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    Cresce la Ferrari figlia di Binotto: ecco i dettagli

    ROMA – Tu chiamala, se vuoi, Ferrari ibrida. Non nel senso del motore termico-elettrico, che in quella realtà siamo calati da un bel pezzo, ma proprio di squadra che racchiuderà due elementi tra loro discordanti: la macchina da una parte e tutto ciò che ci gira attorno dall’altra, compreso il nuovo team principal, ruolo per il quale Frédéric Vasseur rimane in pole position (sarà cosa fatta, ma non lo dicono). Paradossalmente il corpo estraneo non sarà il nuovo capo, ma la vettura. Perché il team entrerà in metamorfosi, la Scuderia perderà la sua autonomia, la chimica sarà del tutto nuova e il solo pensarlo fa tremare le vene, ma la macchina – la Rossa! Il corpo oggetto di venerazione planetaria – sarà quella firmata da Mattia Binotto, piaccia o meno.
    Meriti ed eredità
    Cosa ne verrà fuori dunque? La nuova dirigenza metterà il cappello sui pregi cercando di assumersene il merito? O in presenza di un difetto lo esalterà per denunciare la molto italica “pesante eredità ricevuta”? Di certo la macchina-di-Binotto-nel-team-di-Vasseur, ibrido tendente al mostruoso, promette di essere «una bomba» come ha rivelato Günther Steiner, capo della Haas. Giovedì scorso ha incontrato Binotto, quindi ha riferito: «Mi ha detto che il motore del 2023 sarà una bomba. E se sarà competitivo ciò sarà positivo anche per noi, perché vorrà dire che avremo una grande power unit». Ricordiamo che nulla sta accadendo per caso: la fragilità del motore Ferrari nel 2022 fu il prezzo da pagare – previsto e accettato – per l’investimento sul 2023. Si volle varare un’unità che avrebbe permesso alla Ferrari di uscire dalla crisi innescata dalle sanzioni di fine 2019 e di tornare a battersi alla pari con Mercedes e Honda. L’asticella della potenza fu posta molto in alto perché in quel campo non si sarebbe potuto toccare più nulla, per regolamento, mentre gli interventi sull’affidabilità sono consentiti.
    Punti forti
    Secondo investimento sul 2023: non rattoppare i problemi che causarono le fragorose rotture del 2022 (Barcellona e Baku per Charles Leclerc, Red Bull Ring per Carlos Sainz), ma intervenire profondamente sulle cause, identificate nella zona dell’iniezione (quella più innovativa del motore 066/7). Ciò ha imposto un calo delle potenze, che saranno nuovamente disponibili nel 2023. Ma nella Ferrari reloaded. Poi tutte le migliorie apportate all’aerodinamica, sempre dallo staff di Binotto: la conferma della carrozzeria-ala dalle linee morbide, ancorché riviste, un nuovo fondo concettualmente simile a quello della Red Bull, più alto (come richiesto dalla direttiva tecnica 39 entrata in vigore per ridurre il saltellamento) ma finalmente con un adeguamento delle sospensioni, non modificabili nella scorsa stagione.
    Il vantaggio
    Geometrie invariate (push rod anteriore e pull posteriore, come negli ultimi anni) perché la F1-75 è una nuova vettura e non ci sono schemi da rompere, e non per ultimo una nuova conoscenza delle gomme, che infatti negli ultimi GP non hanno mostrato criticità nell’usura. Lo stesso Binotto poco prima del suo esonero – ah no, scusate, sono dimissioni – aveva messo in chiaro: «I due grandi aspetti da migliorare nel 2023 saranno l’affidabilità della power unit, priorità assoluta, e la velocità della macchina perché siamo stati spesso molto competitivi in qualifica, ma non sempre in gara». Tenendo conto che Red Bull potrà sviluppare meno della Ferrari in galleria del vento (e non di poco: -15% dopo le sanzioni per sforamento del budget cap 2021) e che il ritorno di Mercedes al vertice non è scontato, la Rossa che verrà potrebbe davvero recitare un ruolo da primadonna. Ma non sarà Binotto a godersela. Poi la vera Ferrari di Vasseur o chi per lui la vedremo nel 2024, ma questa è un’altra storia.
    Guarda la galleryLa Ferrari leggendaria di Schumacher è in venditaClicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

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    Bestemmiare alla guida è reato: lo dice il Codice Penale

