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    F1, GP Bahrain (FP3): Verstappen davanti alle Mercedes. Black-out Ferrari

    Anche la terza sessione del Gran Premio del Bahrain va in archivio. Si conferma molto veloce la Red Bull di Max Verstappen, il più rapido della mattinata con il suo 1.28.355, replicando così le buone sensazioni mostrate al venerdì. Lo stato di forma dell’olandese non renderà facile alla Merced… L’articolo F1, GP Bahrain (FP3): Verstappen […] LEGGI TUTTO

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    F1, GP Bahrain (FP2): Hamilton davanti a tutti. Male le Ferrari

    Anche nella FP2 del Gp del Bahrain il migliore resta sempre lui: Lewis Hamilton, al termine di una sessione tormentata con due bandiere rosse ad interromperla temporaneamente prima a causa di un brutto incidente e poi per l’invasione in pista di un cane. Dello spettacolare crash è stato protag… L’articolo F1, GP Bahrain (FP2): Hamilton […] LEGGI TUTTO

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    In Bahrain torna la F2: tutto quello che c’è da sapere, prima del rush finale!

    Dopo due mesi di stop, nella notte del Bahrain si riaccendono i riflettori sulla categoria propedeutica di maggior rilievo. In quel di Sakir andranno infatti in scena i due appuntamenti conclusivi di un campionato che quest’anno si è rivelato aperto più che mai. A differenza delle precedenti stagioni, il titolo non verrà assegnato ad Abu Dhabi, ma si chiuderà proprio in Bahrain dove la Formula 2 accompagnerà la terzultima e la penultima tappa del Circus iridato. A tenere banco sarà certamente la lotta per la vittoria finale, con Mick Schumacher che sembra lanciato verso il titolo. Sarà anche interessante capire come si muoveranno anche gli altri piloti che sembrano avere un futuro che vede la massima categoria.

