More stories

  • in

    Fa 800 litri di benzina e paga con la carta carburante della Provincia di Reggio Emilia

    Grazie alle carte carburante fornite dalla Provincia di Reggio Emilia, aveva prelevato circa 800 litri di benzina, rifornendo la propria auto e riempiendo decine e decine di taniche. Il tutto, dagli inizi di novembre a oggi, per una serie di rifornimenti naturalmente illegali. E così, un 56enne impiegato dipendende dell’ente pubblico, è stato arrestato per il reato di peculato.
    Sorpreso in flagranza di reato
    Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Castelnovo Monti e della stazione di Ramiseto sono partite dalla segnalazione di movimenti anomali sulle carte elargite dalla Provincia e destinate esclusivamente al rifornimento delle auto dell’ente, non dei dipendenti. Il colpevole del reato è stato sorpreso in flagranza nel pomeriggio dello scorso 30 dicembre proprio mentre faceva benzina, e aveva con sé quattro taniche da 20 litri. Le forze dell’ordine hanno poi ritrovato un’altra decina di taniche piene di gasolio nel suo garage. Secondo le ricostruzioni, dagli inizi di novembre a oggi avrebbe prelevato, con questo metodo, circa 800 litri di benzina. Il 56enne è stato così accusato di peculato e arrestato. Ancora da quantificare il danno provocato alla Provincia di Reggio Emilia, che ai attesta in migliaia di euro.
    Carburanti: il 31 dicembre termina il taglio delle accise LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Newey ha la ricetta: “Competitiva se risolve questi due problemi”

    ROMA – “La Ferrari non si fermerà, risolverà le sue zone deboli. Hanno avuto un paio di problemi di affidabilità e hanno commesso degli errori al muretto. Torneranno subito competitivi”. Adrian Newey ha parlato così in vista della stagione 2023 di Formula 1, dove la Red Bull dovrà difendersi dalla concorrenza di Ferrari e Mercedes. Il direttore tecnico di Milton Keynes ha avvertito sul pericolo delle rivali, entrambe a caccia del riscatto dopo una stagione complicata per motivi differenti. “Abbiamo visto la Mercedesiniziare la stagione con una macchina non competitiva ma poi svilupparla al punto da vincere l’ultima gara – ha detto ai microfoni di “Motorsport” -. Anche loro saranno della partita, quindi sarà sicuramente un anno complicato”.Guarda la galleryF1, le più veloci al pit stop: la posizione della Ferrari
    Sul caso budget cap
    Newey ha poi parlato delle possibili conseguenze dovute alle sanzioni imposte dalla FIA per il superamento del budget cap: “Con la riduzione dei test in galleria del vento, potremo valutare meno componenti diversi, meno idee diverse. Se siamo davvero intelligenti e mettiamo sempre le cose giuste sul modello, ovviamente non fa molta differenza”.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Sainz: “Ho parlato con Vasseur, seguo da tempo la nuova macchina”

    ROMA – Carlos Sainz jr, ospite alla Dakar dov’è impegnato anche suo padre, ha parlato in vista del Mondiale 2023 di Formula 1. Il pilota spagnolo e la Ferrari saranno chiamati a una risposta dopo un 2022 complicato soprattutto nella seconda parte, che ha visto la Red Bull prendere il largo nelle rispettive classifiche. “Speriamo possa essere una anno buono – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. E’ iniziato benissimo per la famiglia Sainz, mi auguro possa esserlo anche per me e per la Ferrari. Se ho visto la nuova monoposto? Certo, la seguo già da diversi mesi e ho parlato con il nuovo team principal Vasseur. Manca poco ai test, ma fino a quando non vedo gli altri in pista non dico nulla”.Guarda la galleryLa Ferrari 365 GT4 2+2 di Niki Lauda
    Futuro in Dakar?
    Sainz ha anche parlato della Dakar in corso, lasciando aperto uno spiraglio per una futura partecipazione: “Se sono qua è perché la gara m’interessa e mi piace, non solo perché c’è il mio papà. Si tratta di una gara bellissima, che seguo da oltre quindici anni. Al momento no, sono troppo occupato come tutti sapete. ma in futuro non si sa mai. Ripeto, è una gara che mi piace molto”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 Ferrari, Sainz: “Ho visto la nuova macchina. Vasseur? Abbiamo parlato”