    Perdere la panzienza alla guida è molto facile. Tra automobilisti poco pratici al volante, maltempo, asfalto dissestato e lunghe file è abitudine ormai farsi scappare qualche parolaccia di troppo. Queste espressioni però sono consentite solo se non superano un certo limite, ovvero se non si trasformano in bestemmie. In tal caso, il Codice Penale è molto chiaro sul fatto che sia reato.
    Multa di 100mila euro: cosa bisogna combinare per una sanzione così salata?
    Reato e maleducazione
    Tralasciando l’ovvietà che esprimere frasi blasfeme sia già di per sè sia in ogni occasione un bruttissimo gesto e un vizio da condannare, farlo alla guida porta anche a pesanti sanzioni. Bestemmiare e imprecare purtroppo è molto diffuso tra gli automobilisti ma il Codice Penale è molto chiaro in riferimento a questi atti di maledicazione e irrispetto: la multa può infatti arrivare alla cifra di 309 euro.
    L’articolo 724 afferma infatti che: “Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la divinità o i simboli o le persone venerati nella religione dello Stato è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309. La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti”.
    Occhiali a infrarossi per identificare auto: la novità della Polizia di Arezzo LEGGI TUTTO

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    Venduta all'asta una McLaren a 12 milioni di euro: era di Mr Bean!

    Nei suoi film lo abbiamo sempre visto sfrecciare sull’iconica Mini verde e nera per le vie di Londra, tra una disavventura e un imprevisto dalla risata assicurata. Rowan Atkinson, per tutti Mr Bean, è uno degli attori più conosciuti al mondo, ma non tutti sanno che è anche un appassionato di supercar potenti e costosissime.
    All’asta la Ferrari regalata a Niki Lauda: le offerte sono già altissime
    Incidenti multimilionari
    L’enorme successo che le avventure di Mr Bean ebbe nel 1990 diede il via alla grande carriera di Atkinson, il quale divenne immediatamente famoso in tutto il mondo, ma sopratutto molto ricco. Basti pensare che all’inizio della sua carriera, l’attore acquistò una Aston Martin V8 Vantage del 1977, seguita poi nientemeno che da una McLaren F1 da oltre 912mila euro con cui ha corso in diversi circuiti vincendo anche qualche trofeo. Il problema è che il vizietto della velocità l’ha portato a schiantarsi più di una volta proprio con la monoposto, per la quale sono state necessarie riparazioni molto costose (circa 1 milione di dollari). La vettura è poi stata messa in vendita nel celebre concessionario di David Clark a più di 12 milioni di dollari.

    Se il prezzo di vendita vi sembra alto, pensate che sei anni dopo la vendita della sua McLaren ne fu venduto un esemplare simile per una cifra ancora maggiore (circa 20 milioni di euro). Comunque il valore folle di questa vettura non deriva solo dal fatto di essere appartenuta ad una stella del cinema del suo calibro, ma anche perchè è uno dei 64 esemplari mai realizzati per la strada, mentre le altre 43 unità prodotte erano omologate solo per la pista.
    All’asta la Mercedes-AMG da 200.000 euro di Federer LEGGI TUTTO

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    Mercedes, il 2022 è in positivo, tra lusso e sportive