    Schumacher vs Ilott: la sfida al vertice
    Il candidato numero uno per la vittoria finale è proprio il giovane Mick, non solo per il discreto vantaggio in termini di punti che si è costruito nelle ultime tappe disputate, ma anche per il ritmo intrapreso nel corso della stagione. Il percorso del tedesco può infatti essere paragonato a quello avuto nel 2018, quando correva fra le fila del campionato europeo di F3, poi vinto. Dopo un inizio di stagione non brillantissimo, ha ingranato la giusta marcia che lo ha reso costante e vincente, ciò gli ha permesso di conquistare prima e consolidare poi, la leadership in classifica. Il cambio di passo è arrivato dal round di Spa, un’altra similitudine con il titolo ottenuto nel 2018. Nel corso delle otto gare disputate, fra feature e sprint race, ha ottenuto sei podi fra cui le due importanti vittorie di Monza e Sochi.
    La sua stagione conta di un solo ritiro, causato dalla rottura dell’estintore durante la sprint race del secondo round austriaco. Se dobbiamo trovare un difetto alla stagione del tedesco, questo è legato alla qualifica, dove non è mai riuscito ad ottenere una prima fila, a differenza del suo diretto avversario Callum Ilott che ne ha conquistate ben cinque, di cui quattro che gli sono valse la pole position. Schumacher ha però compensato questa statistica con delle partenze dalla griglia straordinarie. Una su tutte quella di Monza, quando dopo che scattava dall’ottava casella, ha recuperato molte posizioni nei primi metri, per poi andare a vincere la gara.
    Nulla è ancora scritto però, perchè se le 22 lunghezze di vantaggio sono dalla parte di Schumi Jr., i punti in palio sono ancora numerosi e il talento espresso da Callum Ilott lascia presagire ad una lotta fra i due nelle ultime quattro gare che si disputeranno sul circuito di Sakir. Il giovane inglese, anche lui di famiglia FDA, si è rivelato costante e vincente nella prima parte di campionato, vincendo due volte la feature race e qualificandosi sempre nella top 3 nei primi sei appuntamenti. Nel momento di exploit del suo diretto avversario, ha sofferto invece di un calo di performance, vincendo sì una sprint race, ma contando anche di un ritiro e due soli podi. Nulla però è deciso, sono infatti passati ben due mesi dall’ultima volta che la Formula 2 è scesa in pista e quello che si disputerà in Bahrain sarà quasi un mini campionato che varrà il titolo finale. Come poco fa abbiamo visto, Ilott è un grande qualificatore e potrebbe far valere questa sua caratteristica come punto di forza per insidiare il suo diretto avversario. “Sono qui per vincere e darò tutto quello che ho”, ha affermato.
    Tsunoda e Mazepin preparano un futuro in F1
    Sebbene la leadership sia non poco distante, Yuki Tsunoda giunge in Bahrain da terza forza del campionato, una stagione dove ha fatto vedere grandi cose in diverse occasioni, tanto da diventare il primo candidato per un sedile in AlphaTauri nel 2021 al fianco di Pierre Gasly. Il ventenne giapponese è il primo rookie della classifica. In diverse occasioni si è mostrato veloce in qualifica, conquistando tre pole position. Ha poi mostrato anche la sua cattiveria agonistica in gara, una su tutte in occasione di gara 1 in Belgio, ottenendo poi la vittoria. Sulla sua classifica pesano i 3 ritiri ottenuti nelle sprint race e la difficile back to back italiana Monza-Mugello.
    Il giapponese, supportato da Red Bull e Honda, non è l’unico ad avere in tasca una buona percentuale di essere al via del prossimo campionato iridato. C’è infatti Nikita Mazepin che scalpita non poco per iniziare la preparazione per un 2021 che con tutta probabilità lo vedrà al sedile della Haas. È solo questione di formalità e prossimamente il russo vedrà concretizzarsi questa possibilità. Guardando al suo campionato, si trova attualmente in sesta piazza ma pienamente in lotta per la terza posizione dal momento che Tsunoda dista soltanto sette lunghezze. Il russo in più occasioni si è mostrato solido, caratteristica che gli ha permesso di vincere per due volte la gara del sabato, quella più importante dal punto di vista del punteggio. La prima piazza conquistata al Mugello è arrivata dopo una gara di rimonta che lo vedeva scattare dalla quattordicesima posizione.
    Giovani arrembanti
    Dopo Schumacher e Ilott, un altro giovane arrembante di casa FDA è certamente Robert Shwartzman. Il rookie russo che arriva a Sakir da quinto in classifica a pari punti con il connazionale Mazepin, è stato protagonista di un campionato che lo aveva anche visto come possibile candidato al titolo, dopo aver vinto da rookie la scorsa stagione di Formula 3. Ha avuto un inizio di stagione di successo dove, fra Austria e Ungheria, aveva vinto due volte consecutivamente la gara del sabato. Quello che possiamo definire come un incidente di percorso, avvenuto nella back to back di Silverstone, non gli ha impedito di rimanere in lizza per la vittoria finale fino all’appuntamento di Monza. Shwartzman ha faticato invece nelle tappe del Mugello e Sochi, dove ha perso terreno dalla leadership della classifica.
    Non solo FDA. Anche la Renault ha infatti schierato due giovani piloti che hanno dimostrato un buon talento che gli ha permesso di ottenere buoni risultati che lasciano ben sperare per il futuro del team transalpino. Il primo è Christian Lundgaard, quarto in campionato e autore di una stagione che lo ha visto più volte protagonista, vincendo due volte la sprint race, una delle due conquistata al Mugello, in un weekend in cui aveva ottenuto anche la pole position. Da sottolineare anche un altro giovane di veste giallonera, si tratta di Guanyu Zhou. Il ventunenne di bandiera cinese si è mostrato più volte combattivo in pista, facendosi notare sin dall’inizio della stagione quando aveva ottenuto la pole nel primo round in Austria. Per lui è arrivata anche la prima vittoria nell’ultima gara di Sochi, seppur con metà punteggio per via della gara interrotta.

