More stories

  • in

    Roland Garros, il tabellone delle qualificazioni: undici azzurri al via

    Inizieranno lunedì le qualificazioni del Roland Garros, secondo Slam stagionale in programma sulla terra rossa di Parigi dal 26 maggio al 9 giugno. Sedici posti ancora a disposizione nel tabellone maschile con nove azzurri al via per accedere al main draw. Sono Mattia Bellucci, Andrea Vavassori, Francesco Maestrelli, Andrea Pellegrino, Franco Agamenone, Stefano Travaglia, Giulio Zeppieri, Matteo Gigante e Stefano Napolitano. Tra i match di primo turno spicca il derby Travaglia-Zeppieri, ma anche l’incontro di Franco Agamenone che sfiderà Dominic Thiem, al suo ultimo Roland Garros in carriera. Doppia sfida Italia-Stati Uniti, invece, nelle qualificazioni femminili. Sara Errani, n. 1 del seeding, affronterà Ann Li mentre Lucrezia Stefanini sarà opposta a Katie Volynets.  LEGGI TUTTO

  • in

    Sinner in campo verso il Roland Garros: “Lavoriamo”. Le news di oggi

    Un sorriso arriva da Monte-Carlo e illumina la domenica tennistica. È quello di Jannik Sinner, al secondo giorno di allenamenti nel Principato verso il Roland Garros. “Lavoriamo” ha scritto l’azzurro su Instagram, ritratto in una foto di squadra con il team al completo: Darren Cahill in primo piano, poi Simone Vagnozzi e Umberto Ferrara. Manca all’appello solo il fisioterapista, Giacomo Naldi, “angelo custode” di Sinner durante la settimana di terapie all’anca destra al J Medical di Torino. Jannik sta lavorando senza sosta con un chiaro obiettivo: esserci al Roland Garros. 

    L’attesa per Parigi
    Rientrato a Monte-Carlo venerdì sera, Sinner ha ripreso la racchetta in mano per la prima volta nella giornata di sabato, 18 giorni dopo l’ultima volta. Per lui è iniziato un conto alla rovescia verso Parigi, Slam che inizierà il 26 maggio: pochi giorni a disposizione per sciogliere le riserve. Sinner dal punto di vista clinico sta bene, poi bisognerà vedere le sensazioni in campo e la condizione atletica che, giocoforza, non potrà essere delle migliori visto lo stop di quasi tre settimane. Una decisione delicata che prenderà assieme ai medici e al suo team. Intanto il lavoro sul campo prosegue. LEGGI TUTTO

  • in

    Errani e Paolini al WTA Roma, dove vedere la finale di doppio in tv e streaming

    È il giorno delle finali agli Internazionali d’Italia. In chiave azzurra i riflettori sono puntati su Sara Errani e Jasmine Paolini, a caccia del titolo nel doppio. Le due azzurre affronteranno la coppia n. 3 del seeding, formata dalla statunitense Coco Gauff e dalla neozelandese Erin Routliffe, per centrate un titolo che all’Italia manca dal 2012, quando al Foro Italico vinse proprio Sarita insieme a Roberta Vinci. Per l’eterna Errani è la 45esima finale in carriera in doppio, la quarta insieme a Paolini. La maestra e l’allieva, un mix perfetto tra le due azzurre, reduci dalla vittoria in semifinale contro le americane Dolehide/Krawczyk. Anche oggi ci sarà un’altra statunitense di fronte, la n. 3 in singolare Coco Gauff che in doppio ha vinto otto titoli e centrato due finali Slam. La 20enne di Atlanta giocherà la prima finale insieme a Erin Routliffe, 29enne di Auckland e n. 6 WTA nella specialità. 