    ROMA – “Speriamo possa essere una anno buono. E’ iniziato benissimo per la famiglia Sainz, mi auguro possa esserlo anche per me e per la Ferrari”. Carlos Sainz jr, ospite alla Dakar dov’è impegnato anche suo padre, ha parlato ai microfoni di Sky Sport in vista del Mondiale 2023 di Formula 1. Il pilota spagnolo e la Ferrari saranno chiamati a una risposta dopo un 2022 complicato soprattutto nella seconda parte, che ha visto la Red Bull prendere il largo nelle rispettive classifiche. Se ho visto la nuova monoposto? Certo, la seguo già da diversi mesi e ho parlato con il nuovo team principal Vasseur – ha detto -. Manca poco ai test, ma fino a quando non vedo gli altri in pista non dico nulla”.Guarda la galleryF1, le più veloci al pit stop: la posizione della Ferrari
    Sulla Dakar
    Sainz ha anche parlato della Dakar in corso, lasciando aperto uno spiraglio per una futura partecipazione: “Se sono qua è perché la gara m’interessa e mi piace, non solo perché c’è il mio papà. Si tratta di una gara bellissima, che seguo da oltre quindici anni. Al momento no, sono troppo occupato come tutti sapete. ma in futuro non si sa mai. Ripeto, è una gara che mi piace molto”.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    Le prime tre priorità di Fred Vasseur, da Team Principal Ferrari

    Lunedì 9 gennaio 2023 sarà ufficialmente il primo giorno di Fred Vasseur a Maranello. Quali sono le priorità del nuovo Team Principal della Scuderia Ferrari?

    Le “dimissioni” di Mattia Binotto furono comunicate il 29 novembre scorso. Dopo due sole settimane i vertici della Scuderia Ferrari annunciarono ufficialmente l’ingaggio di Fred Vasseur.
    Lunedì 9 gennaio sarà il primo giorno del nuovo Team Principal Ferrari a Maranello. In attesa delle sue prime dichiarazioni, vediamo insieme quali saranno le tre priorità che il francese dovrà affrontare nelle prime settimane nel suo nuovo ruolo.
    1. ORGANIZZIONE DEL TEAM FERRARI
    La priorità numero uno del nuovo Team Principal, che ricoprirà anche il ruolo di General Manager della Scuderia Ferrari, è quella di riorganizzare il Team. Il primo annuncio dovrebbe riguardare il nuovo Direttore Tecnico a cui dovrebbero rispondere Enrico Cardile (Head of Chassis Area) ed Enrico Gualtieri (Head of Power Unit). Il nome più “gettonato” è quello di Simone Resta, con un passato in Ferrari, Alfa Romeo e attuale direttore tecnico del Team Haas. Al di là del questo, altri ruoli chiave del muretto box dovrebbero essere rivisti da Vasseur a partire da quello che dovrà gestire le strategie al muretto box durante qualifiche e gare.
    2. ASSICURARE SVILUPPI COSTANTI DURANTE TUTTO L’ARCO DELLA STAGIONE
    Una priorità molto importante e sulla quale il CEO Ferrari Benedetto Vigna ha già avuto modo di parlare con Vasseur, riguarda gli sviluppi sulla monoposto nel corso della stagione, vero tallone d’Achille della gestione degli anni passati. Il nuovo Team Principal dovrà rivedere processi, pianificazione e ruoli chiave per assicurare che gli sviluppi siano efficaci durante tutto l’arco dell’anno.

