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    F1, Le strane convinzioni di Vasseur: “Sul passo più o meno siamo lì”

    Fred Vasseur, in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano ‘La Stampa’, ha parlato dei suoi piloti e della stagione della Scuderia Ferrari. Lo ha fatto “a modo suo”, convinto che la gestione dei piloti non sia un problema suo, che la “delusione” di Lewis Hamilton sia solo una questione di dettagli e che la SF-25 sia più o meno lì sul passo gara!Fred Vasseur – Credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Le deludenti prestazioni della SF-25 sono sotto gli occhi di tutti, tranne forse però per il Team Principal della Ferrari. La monoposto 2025 non è all’altezza della McLaren e il divario in termini di punti, dopo sole nove gare, sfiora i 200, contro i soli 14 di ritardo, a fine campionato scorso.
    Nonostante questo, il numero uno della Scuderia di Maranello, intervistato da Jacopo D’Orsi (La Stampa), si è dichiarato ancora convinto che la vettura abbia del potenziale e che sia solo particolarmente sensibile anche se ha ammesso come, solo poche volte, siano riusciti a tirare fuori il massimo dalla vettura.
    Vasseur sulla SF-25
    “Le caratteristiche di questa macchina è che soffre molto di più in qualifica che in gara”, ha detto il francese che poi ha anche aggiunto: “Sul passo più o meno siamo lì”. Le strane convinzioni di Vasseur stanno condizionando pesantemente la stagione della Scuderia. Il Team Principal è sempre convinto che la SF-25 abbia del potenziale ma come ribadito da Leclerc in Spagna senza sviluppi non si può andare da nessuna parte, mentre Hamilton ha definito la rossa la peggior vettura che abbia mai guidato!
    Per tornare al vertice, cosa manca? “A piccoli passi vogliamo continuare a colmare il gap dalle McLaren – ha detto Vasseur -, non so se vinceremo in uno, due, tre mesi. Non posso fare promesse ai tifosi se non che daremo il 200% spingendo come matti, anche se gli altri non dormono. Ma l’approccio è buono”.
    Basterà davvero “un buon approccio” per far tornare il sorriso ai tifosi ma soprattutto per soddisfare la voglia di vittorie dei suoi due piloti?

    Vasseur su Hamilton
    Alla domanda di Jacopo D’Orsi (La Stampa): “A parte il lampo di Shanghai, Hamilton fatica a dare il meglio. Cosa gli manca?”, il Team Principal della Ferrari ha detto: “Dettagli. Parliamo di centesimi,che in questa F1 così equilibrata possono fare la differenza tra una prima e una terza fila, tra un weekend buono e uno meno buono. Ma restano dettagli: comprensione della vettura, set-up, comunicazione. È normale quando si cambia squadra”.
    Le crisi evidente che sta attraversando il sette volte campione del mondo è riconducibile a “dettagli”, secondo l’uomo che tanto lo ha voluto a Maranello.
    Vasseur su Leclerc
    Alla domanda se stiamo vedendo il miglior Leclerc di sempre, Vasseur ha così risposto: “Direi di sì. Rispetto al passato ha fatto un bel passo avanti in termine di certezze di ciò che vuole, è più diretto nel chiedere agli ingegneri quello che gli serve”.
    Puoi leggere l’intervista completa a Fred Vasseur anche su LaStampa.it
    La pagina de “La Stampa” di giovedì 5 giugno 2025 con l’intervista a Fred Vasseur
    La pagina de “La Stampa” di giovedì 5 giugno 2025 con l’intervista a Fred Vasseur More

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    Calendario F1 2026: prime conferme e qualche novità

    Grazie a quanto appreso via The Athletic (The New York Times), il Calendario F1 2026 si confermerà con 24 Gran Premi in programma e con il primo appuntamento in Australia. Ci sarà però qualche novità, come la gara a Madrid e qualche cambiamento di data, come meglio specificato in questo nostro articolo.Piloti F1 2025 – Credits: Pirelli