    Dove vedere la finale di Errani e Paolini del WTA Roma
    Il match tra Errani/Paolini e Gauff/Routliffe, finale del torneo di doppio al WTA 1000 di Roma, è in programma domenica 19 maggio, non prima delle 13.30, sul campo Centrale del Foro Italico di Roma. L’incontro sarà in diretta su Sky Sport Tennis e in streaming su NOW con telecronaca di Luca Boschetto e commento di Ivan Ljubicic. LEGGI TUTTO

  • in

    Zverev-Jarry all’ATP Roma, dove vedere la finale in tv e streaming

    Ultimo atto al Foro Italico: da una parte Sascha Zverev, dall’altra Nico Jarry. Il tedesco per il bis sette anni dopo la prima volta, il cileno per vincere il trofeo più importante in carriera. La finale è in diretta alle 17 su Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e in streaming su NOW

    Correva la stagione 2019, era maggio come adesso, pioveva senza sosta, l’orologio ticchettava sempre più rumoroso verso il Roland Garros e Sascha Zverev e Nico Jarry avevano battagliato per tre ore in finale a Ginevra, in piena notte. Aveva vinto il tedesco 7-6 al tiebreak decisivo, salvando due match point e preoccupandosi, poi, più che di festeggiare la vittoria, di consolare lo sconfitto, in lacrime perché convinto di aver perso una partita che non sarebbe ricapitata più. Cinque anni dopo, Zverev e Jarry si ritrovano in finale, sempre sulla terra rossa, in una Roma che, più che eterna, per loro è il simbolo che a tutto si può sopravvivere e che tutto si può sopportare. Nella vita e nella carriera.

    Zverev sette anni dopo
    Sette anni fa, un Sascha appena ventenne irruppe, con prepotenza disarmante, nel gotha del tennis, ridimensionando, più che semplicemente sconfiggendo, un Novak Djokovic troppo brutto per essere vero. Un Novak Djokovic che, per intenderci, è un po’ sembrato quello visto al terzo turno contro Alejandro Tabilo. E proprio Tabilo è stato colui che ha rischiato di rovinare la festa di Zverev, regalandone piuttosto, una al Cile. Rimasto improvvisamente da solo, in un tabellone mutilato in partenza di Sinner e Alcaraz, Sascha è ricaduto nel vizio – o pregio, dipende dalla prospettiva – di portare il proprio cuore sulla manica, tremando, in modo disperato e umano, al pensiero di realizzare i propri sogni, che a volte è spaventoso più di tornare in campo dopo aver rischiato di rompersi il polso nei quarti di finale contro Fritz.

    Se Zverev, in fondo, non ha mantenuto le promesse di quando, sotto i boccoli biondi e gli occhi di ghiaccio, si difendeva dalle delusioni con una maschera arrogante con la quale era difficile empatizzare, forse è proprio per questa emotività, controversa e a volte quasi fastidiosa, per la quale, nonostante 21 titoli ATP, di cui cinque Masters 1000, due ATP Finals e una medaglia d’oro alle Olimpiadi, non è ancora riuscito a vincere uno Slam. Lì, al Foro Italico, dove tutto è iniziato, Sascha può ripartire, dimenticando per sempre il terribile infortunio alla caviglia destra sofferto in semifinale al Roland Garros 2022 che gli costò tutto: il primo Major, la vetta nel ranking ATP e nove tra i migliori mesi di carriera. Non era così scontato che il tedesco tornasse in top 5 dopo un tale trauma, eppure è riuscito a rendere normalità una riabilitazione a tratti impossibile. E ci è riuscito così bene da non essere neanche stato votato come “Comeback player of the year”. Se dovesse vincere il titolo, Zverev salirebbe al secondo posto nella Race, dietro soltanto a un signore quasi imbattibile nel 2024 come Sinner. Chissà che non possa essere proprio Sascha il rivale di Jannik nella seconda parte di stagione.

    Jarry, una ripartenza da zero
    Se Zverev ormai è uno specialista di saper ripartire dopo che ti crolla il mondo addosso – citofonare US Open 2020 per maggiori informazioni – anche Jarry ha masticato amaro, prima di tornare più forte di prima. Per tornare indietro alla finale di Ginevra 2019, smaltita la delusione in Svizzera, il cileno aveva finalmente il primo titolo ATP a Bastad. Poi, a fine stagione, la doccia fredda e la positività al doping dopo un controllo di urine durante la Coppa Davis di Malaga. Nonostante fosse riuscito a dimostrare che si trattasse di contaminazione avvenuta in Brasile e non di assunzione volontaria, Jarry aveva preferito patteggiare e scontare la “squalifica” di 11 mesi, considerato l’impatto avuto dal coronavirus sulla quotidianità nel circuito ATP nel 2020. La scelta, però, ha costretto il cileno a ripartire letteralmente da zero. Zero punti ATP, zero wild card, zero considerazione. Soltanto vita dura, durissima, di fatiscenti stanze d’albergo da Futures e di qualificazioni nei Challenger più sperduti. Dopo due anni di purgatorio, la rinascita: il rientro in top ten a febbraio 2023, poi i titoli a Santiago del Cile e a Ginevra, quella Ginevra che tanto era stata dolorosa nel 2019. Tra l’altro, anche prendendosi la rivincita su Zverev in semifinale. Da lì, tutto è stato formalità: il best ranking ritoccato mese dopo mese, la versatilità su tutte le superfici. Soprattutto, la consapevolezza di aver trovato continuità.

