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    Lamborghini presenta la nuova hypercar V12 ibrida plug-in Ribelle

    Il nuovo modello ibrido plug-in di Lamborghini V12, che sostituirà la Aventador, ha praticamente tutto di estremo, a partite dal nome “Ribelle”, ovviamente non casuale. Secondo la leggenda, Ribelle era un toro estremamente incontrollabile che, durante una corrida a Barcellona oltre centocinquanta anni fa, si ribellò al torero rifiutando il suo destino. Sorprendentemente, il toro non fu sconfitto, ma invece scappò all’impazzata, superando la balaustra che separava la plaza de toros dalle tribune, causando il panico tra il pubblico. Cos’altro ha di estremo? Il motore, da oltre 1000 cavalli di potenza.
    Batte tutti i record, anche per il prezzo!
    La Lambo Revuelto stabilisce ben cinque primati: per cominciare è la prima Lambo ibrida sul mercato; poi infrange il muro simbolico dei mille cavalli perché il V12 elettrificato ne sviluppa 1015; altro primato quello dei motori: la Revuelto ha non uno, non due, non tre ma addirittura quattro propulsori! Perché oltre al V12 sfoggia due motori elettrici anteriori e uno posteriore sul cambio; inoltre ha un’efficienza incredibile se si pensa che sviluppa il 30% di potenza in più rispetto a una Aventador pur emettendo il 30% di CO2 in meno. E infine è anche la prima Lambo “di serie” a costare più di mezzo milione di euro: 510mila euro per la precisione.
    Ispirata dallo spazio
    Il design della Revuelto è aggressivo e mozzafiato: “L’ho disegnata come fosse un’astronave dello spazio”, ha detto Mitja Borkert il capo del Centro Stile. Mentre Rouven Mohr, il direttore tecnico di Lamborghini ci ha tenuto a sottolineare che la nuova Revuelto ha un telaio in fibra di carbonio il 10% più leggero della Aventador e il 25% più rigido e che l’auto genera il 60% in più di efficienza aerodinamica. Accelera da 0 a 100 km/h in appena 2,5 secondi e la velocità massima è superiore ai 350 km orari. E non si pensi che la propulsione ibrida ne abbia tarpato il sound: Secondo Mohr “la Revuelto ha un sound di scarico più bello e fragoroso di quello dell’Aventador”. Però può anche marciare nel massimo silenzio in solo elettrico per una decina di chilometri.
    Linee e design
    Esteticamente la Revuelto è connotata dai fari anteriori a forma di Y. A luci accese la sua fisionomia dal davanti si riconosce tra mille. Ma un altro elemento di design interessante è dietro: il cofano posteriore non copre il motore. Il V12 è esposto a vista, nudo, e le testate nere spiccano in mezzo all’arancio vivo che è il colore di lancio della vettura. L’assenza di una copertura non è una dimenticanza ma un preciso omaggio degli stilisti al propulsore 12 cilindri. I designer hanno voluto esporre il motore alla vista come accade sulle motociclette prive di carenatura dove il motore è al centro del design del veicolo. “Il telaio lo avvolge e lo abbraccia”, ha spiegato Borkert.
    Inoltre dietro spiccano – vistosissimi – i due scarichi di forma esagonale. Una geometria, quella dell’esagono, che si ripete spesso nella Revuelto.
    Motorizzazione
    La Revuelto è la prima Lambo della storia ad avere una motorizzazione ibrida plug-in. Ed è anche la prima a superare la barriera dei mille cavalli. Grazie ai tre propulsori elettrici combinati con il V12, eroga la bellezza di 1015 cavalli. Il solo 12 cilindri sprigiona 825 cavalli, circa cinquanta più di quanti ne erogava la Aventador. Il propulsore è uguale al vecchio soltanto nelle misure di alesaggio corsa e cilindrata (6.498 cm3) perché è stato ampiamente modificato all’interno per aumentare di quasi mille giri il regime di rotazione. Ora salito a 9.250 giri/minuto contro gli 8500 della Aventador.
