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    MotoGP, Bezzecchi domina i test di Jerez. Bene tutte le Ducati

    ROMA – Marco Bezzecchi, dopo la caduta nel Gran Premio di Spagna, si riscatta nei test di Jerez de la Frontera realizzando con la sua Ducati il miglior tempo di giornata in1’36″574. Alle sue spalle il compagno di box della Mooney VR46, Luca Marini, che riesce a battere un ritrovato Fabio Quartararo. Il pilota della Yamaha lancia qualche segnale di ripresa, mentre stupisce Fabio Di Giannantonio su Ducati Gresini che, con un bel 1’36″574 precede il campione iridato in carica Francesco Bagnaia in sesta posizione. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Oliveira costretto ad un nuovo stop: ecco l’entità dell’infortunio

    ROMA – Non arrivano buone notizie per Miguel Oliveira. Il pilota portoghese dell’Aprilia, infatti, dopo l’incidente con Fabio Quartararo avvenuto lo scorso weekend nel Gran Premio di Spagna, è stato trasportato al centro medico per verificare le sue condizioni. In seguito a degli esami a cui è stato sottoposto il centauro lusitano, è stata evidenziata una piccola frattura dell’omero della spalla sinistra, che lo terrà fermo per qualche settimana. L’Aprilia, dunque, potrebbe decidere di sostituire temporaneamente Oliveira con Lorenzo Savadori, come fatto nei test di Jerez de la Frontera. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Oliveira costretto ad un nuovo stop: ecco l’entità dell’infortunio

    ROMA – Non arrivano buone notizie per Miguel Oliveira. Il pilota portoghese dell’Aprilia, infatti, dopo l’incidente con Fabio Quartararo avvenuto lo scorso weekend nel Gran Premio di Spagna, è stato trasportato al centro medico per verificare le sue condizioni. In seguito a degli esami a cui è stato sottoposto il centauro lusitano, è stata evidenziata una piccola frattura dell’omero della spalla sinistra, che lo terrà fermo per qualche settimana. L’Aprilia, dunque, potrebbe decidere di sostituire temporaneamente Oliveira con Lorenzo Savadori, come fatto nei test di Jerez de la Frontera. LEGGI TUTTO

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    Ayrton Senna, 29 anni di saudade

    Ayrton Senna in the cockpit of the Williams FW16-Renault. Portrait. Photo: LAT Photographic/Williams F1.Le sue parole, le sue gesta, quel casco giallo che si muove a gran velocità affrontando le curve di Montecarlo. Sembra un manifesto futurista. Ayrton Senna era, invece, un pilota di Formula 1. E’ e sarà per sempre una leggenda, entrata nell’immaginario collettivo degli appassionati e non solo. Questa è la forza di un uomo che va oltre il confine di uno sport e diventa ispirazione per tante generazioni.
    Ma perché ancora, dopo 29 anni, il primo maggio continua a non essere solamente la festa dei lavoratori per chi coltiva la passione motoristica? Tutto riporta la mente a quel maledetto weekend. Al sole che batteva su un’Imola distratta. Ignara del fatto che, quanto stava per accadere, avrebbe cambiato per sempre la storia della Formula 1. Al venerdì l’incidente di Rubens Barrichello, il pupillo di Ayrton. Cattivo presagio. Al sabato, poi, la catastrofe. La triste morte di Roland Ratzenberger classico pilota operaio, a bordo di una modesta Simtek.
    Senna è colpito dall’incidente dell’austriaco. Turbato. Mentre riguarda le immagini alla tv nel box della Williams, qualcosa sembra essersi rotto in maniera definitiva tra lui e la Formula 1. Improvvisamente, non si tratta più di arrivare primo, di combattere col coltello fra i denti per la supremazia. “C’è solo un posto per il vincitore, non possono esserci più vincitori” affermava in un’intervista a cuore aperto. Adesso l’importante è sopravvivere, e quella paura che i piloti tengono sopita per non perdersi tra i fantasmi del rischio, torna a galla più prepotente che mai.
    Soprattutto in un’anima esposta come quella di Ayrton, attraversata da patemi e gioie in parti uguali. Con un sorriso sempre tagliato da una velata malinconia. Una solitudine dovuta alla diversità del suo essere. Quel sabato 30 aprile 1994 è stato il giorno dei pensieri. “Quello che faccio ha senso?” si sarà domandato tra sé e sé. Intanto, tra un dubbio e una certezza, viene domenica, 1 maggio. Il resto è storia ben nota. Ripercorrere quella giornata sarebbe ormai superfluo.