    In queste settimane, FIA e Formula 1 stanno lavorando per finalizzare il Calendario F1 2026 che, come quest’anno, vedrà 24 Gran Premi che si correranno da marzo a dicembre.
    Mancano ancora alcune date da confermare e alcuni dettagli devono essere meglio definiti e poi rettificati anche dal Consiglio Mondiale dello Sport Motoristico della FIA. Tuttavia, The Athletic ha raccolto qualche informazioni riservate da fonti anonime sul calendario 2026 di Formula 1, prima che questo venga reso ufficiale.
    calendario F1 2026: il Gp d’Australia aprirà il mondiale
    Una delle “novità” è la conferma del Gran Premio d’Australia come gara inaugurale di apertura della stagione. Negli ultimi anni il mondiale era iniziato in Bahrain, mentre anche l’Arabia Saudita aveva mostrato interesse per poter ospitare la prima gara. Tuttavia, la Formula 1 è “tornata alle origini” e nel 2025 la stagione si è aperta con il Gp d’Australia, come nel 2019. Melbourne è stata la sede tradizionale per la gara di apertura dal 1996 al 2019, con due eccezioni nel 2006 e nel 2010, quando fu sostituita dal Bahrain.
    calendario F1 2026: tra Monaco e Canada un cambio di data
    Una delle modifiche più significative previste per il calendario F1 2026 è il cambio di posizione tra le gare di Monaco e Canada. Questa modifica fa parte di una serie di misure logistiche per ottimizzare i viaggi e i trasferimenti tra le gare. Il Gran Premio a Meontreal si terrà così alla fine di maggio, probabilmente il 24 maggio. A Monte Carlo, invece, si correrà a inizio giugno.
    La novità Madrid chiuderà la stagione europea
    Una novità assoluta per il mondiale F1 2026 sarà il Gran Premio di Madrid, che diventerà la sede del Gran Premio di Spagna. Questo potrebbe portare due eventi in Spagna, con Barcellona che potrebbe ospitare il Gran Premio anche nel 2026, ma con una denominazione diversa. Madrid si dovrebbe disputare nella parte finale della stagione europea, dopo la pausa estiva, e si svolgerà subito dopo il Gran Premio d’Olanda a Zandvoort.
    Novità anche per i test pre-stagionali
    Nel 2026, con l’introduzione dei nuovi regolamenti, le squadre necessiteranno di più tempo in pista per i test invernali. La FIA ha confermato che ci saranno nove giorni di test pre-stagionali, rispetto ai tre giorni degli ultimi anni. Le prove potrebbero iniziare a fine gennaio a Barcellona e le squadre potrebbero avere anche una sessione di test denominata di “shakedown”, per provare le loro auto, prima dei test ufficiali veri e propri. I test ufficiali si terranno a febbraio, con due sessioni in Bahrain, prima che inizi la stagione. More

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    F1, Sainz: “Non ho trovato posto in un top team, proverò a crearne uno”

    BAHRAIN, BAHRAIN – APRIL 12: Carlos Sainz of Spain driving the (55) Williams FW47 Mercedes on track during final practice ahead of the F1 Grand Prix of Bahrain at Bahrain International Circuit on April 12, 2025 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Sam Bloxham/LAT Images) – Credits: Pirelli Motorsport

    Carlos Sainz è stato il grande protagonista del mercato piloti dello scorso anno. Dopo l’ingaggio di Lewis Hamilton in Ferrari, il pilota spagnolo ha bussato alla porta degli altri top team che però hanno preferito prendere altre “strade”. Mercedes gli ha preferito Kimi Antonelli mentre Red Bull ha inizialmente promosso Liam Lawson al fianco di Max Verstappen.
    L’ex ferrarista ha optato quindi per andare in Williams. In una recente intervista esclusiva con Roberto Chinchero di Motorsport.com, Sainz ha parlato in particolare del perché ha scelto il team inglese.
    Qui sotto alcuni dei passaggi più interessanti del Q&A con il pilota spagnolo della Williams. L’intervista completa la trovate su Motorsport.com.