    3. GESTIONE PILOTI
    Tra le attività da non sottovalutare, ci sarà quella legata alla gestione dei due piloti. Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno corso insieme nelle ultime due stagioni. Il loro rapporto è più che buono ma alcune prese di posizione “binottiane” avevano lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti e due. La gestione dei piloti si rivelerà anche più importante qualora la monoposto abbia una performance tale da permettere al monegasco e allo spagnolo di lottare per delle vittorie.
    Organizzazione, sviluppi e gestione dei piloti sono dunque le prime priorità sulle quali Vasseur sarà chiamato a lavorare per dare una prima decisa sterzata alla Scuderia di Maranello. Sul tavolo del neo Team Principal e General Manager ci saranno poi tanti altri temi che richiederanno decisioni rapide per affrontare al meglio il breve periodo ma anche e soprattutto per guardare e pianificare un medio e lungo periodo vincente per la Rossa. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 2023, cosa aspettarsi dalla prossima stagione

    Tra poco più di due mesi si correrà il primo Gran Premio del Campionato Mondiale 2023. La prima gara dell’anno si disputerà in Bahrain da venerdì 3 a domenica 5 marzo. Da qui a quella data, passeremo attraverso le presentazioni delle nuove monoposto e i test invernali pre-campionato.
    Cosa possiamo però aspettarci dalla stagione F1 2023?
    1.L’OTTAVO TITOLO DI LEWIS HAMILTON
    Dopo un 2022 molto difficile, c’è chi è pronto a scommettere che il 2023 sarà l’anno del ritorno al vertice per il team Mercedes. La squadra tedesca, guidata da Toto Wolff, potrebbe tornare con una monoposto vincente che potrebbe portare Lewis Hamilton al suo ottavo titolo mondiale piloti. Il sette volte campione inglese dovrà però vedersela con Max Verstappen, campione nel 2021 e 2022, e con il suo compagno di squadra, George Russell che ha già fatto meglio di lui nella stagione appena conclusa.
    2.UNA FERRARI IN LOTTA PER IL MONDIALE, FINO ALLA FINE
    La Scuderia di Maranello aveva “illuso” un po’ tutti all’inizio del mondiale 2022. Nel corso della stagione però, la scarsa affidabilità, gli errori del muretto e la cronica incapacità di sviluppare la monoposto nella seconda parte dell’anno, non hanno consentito ai due piloti e al team di poter lottare fino alla fine rispettivamente per il mondiale piloti e costruttori. L’arrivo di Fred Vasseur e alcuni cambiamenti che vedremo ufficializzati nelle prossime settimane, potrebbero consentire alla Scuderia Ferrari di lottare con Red Bull e Mercedes per il titolo costruttori che manca a Maranello dal lontanissimo 2008.
    3.NON C’E’ DUE SENZA TRE, PER SUPER MAX
    Il due volte campione del mondo Max Verstappen partirà con i favori del pronostico e c’è chi è pronto a puntare tutto sul terzo titolo piloti per l’olandese della Red Bull. Super Max ha raggiunto la maturità sportiva necessaria per puntare al terzo alloro. La monoposto vincente del 2022 sarà ulteriormente migliorata da Adrian Newey e c’è chi è pronto a scommettere che la vettura 2023 possa avere ancora meno rivali rispetto a quella che l’ha preceduta.

    4.MONDIALE DI CENTRO GRUPPO: COSA SUCCEDERA’?
    Nel 2022, così come abbiamo fatto anche negli anni passati, abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per i team di centro gruppo. Lo scorso anno, dopo le prime gare, i valori in pista si delinearono abbastanza bene: Alpine e McLaren lottarono per il 4° posto, Alfa Romeo e Aston Martin per il 6°, Haas e AlphaTauri per l’8° mentre Williams risultò il fanalino di coda del gruppo. Cambierà qualcosa nel 2023? A nostro avviso cambierà ben poco: Alpine e McLaren non dovrebbero avere difficoltà a continuare ad essere i primi due team dietro a Red Bull, Ferrari e Mercedes. Nella lotta potrebbe inserirsi Aston Martin anche se il punto debole potrebbe essere il contributo di Lance Stroll. Tra Haas, Williams e AlphaTauri la nostra sensazione è che il team con base a Faenza possa fare un passo in avanti, grazie a un travaso tecnologico da Red Bull sul progetto della nuova monoposto 2023.
    5.IN ORDINE SPARSO…
    Il 2023 potrebbe essere l’anno:5.1. Della prima vittoria in Formula 1 per Lando Norris;5.2. Del ritorno al titolo mondiale per un pilota Ferrari;5.3. Del primo titolo mondiale piloti di George Russell. LEGGI TUTTO