    Così, come ogni anno dal 1994 a questa parte, il 1 maggio è una festa dal sapore amaro. La morte di un pilota e di un uomo come Ayrton Senna fa entrare in un vortice di emozioni, di ricordi per chi c’era e di racconti per chi non ha fatto in tempo a vivere la sua epopea. Che sia stato o no il pilota migliore della storia poco importa. Se ne potrebbe discutere all’infinito senza mai arrivare ad una conclusione soddisfacente. Ma, in fondo, a chi importa?
    E mentre noi tutti invecchiamo, lui rimarrà giovane per sempre. Su Ayrton non graverà mai il peso degli anni. Ecco perché nei cuori dei tifosi e non solo, quel maledetto 1 maggio 1994 non è morto. Anzi, si è trasformato da pilota e uomo straordinario a leggenda senza tempo. Lassù, in un posto imprecisato, come fosse irraggiungibile. Intanto, in lontananza il motore Honda della sua McLaren che ruggisce tra le stradine di Montecarlo; il casco con i colori verdeoro e, infine, una canzone malinconica brasiliana. 29 anni di saudade… Ciao Ayrton, ovunque tu sia. LEGGI TUTTO

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    Gp Azerbaijan F1 2023, le pagelle di Baku: Perez il migliore, Leclerc rialza la Ferrari

    BAKU, AZERBAIJAN – APRIL 29: Sprint winner Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during the Sprint ahead of the F1 Grand Prix of Azerbaijan at Baku City Circuit on April 29, 2023 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202304291074 // Usage for editorial use only //Il Gran Premio di Azerbaijan va in archivio con l’ennesimo dominio della Red Bull, che firma un’altra doppietta con Sergio Perez e Max Verstappen. Una gara, quella sul circuito di Baku, che lascia in eredità diversi spunti interessanti, come ad esempio il ritorno sul podio della Ferrari, grazie a Charles Leclerc. O la conferma ad altissimi livelli dell’Aston Martin e di Fernando Alonso. Per entrare più nel dettaglio, ecco i voti del week-end in terra azera.

    VOTO 10 A PEREZ, RE DEI CIRCUITI CITTADINI
    Non scopriamo di certo oggi il feeling particolare di Sergio Perez con i circuiti cittadini. In particolare con Baku, dove coglie la seconda vittoria nella sua carriera. E lo fa in maniera netta, senza discussioni o problemi ai danni di Max Verstappen. Più veloce e più costante nel ritmo, trovandosi a suo agio sin dalle prove libere. Gestione ineccepibile, che rilancia le ambizioni iridate di Checo: 6 punti dalla vetta non sono molti.
    VOTO 9 A LECLERC, LUCE DELLA SPERANZA FERRARI
    Il fine settimana in Azerbaijan restituisce una Ferrari e un Charles Leclerc ad alti livelli. Il monegasco fa il fenomeno per due giorni in qualifica, mettendo il muso davanti anche alle Red Bull. La gara, però, è un’altra storia; impossibile resistere al team campione del mondo. Ma l’intelligenza nella gestione gomme porta Charles a dare il meglio nella parte finale di corsa, trovando un ritmo che gli permette di difendersi da Alonso. Ma soprattutto, dare il primo podio stagionale alla Rossa, che ritrova sorrisi e speranze.
    VOTO 8 AD ALONSO E ASTON MARTIN, OLTRE I LIMITI
    Quella di Baku era una prova d’esame per l’Aston Martin, su un circuito non favorevole, sulla carta. E l’esito è ampiamente positivo. Il quarto posto finale è frutto della bontà della vettura e del talento di Fernando Alonso, mortifero nel sorpasso su Sainz che lo porta a lottare per il podio. Alla fine Leclerc non gli permette occasioni di attacco, ma la prestazione e il risultato restano. Tutto fuorché un fuoco di paglia questa macchina.
    VOTO 7 A VERSTAPPEN, BATTUTO E INCAVOLATO
    Gran Premio non semplice per il campione del mondo, battuto a più riprese. Prima da Leclerc in qualifica, poi da Perez in gara. Nel mezzo la mezza lite con Russell dopo il contatto al via della Sprint. Insomma, non il massimo della tranquillità. A cui si aggiunge un feeling non particolarmente positivo con la vettura. Se non altro, limita i danni e mantiene la leadership della classifica.
    VOTO 6 A HAMILTON, INDOMITO E SFORTUNATO
    A Baku la Mercedes si trova ad essere la quarta forza in pista. Però, sulla corsa di Lewis Hamilton si abbatte una certa dose di sfortuna: la Safety Car dei primi giri, a sosta già fatta, condiziona particolarmente la sua gara. Da lì, però, il campione inglese è fenomenale nel recuperare ben 4 posizioni, fino ad arrivare alla coda di Carlos Sainz. Non basta, però, per andare oltre uno scialbo sesto posto.
    VOTO 5 A SAINZ, RUSSELL E STROLL, SEMPLICI SECONDE GUIDE
    Non che ci fossero dubbi, ma dall’Azerbaijan emergono certezze concrete a riguardo. Soprattutto in casa Ferrari: Carlos Sainz non può essere prima guida. 8 decimi da Leclerc in qualifica, oltre 20 secondi in gara. Numeri freddi che racchiudono tutto il week-end mediocre dello spagnolo. Sullo stesso livello l’inglese della Mercedes e il canadese dell’Aston Martin: il primo paga una pessima qualifica (11°, inaccettabile), il secondo un ritmo mai realmente vicino a quello del compagno.
    VOTO 4 A DE VRIES, RESPINTO DAI MURI DI BAKU
    La pista di Baku non concede seconde possibilità: i muri così vicini possono compromettere un’intera corsa. Ne sa qualcosa Nyck de Vries, estromesso dalla gara nei primi giri proprio per un contatto con le barriere. Il culmine di un fine settimana molto negativo, costellato di problemi e generali difficoltà di adattamento al circuito. Ma risalta, soprattutto, la netta sconfitta rispetto al compagno di squadra, che addirittura finisce in zona punti.

