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    MotoGP Marquez, incubo ritiro per gli infortuni: “Ho visto l’inferno”

    ROMA – “Sei mesi fa il ritiro era un’opzione concreta. Non riuscivo a sorridere nemmeno quando vincevo, a causa del dolore. Sono passato dall’essere al top, da una carriera che sembrava quella di un supereroe, a vedere l’inferno. Ora sto bene, non c’è dolore, vincere è di nuovo una festa”. Così Marc Marquez, in un’intervista rilasciata al conduttore spagnolo Risto Mejide, ha raccontato l’incubo degli ultimi due anni, dall’infortunio all’omero: l’aver forzato un rientro anticipato in MotoGP ha dato il via a continui problemi al braccio, con l’ultimo intervento, quello risolutore, arrivato nel 2022. Il trauma, comunque, rimane molto importante, e infatti Marquez non lo ha ancora superato del tutto: “Ci sono molto vicino, ma lo supererò definitivamente quando tornerò a lottare per la vittoria ogni weekend”. Non solo il problema al braccio, ma anche il fastidio della diplopia, altra condizione che lo ha tenuto fuori in diversi appuntamenti: “La lesione c’è. Se sbatto la testa può tornare”.  LEGGI TUTTO

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    Toyota Rav 4, l'ibrido diventa “cattivo” con GR Sport

    Due lettere già da sole possono essere una garanzia. Quelle stesse due lettere, insieme ad altre che hanno una storia lunga trent’anni, diventano qualcosa di ancora più serio, soprattutto se la ciliegina sopra questa bella torta e? la parola Sport. Nel dettaglio, se GR, cioè Gazoo Racing, è da anni una garanzia nel motorsport tra endurance, 24 Ore di Le Mans, Mondiale rally e Dakar, affiancate a Toyota Rav 4 e alla parola di cui sopra, significa che il Suv quasi icona della Casa giapponese, ha deciso di mostrare i muscoli e di abbinare al comfort di cui è stato sempre capace una nuova dimensione, quasi “cattiva”. Una dimensione sportiva, prestazionale, senza ovviamente perdere l’anima green connaturata a Toyota che la spinta all’elettrificazione, alla sostenibilità la diede per prima, dal debutto dell’ibrido nel 1997 con Prius. Il tutto fedele alla strategia che la stessa “muscolarità sportiva” l’ha già applicata su Yaris, Yaris Cross, Corolla, C-HR e Hilux, riscuotendo anche un grande successo di pubblico e vendite. LEGGI TUTTO

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    Cooltra, gli scooter elettrici in sharing arrivano anche a Torino

    Dopo Milano e Roma (in cui è attiva dal 2017), il servizio di scooter sharing elettrico Cooltra arriva anche a Torino. Febbraio 2023 è il mese a partire dal quale i torinesi possono noleggiare scooter elettrici dal proprio smartphone scaricando l’app. Il costo? 38 centesimi al minuto (stessa cifra di Milano e Roma), ed è possibile noleggiare il mezzo e circolare sia nel centro della città, che nelle aree commerciali, le università e i due stadi cittadini. LEGGI TUTTO

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    Mazda CX-60 e-Skyactiv D, la prova dell'efficienza del Diesel

    L’investimento sul Diesel 

    Un dato che spiega la solita scelta controcorrente di Mazda che – come tanti altri, vedi Mercedes e BMW su tutti – continua a investire su motori Diesel di ultimissima generazione, capaci di garantire una mobilità sostenibile (in tutti i sensi) a volte molto più di qualche elettrica (cosiderando tutto il processo e le difficoltà attuali, a partire dai listini esorbitanti). E a quasi un anno dal lancio del suo primo Suv di grandi dimensioni, ecco che ritroviamo questo capolavoro di tecnologia, come lo definiscono a Hiroshima, proprio a bordo di CX-60 (20.000 contratti da marzo 2022, di cui 1.000 in Italia).