    I precedenti
    Nei precedenti Zverev conduce 4-2, ma entrambe le vittorie di Jarry sono arrivate sulla terra rossa. I due in comune hanno soltanto l’altezza: due metri e un centimetro il cileno, un metro e 98 il tedesco. Il tennis espresso, invece, è abbastanza diverso. Nico non disdegna chiudere il punto con buona volèe, tranne se nei momenti di tensione, mentre Sascha vanta un’agilità quasi inspiegabile se paragonata alla propria mole.

    Sulla diagonale di dritto meglio Jarry, su quella di rovescio impossibile non scegliere Zverev. Non esistono finali già scritte, ma se esiste un fattore che, forse, sa dare un po’ di tranquillità in partenza, è l’esperienza. Per Sascha questa è l’11esima finale in un Masters 1000, per Nico la prima. Però se il cileno accetterà la sfida pensando di non aver niente da perdere e “convincendo” il tedesco che, al contrario, chi potrebbe uscirne con le ossa rotte è proprio lui, la sfida per il trono di Roma potrebbe essere meno scontata di quanto non ci si aspetta in partenza.

    Zverev-Jarry dove vedere la finale dell’ATP Roma
    Il match tra Alexander Zverev e Nicolas Jarry, finale dell’ATP 1000 di Roma, è in programma domenica 19 maggio, ore 17, sul campo Centrale del Foro Italico di Roma. L’incontro sarà in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e in streaming su NOW con telecronaca di Elena Pero e commento di Paolo Bertolucci.

    TAG: LEGGI TUTTO

  • in

    Swiatek vince il WTA Roma: Sabalenka ko in due set

    Terzo titolo in carriera al Foro Italico per Swiatek che batte ancora una volta Sabalenka. Netto 6-2, 6-3 in favore della n. 1 al mondo che diventa la terza giocatrice nella storia, dopo Safina e Serena Williams, in grado di vincere Madrid e Roma nello stesso anno 

    Swiatek cala il tris. Dopo il 2021 e il 2022, la polacca torna regina a Roma. È lei la campionessa 2024 degli Internazionali d’Italia, impeccabile nella finale vinta sul Centrale contro Aryna Sabalenka: 6-2, 6-3 il risultato finale in un’ora e 30 minuti di gioco. L’epilogo è lo stesso di Madrid, ma con un copione totalmente diverso. La n. 1 al mondo ha avuto il controllo dall’inizio alla fine, accusando solo un piccolo passaggio a vuoto all’inizio del secondo set quando ha concesso sette palle break, non sfruttate da Sabalenka che ha faticato al servizio (appena il 56% di punti con la prima).

    Il monologo nel primo set

    Swiatek entra in campo con le idee chiare e il primo set si trasforma velocemente in un monologo di 38 minuti. L’equilibrio dura solo nei primi due game, poi al terzo arriva il primo break in favore della polacca in un turno di battuta con tre forzati per Sabalenka. La bielorussa, lenta, poco reattiva e fallosa nel tentativo di prendere in mano il gioco, annulla la palla del possibile 4-1, ma poi cede la battuta ancora una volta nel settimo gioco. Swiatek, impressionante nel ritmo imposto pur senza la prima di servizio (appena il 39% in campo), guadagna due palle break con un gran passante e chiude alla prima chance con un dritto profondissimo. La chiusura del set è una pura formalità con una seconda vincente da destra. LEGGI TUTTO

  • in

    ATP Roma, Bolelli e Vavassori ko in semifinale: vincono Arevalo e Pavic

    Si interrompe in semifinale il sogno romano di Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Gli azzurri escono di scena a un passo dalla finale nel torneo di doppio, battuti da Marcelo Arevalo e Mate Pavic con il punteggio di 6-2, 7-6(5) in un’ora e 23 minuti di gioco. La copia esatta del match giocato poche settimane fa a Monte-Carlo, terminato anche in quel caso con il ko degli italiani. Il bolognese e il torinese sono stati poco cinici sulle palle break: solo 1 su 6. 