    La ricetta funziona, il lusso tira, i ricchi sono sempre più ricchi e le macchine di prestigio si vendono come non ci fosse un domani, che siano termiche o elettriche o comunque alla spina. E questo nonostante la tempesta perfetta delle crisi sovrapposte, della guerra, delle scarse forniture di prodotto. Alla massa che non può permettersele, ci penserà qualcun altro. Le grandi aziende ragionano così, non fanno prigionieri, la legge del profitto non ammette deroghe. Tanto più nell’automotive di oggi con la riduzione dei volumi e la conseguente necessità di aumentare i margini con le vetture che li generano. Mercedes è una grande azienda che ha fatto una scelta precisa e tiene la barra del timone dritta nella direzione del lusso. Perché conviene. E tanto.
    2022 positivo nonostante le difficoltà
    A dimostrarlo, i numeri del 2022 presentati nel consuntivo di fine anno. Nonostante il contesto geopolitico segnato diversi elementi di criticità (eufemismo), l’headquarter italiano della Stella punta a chiudere il 2022 con un totale di circa 44.000 Mercedes, cui si sommano 4.800 smart, sul podio tra le elettriche più vendute in Italia. Un risultato cui Mercedes-Benz Italia guarda con grande soddisfazione, alla luce di tre principali elementi: una crescita profittevole, la conferma dell’efficacia della nuova strategia, soprattutto nella parte più alta del mercato, e una crescente quota di mercato nel segmento elettrificato (ibrido plug-in più elettrico) che, con il 18,5%, vede le automobili con la spina della Casa di Stoccarda al primo posto nel confronto con gli altri produttori premium tedeschi. 
    Mercedes, il lusso funziona
    E che la scelta di mantenere stabile il timone in direzione lusso sia quella corretta per Mercedes è sottolineato dal fatto che la decisa spinta alle vendite arriva anche dai prodotti che rappresentano la parte più elevata dell’offerta Mercedes, con Mercedes-AMG, Mercedes-Maybach e Classe G che segnano nuovi traguardi record per il mercato italiano. Nel dettaglio, Mercedes-AMG ha registrato un nuovo anno record e si prepara a chiudere il 2022 con oltre 2.200 unità, +20% rispetto allo scorso anno. A distinguersi la SL AMG, la GLC e le nuove generazioni di Classe A e B, con i debutti elettrici di EQE e anche in versione Suv e dell’EQS Suv ha completato la gamma a emissioni zero. 
    A sua volta, Mercedes-Maybach, il brand più esclusivo della famiglia di Stoccarda, cresce del 170%, con oltre 41 vetture immatricolate nel 2022, mentre Classe G conferma il proprio ruolo di ambito oggetto del desiderio, un’icona che quest’anno ha conquistato ben 450 clienti, lasciandosi alle spalle una lunga lista d’attesa. Positivi anche i risultati di Mercedes-Benz Vans, con 9.000 veicoli immatricolati e un portafoglio di richieste che, a causa di una disponibilità di limitata prodotto, si andrà a soddisfare nel 2023. 
    Come funzina l’assistenza post vendita
    Grandi soddisfazioni per la Casa di Stoccarda, versante tricolore anche con gli 800.000 passaggi in officina, le 500.000 vetture servite e i 43.000 service contract stipulati. Numeri che regalano un ruolo da protagonista anche al settore After Sales, fondamentale, oggi ancora di più nel garantire la loyalty dei clienti della Stella, oggi sempre più proiettato verso un futuro digitale e altamente specializzato.
    Esperienza di lusso
    Inevitabilmente soddisfatto Radek Jelinek, Presidente e CEO di Mercedes Benz Italia: “Il nostro portafoglio prodotti si sta rifocalizzando verso quella che è per elezione la sua fascia di riferimento. Stiamo reinterpretando i tre segmenti di mercato in cui siamo presenti – Top End Luxury, Core Luxury ed Entry Luxury – garantendo allo stesso tempo un business più efficiente dal punto di vista dei margini per la nostra rete di vendita e un’offerta di maggior valore per i nostri clienti, sia nel canale dei privati che in quello professionale. I primi riscontri premiano questa strategia che si sta dimostrano oltre che efficace, apprezzata e coerente con i nostri brand. Negli ultimi anni l’industria automobilistica è stata protagonista di un’accelerazione mai vista prima, in quasi 140 anni di storia. Dalla spinta all’elettrificazione ad un cambio epocale nella percezione stessa dell’automobile da parte dei nostri clienti. La ‘luxury strategy’ è la nostra risposta, una strategia che ridefinisce posizionamento, prodotti e modello di vendita, ponendo sempre di più il cliente al centro. Questa nuova ‘esperienza di lusso’ passa anche attraverso la trasformazione contrattuale del rapporto con i nostri partner e un inedito modello distributivo, che prevede l’uniformità di prezzo su tutto il territorio. In questo cambiamento, la nostra rete continuerà a rappresentare quel patrimonio di valore e professionalità alla base del successo del nostro brand. Il nuovo business model ci permetterà di garantire la medesima esperienza esclusiva e di lusso a chi desidera vivere il brand e l’esperienza di acquisto in maniera puramente digitale, esclusivamente fisica, o mista, sfruttando le potenzialità di entrambi i canali”.

    Soddisfazione palese anche quella di Domenica Zaccaria, Direttore Vendite Cars della filiale italiana di Stoccarda. “Già da qualche anno ci siamo spostati da una lettura dei numeri quantitativa, tradotta in termini di volumi, ad una qualitativa, dove il risultato risiede nella profittabilità del business e nell’efficacia delle strategie rispetto alla risposta dei clienti. Nel 2022 continuiamo ad affermarci nel segmento più elevato del mercato, il Top End Luxury, grazie alla forte performance dei nostri brand: Mercedes-Amg, Mercedes-Maybach e Classe G. Allo stesso tempo, abbiamo registrato un’importante crescita nel segmento elettrificato, con una quota di mercato pari al 18,5%, la più elevata nel segmento dei german premium. Una tendenza che prosegue anche nel canale delle elettriche pure, con un +49% rispetto al 2021 e circa 1.500 Mercedes-EQ immatricolate nel corso dell’anno, senza il sostegno degli incentivi. A questi numeri si sommano ben 4.800 smart che, anche senza la forfour, si conferma sul podio delle elettriche più vendute in Italia. Contiamo di chiudere l’anno con circa 44.000 Mercedes immatricolate, un risultato reso ancora più significativo se consideriamo che ben il 75% delle vendite è passato attraverso il canale dei privati e delle PMI”.

