More stories

  • in

    «Ducati, sei stata brava ma non ti capisco»

    TORINO – La Ducati che si prende tutto, la Yamaha che cede tutto. Così nel giro di pochi mesi sul mondo delle due ruote è (ri)sorto un accecante sole rosso, mentre sul brillante cielo blu è sceso il buio. Certificato anche dall’addio di Valentino Rossi e dalla sua scelta delle Desmosedici e non delle M1 per il suo neonato team di MotoGP, che per altro ha centrato subito il titolo di rookie dell’anno con Marco Bezzecchi. Uno dei corollari della trionfale stagione di Borgo Panigale, fatto soprattutto di due storici titoli mondiali: quello della top class centrato da Pecco Bagnaia una settimana va a Valencia, quindici anni dopo la fiammata di Casey Stoner, e quello della Superbike conquistato domenica da Alvaro Bautista in Indonesia, undici anni dopo l’ultimo del connazionale Carlos Checa.Una storica doppietta che nel 2021 aveva centrato la Yamaha con Fabio Quartararo in MotoGP e Toprak Razgatlioglu nelle “derivate”. I suoi due giovani fenomeni che Lin Jarvis vorrebbe insieme in MotoGP non certo messi sul banco degli imputati, dove invece c’è salita la Casa di Iwata, uscita distrutta dal confronto con quella di Borgo Panigale. La grande colpevole. Assente.Razgatlioglu forse è stato ancora più protagonista di Quartararo, anche se ha abdicato con un weekend d’anticipo (sabato e domenica si corre l’ultimo round della Superbike in Australia). Ma il turco, famoso per i suoi stoppie e numeri da circo, con la tripletta in Indonesia, dove pure ha ceduto il Mondiale a Bautista, ha eguagliato i numeri dello spagnolo: 14 vittorie e 29 podi con 2 ritiri in 33 gare. La differenza (ben 66 punti) l’hanno fatta le due gare finite fuori dal podio (due quarti posti Alvaro, un 11° e un 15° Toprak) e il peso dei podi. Sia i gradini scalati, sia il fatto che Bautista è stato quasi infallibili nelle gare a punteggio pieno, cedendo piuttosto nelle Sprint (con punti dimezzati). Conferma della sua svolta, anche mentale. Per altro certificata dallo stesso Razgatlioglu.«Congratulazioni ad Alvaro, ha fatto una bella stagione – afferma il 24enne turco -. Ho perso il campionato, ma ho fatto tutto quello che potevo. Di più era impossibile. Sono migliorato, il mio livello è più alto di quanto ho conquistato il titolo un anno fa. Riesco a combattere contro la moto più veloce, per me è importante. Ora però dobbiamo concentrarci sulla prossima stagione. Ci proverò, ma dobbiamo migliorare, trovare potenza. Abbiamo bisogno di una moto nuova».Il problema è che lo farà la Ducati. «Non capisco, la Ducati ha una moto veloce ma ne fa una nuova – dice il turco -. La Yamaha ha un’altra mentalità, va avanti per piccoli passi, però sono sicuro che lavorerà per darmi una moto veloce. Più potenza ed elettronica, proverò tutto dopo Phillip Island». LEGGI TUTTO

  • in

    Sei squadre a rischio infrazione del budget cap? La Formula 1 è di nuovo in acque agitate