    Una interessante novità è anche nel layout tecnico dell’auto. Rispetto alla Aventador, il propulsore è stato girato di 180 gradi nell’installazione in vettura. Nell’Aventador infatti (come nella precedente Countach) la trazione integrale richiedeva la necessità di far uscire davanti un albero di trasmissione che portasse il moto alla ruote anteriori. Perciò il cambio era davanti al motore. Nella Revuelto invece non c’è più questo problema perché le ruote anteriori si muovono azionate dai motori elettrici all’avantreno e non da un rinvio meccanico, per cui il motore è stato ruotato di 180 gradi e il cambio adesso è dietro al motore invece che davanti. Ma siccome sarebbe risultato troppo lungo e avrebbe sbilanciato il baricentro dell’auto, il cambio è stato riprogettato da capo: ora è un 8 marce a doppia frizione a schema trasversale e non più longitudinale. Così è molto più compatto di prima. Sopra al cambio c’è un terzo motore elettrico da 110 kW (150 cavalli) che può anche muovere l’auto a V12 spento. Quindi la Revuelto a tutti gli effetti può funzionare in solo elettrico garantendo comunque la trazione integrale (a differenza della Ferrari SF90 per esempio).
    I due motori elettrici anteriori da 220 kW complessivi (300 cv) invece oltre a generare trazione sulle ruote anteriori lavorano con i sistemi elettronici per generare effetto torque vectoring e aiutare l’inserimento in curva dell’auto e stabilizzarne le traiettorie. La potenza complessiva ovviamente non è data dalla somma algebrica dei quattro motori perché nessuno opera al massimo della potenza contemporaneamente con gli altri. Ecco perché i cavalli effettivi sono 1015 e non i teorici quasi 1300 che darebbe la somma pura e semplice dei numeri. Ma è sempre un bell’andare, visto che la Revuelto è omologata per 350 km/h di velocità massima e uno scatto sullo 0-100 km/h in appena 2,5 secondi.
    Autonomia
    Il telaio della Lambo Revuelto, battezzato monofuselage, è interamente in fibra di carbonio e pesa appena 188 kg, 10% in meno della Aventador che era misto alluminio/carbonio. La batteria agli ioni di litio è alloggiata nel tunnel che separa i sedili, al posto dell’albero di trasmissione: è da 3,8 kWh e può garantire una marcia in modalità solo elettrico di 10 km.
    Curiosamente la spina della ricarica elettrica plug-in non è all’esterno dell’auto, protetta da uno sportellino, ma sotto il cofano anteriore. Perché il sistema è progettato apposta per ricaricare l’auto non da fermo alle colonnine, ma in marcia usando parte della esuberante potenza del motore per ricaricare continuamente la batteria in pochi minuti. Quindi, di fatto, la Lambo Revuelto, almeno marciando in modalità ibrida, non dovrebbe scaricarsi mai del tutto.
    Interni
    All’interno l’abitacolo è più spazioso di quello della Aventador: 26 mm in più per la testa, 84 mm in più per le gambe. Addirittura nel cofano anteriore, nonostante la presenza all’avantreno dei motori elettrici, è stato trovato spazio per due trolleys (!). E sul volante c’è una grossa novità: sfruttando l’esperienza della Essenza SC12 (l’hypercar da track day della Lambo) ora il volante possiede sulle razze quattro nanettini per azionare rapidamente con un solo tocco alcune funzioni essenziali per la guida: fra cui le mappature racing, il launch control per far provare partenze da brivido a un passeggero senza smanettare troppo sul cruscotto e il sollevamento rapido del muso quando si entra nei garage.
    Anche se Lamborghini conta di costruire sette Revuelto al giorno, la produzione dei primi due anni è già stata esaurita prima ancora che la macchina venisse svelata al pubblico. A riprova dell’attesa che questa nuova Lambo che ha riscosso presso i clienti top del marchio. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bagnaia cerca la prima volta in Argentina: “Qui poco competitivi l'anno scorso, ma siamo migliorati”

