva che la posizione d’uscita sarebbe stata decisiva. È quello che abbiamo fatto con Charles che, una volta messosi in fila, ha potuto spegnere la PU in attesa dell’inizio della procedura di ripartenza, contando sulla possibilità di riaccenderla autonomamente, senza un ausilio esterno. Altri concorrenti hanno fatto la stessa scelta ma hanno dovuto tenere il motore acceso proprio perché non disponevano di questa possibilità e, visto che l’attesa si protraeva e le temperature di esercizio si alzavano pericolosamente, alcuni piloti hanno dovuto rinunciare e riportare la vettura ai box, non potendo più migliorare il proprio tempo. Altri hanno scelto addirittura di aspettare nel box l’annuncio dell’orario di ripartenza per poi provare a recuperare il tempo perduto in pista. La possibilità per il pilota di accedenre da solo la vettura può essere utile anche in altre occasioni. Ad esempio, nel caso il pilota compiesse una manovra errata e si ritrovasse con la vettura ferma in pista a motore spento allora potrebbe ripartire da solo, come è successo a Charles in Spagna, per citare un caso. Senza contare il fatto che non si devono più portare gli avviatori in griglia prima del via, il che – considerata la limitazione del personale presente – consente di essere più efficienti. Poter contare su questa funzionalità può far risparmiare tempo ma anche salvare una gara!”.
    La Ferrari ha iniziato a lavorare su questa soluzione a partire dal 2017 ed è stato necessario un importante lavoro di affinamento, sia hardware – in particolare sull’identificazione della coppia necessaria per l’avviamento e sulla conseguente robustezza della MGU-K e della cascata degli ingranaggi del motore, sottoposti ad uno stress inusuale e a un picco di vibrazioni – che software, fondamentale proprio per gestire le fasi nella maniera migliore e, soprattutto, più sicura dal punto di vista dell’affidabilità. Oggi è una funzionalità ormai standardizzata che ha dimostrato una volta di più la sua utilità. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: Al Nurburgring la gestione delle gomme sarà un fattore chiave

    Le parole di Charles Leclerc, alla vigilia del Gran Premio di Germania (Eifel) 2020 di Formula 1.

    La Formula 1 torna dopo sette anni sulla pista del Nürburgring per un altro inedito del calendario 2020, il Gran Premio dell’Eifel, undicesimo appuntamento della stagione, che prende il nome dall’altopiano che sorge a cavallo del confine tra Renania-Palatinato e Renania Settentrionale-Vestfalia, vicino al confine con Belgio e Lussemburgo.
    È proprio sull’Eifel che sorge il circuito, che fino al 1976 ha ospitato il Gran Premio di Germania sulla versione lunga della pista, i quasi 23 chilometri della Nordschleife. A far abbandonare questo infernale tracciato da quasi cento curve fu l’incidente di Niki Lauda che l’1 agosto 1976, al secondo giro di gara, finì con la sua Ferrari 312 T2 contro un terrapieno dopo la curva Bergwerk rimanendo intrappolato nella monoposto che aveva nel frattempo preso fuoco. A salvare l’austriaco fu il provvidenziale intervento dei colleghi Guy Edwards, Harald Ertl, Brett Lunger e Arturo Merzario che si fermarono e sfidarono le fiamme estraendo il pilota dall’abitacolo e mettendolo in salvo.
    Le corse sono tornate al Nürburgring nel 1984, quando è stato inaugurato il nuovo tracciato per la Formula 1, appunto denominato GP-Strecke. Si tratta di un circuito certamente meno spettacolare del precedente, che dopo alcune modifiche oggi misura 5.148 metri, ma che ai piloti piace e ha regalato in passato gare molto appassionanti.
    Qui la Scuderia Ferrari si è imposta sei volte, che si sommano alle otto affermazioni ottenute sulla pista lunga. Il tracciato presenta molte curve di media velocità e lunghi rettilinei, per questo motivo il carico aerodinamico richiesto è tendenzialmente medio. Dal punto di vista altimetrico ci sono molti saliscendi che seguono le caratteristiche ondulazioni della zona dell’Eifel.
    La prima frenata, per esempio, è in discesa con una curva molto stretta e difficile. Il tracciato continua a scendere fino al tornante di curva 8, quando inizia la risalita che culmina a curva 12. Da quel punto il circuito riprende ad essere in discesa per tutta la lunghezza della semicurva 13 sulla quale è possibile azionare il DRS. Il tracciato torna a salire fino alla chicane che precede l’ultima curva e che è stata spesso teatro di sorpassi spettacolari. L’altra zona di attivazione del DRS è il rettilineo del traguardo.
    Alla vigilia del Gran Premio di Germania (Eifel), Charles Leclerc ha dichiarato: “All’inizio della stagione mai mi sarei aspettato di ritrovarmi a gareggiare al Nürburgring. È una pista sulla quale non ho mai corso al volante di una vettura di Formula 1 ma sono curioso di scendere in pista e vedere come sarà guidare su quei curvoni con il carico aerodinamico di cui disponiamo”.
    Il pilota monegasco ha poi aggiunto: “Uno degli elementi di cui tenere conto sarà il meteo. Ricordo dalle mie precedenti gare disputate là che le nuvole nella zona dell’Eifel sono sempre nei paraggi. Le condizioni ambientali possono cambiare da un momento all’altro e la gestione ideale delle gomme sarà uno dei fattori chiave. Vedremo quali carte ci possiamo giocare”. LEGGI TUTTO

