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    F1, La Ferrari F1-2000 di Michael Schumacher va all’asta

    La Ferrari F1-2000, monoposto che ha riportato il titolo piloti F1 a Maranello, dopo 21 anni e ha dato inizio al filotto di cinque Campionati consecutivi, dal 2000 al 2004, sarà battuta all’asta.2000 Ferrari F1-2000 ANDREW TRAHAN PHOTOGRAHY LLC ©2023 Courtesy of RM Sotheby’s

    E’ uno dei due esemplari al mondo ed è la monoposto guidata dalla leggenda della Ferrari, Michael Schumacher, nel 2000, la sua prima stagione vittoriosa nel Campionato del Mondo Piloti di Formula 1.
    Sul sito sothebys.com, da lunedì 3 aprile, si aprirà l’asta per aggiudicarsi la Ferrari F1-2000.
    In particolare la monoposto numero 198 è quello guidata da Schumacher nel vittorioso Gran Premio del Brasile, portata in pole position al Gran Premio di Monaco, l’unica ottenuta dal pilota tedesco a Monte Carlo.
    L’innovativa monoposto all’asta fece il suo debutto nelle competizioni nel 2000, vantando un pacchetto avanzato di aerodinamica e un motore V-10 a 90 gradi, completamente riprogettato e che permise agli ingegneri di Maranello di abbassare il centro di gravità della vettura.
    Nei 17 Gran Premi in calendario, Schumacher ha portato l’iconica macchina rossa alla vittoria in ben 9 appuntamenti, conquistando il Campionato del Mondo Piloti di Formula 1 alla penultima gara della stagione a Suzuka.
    Un’impresa storica che ha fatto da trampolino di lancio per uno dei periodi più celebri della storia della Ferrari.

    Il telaio 198, inizialmente utilizzata come muletto della Scuderia, svolse un ruolo fondamentale fin dal secondo round del campionato, dopo che Schumacher finì fuori strada durante le qualifiche di Interlagos, danneggiando il sottoscocca della sua prima vettura.
    Una volta conclusa la stagione, la monoposto con il telaio numero 198, fu riportata a Maranello, dove è stata completamente ricostruita. Nel marzo 2001, la vettura fu esposta al Salone dell’Automobile di Ginevra sullo stand della Ferrari e successivamente venduta al collezionista Kevin Crowder del Texas, che nel 2005 la preparò per l’uso in eventi F1 Clienti. Il texano ha acquistato il telaio 198 nel 2016 e lo ha guidato in diversi eventi Ferrari Corse Clienti, tra cui gli eventi Ferrari F1 Clienti tenutisi a Monza nel 2017 e ad Austin, in Texas, nel 2020. Oggi, offre al suo prossimo proprietario la rarissima opportunità di provare l’emozione unica di una vettura da Gran Premio V-10 vincitrice di una delle epoche d’oro della Formula 1.
    Maggiori informazioni e foto su sothebys.com. LEGGI TUTTO

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    8 ottobre 2000, Schumacher, la Ferrari e il peso della cifra tonda