    Il racconto del match

    Partono meglio gli azzurri che guadagnano le prime due palle break (sprecate) nel terzo game, sul servizio di Pavic. Il set, però, gira nel sesto gioco, quando Bolelli e Vavassori subiscono il break da 40-15: tre punti consecutivi per gli avversari e dritto lungolinea in rete di Bolelli in uscita dalla diagonale sulla palla break. Arevalo e Pavic chiudono il set con ottime percentuali al servizio, ma poi arriva la reazione della coppia italiana nel secondo set con il break a zero in apertura sul servizio di Arevalo. Il nuovo turning point è tra il quinto e l’ottavo gioco: prima Bolelli e Vavassori sprecano tre palle break per andare 4-2 e servizio, poi subiscono il controbreak. Da qui si arriva al tiebreak, indirizzato dal doppio fallo di Vavassori nel sesto punto. Il doppio maschile si conferma così un tabù per gli italiani al Foro Italico: l’ultima coppia tutta azzurra ad aver vinto a Roma nella specialità è stata quella formata da Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola nel 1960.  LEGGI TUTTO

  • in

    Sinner torna in campo: primo allenamento verso il Roland Garros

    Dopo 18 giorni Sinner è tornato in campo. Rientrato a Monte-Carlo dopo una settimana a Torino per le cure all’anca, l’azzurro ha svolto il primo allenamento nel Principato sotto la supervisione dei coach Vagnozzi e Cahill. Adesso è iniziato il conto alla rovescia verso il Roland Garros: a Parigi Jannik vorrebbe esserci, ma deciderà insieme al team e ai medici

    Jannik Sinner è tornato in campo. Diciotto giorni dopo la partita vinta a Madrid con Karen Khachanov e lo stop forzato per l’infortunio all’anca destra, l’azzurro ha ripreso la racchetta in mano a Monte-Carlo. Un primo contatto con il campo importante nell’avvicinamento al Roland Garros, al via il prossimo 26 maggio. 

    Gli esami e il responso delle cure
    Sinner ha lasciato il J Medical venerdì pomeriggio dopo una settimana di terapie per l’infiammazione all’anca destra. Il riscontro degli esami svolti al termine del ciclo di cure a Torino è rassicurante. Le cure e il riposo hanno dato un buon responso e il giocatore, dal punto di vista clinico, sta bene. Sensazioni positive, per questo motivo Sinner ha ripreso la racchetta in mano nel Principato. Gradualmente aumenterà i carichi di lavoro e ascolterà il suo corpo. 

    Il countdown per Parigi
    Il conto alla rovescia per Parigi è iniziato, ma Sinner non ha ancora sciolto le riserve per la partecipazione allo Slam. La volontà è chiara, tuttavia è una decisione delicata che prenderà assieme ai medici e al suo team. In questo senso saranno fondamentali i test sul campo: solo muovendosi sulla terra rossa potrà testare l’articolazione. L’azzurro, d’altronde, è sempre stato chiaro: giocherà Parigi solo se sarà al 100%. 

    TAG: LEGGI TUTTO

  • in

    Swiatek-Sabalenka al WTA Roma, dove vedere la finale in tv e streaming

    Ancora loro, sempre loro. Come a Madrid, anche a Roma la finale sarà tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka. La n. 1 contro la n. 2, le giocatrici più in forma: al Foro Italico non poteva esserci sfida migliore per il titolo. La finale è in diretta alle 17 su Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e in streaming su NOW

    Swiatek-Sabalenka. Atto 10. O, per meglio dire, atto secondo, 15 giorni dopo. Che la numero 1 e la numero 2 al mondo tornino ad affrontarsi in una finale importante senza nemmeno aver avuto il tempo di metabolizzare quanto avvenuto a Madrid è il segnale di una WTA più che mai in salute, forse mai così in salute dai tempi del triumvirato Serena-Sharapova-Azarenka nei “Roaring 10s”. 