    Roberto Chinchero: Lo scorso anno hai impiegato molto tempo prima di decidere di legarti alla Williams. Come è maturata la scelta?Carlos Sainz: “Mi sono preso tempo fino all’estate per verificare se c’era un’opportunità con un top team e per valutare quale fosse la migliore alternativa. Non volevo fare la scelta sbagliata, ho valutato tutto molto attentamente”.
    RC: Per quale motivo lo scorso anno Carlos Sainz non è stato preso in considerazione dai top team?CS: “Sono arrivato a delle conclusioni, ma le tengo per me. Credo che gli addetti ai lavori in Formula 1 sappiano perfettamente il perché di certe scelte, non ho bisogno di spiegarlo davanti ad un microfono. Così mi sono detto che se non posso andare in un top team posso dare il mio contributo per crearlo, in Williams ho visto il potenziale per poter iniziare una bella storia”.
    “Ho parlato a lungo con James (Vowles) in merito al progetto che aveva in mente, e ho deciso di puntare sulla Williams perché mi è sembrata la migliore opportunità per creare un top team. A distanza di sei mesi dal mio ingresso in questa squadra posso dire che sono ancora più convinto di quando ho firmato il contratto, stiamo tutti lavorando al 100% per centrare questo obiettivo”.
    RC: Quanto tempo ci vorrà per riportare la Williams tra i top team?CS: “Credo che il prossimo anno non saremo ancora pronti. Sarebbe bellissimo fare un altro passo avanti perché vorrebbe dire essere con i top team, ma l’esperienza in Ferrari mi è servita anche a capire che un conto è essere nel gruppo, altra cosa è riuscire a battere le squadre di vertice”.
    L’intervista completa la trovate su Motorsport.com. More

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    In sella alla BMW M 1000 RR di Razgatlioglu: dentro il sogno SBK

    In sella alla BMW SBK di Razgatlioglu: ansia da prestazione

    Un colpo all’avviamento e il quattro cilindri prende vita. Già ai bassi regimi ti fai un idea sentendo quel sound cupo, e bastano due sgasate per avere la certezza di che musica si ascolti: non è lirica, è hard rock, toni acuti e rabbiosi che esplodono dallo scarico in titanio. Chris Gonschor, il direttore tecnico BMW in SBK, si raccomanda: “Divertiti e… non esagerare”. Chiaro il messaggio: oltre a noi ci sono altri giornalisti arrivati per provare la moto campione del Mondo. Un’eventuale scivolata significa fine dei giochi. Per noi e… per gli altri.Saliamo in sella. Ultime raccomandazioni dal meccanico – “Vai ragazzo e… goditela” – e via.La prima è in giù (come le altre marce), folle in su. In un attimo la pit lane è alle spalle. Sotto di noi “più di 240 cavalli”, si vocifera siano 250: non proprio l’ideale per rilassarsi, almeno all’inizio. Eppure, succede qualcosa. Dopo poche curve,la M1000 RR comincia ad accoglierti. Non è scorbutica, non è cattiva. È precisa, leggibile, intuitiva. Non mette mai davvero in difficoltà, nemmeno se – come nel nostro caso – il ritmo non è comprensibilmente da mondiale SBK. Senti che c’è margine, che la moto lavora con te. E questa è forse la sua magia più grande. La posizione in sella è estrema, del resto Toprak guida così. Tanto carico sull’anteriore, sella altissima, pedane vicine. È una postura aggressiva, da attacco totale. Eppure il manubrio largo aiuta a tenere tutto sotto controllo. All’inizio il corpo si ribella, poi inizia a fidarsi.Come noto, Razgatlioglu ha uno stile unico: staccate furiose, ingressi in derapata, accelerazioni in cui sembra domare un cavallo selvaggio. La sua BMW è cucita su questa guida. Carica l’avantreno, mantiene giù il muso quando si apre il gas e ti dà la leva giusta per gestire il retrotreno quando scivola. Una moto disegnata per la battaglia.