    Il campionato di Luca Ghiotto
    Chiamato in extremis dal team Hitech GP, Luca Ghiotto, nonché unico italiano della categoria, ha avuto un inizio stagione per nulla facile, segnato da sfortune e problematiche tecniche che gli hanno impedito di inserirsi nella lotta per il titolo. La prima parte di stagione è stata somatizzata dalla vittoria di gara 2 in Ungheria, doveva aveva gestito perfettamente gli pneumatici, un suo punto di forza che lo ha sempre caratterizzato durante la sua carriera. Il cambio di passo è arrivato però dopo il cambio di telaio, sostituito prima del fine settimana di Monza, un fattore che ha significato per lui un miglioramento delle performance.
    La classifica team
    La lotta per il titolo a squadre sembra essere sola faccenda per l’italianissimo team Prema e il team Uni-Virtuosi. La scuderia vicentina celebre nelle categorie propedeutiche, dopo aver conquistato il titolo a squadre in F3, vola in Bahrain con 42.5 punti di vantaggio sul team di bandiera Inglese. Se nella prima parte di stagione era stato un testa a testa fra le due squadre, dopo il round di Spa la Prema ha conquistato la leadership della graduatoria, ampliando poi il gap con i competitors. I risultati dei due contendenti al titolo piloti, Schumacher (Prema) e Ilott (Uni-Virtuosi), potrebbero quindi incidere anche sul titolo a squadre.

    Gli orari del weekend
    Venerdì:
    Prove libere: ore 10:35Qualifiche: ore 14:15
    Sabato:
    Feature race (32 giri): ore 10:10
    Domenica:
    Sprint Race (23 giri): ore 11:00 LEGGI TUTTO

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    Gp Bahrain F1, Leclerc: Continuare il trend delle ultime gare che ci ha visto via via più competitivi

    In origine doveva essere la seconda gara della stagione: il 22 marzo, dopo la corsa del debutto, in Australia, la Formula 1 avrebbe dovuto scendere in pista a Sakhir per il Gran Premio del Bahrain.
    Sembra passata un’eternità: la pandemia di Covid-19 ha fatto saltare l’evento di Melbourne e ha congelato ogni attività di motorsport fino a luglio, quando la massima categoria automobilistica, tra i primi sport mondiali a riprendere dopo aver messo a punto i necessari protocolli di sicurezza, ha riacceso i motori con due Gran Premi di fila in Austria.
    Da allora si sono svolti 14 Gran Premi, con tre triplette di gare consecutive. Questo fine settimana inizia la quarta e conclusiva serie che porterà a termine il campionato più anomalo negli oltre 70 di storia della Formula 1.
    Charles Leclerc, alla vigilia del Gp del Bahrain F1 2020, ha così commentato: “Il Gran Premio del Bahrain è una gara molto particolare, perché le caratteristiche del fine settimana fanno sì che lo scenario si modifichi continuamente. A inizio weekend la pista è sporchissima, piena di sabbia che arriva dalle zone desertiche circostanti. Man mano che si gira l’asfalto si pulisce e svela la propria abrasività che mette a dura prova le gomme. Anche luce e temperature sono in continuo cambiamento: si parte all’imbrunire, con asfalto molto caldo e il sole basso all’orizzonte, ma man mano che la gara progredisce il circuito diventa più freddo e bisogna avere la capacità di adattare la propria guida.Ho bei ricordi dello scorso anno, anche se il finale non fu ideale. Speriamo di continuare il trend delle ultime gare che ci ha visto via via più competitivi”.
    Gp Bahrain F1 2020: Il circuito
    La pista di Sakhir si sviluppa su 5.412 metri che domenica saranno da percorrere per 57 volte. Famoso per i lunghi rettilinei e le frenate molto impegnative, il tracciato vede le due staccate più difficili alle curve 1 e 14. Sono previste due zone per l’utilizzo dell’ala mobile (DRS): una sul rettilineo del traguardo e l’altra nel tratto compreso fra le curve 10 e 11. La partenza è prevista alle 17.10 locali (15.10 CET), mentre le qualifiche sono sabato alle 17 (15 CET). Si tratta di una gara in notturna, anche se il tracciato sarà illuminato da un potente impianto che non farà rimpiangere la luce del sole. Le temperature della pista andranno scendendo durante la gara a causa del calare della notte.
    Gp Bahrain F1 2020: Sei vittorie per la Scuderia Ferrari
    La Scuderia Ferrari ha vinto in sei occasioni in Bahrain: il primo successo è arrivato nell’edizione inaugurale grazie a Michael Schumacher, nel 2004, mentre nel 2007 e 2008 è stato Felipe Massa a conquistare il successo. Nel 2010 si è corsa l’unica edizione del GP sulla pista “endurance”, lunga 6.299 metri: a vincerla fu Fernando Alonso all’esordio con la Ferrari che raggiunse così un ristretto club di vincitori al debutto con la Casa di Maranello formato da Juan Manuel Fangio, Giancarlo Baghetti, Mario Andretti, Nigel Mansell e Kimi Räikkönen. Nel 2017 e 2018 la Ferrari ha vinto con Sebastian Vettel, mentre lo scorso anno Sakhir ha visto lo sbocciare definitivo di Charles Leclerc che, dopo avere ottenuto la pole position, condusse la corsa fino a pochi giri dal termine quando a causa di un problema di affidabilità dovette accontentarsi del terzo posto, il suo primo podio in Formula 1. LEGGI TUTTO

