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    MotoGP, Checa su Valentino Rossi: “Nel 2004 svegliò la Yamaha”

    ROMA – “Sinceramente non credevamo che Valentino fosse capace di vincere con la Yamaha, e lo ha fatto, e per me è stata una lezione. Non lo so, forse ci siamo addormentati un po’, sui limiti della moto. Valentino è arrivato con energia, credo sia stato il suo momento migliore. Inoltre, l’ha vissuta come una specie di rivincita, ha pensato: ‘Pensate che io vinca solo perché sono in sella a una Honda, ora vi faccio vedere’”. Così Carlos Checa, intervistato nell’ambito del programma “La Caja de Dazn”, ha ricordato il 2004, stagione in cui Valentino Rossi ha stupito tutta la MotoGP, passando da una scuderia dominante, la Honda, a una in difficoltà, la Yamaha, riportandola sul tetto del mondo dopo oltre un decennio. Una stagione che fa parte dei momenti chiave che hanno consegnato il Dottore alla leggenda del motorsport.  LEGGI TUTTO

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    Alfa Romeo Stelvio, il nuovo Suv è elettrico e con 1.000 cv

    Alfa Romeo, Stelvio a zero emissioni
    Lanciata sul mercato nel 2016, l’Alfa Romeo Stelvio è stato il primo Suv del Biscione, nonché il modello che ha riscosso maggior successo negli ultimi anni: nel 2022, sono state oltre 16mila le Stelvio vendute in Europa, nonostante l’agguerrita concorrenza di “mostri sacri” come Audi Q5, BMW X3 e X4 e Mercedes GLC. Ora Alfa sta pianificando la seconda generazione del proprio Suv del segmento D, prevista per il 2026, a un decennio esatto dal lancio della prima Stelvio.
    Quanto sarà diversa la Stelvio che uscirà tra tre anni rispetto all’attuale? A livello di design, non ci saranno stravolgimenti. Come suggerito dal CEO Jean-Philippe Imparato ad Autocar, lo stile del nuovo modello sarà in linea con quello dell’attuale generazione (in apertura, il rendering del possibile aspetto del Suv del Biscione, realizzato dal nostro Lorenzo Preti).
    Sotto la carrozzeria, però, cambierà tutto: sempre come riportato da Autocar, la Stelvio del 2026 abbandonerà l’apprezzatissimo pianale Giorgio, in favore di una nuova piattaforma più moderna e pensata per ospitare il powertrain elettrico. Il futuro Suv del Biscione nascerà su STLA Large, il pianale sviluppato da Stellantis per i modelli di fascia alta del Gruppo, e anticipata dalla concpet car Peugeot Inception svelata al CES 2023.
    Stelvio e Giulia, 1.000 cv per le Quadrifoglio
    Per quanto riguarda il powertrain, ancora non ci sono informazioni precise riguardo il numero dei motori elettrici, né delle loro caratteristiche. L’unica cosa che pare certa è l’elevata autonomia di cui il Suv, così come gli altri modelli elettrici di Alfa Romeo, potranno disporre. La Peugeot Inception ha infatti portato al debutto un pacco batterie da 100 kWh, che su vetture come la Stelvio e la futura Giulia dovrebbero garantire percorrenze di 6-700 km con una sola ricarica.
    Un aspetto, quello dell’autonomia, a cui Imparato tiene particolarmente: l’obiettivo del Biscione è infatti quello di garantire un passaggio all’elettrico “senza traumi”, in cui la vettura a batteria sia una sostituta di quella endotermica e non un downgrade.
    Numeri interessanti anche per quanto riguarda le potenze in gioco. Le versioni entry level della Stelvio (e di conseguenza anche della Giulia, che ne condividerà i powertrain) sono attese con una potenza di circa 350 cavalli. Ma non mancheranno le versioni più performanti, che manterranno lo storico simbolo del Quadrifoglio ed erogheranno potenze vicine ai 1.000 cavalli. Numeri sorprendentemente elevati, se consideriamo che le attuali e sportivissime versioni Quadrifoglio, dotate del V6 biturbo a benzina, ne garantiscono “solo” 510.
    L’Alfetta sta per tornare
    La Stelvio si inserisce in un piano di rinnovamento e rilancio di Alfa Romeo che porterà il brand a competere con i “grandi” del segmento premium, tedeschi in primis. Oltre al B-Suv accennato precedentemente, l’altra grande novità attesa nei prossimi mesi è la supercar, probabilmente ibrida e basata sulla MC20, che finora è conosciuta col nome provvisorio di 33 Stradale. Poi, nel 2025 e nel 2026, sarà il turno delle nuove generazioni di Giulia e Stelvio.
    A differenza del Suv, che manterrà forme e linee vicine a quelle del modello attuale, la berlina sarà protagonista di un cambiamento più radicale. Come suggerito da Imparato, la Giulia potrebbe infatti trasformarsi in una sorta di ibrido tra una sedan tradizionale e una coupé. Formula che, successivamente, potrebbe essere ripresa anche su un modello inedito, che il manager francese ha momentaneamente battezzato Alfetta.
    Questo nuovo modello sarebbe più piccolo della Giulia e si posizionerebbe nel segmento C, al fianco della Tonale. Ma non sarebbe una tradizionale hatchback a due volumi, come la Giulietta, bensì una fastback aerodinamica e sportiva. “È una formula molto europea, ne sono consapevole – ha detto Imparato in una recente intervista a Quattroruote – Ma se guadagno abbastanza soldi con gli altri modelli, e se la Tonale e i modelli che lanceremo nei prossimi anni riusciranno a stabilire una solida rilevanza internazionale di Alfa Romeo, allora la faccio anche solo per l’Europa”.
    Insomma, la carne al fuoco è davvero molta, e la Casa del Biscione ha grandi ambizioni. Per capire se verranno ripagate, non resta che aspettare l’arrivo sul mercato della nuova Stelvio elettrica e delle altre novità marchiate Alfa. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Ezpeleta: “Le sprint hanno raddoppiato il pubblico”