    Tecnologia da mondiale e spinta infinita oltre i 15.000 giri

    Prese le misure, si comincia a “spingere”. E il quattro cilindri BMW mostra il suo lato migliore: fluido, progressivo, potenteeppure mai brutale. La coppia c’è, la spinta è costante. Il motore sale di giri con sorprendente linearità.Ti accompagna, non ti “strappa” le braccia. Non tradisce. Sembra quasi volerti fare andare forte.Rispetto alla versione omologata, la M 1000 RR da gara è un concentrato di ingegneria da pista. Il motore resta un quattro cilindri in linea da 999 cc, ma cambia tutto: elettronica dedicata, fasatura, materiali. Valvole in titanio, bielle alleggerite Pankl, pistoni forgiati, rapporto di compressione rivisto.Sale oltre i 15.000 giri, con una risposta al gas fulminea grazie a corpi farfallati racing e mappature specifiche sviluppate curva per curva. La moto ha la medesima configurazione usata nel precedente weekend, nel round mondiale andato in scena sul Cremona Circuit.

    Tutto sotto controllo

    Il sistema elettronico gestisce trazione, anti-impennata, freno motore. Tutto regolabile dal semimanubrio sinistro, in tempo reale tramite pulsantiera.Le sospensioni Öhlins pressurizzate – FGR 300 davanti, TTX GP dietro – sono chirurgiche: leggono la pista millimetro per millimetro. La moto resta, precisa, reattiva. I freni Brembo GP4-RX con dischi maggiorati in acciaio offrono una frenata che sembra fermare il tempo.Il telaio, seppur derivato dalla versione stradale in alluminio, è irrigidito nei punti giusti. Il forcellone, saldato a mano, è un capolavoro: garantisce trazione in uscita anche nelle accelerate più brutali del campione turco. Le ali aerodinamiche, presenti su cupolino e fianchi, entrano in gioco sopra i 200 km/h: danno carico all’anteriore e stabilizzano nei curvoni.Tutto è pensato per aiutare, mai per complicare. Perché in gara, quando ogni decimo è una vita, anche avere una moto che non ti sfianca a fine gara fa la differenza tra un podio e un piazzamento nelle retrovie.Sugli 885 metri del rettilineo opposto ai box del Cremona Circuit spalanchiamo il gas. Il motore urla, i led della strumentazione lampeggiano: “Cambia, cambia, cambia!”. In pochi istanti si arriva alla sesta e poi alla staccata. Un dito sulla leva e la BMW frena con violenza. Si inchina, il peso si trasferisce in avanti, senti tutto su braccia e spalle. L’impianto è mostruoso.Le sospensioni lavorano in armonia. La moto è incollata all’asfalto.

    In pista con la BMW SBK di Razgatlioglu: un gran ballo durato (troppo) poco

    Poi, i cambi di direzione: un ballo elegante tra le curve. Non serve forza, soltanto precisione. La M1000 RR si muove con leggerezza, si lascia guidare. È una Superbike, certo, ma non spaventa. È superiore, sì, ma non arrogante. È naturale.Pochi giri – appena 3 – ed è ora di rientrare. In corsia box ci aspetta un meccanico, pronto ad afferrare la moto. La sua attenzione è tutta per lei. Ma il suo sguardo curioso è rivolto anche al nostro casco: vuole leggere cosa ci ha lasciato. E la verità è semplice: ci ha lasciato qualcosa. Non siamo Toprak, non siamo piloti da Mondiale, ma per qualche minuto abbiamo avuto tra le mani la moto che ha portato la BMW sul tetto del Mondo delle derivate. Un vero sogno. More

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    Hamilton da star a problema. Ferrari, cosa pensi di fare?