    TORINO – Ma sarà vero che sei squadre sono a rischio sforamento del budget cap? L’insinuazione è di qualche giorni addietro ed è arrivata da Christian Horner, team principal della Red Bull. Non elegantissimo che sia lui a dirlo, visto a tutt’oggi la sua squadra è l’unica che ha infranto il tetto di spesa e l’unica che per questo ha stata penalizzata. Però il sasso nello stagno lo ha lanciato. A questo punto è venuto facile a Mattia Binotto raccogliere la provocazione e rilanciare: «Sento anche io le voci del paddock, leggo anche io siti e media. Non so se ci siano sei squadra a rischio, ma se davvero esistessero posso dire che la Ferrari non è tra quelle, visto che noi abbiamo agito in maniera da evitare qualsiasi sforamento. Però il dubbio viene, specie se si vedono squadra che continuano a sviluppare sino alla fine». Nessun nome, ovviamente. Ma basta guardare il rendimento delle ultime gare per capire se si allude alla Mercedes.
    La questione dell’efficienza
    La questione, a questo punto, non è solo di allusioni o insinuazioni, ma di metodo. Bisogna che la Fia, grazie anche all’esperienza che ha accumulato in questo primo anno di vigenza del regolamento finanziario, non impieghi tutto il tempo che ha impiegato nel 2022 per mettere a fuoro le infrazioni del 2021. Lo chiedono un po’ tutti, anche se è la Ferrari a farsi interprete di questa esigenza: «Bisogna che si aumenti il numero degli ispettori – dice ancora Binotto – e che la Fia impieghi più risorse. Se ci sono state infrazioni, è necessario saperlo molto prima». Ma intanto a Maranello hanno finito i soldi da tempo (preferendo, va detto, concentrare le proprie attenzione sulle auto del 2023). Mentre altri sembrano non avere problemi di questo genere. Come mai? Sarà solo una maggiore efficienza? Il dibattito è aperto.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    Lamborghini Huracán Sterrato, la prima supercar non solo per l'asfalto

    Le strade che percorrono le supercar sono infinite. Non era proprio così il famoso detto, ma lo prendiamo in prestito e lo modifichiamo per spiegare cosa dobbiamo aspettarci da Lamborghini Huracán Sterrato: un’auto che mostra il cambiamento rispetto alla supercar che conosciamo. Nata da un progetto che Giorgetto Giugiaro anticipò, con Italdesign, nella Parcour concept nel 2013, è un modello in grado di muoversi tra due estremi: supersportiva e off-road.Guarda la galleryLamborghini Huracan Sterrato
    Anche su terreni non asfaltati
    Appuntamento all’Art Basel di Miami, il prossimo 30 novembre, per comporre la scheda tecnica della Huracan Sterrato, che avrà un motore V10 aspirato. Modifiche all’assetto prevedono un miglioramento dell’angolo d’attacco e, soprattutto, dell’angolo d’uscita grazie a nuove forme del diffusore. L’altezza da terra, se confermerà i valori della show car, sarà superiore di 47 millimetri.
    Le prime immagini ufficiali, non più muletti di sviluppo, mostrano le gomme all terrain Bridgestone Dueler, con un tassello in grado di mordere anche fondi non asfaltati. Le carreggiate adottano protezioni in plastica, come anche le nuove soglie sottoporta, il frontale con un simil-skid plate.
    L’ultima Lamborghini non elettrificata
    Dell’avantreno sono i fari di profondità, supplementari, a prendersi la scena. In vista sono anche le barre al tetto, per moltiplicare la funzionalità della Lamborghini Huracan e montare portapacchi utili a trasporti “eccezionali” per una supersportiva. L’airscope accomuna la Sterrato alle Huracán più corsaiole, con la presa dinamica a convogliare aria verso il V10. In coda, ha un disegno specifico lo spoiler a ponte tra i due archi passaruota.
    Huracán Sterrato sarà l’ultima Lamborghini a essere presentata e priva di una motorizzazione elettrificata. Dal 2023 scopriremo tutti i nuovi progetti ibridi.
    Ferrari, Lamborghini, Porsche: le fuoriserie dei fuoriclasse in Serie A LEGGI TUTTO

  • in

    F1 2022 Gp Brasile: le pagelle della gara di Interlagos

    Il circuito di Interlagos ha accolto tra le proprio curve George Russell, che nello storico circuito brasiliano ha finalmente centrato la prima vittoria in carriera.Lo ha fatto vincendo in pista il duello col compagno di squadra Lewis Hamilton che, forte di una safety car, si era riportato alle calcagna dell’erede.Ferrari in risalita (terzo posto per Sainz e quarto per Leclerc), Alonso prima delle due Red Bull (Perez e Verstappen). LEGGI TUTTO

  • in

    Ciabatti racconta di Valentino Rossi in Ducati: “Periodo che ha lasciato ferite”