    ROMA – Il grande elemento di novità della stagione 2023 di MotoGP sono senza dubbio le Sprint, inserite in ogni weekend di gara e subito divisive nei confronti dell’opinione di addetti ai lavori e non: c’è chi le ama già, e chi invece vorrebbe subito eliminarle. Di sicuro, al grande pubblico piacciono, stando al resoconto di Carmelo Ezpeleta in un’intervista concessa ad AS: “Penso che non dovrebbe esserci nessuno che non sia un sostenitore del nuovo formato. Non vedo la necessità di cambiare qualcosa al momento, ma nel caso lo faremo. La Sprint, però, rimane, è un buon formato che ci piace e, soprattutto, ha raggiunto ascolti che non avevamo da prima del 2019, quasi raddoppiando il pubblico del sabato in tutti i Paesi, e ciò ha fatto crescere anche il pubblico della domenica”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur durissimo sulla Red Bull: scontro sul Budget Cap

    ROMA – L’avvio di stagione di Formula 1 si è aperta nello stesso modo in cui si era chiuso il 2022, ovvero con una Red Bull dominante. E questo, nonostante sul team di Milton Keynes gravi una sanzione per aver violato il budget cap: in particolare, oltre a una multa, la scuderia avrà il 10% in meno di tempo per lo sviluppo in galleria. Una sanzione che secondo la Ferrari è troppo leggera: “Se consideri che durante l’anno, in termini di aerodinamica, miglioriamo di un po’ meno di un secondo, se vieni penalizzato del 10%, vuol dire che la penalità sarà di un decimo totale. E visto che non si tratta di una progressione lineare, alla fine la penalità è pure inferiore. Inoltre, hai la possibilità di spendere questi soldi in altri settori, ad esempio per risparmiare sul peso, per cui davvero la penalità è marginale”, ha sottolineato in conferenza stampa il team principal Frederic Vasseur. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bautista: “Sprint pericolose? Colpa dei piloti”

    ROMA – I primi due Gran Premi di MotoGP non hanno risparmiato un grande spettacolo in pista, con Marco Bezzecchi che ne è uscito con il primo posto in classifica, ma anche con molte polemiche. Il riferimento è soprattutto alle Sprint, che secondo una certa visione, avrebbero portato i piloti ad adottare un atteggiamento spericolato, alla ricerca dei pochi punti in palio. Ma c’è anche chi non è d’accordo con questo tipo di lettura, come ad esempio Jack Miller; tra le voci a favore delle Sprint si alza anche quella di Alvaro Bautista, che in un’intervista a Motorsport.com ha dichiarato: “Le Sprint non sono pericolose. Il discorso, semmai, è come il pilota le gestisce: il rischio e il pericolo dipendono dai piloti, non dalla gara o dal format”.  LEGGI TUTTO