    TERMAS DE RIO HONDO – Confermare un avvio di stagione super, con la doppietta messa a segno in Portogallo, anche nel GP d’Argentina, tracciato su cui Francesco Bagnaia non ha mai ottenuto nessuna vittoria in carriera. “Sono molto curioso di iniziare questo weekend, l’anno scorso non siamo stati particolarmente competitivi  ma nel corso della passata stagione siamo molto migliorati molto. Da domani – continua il pilota italiano – dobbiamo dimostrare se abbiamo potenziale anche su questo tracciato. Venerdì dovrebbe piovere, qui non abbiamo fatto test e la pista potrebbe essere sporca, ma noi siamo pronti per fare il nostro meglio”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, caso Marquez: FIM rimanda a Corte d'Appello la decisione sulla penalità

    ROMA – Arriva la risposta della FIM dopo il ricorso presentato dalla Honda contro la penalità a Marc Marquez, inflitta dopo l’incidente nel Gran Premio del Portogallo di MotoGP. Dopo il ricorso presentato dalla Honda, gli steward hanno deciso di rimandare la decisione sui due long lap penalty affibiati al numero 93 alla Corte d’Appello del Motomondiale “per un’adeguata risoluzione del caso”. Domenica scorsa, al terzo giro della gara di Portimao Marquez aveva fallito un tentativo di staccata per superare Jorge Martin in curva, finendo fuori pista e portando con sé Miguel Oliveira. Subito era stata chiara la responsabilità dello spagnolo, scusatosi nel post-gara. Poco dopo era arrivata la decisione sulla penalità inflitta al numero 93. LEGGI TUTTO

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    Tre domande ad Andrea Ferrari, Performance Coach di Charles Leclerc

    Tre domande ad Andrea Ferrari, Performance Coach di Charles Leclerc, alla vigilia del Gran Premio d’Australia 2023 di Formula 1.

    1. Si affronta la trasferta più lunga della stagione: come ci si organizza per fare in modo di minimizzare le conseguenze del lungo viaggio e di organizzare al meglio l’adattamento del pilota al fuso orario?Andrea Ferrari: “La gestione del jetlag è una delle difficoltà maggiori per un pilota. Il calendario di Formula 1 tocca quattro continenti e di conseguenza molti sono i fusi orari da gestire. La riduzione dei tempi del sonno (si parla di privazione se scende sotto le cinque ore) e il peggioramento della sua qualità, possono incidere in maniera significativa sulla prestazione dell’atleta condizionando l’apprendimento, la memoria, la percezione del dolore, l’infiammazione di determinate zone del corpo e lo stato immunitario. Sicuramente il fuso orario dell’Australia è uno dei più difficili da gestire, con ben nove ore in più rispetto a quello italiano. La cosa più importante è programmare al meglio le ore di sonno duranti i voli, definire quando dormire e quando invece è meglio rimanere svegli per minimizzare le conseguenze del jetlag una volta atterrati. Prepariamo il viaggio nei minimi dettagli”.
    2. A livello di alimentazione ci sono accorgimenti particolari? C’è una dieta anche in volo? Come si gestiscono i pasti una volta arrivati a destinazione?Andrea Ferrari: “Anche per quanto riguarda l’alimentazione e l’idratazione viene pianificato tutto in vista del volo. Studiamo attentamente quali sono i momenti migliori per mangiare a bordo – che spesso non coincidono con quelli in cui le compagnie aeree propongono il pasto – e ovviamente curiamo in maniera minuziosa anche gli alimenti che devono essere assunti. Il pasto può anche essere funzionale al sonno, per cui è meglio prediligere cibi leggeri e poco speziati.”.

    3. Parliamo di te: come è il tuo ruolo? Quali sono le cose che ti piacciono di più? Quale invece l’aspetto più pesante?Andrea Ferrari: “Mi occupo in generale delle prestazioni fisiche di Charles e, oltre a pianificare il suo allenamento fitness, coordino fisioterapisti, nutrizionisti, biologi, fisiologi e medici specialisti, che si occupano anche di garantire il suo livello di prestazione e il suo benessere generale. Con un calendario di gare particolarmente fitto, una parte impegnativa di questo ruolo è assicurarsi che tutte queste persone siano perfettamente allineate e in grado di prendere decisioni basate sulle ultime variazioni del programma. Mi piace molto il mio lavoro perché sento di dare un contributo significativo alla costruzione della sua prestazione. È quello per cui ho studiato e mi sforzo costantemente di ampliare le mie conoscenze, dedicando a questo gran parte dell’anno”. LEGGI TUTTO

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    F1, Gran Premio d’Australia 2023: numeri e curiosità

    Come lo scorso anno, il Mondiale di Formula 1 disputa la sua terza tappa stagionale in Australia, sul circuito di Albert Park, a Melbourne.

