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    F1, Briatore: “Alonso ha portato entusiasmo, non come Vettel”

    Dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, Daniele Sparisci (Corriere della Sera) ha intervistato Flavio Briatore che, come di consueto, ha parlato senza peli sulla lingua.

    Due i temi principali toccati da Briatore nella sua intervista al Corriere della Sera: il passaggio di Fernando Alonso in Aston Martin e la crisi della Ferrari.
    Intervista completa su Corriere.it
    IL PASSAGGIO DI ALONSO IN ASTON MARTIN
    “Abbiamo condiviso la decisione, ci siamo presi un rischio”, ha detto Briatore riferendosi al passaggio dello spagnolo dalla Alpine all’Aston Martin che poi ha anche aggiunto: “Ci offrivano due anni di contratto mentre altri, con la scusa dell’età, solo uno. Poi sapevamo che Lawrence Stroll stava mettendo in piedi una grande squadra. Lì dentro vedevamo la voglia di cambiare che non c’era per, esempio, all’Alpine”.
    Briatore ha parlato poi di Lawrence Stroll e dell’ottimo lavoro svolto per far crescere la squadra: “Ha preso un sacco di gente dalla Red Bull e da altri team: nelle loro scuderie facevano i numeri due o tre, lui ha dato loro responsabilità maggiori. Ha investito nella galleria del vento e nella nuova sede di Silverstone. Se vuoi crescere devi fare così”.
    Parlando della Red Bull, il manager di Alonso ha detto: “Aspetterei a dire che il Mondiale è già finito. L’Aston Martin è una macchina ancora “vergine”: vedremo quanto potrà crescere con gli sviluppi. Fernando ha una macchina facile da comprendere e da guidare. Se avrà l’occasione per vincere non se la farà sfuggire”.
    E infine anche una frecciatina a Sebastian Vettel: “Fernando ha portato entusiasmo e ambizioni mai visti prima, niente a che vedere con il periodo di Vettel”.

    LA CRISI FERRARI
    “Non basta cambiare un singolo – ha detto Briatore, parlando della non facile situazione in Ferrari -. Servono personaggi di peso in squadra, ora non ci sono. Ricordo che hanno iniziato a vincere con continuità quando mi hanno portato via 10-12 persone dalla Benetton”.
    L’ex numero uno del Team Renault ha giudicato un “buon lavoro” quello svolto da Mattia Binotto che però poi ha sbagliato nell’aver accentrato su di sé troppe responsabilità. Infine Briatore pensa che la Ferrari sia stata penalizzata dal cambio di regole in corsa, durante la passata stagione: “Bisognava battere i pugni sul tavolo e impuntarsi. Non è che se uno sbaglia il progetto (la Mercedes, ndr) dopo otto anni di vittorie, si debbano cambiare i regolamenti”.
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    MotoGP Ducati, Agostini esalta Bagnaia: “Può aprire un ciclo”

    ROMA – “Bagnaia può aprire un ciclo. Ha già vinto il campionato del mondo, quest’anno parte favorito, è lui l’uomo da battere e la Ducati ha un grande vantaggio, quindi gli altri dovranno rincorrere”. Così Giacomo Agostini, ai microfoni di Italpress, presenta la nuova stagione di MotoGP, che scatterà nel weekend con il Gran Premio del Portogallo. Ducati ha già dato segnali di conferma molto importanti nei test prestagionali, e lo stesso Pecco sembra voler ricominciare da dove aveva lasciato. Ma Agostini spera che anche la concorrenza possa crescere: “Per il bene della MotoGP, spero, perché sarebbe un grande spettacolo per tutti gli appassionati delle due ruote, che arrivino anche la Yamaha con Quartararo e la Honda con Marquez per dare vita a un Mondiale combattuto”.  LEGGI TUTTO

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    Pol Espargaro: “In Honda non c'era voglia di lavorare con Marquez out”

    ROMA – Dopo due anni con il team Honda Repsol, Pol Espargaro è tornato in KTM, vestendo i colori del team GASGAS. Con la casa austriaca, tra il 2017 e il 2020, lo spagnolo ha ottenuto i risultati più importanti in MotoGP: a partire dal primo podio nella classe regina, a Valencia 2018, fino al quinto posto finale nel 2020, con cinque terzi posti e due pole position. Poi il salto in Honda, arrivato però nel peggior momento per la casa spagnola, alle prese con i continui infortuni di Marc Marquez. La moto non andava, ma il team non aiutava, come ha rivelato Espargaro a L’Esportiu de Catalunya: “Non sapevamo come risolvere la situazione, o forse non avevamo gli strumenti per farlo. Con Marquez fuori per infortunio, Honda ha deciso di interrompere l’evoluzione della moto. A questo si aggiungevano i problemi che già avevamo, e il risultato è stata una scarsa motivazione e voglia di lavorare all’interno del team. Non mi hanno trattato male, ma mi sentivo molto frustrato dalla situazione, perché mi sentivo legato mani e piedi, non potevo fare niente per migliorare la situazione”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Arabia Saudita: le pagelle. Red Bull già campione, Leclerc (e Vasseur) salvagente della Ferrari