    VOTO 3 ALL’ALFA ROMEO, IN CADUTA LIBERA
    Sembrano lontani anni luce i tempi d’oro dell’inizio della scorsa stagione, in cui l’Alfa Romeo sembrava addirittura in odore di sorpasso sulla Mercedes. Quest’anno il rendimento è horror: al di là dei 6 punti raccolti, le prestazioni fanno riflettere parecchio. Ultimo Bottas (in crisi, gara compromessa per un contatto a inizio gara), ritirato Zhou: così le cose non possono andare.
    VOTO 2 AL REGOLAMENTO TECNICO, FALLITO DOPO UN ANNO
    Le nuove vetture a effetto suolo dovevano garantire maggior spettacolo e più possibilità per i piloti di seguirsi da vicino. In appena un anno, sembra di essere tornati indietro di tre stagioni: sorpassi minimi, gomme in surriscaldamento se le macchine sono vicine tra di loro, monotonia dettata dal dominio di una scuderia. Tanto rumore per nulla: avanti l’ennesima finta rivoluzione.
    VOTO 1 AL FORMAT SPRINT, SEMPLICEMENTE RIDICOLO
    La Formula 1 è anche lavoro metodico sui dati. Soprattutto nei week-end di gara, dove sono essenziali le prove libere. La voglia spasmodica di spettacolo da baraccone incentivata da Stefano Domenicali ha portato al pessimo risultato del nuovo format della Sprint: una sola sessione di free practice, due sessioni di qualifiche per due gare distinte (di cui una altamente inutile). Risultati: zero possibilità per i team di lavorare a eventuali miglioramenti sull’assetto. La voglia di entertainment a stelle e strisce dovrebbe migrare altrove. LEGGI TUTTO

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    Ducati, Bagnaia penalizzato a Jerez: “Serve coerenza nelle decisioni”

    JEREZ – “Sono rimasto sorpreso dalla penalità, ne abbiamo viste di peggio e senza sanzioni. Ma la accetto”. Così Francesco Bagnaia, ai microfoni di Sky Sport, ha cominciato la propria analisi su quanto visto nel GP di Spagna di MotoGP, in cui il pilota della Ducati è tornato alla vittoria, nonostante una penalità per un contatto con Jack Miller. Ma Pecco insiste nell’invocare coerenza nelle decisioni dello Stewards Panel: “Ci stiamo lamentando perché vogliamo più coerenza in queste decisioni. Lo show così ne va a perdere, per cui sarebbe meglio essere costanti. Se arriviamo ad avere penalità uniformi, almeno possiamo capire cosa si può fare e cosa no. Oggi ci siamo appena appena toccati, non ci siamo mandati fuori; se da ora in avanti questa situazione verrà sempre penalizzata, va bene”.   LEGGI TUTTO

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    Ducati, Tardozzi gonfia il petto con Bagnaia: “Il Numero 1 è sul pilota giusto”

    JEREZ – “Non ero d’accordo con il dover ridare la posizione a Miller. Ci sono degli steward, sono loro i deputati a queste cose, con gli oneri e onori che ne conseguono. Ma per fortuna il numero 1 è sulla moto giusta con il pilota giusto”. Così Davide Tardozzi, ai microfoni di Sky Sport, ha commentato la vittoria di Francesco Bagnaia a Jerez, quarto round del mondiale di MotoGP. Il pilota della Ducati, infatti, è stato penalizzato nel corso della gara, ritrovandosi costretto a cedere la posizione a Jack Miller per una decisione discutibile del panel degli steward; un panel che ha penalizzato entrambi i piloti della Yamaha, attirandosi anche in quei casi le critiche: “Non ero d’accordo con i long lap accordati a Quartararo e Morbidelli. È chiaro che Fabio (protagonista di un incidente con Oliveira) è arrivato lungo, ma aveva dei piloti all’interno, sono eventi di gara. A questo punto, non ho capito perché Jack è entrato al limite su Martin e non è stato sanzionato”.   LEGGI TUTTO