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    F1, Motori Ferrari clienti: una sola vittoria in 70 anni. Ora serve il salto di qualità!

    Le statistiche e la storia della Formula 1 sorridono alla Ferrari. La Casa di Maranello può esibire un palmares a dir poco ricco e ancora ineguagliato: record di titoli Costruttori (16), di titoli Piloti (15), di vittorie (238), di pole-position (228), solo per ricordare i principali.
    Un dato, tuttavia, colpisce all’occhio: i pochi risultati ottenuti attraverso la vendita dei propri motori ad altre scuderie. I motori Ferrari hanno colto, dal 1950 al GP di Turchia 2020, ben 239 vittorie. Solo una, tuttavia, è stata messa a segno da una monoposto “non Ferrari”. A siglare questa impresa è la Toro Rosso STR3, vincitrice con Sebastian Vettel del GP d’Italia 2008.
    Nel corso di tanti anni di attività, i motori Ferrari hanno azionato — oltre alle monoposto realizzate a Maranello — altre 15 scuderie.
    Le prime monoposto “non Ferrari” motorizzate Ferrari apparse in F1 sono le inglesi Cooper. In occasione del GP degli USA 1960, Pete Lovely è al volante di una Cooper T51 (team Fred Armbruster) spinta dal 4 cilindri in linea Ferrari 107. Nel 1966, Chris Lawrence partecipa ai GP di Gran Bretagna e Germania al volante di una Cooper T73 (scuderia JA Pearce Engineering) azionata dal V12 Ferrari 168/62.
    Nel 1991, il Minardi F1 Team adotta i V12 Ferrari. La Minardi M191 si rivela monoposto più che sufficientemente competitiva: Pierluigi Martini termina al 4° posto i GP di San Marino e Portogallo. La fornitura dei motori Ferrari alla Minardi si esaurisce già a fine 1991.
    Nel 1992, un altro costruttore italiano si rivolge a Maranello. È la Dallara, le cui monoposto sono gestite in esclusiva dalla BMS Scuderia Italia. La Dallara 192 si dimostra vettura sincera, soprattutto in gara, piazzandosi in molteplici occasioni nei primi 10 classificati. I punti iridati, tuttavia, arrivano in soli due GP: Martini chiude al 6° posto i GP di Spagna e San Marino. Il motore impiegato è il V12 Ferrari 037.
    A fine 1992, la Dallara abbandona la F1. La BMS Scuderia Italia, nel 1993, gestisce in esclusiva le Lola T93/30, affidate a Michele Alboreto e Luca Badoer. Il motore è il Ferrari 040, il V12 di 65° (3500cc, aspirato) impiegato, nel 1992, a bordo delle Ferrari F92A e F92AT. La stagione, per le Lola, è un disastro: la zona punti è “accarezzata” solo a Imola, corsa che Badoer termina al 7° posto, benché attardato di 3 giri.
    Nel 1997, inizia il sodalizio con Sauber. La Sauber C16, dunque, è la prima monoposto del costruttore svizzero ad essere equipaggiata con i plurifrazionati di Maranello. Dal 1997 al 2005, le Sauber sono azionate dai V10 Ferrari (3000cc aspirati), ribattezzati Petronas nelle versioni SPE-01, SPE-01D, SPE-03A, SPE-04A, 01A, 02A, 03A, 04A e 05A. In questo arco temporale, le Sauber-Ferrari ottengono 4 podi: Ungheria 1997 (Johnny Herbert, Sauber C16, 3° posto), Belgio 1998 (Jean Alesi, Sauber C17, 3° posto), Brasile 2001 (Nick Heidfeld, Sauber C20, 3° posto) e USA 2003 (Heinz-Harald Frentzen, Sauber C22, 3° posto).
    Sauber e Ferrari si riabbracciano nel 2010, all’indomani dell’interregno BMW-Sauber. In quel 2010, strano a dirsi, la scuderia elvetica reca ancora il nome di BMW Sauber F1 Team, sebbene la C29 sia spinta dal V8 Ferrari 056. Dal 2010, le monoposto realizzate dalla Sauber equipaggiano motori Ferrari: dal 2010 al 2013 V8 aspirati di 2400cc, dal 2014 ad oggi (compresa la recente e non esaltante era Alfa Romeo Racing, team nato nel 2019) “power unit” V6 di 1600cc Turbo-ibridi. Le Sauber-Ferrari ottengono altri 4 podi: Malesia 2012 (Sergio Perez, Sauber C31, 2° posto), Canada 2012 (Sergio Perez, Sauber C31, 3° posto), Italia 2012 (Sergio Perez, Sauber C31, 2° posto), Giappone 2012, Kamui Kobayashi, Sauber C31, 3° posto).