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    Prezzi carburanti in salita: a Pasqua si spenderà di più per la benzina

    Benzina e gasolio in modalità servito e self
    In modalità servito, la benzina è tornata sopra i 2 euro e il Codacons ha rintracciato persino dei distributori in cui si sfiorano i 2,5 euro al litro. In self invece la quota è di 1,872 euro al litro, mentre il gasolio è a 1,771 euro al litro.
    Quanto si spenderà sulle autostrade
    Ma è sulle autostrade che si si spende di più: la benzina self service è a 1,937 euro al litro, con il servito che supera i 2 euro, il Diesel al self service è a 1,852 euro al litro e al servito a 2,128 euro al litro. Nello specifico, in base agli ultimi dati pubblicati sul sito del Ministero dei Trasporti, la benzina in modalità servito ha già raggiunto quota 2,499 euro al litro sulla A21 Torino-Piacenza, stesso prezzo per il gasolio servito sulla A12 Genova-Sestri. Sulla A1 Milano-Napoli la benzina costa 2,449 euro al litro, il Diesel 2,349 euro al litro, mentre sulla autostrada A13 Bologna-Padova si spendono 2,399 euro al litro per la verde, 2,456 euro al litro per il gasolio. Sulla A22 Brennero-Modena, un litro di benzina costa fino a 2,439 euro, il Diesel 2,389 euro. Sulla A14 Bologna-Bari-Taranto, ecco 2,392 euro al litro per la benzina in modalità servito, 2,449 euro per il gasolio, sulla A15 Parma-La Spezia benzina a 2,349 euro, Diesel a 2,449 euro.
    Prezzi benzina e Diesel sulle isole
    Per quanto riguarda le isole, a Capri un litro di benzina costa 2,119 euro al litro, 2,039 euro il gasolio, a Ischia la verde costa fino a 2,154 euro al litro. “Rispetto alla Pasqua dello scorso anno  – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – la benzina costa oggi il 6,5% in più, con un aggravio di spesa pari a quasi 6 euro per un pieno che rischia di determinare una stangata da complessivi 120 milioni di euro solo per i maggiori costi di rifornimento”.
    Traffico di Pasqua, previsioni su disagi e ingorghi sulle autostrade LEGGI TUTTO

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    Il preparatore di Alonso: “Tre segreti dietro al fenomeno”