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    F1, Gran Premio dell’Eifel: numeri e curiosità della gara al Nurburgring

    Gran Premio dell’Eifel 2020 di Formula 1: numeri e curiosità della gara sul tracciato del Nurburgring in Germania.

    La Formula 1 torna dopo sette anni sulla pista del Nürburgring per un altro inedito del calendario 2020, il Gran Premio dell’Eifel, undicesimo appuntamento della stagione, che prende il nome dall’altopiano che sorge a cavallo del confine tra Renania-Palatinato e Renania Settentrionale-Vestfalia, vicino al confine con Belgio e Lussemburgo.
    Gran Premio dell’Eifel: numeri e curiosità
    6. Le versioni del circuito del Nürburgring sulle quali la Formula 1 ha gareggiato dal 1951. La prima Nordschleife misurava 22.810 metri, ma nel 1967 si decise di intervenire sul layout della parte finale della pista. Da dopo la curva Galgenkopf, infatti, i piloti erano in piena accelerazione per oltre quattro chilometri e arrivavano sul traguardo a una velocità spaventosa. Per rallentare le vetture nella zona dei box venne dunque introdotta la chicane Hohenrain che portò la lunghezza a 22.835 metri. Nel 1984 debuttò la nuova GP-Strecke, lunga 4.542 metri, divenuti 4.556 nel 1995. Nel 2002 venne aggiunta la nuova zona della Mercedes Arena che ha portato la lunghezza del tracciato a 5.146 metri diventati definitivamente 5.148 dall’anno successivo.
    7. I piloti di Formula 1 iscritti al GP dell’Eifel che hanno già gareggiato al Nürburgring nella massima categoria. Si tratta di Kimi Räikkönen, che ci ha corso ben nove volte ottenendo come miglior risultato un secondo posto nell’ultima occasione in cui questa pista è stata in calendario, il 2013; di Lewis Hamilton, con quattro partecipazioni e una vittoria, nel 2011; di Sebastian Vettel che vanta il successo nel 2013 ed è stato secondo nel 2009 e quarto nel 2011; di Daniel Ricciardo e Sergio Perez, che ci hanno corso due volte (2011 e 2013); e infine di Valtteri Bottas e Romain Grosjean che erano al via dell’edizione 2013.
    9,2. I gradi di temperatura media giornaliera nella zona del Nürburgring nella seconda settimana di ottobre. Secondo i dati, che sono disponibili a partire dal 1981, nella cittadina di Nürburg mediamente si va dai 5.9 gradi centigradi di minima ai 12.5 di massima. Le punte di caldo e freddo raggiunte in questo periodo negli ultimi quarant’anni raccontano invece di 25.2 gradi e -5.3 rispettivamente.
    47. I piloti tedeschi che hanno disputato almeno un Gran Premio di Formula 1. Quattro quelli che hanno gareggiato anche per la Scuderia Ferrari tra cui il più vincente di tutti, Michael Schumacher, capace di vincere sette titoli mondiali e 91 Gran Premi, 72 dei quali con la squadra di Maranello. Ci sono poi Sebastian Vettel, 14 affermazioni con la Scuderia (e 53 in totale) nonché terzo plurivincitore nella storia del team dopo Schumacher e Niki Lauda, e Wolfgang von Trips, due volte vincitore con la Ferrari e perito a Monza del 1961 mentre era in lizza per il titolo con il compagno di squadra Phil Hill. Infine c’è Kurt Adolff, che disputò il suo unico Gran Premio di Formula 1 proprio al Nürburgring su una Ferrari 166 della Ecurie Espadon ritirandosi dopo tre tornate per un problema alla trasmissione.
    1925. L’anno di inizio dei lavori per la costruzione del Nürburgring. L’architetto Gustav Eichler si ispirò al tracciato della Targa Florio per creare un circuito che doveva far emergere, per le sue difficoltà, i migliori piloti e le vetture più robuste e performanti. Era il mese di settembre quando venne posata la prima pietra, mentre l’inaugurazione avvenne nella primavera del 1927 con l’ADAC Eifelrennen del 18 giugno. Si tenne una gara di moto che venne vinta da Toni Ulmen, poi impegnato anche in Formula 1, mentre il 19 giugno Rudolf Caracciola fu il primo pilota a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Nürburgring. LEGGI TUTTO