    Alquanto deludente si rivela il matrimonio tra i V8 Ferrari e lo Etihad Aldar Spyker F1 Team: un 2007 portato a termine con le non competitive Spyker F8-VII e F8-VII-B. Dalla Spyker alla Force India. Nel 2008, il neonato team sorto sulle ceneri di Jordan, Midland e Spyker schiera la non competitiva VJM01-Ferrari 056. È questa la sola monoposto anglo-indiana spinta da un propulsore di Maranello.
    Anche la Red Bull — scuderia che ha legato i propri successi iridati ai V8 Renault — adotta, per una sola stagione, i V8 Ferrari. Lo fa nel 2006, secondo anno di attività del team sorto sulle ceneri di Stewart e Jaguar. La vettura è la saltuariamente competitiva RB2. David Coulthard centra il 3° posto in occasione del GP di Monaco.
    Da Red Bull a Toro Rosso il passo è breve. La scuderia italiana nell’orbita Red Bull ha proposto, in più occasioni, vetture azionate da motori Ferrari. Le STR2 (2007), STR2B (2008), STR3 (2008), STR4 (2009), STR5 (2010), STR6 (2011), STR7 (2012), STR8 (2013) e STR11 (2016) vengono azionate da propulsori realizzati a Maranello, dapprima V8 aspirati, quindi V6 Turbo-ibridi.
    Nell’era delle power unit Turbo-ibride anche Marussia e Haas hanno fatto e fanno affidamento su motori realizzati a Maranello. La Marussia lo fa nel biennio 2014-2015 (modelli MR03 e MR03B), la Haas impiega ininterrottamente PU Ferrari a partire dal 2016, anno del debutto della scuderia americana in F1 (i modelli impiegati sono le VF-16, VF-17, VF-18, VF-19 e VF-20, tutte vetture realizzate dalla Dallara).
    I motori clienti Ferrari, dunque, hanno spinto e continuano ad equipaggiare monoposto generalmente non di prima fascia o team ancora in fase di crescita (vedi il caso della Red Bull). Team e costruttori volenterosi e preparati, spesso icone della F1 e del motorsport più in generale (Minardi, Dallara, Lola, Sauber su tutti), ma sovente non in grado di ambire (almeno con continuità) al vertice delle classifiche.
    È, questo, un tasto dolente di casa Ferrari: il non aver mai creduto realmente nei team clienti. La storia ci racconta di motori Renault, Mercedes e Honda (solo per citare i motoristi attualmente impegnati in F1) vincenti e altamente competitivi anche grazie a vetture “non Renault”, “non Mercedes” e “non Honda”.
    Basti pensare, guardando al presente, alla Racing Point (prossima Aston Martin), sempre più competitiva anche grazie ai motori Mercedes. O alle PU Renault, in questo 2020 pimpanti a bordo delle McLaren MCL35 e Renault R.S.20. McLaren che, dal 2021, arricchirà la batteria di motori Mercedes: probabile assistere, l’anno prossimo, ad una ulteriore crescita tecnica del team di Woking.
    Solo negli ultimi anni, Ferrari ha iniziato ad investire in modo più mirato nei team clienti attraverso una più estesa fornitura dei propri motori. È necessario, tuttavia, compiere un ulteriore salto di qualità. Come? Cercando di fornire team già di prima fascia.
    Red Bull e Alpha Tauri, in tal senso, costituiscono un ghiotto boccone. Orfane dei motori Honda, le due importanti scuderie (come abbiamo visto, già partner di Ferrari nel recente passato) sono alla ricerca di un fornitore di motori. Renault, Mercedes, Ferrari: in tre a sfidarsi su questo fronte.
    La scelta, probabilmente, è già stata fatta. Una Red Bull-Ferrari rappresenterebbe, dopo la opaca esperienza del 2006, un ottimo colpo da parte del Cavallino: sì fornire un diretto concorrente al titolo, ma fornire un team, appunto, che ambisce all’iride. E vincere, anche solo fornendo i motori, è sempre cosa buona e giusta. L’immagine della Ferrari ne gioverebbe.
    Haas e Sauber/Alfa Romeo Racing, salvo clamorosi guizzi di futura competitività, non bastano. Alla Ferrari serve un secondo asso da giocare, un secondo team vincente mediante il quale poter sfoggiare la propria ricerca motoristica.
    Red Bull e Alpha Tauri motorizzate Ferrari: un matrimonio che s’ha da farsi. LEGGI TUTTO