  • in

    Motori ma anche piloti è sfida tra due epoche

    Ormai è evidente: in corsa, alla Dakar 2023 che scatta oggi con il prologo di 11 km, non c’è solo la sfi da tra piloti Al Attiyah-Sainz-Peterhansel-Loeb e relative Case, Toyota-Audi-BRX. Ma a sibilare tra le dune c’è quella transizione energetica che già sta facendo la sua selezione sul mercato. E che ora, inevitabilmente, si trasferisce in pista, pardon, nel deserto con tutta la sua forza dirompente.

    L’impatto che Audi ha avuto sul raid più famoso al mondo al debutto lo scorso anno – 4 vittorie e 10 podi di tappa – con il suo prototipo dotato di tre motori elettrici e uno termico a fare da … “colonnina” di ricarica alla batteria, è stato defl agrante. Al punto da costringere gli organizzatori a rivedere il regolamento, creando una categoria ad hoc proprio per ospitare il prototipo di Ingolstadt, dandogli in dote una zavorra di 100 kg rispetto alla concorrenza e poi estraendo dal cilindro il BoP (balance of power) ereditato dalla 24 Ore di Le Mans, che vedrete genererà tanta confusione e altrettante polemiche.

    Ma, al netto di queste novità, cui si sommano quelle relative alla navigazione, con l’arrivo dei roadbook digitali, resta intatto il profondo senso di avventura che fa della Dakar una delle ultime corse del motorsport non impacchettate in uno stereotipo prevedibile o troppo ingessato. Dove uomini, cioè piloti, e motori hanno un ruolo almeno paritario sul risultato fi nale. Per questo le parole del campione in carica, il qatariota Al Attiyah (quattro successi alla Dakar) sono ancora più apprezzabili: «Credo che Audi, la mia Toyota e BRX saranno sullo stesso livello, forse con qualche diff erenza elettrica o di potenza. Toyota ad esempio ha le marce e ad ogni cambiata perderemo circa un secondo. Ma le prestazioni saranno simili e in fondo è bello avere le due generazioni di vetture a confronto».

    Parole che regalano proprio quel senso di transizione cui facevamo riferimento prima, in attesa che dal 2030 la Dakar diventi, come previsto, palcoscenico riservato solo alle vetture elettriche. Insomma, quella che va in scena da oggi in Arabia Saudita (per la quarta volta di fi la) è una sorta di sfi da generazionale tra motori e in fondo anche tra piloti. Solo che i più esperti – Sainz e Peterhansel, 17 successi alla Dakar in due – guidano il prototipo elettrico/ibrido; Al Attiyah e Loeb vetture con motori tradizionali. A proposito, attenzione a Loeb. In silenzio potrebbe rivelarsi la (mezza) sorpresa della Dakar 2023. LEGGI TUTTO

  • in

    Carlos Sainz torna nell’arena

    Il richiamo del deserto dev’essere qualcosa di simile all’adrenalina che scorre nelle vene dei toreri quando affrontano le corna delle loro vittime predestinate. Un impulso irresistibile. Violento. Altrimenti non c’è spiegazione razionale che possa spingere un quasi sessantenne ad aff rontare a tutta velocità oltre 8.500 chilometri pieni di insidie seguendo indicazioni urlate dal navigatore seduto accanto. Carlos Sainz senior con i tori ha una confi denza abbastanza buona, ma mai quanto ce l’ha con volante, acceleratore e freni a bordo di un veicolo. Solo che nella Plaza de Toros rischi la vita in pochi minuti, circondato da tante persone che possono salvarti. Alla Dakar, per quanto protetto dalla modernissima astronave ibrida/elettrica dell’Audi RS Q e-tron E2, viaggi a 170 km/h, più o meno nel nulla. Lui, il Matador di Madrid (60 anni ad aprile), papà del ferrarista Sainz junior, sorvola sui dettagli e guarda avanti, inseguendo alla 16ª partecipazione il quarto trionfo alla Dakar (dopo quelli del 2010 con Volkswagen, 2018 su Peugeot e 2020 con Mini), da mettere in bacheca insieme ai due Mondiali rally (1990 e 1992).