    8 Ottobre 2000. Schumacher. Formula Uno. Ferrari.8 Ottobre 2020. Schumacher. Formula Uno. (Motorizzato) Ferrari.

    E’ una trappola dolceamara per nostalgici questo animalo campionato 2020, che sembra fatto apposta per incentivare i viaggi nel tempo. Forse sarà il peso della cifra tonda, delle ricorrenze che non si possono evitare anche se non si è nella miglior forma per festeggiarle, forse sarà il fatto che un M. Schumacher guiderà una monoposto ufficiale di F1 o forse, infine, sarà perchè il sibilo del vento gelido fra i boschi dell’Eifel ci richiama alla memoria l’altrettanto infido asfalto umido di Suzuka vent’anni fa.
    Una cosa è certa: come a lungo abbiamo ricordato e continueremo a ricordare quella rigida alba autunnale di vent’anni fa, così ricorderemo il fatale 2020 e il suo calendario, unico benchè stropicciato.
    Stropicciato, sì: prima appallottolato e cestinato dalle mani furiose di un cataclisma globale; poi raccolto, stirato e allungato da mani operose, abituate a mescolare denaro e passioni; quindi affisso, estremo e affascinante, quale manifesto di normalità in un anno anomalo e crudele. Poi ci leggi sui nomi come “Imola” e “Gran Premio” nella stessa frase e ti chiedi che cosa ne è stato di tutti questi anni passati, per poi realizzare che chi è nato in quell’anno oggi ha vent’anni.
    Non mi soffermerò sulla triste figura della Ferrari che, vent’anni dopo, splende della propria eccezionale storia pur non essendo capace da troppo tempo di scriverne nuovi capitoli. Spiaggiata, colpevolmente, come i leoni marini di San Francisco al Pier 9, contenta delle foto dei turisti mentre gli altri cavalcano le onde nella baia aggiungendo capitoli al libro dei record. Oggi è l’8 Ottobre 2020 e cavalcherò solo le onde dei ricordi.
    Io, allora, il giorno 08 Ottobre 2000, ne avevo ventuno. Ventuno, come gli anni che la Ferrari, fra tragedie, tonfi e supplizi di Tantalo, aveva atteso per riacciuffare il titolo mondiale piloti: un’attesa durata una vita, esattamente quanto la mia. Di quella gara ricordo la faticosa lotta contro la paura che tutto svanisse di nuovo, lo spettro della delusione dietro l’angolo, lo choc di Spa ancora vivo e il fastidio di tanti “tifosi” dell’ultima ora che sputavano sentenze sul fatto che “tanto la Ferrari non vincerà manco stavolta“. Oggi stanno su Twitter, allora – i più tecnologici – sui forum dei siti di notizie sportivi o -i più numerosi – nei capannelli davanti alle edicole, al lunedì.
    Ricordo un campionato combattuto, con avversari veramente alla pari se non superiori, l’atmosfera da resa dei conti a ogni gara, gli sms scambiati giro su giro con altre anime in pena afflitte dalla stessa passione, ma soprattutto ricordo che arrivava, vivida, l’umanità di quei personaggi: piloti, tecnici, dirigenti, meccanici, giornalisti. Sembrava di conoscerli, senza bisogno di social, di condivisioni, di trasmissioni h24 ad alta definizione.
    E così siamo giunti al momento “Luci a San Siro”. Dammi indietro la mia Seicento, i miei vent’anni e una ragazza che tu sai per me suona in questo modo: dammi indietro quell’elemento umano, quella possibilità che il guizzo di un singolo amplificato dalla coesione di un gruppo  – fosse una geniale strategia alla Ross Brawn, la suprema capacità di sfruttare la guida di un Michael Schumacher o la ferrea determinazione di chi aveva progettato e costruito quella Ferrari – facesse la differenza e determinasse l’esito di una gara. Dammi indietro una tecnologia che non prende, beffarda, il posto di comando ma resta strumento nelle mani dell’uomo che l’ha creata. Dammi indietro la libertà di sperimentare e provare, sbagliare e correggere, competere e lottare, durante tutto l’anno.
    Li rivorrei indietro perchè sono quegli elementi che mi facevano alzare a ore improponibili e quelle storie che mi hanno talmente catturata da farmi venire la voglia, un giorno, molti anni dopo, di scriverci un libro su.
    Oggi la Formula Uno è un universo complesso, nel quale il dominio di qualcuno è diventato ineluttabile di fronte alla pochezza degli avversari, i quali abbandonano o restano indietro. Non c’è più spazio per il guizzo del singolo, a meno che non sia stato previsto in una qualche elaborata strategia.
    Dell’8 Ottobre 2000 e degli anni che seguirono ricordo, infine, che contro la piccola Italia della Ferrari mandarono contro di tutto: BMW, Mercedes, Honda, giovani fenomeni e scafati corsari delle piste. Persero, e male. Oggi perdiamo noi: fa male, ma ci sta. LEGGI TUTTO