    Il Gran Premio dell’Arabia Saudita, sul circuito di Jeddah, ha lasciato in eredità parecchia carne al fuoco. Dall’ennesimo dominio della Red Bull alla conferma di Alonso e l’Aston Martin come primi antagonisti, fino al sorpasso della Mercedes nei confronti di un’imbarazzante Ferrari, aggrappata ai suoi unici salvagente: Charles Leclerc e Frederic Vasseur. Senza dimenticare gli altri protagonisti in griglia; tutto questo nelle pagelle del week-end arabo, secondo appuntamento del mondiale di Formula 1.
    VOTO 10 ALLA RED BULL, GIA’ CAMPIONE DEL MONDO DOPO DUE GARE
    Non è un azzardo dirlo: la Red Bull dopo due gare ha già chiuso il campionato. Superiorità imbarazzante, degna della miglior Mercedes o della Ferrari dell’era Schumacher. Cambia il solista (Perez), ma non la sostanza, come testimonia l’ennesima rimonta-show di Verstappen (da 15° a 2°). Dietro il nulla cosmico. Ad oggi, immaginare di vedere 23 vittorie su 23 della lattina non è utopia, ma una solida realtà.
    VOTO 9 AD ASTON MARTIN E ALONSO, PRIMI DEGLI ALTRI
    Se il Bahrain poteva anche essere un episodio isolato, da Jeddah viene fuori la verità: l’Aston Martin è la seconda forza del mondiale. O per meglio dire, è la prima degli umani. Trascinata dall’ennesimo capolavoro di Fernando Alonso (al 100° podio della carriera), che nonostante un errore veniale per uno della sua esperienza (che gli costa la “penalità della discordia”), riesce a tenersi stretto il posto sul podio, dopo aver anche accarezzato per qualche giro il sogno di un colpaccio clamoroso. E se contro la Red Bull c’è poco da fare, per ora tutti devono fare i conti con il capolavoro targato Lawrence Stroll e soci. Che resurrezione.
    VOTO 8 A LECLERC E VASSEUR, SALVAGENTE DELLA FERRARI IN NAUFRAGIO
    La barca (o la macchina, per meglio dire) fa acqua da tutte le parti. Due gare bastano e avanzano per parlare di fallimento per la Ferrari, che ad oggi ha solo due motivi per sorridere: Charles Leclerc e Frederic Vasseur. Il primo continua a lottare per un pugno di mosche, tirando fuori prima un capolavoro in qualifica e poi una rimonta da paura nei primi giri in gara (da 12° a 5°, prima del crollo nella seconda parte di gara). Il secondo ha restituito quantomeno credibilità a un ruolo umiliato dal suo predecessore, spinto da una passione e un carattere ferreo che, a Maranello, non si vedeva da un po’. A lui l’ingrato compito del repulisti necessario per l’ennesima ripartenza rossa.