    ROMA – Ducati è riuscita a portare una settimana fa la sua moto in cima al Mondiale Piloti di MotoGP con un italiano in sella. Il tentativo era già stato fatto nel biennio 2011-2012 con Valentino Rossi, il quale non era riuscito a lasciare il segno a Borgo Panigale. Di quel particolare periodo ha parlato Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati: “Il primo cambiamento è stato l’addio di Filippo Preziosi che ha deciso di partire dopo due anni difficili, di grande aspettativa sulla partnership Valentino/Ducati che non ha portato i risultati sperati – le sue parole ai microfoni di “Autosport” -. Questo ha lasciato molte ferite nell’organizzazione, a molti livelli”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Ciabatti
    “Quando le cose vanno storte e sei sotto pressione della stampa, dei tuoi partner e sponsor – ha proseguito parlando di quel periodo -. Questo distrugge la squadra e il gruppo. Quando sono tornato in Ducati questa era un po’ la situazione. Quindi abbiamo dovuto lasciare andare alcune persone alla fine del 2013. Fu difficile trovare persone che volessero investire sulla Ducati. E’ stato anche difficile ricostruire una certa credibilità e puoi costruirla solo con i risultati. Se guardiamo agli ultimi dieci anni non è stato facile arrivare dove siamo”. LEGGI TUTTO

  • in

    Bagnaia, la sorella: “Ecco com'è diventato campione sulla Ducati”

    ROMA – Sembrava una stagione stregata, non all’altezza delle aspettative, soprattutto dopo l’errore a Sachsering. Quel giorno in pochi avrebbero pronosticato una rimonta di Francesco Bagnaia, che invece è riuscito a conquistare il primo titolo iridato piloti in MotoGP. Un percorso non facile come racconta la sorella Carola, al fianco del fratello durante tutto il mondiale. “Dopo il Sachsenring è stato difficile. Il distacco era grande, lui aveva commesso un errore ed era caduto in una gara importante. – ha sottolineato a Speedweek.com – Da quel momento in poi gli abbiamo detto di non pensare più al titolo, ma a divertirsi e concentrarsi, quello è stato il punto di svolta”.
    “Ha sempre detto che sarebbe diventato campione”
    La bravura nel non farsi trascinare dalle critiche nei momenti no e restare concentrato fino all’ultima curva. “Con il finale del 2021 – spiega Carola Bagnaia – si era condannato a vincere ed è stato bravo a cambiar rotta. Lui è un tipo molto testardo, ma ascolta tutti. E’ stato bravo a rimanere calmo, ma quando ha vinto il titolo l’emozione è stata grande, mai visto piangere così, una sensazione molto bella. Apprezzo molto la sua capacità di estraniarsi dai commenti negativi e restare positivo anche nei momenti difficili, andando per la sua strada perché l’ha sempre detto che sarebbe diventato campione del mondo”, LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP Ducati, Ciabatti: “Valentino Rossi ha lasciato molte ferite”

    ROMA – Ducati è tornata in cima al Mondiale Piloti di MotoGP per la prima volta dal 2007, e lo ha fatto con un pilota italiano. Il tentativo era già stato fatto nel biennio 2011-2012 con Valentino Rossi, il quale non era riuscito a lasciare il segno a Borgo Panigale. Di quel particolare periodo ha parlato Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati: “Il primo cambiamento è stato l’addio di Filippo Preziosi che ha deciso di partire dopo due anni difficili, di grande aspettativa sulla partnership Valentino/Ducati che non ha portato i risultati sperati – le sue parole ai microfoni di “Autosport” -. Questo ha lasciato molte ferite nell’organizzazione, a molti livelli”.Guarda la galleryLa storia della Ducati Mondiale: Bagnaia campione 15 anni dopo Stoner
    Il nuovo capitolo
    “Quando le cose vanno storte e sei sotto pressione della stampa, dei tuoi partner e sponsor – ha proseguito parlando di quel periodo -. Questo distrugge la squadra e il gruppo. Quando sono tornato in Ducati questa era un po’ la situazione. Quindi abbiamo dovuto lasciare andare alcune persone alla fine del 2013. Fu difficile trovare persone che volessero investire sulla Ducati. E’ stato anche difficile ricostruire una certa credibilità e puoi costruirla solo con i risultati. Se guardiamo agli ultimi dieci anni non è stato facile arrivare dove siamo”. LEGGI TUTTO