    Che Dakar sarà quella che scatta oggi con il prologo?

    «Da quello che ho visto sarà molto dura. Ci sono due giorni e parecchi chilometri di gara in più. Poi hanno complicato la navigazione, ma confi do che sia logica, quindi vinceranno il pilota e il copilota più veloci e meglio preparati. Il fatto che abbiano introdotto i waypoint nascosti non signifi ca che si debba girare da sinistra a destra. Il DNA è ancora intatto e ho molta fi ducia in Castera (il direttore della Dakar; ndr). Sa cosa serve per fare una Dakar di successo, che funzioni e dia a tutti noi delle garanzie. L’anno scorso gli ho detto di prendere un elicottero o un’auto e di mettersi nei nostri panni a cercare il waypoint: non lo avrebbe trovato. Ci danno il roadbook della gara solo al mattino, cosa che ritengo molto positiva, e anche la rimozione del telefono è ottima, ma a volte mettono i waypoint su sentieri poco segnalati ed è impossibile vederli. Passavi e ripassavi per la pista, facevi avanti e indietro e non li vedevi. Spero che torni la Dakar di qualche anno fa».

    Che ne pensa del percorso?

    «Intanto, quello della prima settimana è totalmente diverso da quello della seconda e rappresenta il 70% del complessivo. Ma la seconda parte non sarà meno difficile. Perché l’Empty Quarter, il deserto saudita, il più grande del mondo, è solo dune: un’incognita per tutti. Ma anche nella prima settimana ci sarà poco da scherzare: tante pietre, strade diffi cili e con l’abolizione delle soste di un quarto d’ora a metà speciale per poter bere o fare altre cose, la selezione, come alle origini, sarà immediata».

    A quasi 60 anni, come ci si prepara a livello fisico per una Dakar?

    «A questa età, l’importante è rimanere in forma tutto l’anno. Poi, da settembre, inizio una preparazione specifi ca, ogni anno più diffi cile da portare avanti. Ho il mio staff che mi segue da tempo che mi dà parametri già stabiliti, prove di sforzo, bicicletta, ginnastica, sauna. Preferisco soffrire di più ora, prima di partire, perché qui mi posso anche fermare, perché in gara è impossibile. L’età c’è, la carta d’identità non mente, però nelle gare contano i tempi e il risultato fi nale. E fi nché riesco ad essere competitivo e i rifl essi mi accompagnano continuerò a correre. Ho a le stesse motivazioni che avevo trent’anni fa…».

    La seconda generazione del progetto ibrido/elettrico di Audi con la RS Q e-tron E2 quante possibilità ha secondo lei di lottare per la vittoria?

    «È difficile dirlo ora. Dopo il debutto dello scorso anno ci siamo messi al tavolino con gli ingegneri e abbiamo capito cosa fare per migliorare la vettura. Adesso è molto più leggera, manovrabile. Verificheremo nel deserto se è anche affi dabile. Sicuramente è veloce ma, ad esempio, la prima tappa Marathon il secondo giorno non aiuta noi che abbiamo poca esperienza e chilometraggio. Come, dopo gli sforzi fatti per alleggerirla, non ci ha aiutato il regolamento che ha creato la nostra nuova categoria T1 che deve pesare 2.100 kg, 100 in più della concorrenza per bilanciare le prestazioni. Vedremo di superare anche questo ostacolo. I rivali? Lo sanno tutti: la Toyota di Al Attiyah e la BRX di Loeb».

    Due tori, appunto. LEGGI TUTTO