    VOTO 7 A RUSSELL, CHE BATTE SONORAMENTE HAMILTON
    Nella fortunata scoperta di essere la terza forza del mondiale, la Mercedes ritrova George Russell dopo il week-end incolore in Bahrain. In Arabia Saudita il giovane allievo batte sonoramente il maestro Lewis Hamilton, mai realmente capace di impensierire il compagno di squadra. Da Brackley si profila una rivoluzione copernicana per il progetto 2023, per cambiare rotta in salsa 2022: allo stesso modo, George si candida ufficialmente ai gradi di prima guida per questa stagione.
    VOTO 6 AD ALPINE, QUINTA FORZA (CON SGUARDO ALLA ROSSA…)
    I dubbi sull’Alpine, dopo il Bahrain, erano alti. L’ottima rimonta di Gasly aveva un po’ mascherato le perplessità, tutte però dissipate dopo il solido fine settimana di Jeddah. Entrambi comodamente a punti, i due alfieri transalpini hanno rilanciato il team e le ambizioni da quinto posto nel mondiale costruttori. Ma il distacco abbastanza minimo dalla Ferrari può aprire scenari imprevedibili, per un futuro roseo tanto quanto la “pantera” scesa in pista nelle prime due gare stagionali.
    VOTO 5 A SAINZ, UFFICIALMENTE SECONDO PILOTA
    Senza indugiare troppo, due gare sono state sufficienti a dire chi è il secondo pilota della Ferrari. Carlos Sainz sarà davanti a Leclerc in classifica, ma in entrambi gli appuntamenti hanno dimostrato chiaramente la differenza con il monegasco. Sia in termini di passo, che (soprattutto) nella performance sul giro secco. Vedere per credere? Il mezzo secondo incassato in qualifica è una prova tangibile del diverso livello su cui viaggiano i due piloti. Probabilmente, una scoperta convenuta anche dallo stesso Vasseur.
    VOTO 4 A MCLAREN, TROPPO BRUTTA PER ESSERE VERA
    Anche il week-end arabo conferma le sensazioni emerse in Bahrain: ad oggi, la McLaren è l’ultima della griglia. Nonostante una qualifica fantastica di Oscar Piastri, il reale valore della fallimentare (fin qui) MCL60 lo dà l’eliminazione in Q1 di Norris, notoriamente un cavallo di razza in qualifica. Ma soprattutto il responso della gara: quart’ultimo e penultimo. Un segnale inequivocabile, dell’enorme lavoro che attende gli uomini di Woking.
    VOTO 3 ALLA FERRARI, NOBILE DECADUTA ALLA DERIVA
    15 anni di fallimenti non sono bastati. La Ferrari è riuscita nell’impresa di buttare via la solida base lasciata in eredità dalla F1-75, per lasciar spazio alla disastrosa SF23 che, di fatto, ha già messo la pietra tombale sulle proprie ambizioni. Un fallimento su tutta la linea, che accentua la tempesta in cui ora tutti a Maranello si ritrovano. E che, in sostanza, sbatte in faccia una realtà con cui servirà, ora, fare i conti: il Cavallino Rampante è uno sbiadito ricordo del simbolo di eccellenza e dominio degli anni d’oro. Su il sipario: rientra la mediocrità. Tutti chiedono la “testa” del colpevole, giustamente: la realtà è che non c’è più da qualche mese. Eppure, la sua presenza si può sentire ugualmente: basta guardare i risultati in pista.
    VOTO 2 ALLA FIA E AL TENTATIVO DI SCIPPO AD ALONSO
    Sulla credibilità della FIA e dei commissari negli ultimi anni si è dibattuto a lungo. Eppure, le cose non sembrano voler cambiare. Stavolta la “vittima” è Fernando Alonso, che in due ore di pura follia, si vede prima scippato e poi restituito il podio conquistato in pista. L’ennesimo buco nell’acqua di una commissione che, semplicemente, non è in grado di stare al passo con i tempi. In tutti i sensi.
    VOTO 1 A BINOTTO, PADRE DELL’ULTIMO FALLIMENTO ROSSO
    È vero, non fa più parte del Circus. È vero, la Ferrari non è più la sua casa. Ma se la situazione della SF23 è quella imbarazzante di oggi, gran parte del “merito” è di chi ha coordinato la sua costruzione, sacrificando il 2022 in nome di questo scempio. Già, quel Mattia Binotto che, dopo lo sfregio alla storia della Rossa con la SF-1000 e la SF21, era comunque rimasto al suo posto. Che in 5 anni di gestione della direzione tecnica, ha dato vita a 4 fallimenti (e mezzo). Toccherà a Vasseur bruciare la vergognosa eredità del suo predecessore, di cui sicuramente i sostenitori della Rossa non sentono la mancanza. LEGGI TUTTO

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    F1, Carlos Sainz è fiducioso: “Sappiamo dove sviluppare la vettura”

    1 – GP ARABIA SAUDITA F1/2023 – GIOVEDI’ 16/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Carlos Sainz, dopo il deludente Gran Premio dell’Arabia Saudita, ha ammesso che la Ferrari SF-23 non è dove vorrebbe essere anche se lo spagnolo si è dichiarato fiducioso che la squadra abbia il potenziale per cambiare le cose.
    “In questo momento, non siamo dove vorremmo essere in termini di ritmo di gara, in termini di macchina in generale, di equilibrio”, ha detto Sainz parlando con i media, dopo la gara di Jeddah.
    Il pilota spagnolo della Ferrari ha anche aggiunto: “Abbiamo faticato un po’ e se già surriscaldiamo le gomme con l’aria pulita, quando seguiamo una vettura le cose vanno anche peggio. Abbiamo bisogno di aria pulita per ottenere tempi sul giro decenti. Conosciamo esattamente i nostri punti deboli. E questo è un aspetto positivo”.