    Gran Premio d’Australia F1 2023: numeri e curiosità4. Le edizioni del Gran Premio d’Australia disputate a Melbourne in cui c’è stato un unico leader della corsa. L’ultimo caso è stato quello di Charles lo scorso anno, quando il monegasco ottenne anche il suo primo “grand chelem”, ovvero vittoria, pole position e giro veloce comandando dal primo all’ultimo giro. In precedenza a essere capaci di un’impresa simile erano stati Nico Rosberg (2014), Jenson Button (2009) e Michael Schumacher (2004). Tenendo conto anche delle edizioni disputate ad Adelaide hanno comandato dall’inizio alla fine anche Ayrton Senna nel 1991 – in una gara che tuttavia durò solo 14 giri a causa della pioggia battente – e Gerhard Berger con la Ferrari F1-87.
    6. Melbourne è la capitale mondiale delle volpi. Nella regione urbana della città, secondo gli ultimi dati dello stato di Victoria (2020), ci sono sei volpi per ogni chilometro quadrato. Nonostante questi numeri, vederne una è ancora relativamente difficile perché sono animali estremamente diffidenti, prudenti e nottambuli.

    46,4. La temperatura più alta mai toccata a Melbourne nella storia. È stata registrata durante l’ondata di caldo record verificatasi tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2009. La temperatura più alta registrata in assoluto fu di 48,8° a Hopetoun, nell’entroterra dello stato del Victoria. A lungo l’Australia è stata la zona sopra la quale si è trovato il tristemente celebre “buco nell’ozono”, che si è finalmente richiuso nel corso del 2021.
    1835. L’anno di fondazione della città di Melbourne. Il villaggio era stato chiamato Batmania, non perché i primi colonizzatori avessero una smodata passione per l’uomo pipistrello di Gotham City – peraltro inventato nel 1939 – ma in onore di John Batman, l’esploratore che stabilì che quel luogo sulle rive del fiume Yarra, nella sacra terra degli aborigeni Wurundjeri, sarebbe stato adatto alla costruzione di una città. Alla fine il centro abitato prese il nome dal primo ministro britannico dell’epoca: Lord William Lamb, visconte di Melbourne..
    1970. L’anno in cui lo Stato di Victoria rese obbligatorie le cinture di sicurezza per i sedili anteriori delle automobili. Furono inventate a metà del XIX secolo dall’aviatore inglese George Cayley. Al 1885 risale il primo brevetto usato nell’industria automobilistica, da parte del newyorkese Edward J. Claghorn. La prima automobile ad essere progettata con cinture di sicurezza di serie fu la Tucker Torpedo del 1948. Subito dopo lo stato di Victoria fu la Cecoslovacchia a rendere obbligatorio il dispositivo, sempre nel 1970. Due anni più tardi apriva in Italia la Sabelt, fondata da Piero e Giorgio Marsiaj, che è Technical Partner delle cinture di sicurezza della Scuderia Ferrari in Formula 1. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bastianini dopo l'infortunio: “Obiettivo Austin, ma ne deve valere la pena”

    “Obiettivo Austin, ma ne deve valere la pena”
    Bastianini, quindi, salterà sicuramente l’Argentina, ma punta a ritornare nella successiva gara di Austin: “Ci sono buone speranze di tornare a Austin, quindi l’obiettivo sarà tornare in forma per quell’appuntamento. Dovrò però essere a posto per guidare una MotoGP, ne dovrà valere la pena”, ha specificato Bastianini, che a Austin aveva vinto già lo scorso anno.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Honda presenta appello contro penalità a Marquez: “Non in linea col regolamento”