    Il successo di Mercedes in Italia passa anche attraverso i veicoli commerciali, per la gioia del managing Director, Dario Albano: “Ci prepariamo a chiudere il 2022 con circa 9.000 veicoli immatricolati, un risultato importante soprattutto alla luce di una disponibilità limitata di prodotto, che non ci ha permesso di soddisfare a pieno la reale domanda di mercato. Citan con una quota di mercato raddoppiata, Vito e Sprinter si confermano i nostri bestseller, allo stesso tempo abbiamo registrato un crescente interesse verso la gamma full electric di Mercedes-Benz Vans, con richieste di forniture importanti da parte di diverse aziende che sottolineano l’efficacia della nostra strategia di prodotto”.

    Il lusso non conosce ostacoli. E siamo in crisi… LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Pedrosa su Valentino Rossi: “Non voleva essere solo il più veloce”

    ROMA – Va in onda su Dazn “Cuatros Tiempos” serie in quattro episodi che racconta aneddoti e retroscena in pista di  quattro campioni spagnoli come Alex Crivillé, Jorge Martinez “Aspar”, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa. Proprio quest’ultimo, tre volte campione del mondo, ricorda i duelli in pista con Valentino Rossi. “Il Dottore non voleva solo essere il più veloce, ma la sua mentalità prevedeva anche ‘se posso rallentarlo lo faccio'”.
    L’aneddoto di Lorenzo
    Un altro che sa cosa vuol dire duellare con Valentino Rossi è senza dubbio Jorge Lorenzo, ex compagno di squadra del Dottore, che racconta un particolare aneddoto sui videogiochi. “Mio padre era contrario, ma mi regalò la play esclusivamente per farmi imparare a conoscere meglio i circuiti. Era il 2002, l’anno del mio debutto e potevo andare avanti a giocare fino alle 7 del mattino”. LEGGI TUTTO

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    Ducati campione, Bagnaia e Bautista al mega-evento di Bologna: ospiti e data

    ROMA – Manca ormai solo una settimana alla festa organizzata dalla Ducati per celebrare il titolo di MotoGP conquistato da Pecco Bagnaia e quello di Superbike vinto da Alvaro Bautista. L’evento è in programma giovedì 15 dicembre in piazza Maggiore a Bologna. I due mondiali vinti dai piloti sono solo parte dei successi della casa emiliana in questo 2022, che l’ha vista trionfare nei campionati costruttori e team in entrambe le categorie. Tanti gli ospiti della festa Ducati, tra cui il cantante J-Ax, il dj Fresco e il chitarrista Federico Poggipollini. Non solo il mondo della musica, ma anche quello dello spettacolo: sul palco in piazza Maggiore saliranno anche il doppiatore Luca Ward e il comico Giuseppe Giacobazzi. Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    L’entusiasmo di Domenicali
    “Ci piace questa idea di festeggiare i nostri campioni tutti insieme – ha detto Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati -. Siamo estremamente orgogliosi di quello che abbiamo fatto è un risultato in azienda ma anche di sistema”. Entusiasta anche Matteo Lepore, sindaco di Bologna: “Questa è una grande occasione per festeggiare la Ducati e i campioni che hanno vinto questi due titoli” – le sue parole. LEGGI TUTTO

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    La nuova vita di Dovizioso dopo la MotoGP

    ROMA – Andrea Dovizioso non abbandona il mondo delle due ruote dopo la MotoGP. A pochi mesi dal suo addio alla classe regina dopo una deludente stagione con il team RNF, il forlivese si è aggiudicato la gestione del Crossodromo Monte Coralli di Faenza, in un progetto che vede anche la partecipazione del comune e della Federazione Motociclistica Italiana.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Il progetto
    Il progetto è quello di creare un impianto polivalente e un centro tecnico federale per la motocross. La creazione del complesso sarà finanziata anche dal PNRR, il Piano Nazionale Ripresa Resilienza. L’obiettivo è quello di rendere il centro un posto adibito alla formazione e all’allenamento di piloti, tecnici e altre persone impegnate all’interno del mondo della motocross. LEGGI TUTTO