    Iga contro Aryna, ghiaccio contro fuoco, topspin e movimenti da felino contro traiettorie piatte e grinta da leonessa: tutto già scritto? E invece no, perché, per entrambe, la sfida sarà riscoprirsi diverse dopo l’epopea alla Caja Magica. A Madrid Swiatek vinse quella che probabilmente andrà in archivio come LA partita nel 2024, salvando tre match point senza che però Sabalenka potesse recriminare sulle proprie scelte tattiche. 

    Swiatek ancora favorita
    Anche a Roma la polacca parte favorita: i campi, al livello del mare e più lenti, possono permetterle di trovare il timing perfetto con il dritto, smistando gioco a piacimento e passando dalla difesa all’attacco senza che ci sia il tempo per le altre di trovare una contromisura. Prova ne è che Swiatek non ha ancora perso un set, né giocato un tiebreak in questa edizione del torneo. L’unica ad averla parzialmente messa in difficoltà è stata un’epica Kerber che, a 36 anni e una figlia dopo, è stata spinta dall’orgoglio ad andare oltre i propri limiti tattici di una superficie che non è mai stata favorevole a lei. Agli Internazionali d’Italia, “queen Iga” vanta un bilancio di 19 vittorie e soltanto 2 sconfitte, di cui una soltanto maturata sul campo: nel 2020, al primo turno, contro Arantxa Rus. Praticamente una vita e una carriera fa. Vien da sé che Swiatek è già stata regina al Foro, nel biennio 2021-2022, rendendosi protagonista, nella prima finale vinta, di una autentica opera di demolizione perpetuata su una inerme Karolina Pliskova, spazzata via con un doppio 6-0 in 46 minuti e appena 13 punti portati a casa contro i 51 di Iga. Non che sia andata meglio a Jabeur un anno dopo: doppio 6-2 e Swiatek che aveva esteso a 28 la striscia di successi di fila nel 2022.

    Sabalenka, l’antagonista che cerca la vendetta
    Sabalenka, però, vorrà vendicarsi sportivamente e dimostrare che una rivalità è tale soltanto se ci si alterna nelle vittorie e nei trofei. Meglio se “graffiando” la maestà di Iga sulla terra rossa. Sulla superficie preferita dalla polacca, infatti, Aryna si è imposta soltanto in una occasione: a Madrid nel 2023 dove però i campi sono in altura e quindi più favorevoli a chi ha un servizio potente e chi sa alternare traiettorie piatte ad arrotate. La bielorussa non ha avuto vita facile per arrivare in finale a Roma. Anzi, negli ottavi di finale contro Svitolina una brutta contrattura alla schiena ha rischiato di giocarle un brutto scherzo, sia fisicamente, sia in termini di fiducia per arrivare al Roland Garros. Con la prima di servizio mai sopra i 150 km/h e con uno Slam sempre più vicino, però, Sabalenka ha dimostrato ancora una volta di essere una guerriera che non si è mai ritirata in 434 partite a livello WTA. Tre match point salvati e tanta intelligenza tattica per trovare il tempo di ristabilirsi fisicamente, ricorrendo alle smorzate e ai back di dritto che non ti aspetti. E chissà se proprio il back non possa essere la sorpresa in più per destabilizzare Swiatek, proponendole un nuovo rebus tattico al quale la polacca potrebbe non avere il tempo di trovare le soluzioni giuste, soprattutto nell’eventualità di una partita rapida.

    I precedenti
    Iga e Aryna ripartiranno da qui: dal 4-1 per la polacca sulla terra rossa e dalla certezza che, al Roland Garros saranno ancora loro le donne da abbattere più che da battere. Swiatek è campionessa uscente a Parigi, mentre Sabalenka sfiorò soltanto la finale nel 2023, sprecando match point contro una Karolina Muchova di nuovo fuori dai radar per un grave infortunio al polso. Con le premesse attuali, probabile che anche sul Philippe Chatrier ci sarà uno Swiatek-Sabalenka atto ter. Chissà se partendo dall’1-1 o dal 2-0 Iga. 

    Swiatek-Sabalenka dove vedere la finale del WTA Roma
    Il match tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka, finale del WTA 1000 di Roma, è in programma sabato 18 maggio, ore 17, sul campo Centrale del Foro Italico di Roma. L’incontro sarà in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e in streaming su NOW con telecronaca di Luca Boschetto e commento di Barbara Rossi.

    TAG: LEGGI TUTTO