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    F1, Ferrari e Mercedes: grattacapi filosofici

    Partiamo da un assioma valido per la Formula 1 attuale: se sei convinto di essere il migliore, ma non ottieni i migliori risultati, allora vuol dire semplicemente che non sei il migliore. La brutta figura fatta alla prima uscita stagionale da Ferrari e Mercedes è frutto anche di questo. Orgoglio e testardaggine di chi crede di essere il migliore, ma in realtà non lo è affatto e anche se in prospettiva lo potesse diventare non avrebbe il tempo di dimostrarlo.4 – GP BAHRAIN F1/2023 – DOMENICA 05/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    L’ha capito Aston Martin. Con Lawrence Stroll che è andato a fare la spesa per le vie del paddock e si è portato a casa un capitale umano di ingegneri provenienti dai top team, con un bacino di idee capace di ribaltare le performance della vettura in una manciata di mesi.
    Quella AMR23, che per giunta a Horner “appare familiare”. Sì perché a rivoluzionare la verdona (al 95% rispetto alla passata stagione come ha specificato il capo progettista Furbatto), c’ha pensato, tra gli altri, Dan Fallows, ex Red Bull e primo allievo del genio, Adrian Newey. Insomma nessuna “Red Bull Verde”, dopo il caso della “Mercedes Rosa”, che aveva coinvolto la RP20, lontana progenitrice dell’attuale Aston Martin, ma solo l’umiltà di appropriarsi della filosofia dominante, quella di Newey e del team di Milton Keynes.
    La panciuta Ferrari e la magra Mercedes restano legate alle loro filosofie, schiave delle loro idee, del loro blasone e della loro storia. Non capitoleranno mai, come un umile team clienti, di fronte al progetto vincente di Red Bull. Peccato che quell’umile team clienti – capitanato da un molto meno umile Fernando Alonso – abbia sverniciato tra le dune del deserto del Bahrain sia le rosse che le nere.

    La verità è che la biodiversità filosofica all’interno del paddock è il patrimonio più grande di questo sport e va preservato. Nessuno ambisce a un balance of performance (BoP) in F1, con una Red Bull zavorrata e limitata, solo per accendere la competizione al vertice. Il problema, oltre che la grande contraddizione sta nel fatto però, che chi scrive le regole per spettacolarizzare la Formula Uno, vendendola come “la più bella e seguita di sempre”, non concede alcuna arma alle scuderie inseguitrici per raggiungere i leader del mondiale.2023 Bahrain Grand Prix, Friday – LAT ImagesL’unica maniera di vincere, nella Formula Uno contemporanea, è azzeccare il cambio di regolamento tecnico che la federazione propone ogni cinque anni. Una volta che si è indovinato il disegno della vettura ci si garantisce un ciclo di 4/5 anni di vittorie. Questo perché gli avversari non hanno il tempo di sviluppare le proprie filosofie, i giorni di test all’interno dell’anno sono sempre meno e ne conesegue una minore incisività dei pacchetti di aggiornamenti portati dai team sulle proprie vetture.Oltre a ciò, chi incappa in problemi di affidabilità (difficilmente i primi) entra in un loop di penalizzazioni senza senso, che pregiudicano una stagione già di per sé complessa. Sempre più gare, ma sempre meno motori (3 Power Unit per 23 gare) e componenti sostituibili sulla vettura. Ma chi rompe il motore non è già di per sé abbastanza penalizzato dal momento che perde la possibilità di gareggiare? Ha realmente senso accanirsi, penalizzandolo anche nella gara seguente?
    E a proposito di ciò, in quello che appare, magari erroneamente, come l’alba di un dominio Red Bull, bisogna tenere a mente che la squadra di Milton Keynes è anche sotto penalità. Se una vettura penalizzata rifila 38 secondi a Fernando Alonso e quasi 50 a Carlos Sainz, allora vuol dire che a qualcuno, lì ai piani altri della Formula Uno, sfugge il concetto di penalizzazione.
    Insomma è solo la prima gara, ma il grande progetto dei padroni del motorsport, Stefano Domenicali e Mohammed Bin Sulayem, di rendere la Formula 1 una specie di serie Netflix dal vivo, con ruotate, sorpassi colpi di scena e ribaltamenti di fronte non sembra un esperimento poi così brillante, né per ora, più di tanto riuscito. LEGGI TUTTO

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    Formula 1, alla Ferrari manca sempre qualcosa

    «Loro hanno trovato qualcosa!». Charles Leclerc sintetizza “alla Binotto” una delusione che sconfina in una prematura resa nei confronti di una Red Bull che sembra correre, con Verstappen e Perez, in un campionato a se stante. Una Formula 1 che finisce per ridursi ad uno spettacolo di spogliarello alla rovescia. Splendide ragazze il sabato delle qualifiche che nulla nascondono della loro bellezza, per finire alla domenica della gara che giro dopo giro, le riveste da capo e piedi. Con le qualifiche che in sessanta minuti concentrano grandi emozioni destinate a disperdersi nei novanta minuti della gara. Con qualche eccezione. LEGGI TUTTO

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    Subaru e la musica italiana insieme per il tour GO GIANNI GO!