    La scheda tecnica

    Ennesima dimostrazione di come la riabilitazione, la difesa del Diesel si deve fare con i fatti. Così la vettura del primo ibrido plug-in della Casa giapponese (motore Skyactiv G 2.5 4 cilindri più elettrico da 129 kW per 327 cv e 500 Nm con batteria da 17.8 kWh a 355 volt) cambia abito, pardon motore, ma resta sempre a livelli di eccellenza per consumi, emissioni grazie all’introduzione del motore Diesel e-Skyactiv D 3.3 litri sei cilindri in linea abbinato al mild hybrid boost a 48 volt di Mazda.

    Un suono inconfondibile quello del 6 cilindri, offerto in due potenze: da 200 cv (450 Nm di coppia massima+153 dall’ibrido, 0-100 km/h in 8”4, 212 km/h come velocità massima, 5,0 litri/100 km di consumi e 128-130 g/km di CO2 di emissioni) e da 254 cv che in Italia diventano 249 cv per aggirare il superbollo (con 550 Nm di coppia massima +153 dall’elettrico, 7”4 per lo 0-100 km/h, 219 km/h di velocità massima, 5,2/3 litri x 100 km di consumi e 137-139 g/km di CO2 di emissioni).

    La prova

    Numeri che sembrano usciti dalla lampada di Aladino ma che abbiamo verificato di persona durante l’Eco Drive Challenge effettuata sulle strade (e autostrade) anche montane nei dintorni di Sitges in Spagna a 50 km da Barcellona, a bordo della versione da 200 cv con trazione solo posteriore. Alla fine del percorso di quasi 200 km, dopo essere partiti con un’autonomia complessiva del serbatoio pari a 890 km, siamo arrivati con 1.070 km di autonomia complessiva, insomma, come se avessimo spostato quei 200 km percorsi, dai consumi al recupero di energia… Al netto del fatto che si trattava di un challenge, di una sfida e quindi con una guida molto attenta, tra veleggiamenti vari e momenti di stacco del motore, siamo arrivati a una media di consumo più bassa di quella dichiarata dalla casa, arrivando cioè a 4 litri per 100 km (25 km con un litro). Risultato possibile anche grazie al nuovo cambio automatico a 8 rapporti, tarato per una guida fluida e improntata al risparmio. E c’è qualche equipaggio che è riuscito a fare anche meglio scendendo a 3.2 litri per 100 km.

    Nessuna rinuncia all’ecosostenibilità 

    Per carità, la realtà quotidiana è un’altra, ma il target di 20 km con un litro (il target Mazda) è davvero tanta roba, oltre ad essere alla portata. E visti i dati di emissioni di CO2, colpisce il contrasto tra le dimensioni importanti (nonché il peso, quasi due tonnellate) e l’efficienza del sistema propulsivo ideato da Mazda i cui segreti risiedono, da una parte nella velocità e nel momento in cui viene iniettato il carburante nei pistoni, cioè quando sono alla fine della loro corsa superiore che ottimizza l’efficienza del motore. Dall’altra nella cilindrata, il rightsizing, come dicono in Mazda, che contrariamente a quanto si può pensare, più grande è più dà tempo alla miscelazione di ottenere i suoi benefici effetti. Tutto questo, inserito nel pacchetto già ricco di Mazda CX-60 a partire dall’evoluzione del design Kodo capace di abbinare eleganza e dinamicità, solidità, robustezza e bellezza per finire alla grande qualità degli interni, tra materiali raffinati ed esclusivi (nappa, acero e altri) uniti dalla capacita’ artigianale tutta giapponese di metterli insieme. E senza dimenticare tutte le ultime tecnologie incentrate sull’uomo, come quella che riconosce il guidatore e memorizza, personalizza le sue esigenze tra sedile volante e specchietti, regolandoli automaticamente.