    Salvate il generale Hamilton. Da star a problema in pochi mesi, quella di Sir Lewis alla corte di Maranello più che una primavera è stata una gelata che anticipa l’inverno. A metà gennaio solo sorrisi ed entusiasmo, a fine marzo la botta di godimento per l’accoppiata pole-vittoria nella Sprint in Cina che aveva fatto dimenticare i timori sulla bontà della SF-25 emersi già nei test in Bahrein e co More

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    Dentro il sogno SBK: in sella alla BMW M 1000 RR di Razgatlioglu

    In sella alla BMW SBK di Razgatlioglu: ansia da prestazione

    Un colpo all’avviamento e il quattro cilindri prende vita. Già ai bassi regimi ti fai un idea sentendo quel sound cupo, e bastano due sgasate per avere la certezza di che musica si ascolti: non è lirica, è hard rock, toni acuti e rabbiosi che esplodono dallo scarico in titanio. Chris Gonschor, il direttore tecnico BMW in SBK, si raccomanda: “Divertiti e… non esagerare”. Chiaro il messaggio: oltre a noi ci sono altri giornalisti arrivati per provare la moto campione del Mondo. Un’eventuale scivolata significa fine dei giochi. Per noi e… per gli altri.Saliamo in sella. Ultime raccomandazioni dal meccanico – “Vai ragazzo e… goditela” – e via.La prima è in giù (come le altre marce), folle in su. In un attimo la pit lane è alle spalle. Sotto di noi “più di 240 cavalli”, si vocifera siano 250: non proprio l’ideale per rilassarsi, almeno all’inizio. Eppure, succede qualcosa. Dopo poche curve,la M1000 RR comincia ad accoglierti. Non è scorbutica, non è cattiva. È precisa, leggibile, intuitiva. Non mette mai davvero in difficoltà, nemmeno se – come nel nostro caso – il ritmo non è comprensibilmente da mondiale SBK. Senti che c’è margine, che la moto lavora con te. E questa è forse la sua magia più grande. La posizione in sella è estrema, del resto Toprak guida così. Tanto carico sull’anteriore, sella altissima, pedane vicine. È una postura aggressiva, da attacco totale. Eppure il manubrio largo aiuta a tenere tutto sotto controllo. All’inizio il corpo si ribella, poi inizia a fidarsi.Come noto, Razgatlioglu ha uno stile unico: staccate furiose, ingressi in derapata, accelerazioni in cui sembra domare un cavallo selvaggio. La sua BMW è cucita su questa guida. Carica l’avantreno, mantiene giù il muso quando si apre il gas e ti dà la leva giusta per gestire il retrotreno quando scivola. Una moto disegnata per la battaglia.

    Tecnologia da mondiale e spinta infinita oltre i 15.000 giri

    Prese le misure, si comincia a “spingere”. E il quattro cilindri BMW mostra il suo lato migliore: fluido, progressivo, potenteeppure mai brutale. La coppia c’è, la spinta è costante. Il motore sale di giri con sorprendente linearità.Ti accompagna, non ti “strappa” le braccia. Non tradisce. Sembra quasi volerti fare andare forte.Rispetto alla versione omologata, la M 1000 RR da gara è un concentrato di ingegneria da pista. Il motore resta un quattro cilindri in linea da 999 cc, ma cambia tutto: elettronica dedicata, fasatura, materiali. Valvole in titanio, bielle alleggerite Pankl, pistoni forgiati, rapporto di compressione rivisto.Sale oltre i 15.000 giri, con una risposta al gas fulminea grazie a corpi farfallati racing e mappature specifiche sviluppate curva per curva. La moto ha la medesima configurazione usata nel precedente weekend, nel round mondiale andato in scena sul Cremona Circuit.