    ROMA – Honda non ci sta, e annuncia di aver presentato appello contro la rettifica operata dalla FIM in merito alla penalità inflitta a Marc Marquez. Il tutto è partito dal ben noto incidente di domenica a Portimao, quando lo spagnolo ha commesso un errore non da lui, sbagliando un’entrata di curva e centrando Miguel Oliveira. Per questo fatto, la direzione gara aveva deciso di infliggere al numero 93 un doppio long lap penalty da scontare specificatamente nel GP di Argentina. Per Marquez, però, si è reso necessario un intervento alla mano che lo ha estromesso dalla gara di Termas de Rio Hondo. Per questo motivo martedì, con un’eccezione al regolamento stesso, la formula usata è stata rettificata dalla FIM, che ha specificato che la penalità sarebbe stata scontata nel primo GP a cui avrebbe preso parte lo stesso Marquez. Una manovra che già aveva suscitato polemiche, in quanto, condivisibile o meno, va contro il regolamento del motomondiale.  LEGGI TUTTO

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    Qualcuno salvi la Formula 1

    Una squadra di calcio che nella rosa può vantare nomi del calibro di Messi, Ronaldo, Mbappe ed altri campioni, viene costretta a scendere in campo in 7 contro 11 contro una squadra di prima categoria per mantenere lo spettacolo della partita. Intrattenimento? Molto. Si può ancora parlare di sport? Assolutamente no. È più o meno quello che Liberty Media vorrebbe che succedesse in Formula 1. Foto: @AlpineF1Team

    Il dominio Red Bull di queste prime gare del 2023 era totalmente inaspettato dagli americani. O almeno, non rientrava nei loro piani. I regolamenti stilati per il 2022 dovevano aiutare tutti a competere. Nelle menti illuminate dei proprietari del Circus c’era l’idea che tutti i team, dalla Ferrari alla Williams, si sarebbero potuti giocare la vittoria di ogni appuntamento. Con i sorpassi a farli da padroni. Si sa, quello a stelle e strisce è il paese dello sport-spettacolo, ma la direzione intrapresa è sempre più in favore di quest’ultimo. L’Europa, dal canto suo, ha una cultura diversa.
    Quello di Liberty Media sta diventando un forzare la mano. Ma quando la corda viene troppo tirata rischia di spezzarsi. I rumors secondo i quali si vorrebbe un ulteriore cambio di regolamento in corsa per togliere o diminuire il vantaggio della Red Bull a favore dello spettacolo risultano quindi davvero fastidiosi. E suonano di presa in giro verso gli appassionati veri di questa disciplina. Perché, che si voglia o no, si tratta ancora di una disciplina sportiva.
    La F1 ha sempre vissuto di ere, di domini alcune volte, di campionati equilibrati altre. Ma tutte sono state frutto del lavoro degli ingegneri e della capacità di guida dei piloti. Non di scelte prese in una tavola rotonda. Questo si chiama sport. Non spettacolo a tutti i costi. Anche perché lo spettacolo, agli occhi di chi lo sa vedere, sta anche nella dominante guida di Max Verstappen e nella genialità di un ingegnere come Adrian Newey. Oltre che nella battaglia, sempre presente, a centro gruppo e in zona podio.

    Adesso ci si mette anche Stefano Domenicali, CEO di Liberty, che, in maniera troppo aziendalista, propone la cancellazione delle prove libere. Non interessano a nessuno. Questa la giustificazione. Come non bastasse già la copiosa limitazione ai test. Ma non ci sarà giustificazione poi ad un eventuale disamore della scorza dura degli appassionati. Di chi, ogni venerdì, non aspetta altro che vedere e analizzare i primi dati provenienti dalle prove libere. Nessuno le tocchi.
    Il tentativo di Liberty Media di giocare con i regolamenti a proprio piacimento, senza una ratio ben precisa, deve assolutamente naufragare. Risulta assordante, poi, il silenzio della FIA, l’organo che si dovrebbe opporre a tutto ciò. Quello che avrebbe il compito di rappresentare i veri valori di questo sport. Qualcuno salvi la F1 da una deriva preoccupante e se non ci penserà la FIA, dovranno essere i tifosi a far sentire la propria voce. LEGGI TUTTO