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    F1 2020, una stagione molto didattica per Charles Leclerc

    A fine 2019 Charles Leclerc non vedeva l’ora che arrivasse questo Mondiale di F1 per divertirsi come un matto. I tre Gp vinti in maniera netta ed esaltante e l’aver battuto sul campo l’illustre team-mate Vettel avevano lanciato il pilota monegasco nell’Olimpo consacrando le sue capacità. Lecito attendersi una Ferrari fortissima nel 2020 e un Charles super brillante. Invece è mancata all’appello la materia prima: la Rossa di Maranello.
    Lui invece è sempre lì, sul pezzo, ma frustrato da un binomio scuderia-mezzo non all’altezza. Non sono mancate, quindi, le ovvie manifestazioni di nervosismo di un ragazzo fortissimo che in questa stagione sperava già di lottare per il titolo o, quantomeno, di assestarsi stabilmente ai piani alti con una manciata di vittorie. In questo momento Leclerc è nero dalla rabbia ma proprio queste inattese e, a volte, insopportabili difficoltà con cui sta avendo a che fare lo hanno messo di fronte rudemente al lato più rognoso della F1 per un pilota. Una traversata nel deserto dalla quale potrà uscirne ancora più forte nei prossimi anni. I problemi fanno crescere, specialmente alla sua età.
    Ti fanno incavolare ma anche sbattere la testa per trovare una soluzione e imparare a non affondare quando sei nella tempesta. In sostanza maturi, e tanto. Dopo il lato bello vedi anche quello più oscuro e ti tempri. Passaggio, questo, molto importante nel processo di piena maturazione di un giovane e talentuoso pilota. Una stagione così complicata Charles Leclerc non l’ha mai vissuta da quando corre. Gli farà molto bene perché lui è un ragazzo che impara tanto dagli errori e dagli insegnamenti che la durezza del vissuto, in questo caso professionale, gli prospetta. Se riuscirà come è presumibile a farne tesoro, questo Campionato 2020 si potrà rivelare per lui molto prezioso, praticamente didattico, rendendo più dolce un’annata pessima sul piano dei risultati. LEGGI TUTTO