    Il costo

    I prezzi? Da 49.900 a 61.200 euro a seconda dell’allestimento (Prime line, Executive line, Homura e Takumi) e della trazione, posteriore o quattro ruote motrici. Per la cronaca, entro l’anno arriverà il motore e-skyactiv X a benzina. Perché l’approccio multi-soluzione di Mazda che tiene conto delle esigenze diverse di mobilità di ogni Paese era e rimane l’unica risposta di buon senso all’integralismo elettrico. Per il funerale del Diesel, ripassate un’altra volta.

    Auto usate, il 2023 in Italia inizia in positivo LEGGI TUTTO

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    Ferrari, clamoroso Horner: “Potevo sostituire Binotto ma…”

    ROMA – Christian Horner in Ferrari? Una possibilità non così remota, almeno nei mesi scorsi. In un’intervista ad “Auto, Motor und Sport”, il team principal della Red Bull in Formula 1 ha svelato di aver ricevuto una chiamata da Maranello per sostituire Mattia Binotto, il cui posto è stato preso dall’ex Alfa Romeo Frederic Vasseur: “Sono stato lusingato dalla chiamata della Ferrari. Sono in Red Bull dagli esordi e mi sento responsabile della squadra. È un grande gruppo di persone con cui lavoro e non sono mai stato tentato di allontanarmi”. LEGGI TUTTO

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    Auto nuove e auto nascoste, la Formula 1 è anche una partita a scacchi

    TORINO – L’Alfa Romeo ha deciso di svelare la monoposto 2023 così come sarà. «Un modo per restituire ai nostri tifosi l’affetto e l’attenzione che ci hanno dimostrato – ha spiegato il responsabile racing, Alessandro Alunni Bravi – e anche di condividere un’emozione». Ma non tutti hanno seguito la stessa strada e in questi giorni si vedrà (e si è visto) un po’ di tutto: squadre che non hanno la monoposto pronta e hanno svelato solo la nuova livrea (oggettivamente il particolare meno interessante) o squadre che si vogliono nascondere apposta (come la Red Bull, che si vedrà solo nei primi test della stagione). Ci sono stati annunci più o meno a sorpresa (ad esempio la collaborazione tra la Red Bull e la Ford) e altri inattesi che hanno confuso un po’ le acque. È il caso della Ferrari che ha diffuso il “primo vagito” (tecnicamente la prima accensione del motore) nelle stesso momento del lancio della Red Bull (pare che non fosse previsto), dirottando l’attenzione degli appassionati dagli schermi della tv a quelli degli smartphone. Anche ieri, nel giorno dell’Alfa Romeo, la Ferrari ha comunicato il nome della sua nuova monoposto (si chiamerà SF-23) prendendosi inevitabilmente la scena. LEGGI TUTTO

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    F1, La monoposto 2023 della Scuderia Ferrari si chiamerà SF-23

    La monoposto 2023 della Scuderia Ferrari, che sarà svelata fra sette giorni esatti a Maranello, ha un nome: si chiamerà SF-23.

    La squadra torna dunque alla denominazione che ha caratterizzato quasi per intero l’era ibrida della Formula 1. La sigla SF – che sta per Scuderia Ferrari – ha infatti debuttato sulla SF15-T del 2015 ed è stata abbandonata solo lo scorso anno, con la F1-75. La cifra indica ovviamente la stagione agonistica che la vettura andrà ad affrontare.
    È l’ottava monoposto ad avere nel proprio nome la sigla SF cui per la quarta volta segue l’anno agonistico. In due occasioni sono stati celebrati gli anni dalla fondazione dell’azienda (con la SF70H, SF71H del 2017 e 2018), in una occasione quelli dalla creazione della Scuderia (con la SF90 del 2019) e in una, nel 2020, il traguardo dei mille Gran Premi disputati (SF1000).

    ONE WEEK to go and our 2023 challenger finally has its name 🤩
    Introducing… ✨ SF-23 ✨
    — Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) February 7, 2023 LEGGI TUTTO