    Sainz ha parlato anche degli sviluppi che la Ferrari potrebbe portare presto in pista per migliorare la SF-23: “Non possiamo ovviamente fare magie per portare gli sviluppi in anticipo, ma so che la squadra sta spingendo al massimo per portarli e questo migliorerà sicuramente il nostro ritmo di gara”.
    Per quanto riguarda i problemi che affliggono la SF-23, lo spagnolo della Ferrari è stato molto chiaro: “Sappiamo dove sono i problemi e li avevamo già individuati in Bahrain. Sappiamo dove sviluppare la vettura, abbiamo solo bisogno di tempo perché, a causa dei punti deboli che abbiamo visto in Bahrain e che vediamo qui, ovviamente non possiamo apportare gli aggiornamenti già domani”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: presentato il team Aprilia RNF Fernandez e Oliveira

    ROMA – RNF ha presentato il suo team per il Mondiale 2023 di MotoGP. Nella nuova stagione, la scuderia di Razlan Razali correrà con moto Aprilia, che per la prima volta avrà una squadra satellite in classe regina e quindi quattro veicoli in pista. A guidare le RS-GP per RNF saranno Miguel Oliveira e Raul Fernandez. “Non posso non essere emozionato per la stagione che ci attende – ha detto Razali -. La nostra avventura è iniziata nel 2019, e abbiamo già raggiunto importantissimi traguardi. Abbiamo avuto piloti leggendari come Valentino Rossi e Andrea Dovizioso, che ci hanno regalato momenti indimenticabili”.  LEGGI TUTTO

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    F1, GP Arabia Saudita 2023: i rookie cercano di farsi spazio

    Andiamo ad analizzare la gara dei tre rookie del Campionato Mondiale 2023 di Formula 1: Oscar Piastri (McLaren), Nyck De Vries (AlphaTauri) e Logan Sargeant (Williams), dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita.Oscar Piastri, McLarenLe verità che ci ha lasciato il GP di Arabia Saudita che ha visto trionfare le Red Bull inseguite da Fernando Alonso, ponendo la lente di ingrandimento sui tre rookie.
    Qualifiche da ricordare quelle del pilota australiano Oscar Piastri: è riuscito a portare la sua McLaren dritta in Q3, guadagnandosi un nono posto, diventato 8° domenica in seguito alla penalità inflitta a Charles Leclerc causa cambio motore. Nyck de Vries, invece si è classificato diciottesimo. Ricordiamo che non aveva preso parte all’ultima sessione di prove libera della mattina, non permettendogli di prendere le giuste misure e la confidenza necessaria in un circuito come quello dell’Arabia Saudita dove non c’è spazio per gli errori e le distrazioni. Ultimo classificato Logan Sargeant: partito benissimo, si era quasi assicurato un posto in Q2, ma il suo miglior tempo è stato cancellato dopo aver superato i limiti di pista ed aver commesso alcuni errori nei restanti tentativi che aveva a disposizione durante i quali ha toccato il muro, non riuscendo a completare un giro ed a registrare un crono.

    Nessuno dei tre è riuscito a conquistare un punto durante la gara di domenica, e il loro ordine d’arrivo è stato il seguente: De Vries, Piastri, Sargeant rispettivamente 14esimo, 15esimo e 16esimo. Piastri è stato protagonista al via di un contatto che ha danneggiato l’ala anteriore portandolo a perdere delle posizioni, che ha cercato di risalire durante l’ultima parte di gara quando ha battagliato anche con il compagno di squadra Lando Norris che non è riuscito a mantenere la posizione finendo 17esimo. Anche Sargeant ha concluso la sua gara prima di Alexander Albon, non grazie ad un duello su 4 ruote ma a causa del ritiro del compagno dopo dei problemi avuti ai freni. De Vries è rimasto “imbottigliato” nel traffico, non ha regalato molta azione trovandosi in un gruppo di macchine con DRS disponibile.
    In una McLaren che quest’anno non funziona come la stagione passata, Piastri ha dimostrato che non tutto è dovuto dalla potenza della macchina ma anche dal modo in cui ti approcci ad essa; De Vries deve trovare il suo equilibrio e imparare a gestire le gomme e le situazioni di stallo e Sargeant deve curare i piccoli particolari e solo con il tempo e l’esperienza può evitare errori o distrazioni. LEGGI TUTTO

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    F1, la classifica piloti aggiornata dopo il GP d'Arabia Saudita

    JEDDAH – Max Verstappen è ancora in testa alla classifica piloti di Formula 1 dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, valevole per la seconda tappa del Mondiale 2023 di Formula 1. L’olandese della Red Bull rimane in vetta con con un solo punto di vantaggio sull’altra Red Bull di Sergio Perez grazie al giro veloce conquistato nella gara di Jeddah. Al terzo posto c’è Fernando Alonso davanti a George Russell. Carlo Sainz è quinto al pari di Lewis Hamilton. Primi punti per Charles Leclerc dopo il ritiro in Bahrain. LEGGI TUTTO