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    Gp Bahrain F1: la programmazione di Sky Sport F1 e Sky Sport Uno

    Gp Bahrain Formula 1: la programmazione completa di Sky Sport F1 e Sky Sport Uno. In pista anche la F2 con Mick Schumacher.

    Su Sky terz’ultimo appuntamento della stagione 2020 di Formula 1: da domani, giovedì 26, a domenica 29 novembre, su Sky Sport F1 sarà di scena il Gran Premio del Bahrain. Sabato le qualifiche live dalle 15, mentre domenica appuntamento con la gara alle 15.10 (pre dalle 13.30 e post dalle 17.10), tutto in diretta su Sky Sport F1 e Sky Sport Uno, anche in streaming su NOW TV. La differita della gara su TV8 è in programma dalle 18. Questo weekend torna anche la Formula 2 con le ultime due gare di campionato che assegneranno il titolo. Grande favorito Mick Schumacher, al quale Sky Sport F1 dedica lo speciale Formula Mick, l’intervista di Mara Sangiorgio in programma domani alle 18.
    Programmazione del Gran Premio del Bahrain, in diretta su Sky Sport F1 e su Sky Sport Uno
    Giovedì 26 novembreOre 17.45: Paddock Live Pit WalkOre 18: Formula MickOre 18.15: F1 ESPORTS 2020 HLOre 19.30: conferenza stampa piloti
    Venerdì 27 novembreOre 10.30: prove libere F2Ore 11.45: Paddock LiveOre 12: prove libere 1 F1Ore 13.30: Paddock LiveOre 14.10: qualifiche F2Ore 15.45: Paddock LiveOre 16: prove libere 2 F1Ore 17.30: Paddock LiveOre 18.30: Paddock Live ShowOre 19: conferenza stampa team
    Sabato 28 novembreOre 10.05: gara F2Ore 11.45: Paddock LiveOre 12: prove libere 3 F1Ore 13: Paddock LiveOre 14.15: #skymotoriOre 14.30: Paddock Live QualificheOre 15: qualifiche – Differita alle 18.30 su TV8Ore 16.15: Paddock LiveOre 18.30: Paddock Live Show
    Domenica 29 novembreOre 10.55: sprint race F2Ore 13.30: Paddock Live garaOre 15.10: gara – Differita alle 18 su TV8Ore 17.10: Paddock LiveOre 17.30: Paddock Live #SkyMotoriOre 19: Race Anatomy LEGGI TUTTO