    Tutto sotto controllo

    Il sistema elettronico gestisce trazione, anti-impennata, freno motore. Tutto regolabile dal semimanubrio sinistro, in tempo reale tramite pulsantiera.Le sospensioni Öhlins pressurizzate – FGR 300 davanti, TTX GP dietro – sono chirurgiche: leggono la pista millimetro per millimetro. La moto resta, precisa, reattiva. I freni Brembo GP4-RX con dischi maggiorati in acciaio offrono una frenata che sembra fermare il tempo.Il telaio, seppur derivato dalla versione stradale in alluminio, è irrigidito nei punti giusti. Il forcellone, saldato a mano, è un capolavoro: garantisce trazione in uscita anche nelle accelerate più brutali del campione turco. Le ali aerodinamiche, presenti su cupolino e fianchi, entrano in gioco sopra i 200 km/h: danno carico all’anteriore e stabilizzano nei curvoni.Tutto è pensato per aiutare, mai per complicare. Perché in gara, quando ogni decimo è una vita, anche avere una moto che non ti sfianca a fine gara fa la differenza tra un podio e un piazzamento nelle retrovie.Sugli 885 metri del rettilineo opposto ai box del Cremona Circuit spalanchiamo il gas. Il motore urla, i led della strumentazione lampeggiano: “Cambia, cambia, cambia!”. In pochi istanti si arriva alla sesta e poi alla staccata. Un dito sulla leva e la BMW frena con violenza. Si inchina, il peso si trasferisce in avanti, senti tutto su braccia e spalle. L’impianto è mostruoso.Le sospensioni lavorano in armonia. La moto è incollata all’asfalto.

    In pista con la BMW SBK di Razgatlioglu: un gran ballo durato (troppo) poco

    Poi, i cambi di direzione: un ballo elegante tra le curve. Non serve forza, soltanto precisione. La M1000 RR si muove con leggerezza, si lascia guidare. È una Superbike, certo, ma non spaventa. È superiore, sì, ma non arrogante. È naturale.Pochi giri – appena 3 – ed è ora di rientrare. In corsia box ci aspetta un meccanico, pronto ad afferrare la moto. La sua attenzione è tutta per lei. Ma il suo sguardo curioso è rivolto anche al nostro casco: vuole leggere cosa ci ha lasciato. E la verità è semplice: ci ha lasciato qualcosa. Non siamo Toprak, non siamo piloti da Mondiale, ma per qualche minuto abbiamo avuto tra le mani la moto che ha portato la BMW sul tetto del Mondo delle derivate. Un vero sogno. More

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    Ma che Ferrari è questa? Hamilton frustrato, Leclerc a podio ma…

    Al Gran Premio di Spagna F1 2025, la Ferrari va a podio con Leclerc ma fatica molto con Hamilton. Un’analisi tra performance, setup e sfide psicologiche.16 during the Formula 1 AWS Gran Premio del Made in Italy e Dell’Emilia-Romagna 2025, Emilia Romagna Grand Prix 2025, 7th round of the 2025 FIA Formula One World Championship from May 16 to 18, 2025 on the Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, in Imola, Italy – Photo Eric Alonso / DPPI – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Il Gran Premio di Spagna ci ha consegnato una Ferrari dai contrasti evidenti, un’immagine specchio di una stagione che si annunciava ricca di dinamiche inattese. Se da un lato il terzo posto di Charles Leclerc ha proiettato la Rossa al secondo posto nel Campionato Costruttori, dall’altro la crescente delusione di Lewis Hamilton getta un’ombra su un team che, fino a pochi mesi fa, sognava di riunire due campioni. Ma al di là dei numeri e delle posizioni in classifica, cosa sta realmente accadendo nel box della Scuderia Maranello? E come possiamo indagare queste sfumature senza cadere nella retorica delle domande scontate?
    L’architettura della performance: analisi tecnica e questioni aperte
    Il risultato di Leclerc a Barcellona, un circuito tradizionalmente rivelatore per il bilanciamento aerodinamico e le prestazioni generali delle vetture, ha mostrato un potenziale che la SF-25 sembra esprimere a tratti. La capacità di Charles di gestire il degrado gomme e di estrarre il massimo dalla vettura in condizioni di pressione, come dimostrato dalla sua difesa nel finale di gara, è un segnale positivo. Tuttavia, è lecito chiedersi quanto questa performance sia intrinsecamente legata all’abilità del singolo pilota e quanto sia una dimostrazione di un miglioramento strutturale della vettura.
    Differenziazione dei setup: È interessante notare come il team stia gestendo la messa apunto delle due vetture. Ci sono divergenze significative nelle configurazioni aerodinamiche (es. carico alare, incidenza dell’ala anteriore), nella rigidezza delle sospensioni o nella distribuzione del peso che possano spiegare il divario di performance tra Leclerc e Hamilton? Quanto questi adattamenti sono guidati dalle preferenze di guida dei piloti e quanto da specifici dati telemetrici che evidenziano una finestra operativa più stretta per un pacchetto di aggiornamenti piuttosto che per un altro?
    Gestione pneumatici e telemetria comparata: il degrado degli pneumatici è stato un fattore chiave in Spagna. Analizzando i dati telemetrici, si potrebbe approfondire se il “micro-sliding” (piccoli slittamenti degli pneumatici) di Hamilton sia significativamente maggiore rispetto a Leclerc, indicando una difficoltà nel trovare il punto di equilibrio termico o una maggiore sensibilità del suo stile di guida al setup della vettura. Quali parametri (temperatura delle gomme, pressione interna, angolo di camber) mostrano le differenze più marcate e cosa suggeriscono in termini di ottimizzazione?