    Dopo aver affiancato Amadeus nella conduzione del Festival di Sanremo, Gianni Morandi si prepara a intraprendere una serie di nuovi concerti presso i palasport. Il famoso cantautore italiano desidera incontrare e rivedere il suo devoto pubblico in nove spettacoli, il primo dei quali si terrà a Rimini il 10 marzo, mentre il gran finale avverrà a Eboli il 30 marzo, dopo aver fatto tappa in numerose città italiane, come Rimini, Milano, Firenze, Roma, Bologna, Torino, Ancona, Bari ed Eboli. Subaru è entusiasta di affiancare il tour GO GIANNI GO! in questa nuova avventura. LEGGI TUTTO

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    F1 McLaren, Norris: “Sei soste in Bahrain? Buon allenamento per i meccanici”

    ROMA – Il weekend del GP di Bahrain che ha inaugurato la nuova stagione di F1 è stato negativo non solo per la Ferrari, che ha visto Charles Leclerc ritirarsi per un problema alla power unit, ma anche per la McLaren. Entrambi i piloti del team britannico non hanno concluso la gara, ma ciò che è balzato all’attenzione degli appassionati sono i sei pit stop effettuati da Lando Norris. Una situazione che lo stesso pilota ha voluto commentare con la consueta ironia: “L’aspetto positivo della gara di oggi è che i meccanici si sono allenati molto nei pit stop”. “All’inizio abbiamo guadagnato qualche posizione – ha continuato Norris -, e poi di fatto dalla prima curva abbiamo cominciato ad avere problemi che ci hanno costretto a fermarci ai box ogni dieci giri. Il passo mi sembrava abbastanza buono, penso che avremmo potuto portare a casa qualche punto, per cui è un peccato aver avuto tutti quei problemi”.   LEGGI TUTTO

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    MotoGP, il VR46 Racing Team lancia la sfida: “Saremo più pronti della Ducati ufficiale”

    ROMA – Il mese di marzo coincide con l’inizio del mondiale di MotoGP: prima, però, andranno in scena anche i test di Portimao, in questo fine settimana. Per questo, i team proseguono con la presentazione delle loro nuove livree: dopo lo svelamento della moto del team GasGas, quindi, è stato il turno del Mooney VR46 Racing Team. Protagonisti, ovviamente, Luca Marini e Marco Bezzecchi, che si sono lasciati a commenti sulla livrea, mischiandoli anche a commenti e aspettative sulla nuova stagione, con la sfida lanciata alla Ducati ufficiale di Bagnaia e Bastianini: “Nei test la moto è sembrata molto veloce: dobbiamo divertirci perché con questi colori dobbiamo arrivare davanti in ogni gara – ha sottolineato il fratello di Valentino Rossi, con anche quest’ultimo apparso in video -. Con questo frontalino più snello abbiamo una buona velocità nei rettilinei, e più agilità nelle curve: siamo vicini alla perfezione. Quest’anno mi sono sentito subito a mio agio, ma per fissare gli obiettivi dobbiamo aspettare. Però nei test il passo era buono, penso che possiamo lottare per le top-5 in ogni gara. Voglio provare a usare tutto il nostro potenziale nelle prime gare, perché il team factory avrà bisogno di lavorare un po’ nelle loro novità, mentre noi siamo già pronti”.  LEGGI TUTTO

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    Ferrari, il ritiro di Leclerc e i precedenti di Schumacher: la statistica

    ROMA – La Ferrari è incappata in un inizio di stagione decisamente complicato nella nuova stagione di F1. Al gap con Red Bull già noto e pronosticabile, infatti, nel GP inaugurale in Bahrain si è aggiunto il colpo di scena del ritiro di Charles Leclerc, per motivi ancora tutti da chiarire. Uno “shock”, lo ha definito Frederic Vasseur, e in effetti l’affidabilità doveva essere una delle poche certezze di una SF-23 ancora in fase di rodaggio da diversi altri punti di vista. Un avvio negativo, che non può essere di buon auspicio per il resto della stagione; il trend degli ultimi 28 anni, infatti, è chiaro: nel periodo considerato, a partire dall’epoca Michael Schumacher, nessun pilota della Ferrari ha vinto il titolo iridato dopo essere incappato in un ritiro nel primo Gran Premio.  LEGGI TUTTO