    Fabrizio è uno che quando lo chiami in causa si rintana nella conchiglia come il paguro bernardo: non schivo, di più, ma se lo prendi bene ti squaderna una Neverending Story. Il tema è naturalmente questo promettente ragazzino di quarantun anni, sotto contratto con Aston Martin per correre sino ai quarantaquattro (fine 2024). E poi chissà, sarà lui il primo a saperlo visto che ogni mattina si alza per scoprire qualcosa di nuovo dentro sé stesso. Borra lo segue da vent’anni, alternandosi con Edoardo Bendinelli. «E dobbiamo stare bene attenti – racconta Borra -, perché Fernando ha una memoria prodigiosa e se tu sgarri con un’inesattezza, un dettaglio che magari negli anni ha finito per sfuggirti, ti riprende e ti corregge».
    E allora non c’è domanda con cui si possa davvero incominciare. Spieghi lei chi è oggi Fernando Alonso. «Un pilota con un approccio rigorosamente scientifico da quando lo conosco, e di anni ne aveva diciassette, allievo nella Minardi. C’è un talento di base come i grandissimi campioni, gli Schumacher, gli Hamilton, i Verstappen; ma questo DNA conta fino a un certo punto, perché va applicato nell’ambito di un continuo aggiornamento scientifico».
    Da dove partiamo? «Da un discorso vecchio ma sempre valido, il triangolo della salute: strutturale, emotivo, chimico-nutrizionale. E partiamo dalla buona vecchia vita da atleta, che lui segue da sempre. Questa è la base».
    E sopra la base ci si monta… «La scienza, che fa passi da gigante e ci spinge di anno in anno a inserire qualcosa di nuovo nei programmi di preparazione. Preciso che io ed Edoardo non facciamo i tuttologi, ma sui diversi temi consultiamo i migliori esperti, poi le cose vanno spiegate per bene a Fernando che deve prima accettarle, altrimenti non se ne fa nulla. Quando lui dice sì noi partiamo, inserendo nuovi aspetti nella preparazione».
    Viene voglia di saltare subito all’ultimo gradino. «La nuova frontiera è l’aspetto cognitivo. Ricerche universitarie negli Usa hanno dimostrato come la neuroplasticità del cervello si possa allenare e possa migliorare a qualsiasi età, anche a ottant’anni. Parliamo di più aspetti: memoria, attenzione, velocità nel prendere decisioni, capacità di elaborazione, intelligenza selettiva, decisioni doppie, reattività. Se alleni tutto questo, puoi sfruttare la neuroplasticità per combattere l’invecchiamento e mantenere qualità che avevi a vent’anni. Ma bisogna cominciare da ragazzi, è troppo facile scoprirlo quando ne hai bisogno a quarant’anni. Fernando, su fronti avanzati come questo, sperimenta su sé stesso».
    D’accordo, ora torniamo un passo indietro, a scoperte già applicate da tempo. «Il sistema nervoso autonomo e il ritmo circadiano, sistema simpatico/parasimpatico. Di giorno dev’essere attivo il primo, di notte il secondo. Lui ogni mattina, appena sveglio, fa un test della variabilità cardiaca con un apparecchio; scopre così se di notte è stato attivo il sistema parasimpatico, che fa recuperare. Se, al contrario, è rimasto attivo il simpatico, è stato prodotto cortisolo, l’ormone dello stress: noi diciamo di aver dormito male. E’ come aver lasciato acceso un computer che non ha funzionato ma ha consumato. In quel caso adattiamo l’allenamento».
    Attento Borra, lei sta ammazzando la poesia. «Quella arriva alla fine della storia, quando uno dell’età di Fernando riesce a produrre quel livello di prestazioni, e a mantenerle. Alonso è Alonso anche perché, per fare un altro esempio, allena la reattività con un sistema di luci che alcuni hanno scoperto di recente, ma lui usa dal 2006. Giochiamo d’anticipo, prevenendo i problemi».
    E c’è l’aspetto emotivo. «Che è una parola generica, perché raccoglie studio del sistema nervoso autonomo, gestione neuromuscolare e motivazione. Tre cose che si completano tra loro e che continuiamo a studiare».
    Dunque: se la neuroplasticità si allena fino agli ottant’anni, avremo Fernando in Formula 1 per altri quaranta, giusto? (ride) «In realtà non sappiamo quanto correrà ancora, neanche lui lo sa perché, come dicevo, scopre sé stesso giorno dopo giorno. Fino a che il fisico e la testa gli danno queste risposte, continua. E la Formula 1 attuale lo aiuta, perché è sempre più importante la gestione delle risorse tecniche, a cominciare da gomme e benzina».
    Ultima cosa: come fa Fernando ad avere questa straordinaria lucidità in gara, a sapere sempre dove sono gli avversari e dov’è il suo compagno? «Guarda i maxischermi».
    Scusi? «Controlla la gara tenendo d’occhio i maxischermi per il pubblico, oltre a richiedere costantemente informazioni via radio».
    Le sue migliori armi? «Talento e approccio scientifico li abbiamo già detti; poi prodigiosa memoria, la capacità di elaborarla velocemente, la motivazione. Ma fondamentalmente: si diverte».  LEGGI TUTTO

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    Nuove qualifiche F1, il debutto in Italia e l'esperimento sulle gomme

    ROMA – Tra le numerose novità introdotte dalla F1, rientra la volontà di testare, in collaborazione con Pirelli, un nuovo format di qualifiche, con l’obiettivo di ridurre il numero dei treni di gomme utilizzati, con implicazioni che riguardano soprattutto un ridotto trasporto di materiali. Proprio l’azienda che fornisce gli pneumatici ha ufficializzato la data in cui verrà, appunto, messo alla prova il nuovo format: si tratta di Imola, tra il 19 e il 21 maggio, confermando quindi le indiscrezioni delle ultime settimane. Come cambiano, quindi, le qualifiche? Innanzitutto, il numero di treni di gomme utilizzati calano da 13 a 11, e inoltre cambia la suddivisione tra mescole: si passerà a tre set di hard, quattro di medie e quattro di soft per l’intero fine settimana. L’obiettivo è di arrivare a una suddivisione tra sei set di gomme per le qualifiche e cinque tra prove libere e gara. Infatti, a cambiare è anche il regolamento delle qualifiche: per la Q1 verranno utilizzate solo mescole Hard, poi Medium in Q2 e Soft in Q3.  LEGGI TUTTO