    Le dichiarazioni post-gara di Hamilton suggeriscono una mancanza di “feeling” con la vettura. A livello tecnico, quali sono le aree specifiche su cui il suo feedback si concentra maggiormente (es. sottosterzo in ingresso curva, trazione in uscita, stabilità in frenata)? Quanto queste problematiche sono indirizzabili con modifiche di setup e quanto richiedono interventi a livello di concept aerodinamico o meccanico più profondi per le future evoluzioni della SF-25?
    Emozioni in pista e oltre
    Il paddock non è solo un luogo di ingegneria e strategia, ma anche un crocevia di emozioni umane. La frustrazione di Hamilton, contrapposta alla brillantezza e alla ritrovata fiducia di Leclerc, racconta una storia di sfide personali e professionali che vanno al di là dei secondi sul giro.
    Lewis Hamilton, dopo anni di successi in Mercedes, l’arrivo in Ferrari ha rappresentato per lui un cambio radicale di ambiente, metodologia di lavoro e, potenzialmente, cultura ingegneristica. Oltre alle ovvie domande sulla sua integrazione, potremmo chiedere: “Quali sono le differenze più sottili ma significative nell’approccio alla raccolta dati e all’analisi delle performance tra Ferrari e la sua precedente squadra che potrebbero influenzare il suo adattamento?”, oppure “Quali aspetti della comunicazione interna e del processo decisionale in Ferrari stanno rappresentando la sfida maggiore per un pilota abituato a un ecosistema diverso?”.
    Charles Leclerc sembra aver ritrovato una serenità e una fiducia che si traducono in performance. Invece di chiedere semplicemente “Come ti senti?”, potremmo indagare: “C’è stato un momento specifico, magari una conversazione o un’analisi di dati, che ti ha dato la chiave di volta per sbloccare la performance della SF-25, o è stata una progressione più graduale?” oppure “Come la pressione interna data dal tuo status di pilota di punta Ferrari in questo momento influenza il tuo approccio al weekend di gara e la tua preparazione mentale?”.
    È una Ferrari in piena evoluzione, una scuderia che sta imparando a gestire una dualità complessa e che, forse, sta gettando le basi per un futuro che potrebbe essere più imprevedibile di quanto si pensi. La narrazione è appena iniziata. Quali domande porremo per svelare i prossimi capitoli di questa storia? More

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    Aprilia Racing e Liffo: nasce una partnership all’insegna dell’innovazione e dell’eccellenza italiana

    Aprilia Racing, iconico brand italiano sinonimo di performance e avanguardia su due ruote, e Liffo, il primo robot guidato dall’intelligenza artificiale che cucina in totale e assoluta autonomia unendo tecnologia, design e sostenibilità, annunciano una nuova partnership strategica che celebra l’eccellenza del Made in Italy e una visione comune dell’innovazione. More