More stories

  • in

    Formula 1, Alpha Tauri cambia ancora: dal 2024 nuovo nome ancora top secret

    ROMA – Dal prossimo anno il team Alpha Tauri cambierà nome. E forse non solo. La ristrutturazione della scuderia “satellite” della Red Bull prosegue nel suo percorso di rinnovamento. Dopo l’ingaggio, ormai già ampiamente annunciato, dell’ormai ex Ferrari Laurent Mekies, la nuova formazione avrà al suo interno anche Peter Bayer, segretario uscente della Federazione Internazionale (FIA). Ma non saranno solo queste le novità del “nuovo” team, il cui nome resta per ora top secret. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, concessioni confermate: dal Circus il “si” per Honda e Yamaha

    ROMA – L’imminente avvio delle concessioni per Honda e Yamaha in MotoGp sembra ormai cosa ufficiale. Almeno secondo quanto annunciato da Carlos Ezpeleta, responsabile sportivo del Circus, che in intervista rilasciata a Catalunya Radio ha confermato, di fatto, le indiscrezioni riportate nei giorni scorsi dal portale specializzato motorsport.com LEGGI TUTTO

  • in

    “Bagniaia top, ma vinciamo di squadra”

    Primo, secondo e terzo posto della classifica piloti, leadership nelle graduatorie team e costruttori, Pecco Bagnaia a ribadire il numero 1 del campione in carica della MotoGP, parimarca a occupare spesso e volentieri i gradini del podio. Poco oltre un terzo di stagione, Paolo Ciabatti stila il bilancio Ducati, Casa che sta dominando in lungo e in largo la classe regina prototipale a due ruote: «Siamo veramente contenti – le parole del direttore sportivo di Borgo Panigale – perché, tappa americana di Austin meritatamente vinta dalla Honda di Alex Rins a parte, nelle restanti abbiamo visto nostre moto firmare i successi di Gran Premio. La Desmosedici ufficiale si sta rivelando prestante come desideravamo fosse in fase di progetto, la versione 2022 conferma la propria bontà. Affermarsi con tre nomi diversi e conquistare trofei insieme a praticamente tutti gli equipaggiati dalla nostra motocicletta, spiega il grado della soddisfazione. Anzi, aggiungo che avremmo potuto fare ulteriormente bene». 
    Meglio di così, sarebbe possibile? «Bagnaia ha commesso qualche errore che, a questi livelli, si deve mettere in conto. Tuttavia, ha sbagliato mentre era al comando di una gara oppure nel gruppo di testa. Il che dice come sia Pecco l’assoluto protagonista, a dispetto delle tre battute d’arresto. Senza quei risultati nulli avrebbe qualcosa come 60 punti da sommare al suo complessivo».  In pratica, avete il pilota migliore. «Si sta dimostrando tale. Pecco fa parte di un programma voluto da Ducati qualche anno fa. Eravamo legati profondamente ad Andrea Dovizioso, straordinario, vicino all’alloro tinto di Rosso in tre occasioni, dal 2017 al 2019. Ci siamo trovati benissimo nella condivisione del lavoro con il forlivese, ma appena più tardi abbiamo messo in campo, anzi, in pista, la strategia di ringiovanimento del parco piloti. Bagnaia ne faceva parte, Jack Miller, Enea Bastianini, Jorge Martin pure, poi si sono uniti i vari Marco Bezzecchi, Luca Marini, Alex Marquez e Fabio Di Giannantonio. Sono tutti ragazzi intorno ai 25 anni, solo Johann Zarco passa i 30. E grazie a molti di loro vinciamo o siamo a podio».  Bagnaia, Martin e Bezzecchi. Per ora. «Questo “per ora” mi piace (ride). Pecco è una certezza, Jorge e Marco lo stanno diventando a suon di ordini d’arrivo. Le loro Desmosedici gravitano frequentemente nella parte alta del weekend, le altre anche. Ci sentiamo a posto, credo che la line-up rimarrà così anche dopo il 2024. Ovviamente, se ogni cosa filerà liscia e soddisfacente».
    Severi sono i giudizi sul vostro operato: Ducati è “accusata” di aver troppe moto in griglia. «In un disegno ideale di campionato, desidererei sei costruttori, ognuno e schierare quattro moto. Purtroppo, le case oggi sono cinque e, in una logica di libero mercato, i team indipendenti hanno il diritto di rifornirsi dove si trovano meglio. Il pacchetto Ducati è tecnicamente interessante, poiché competitivo e assistito direttamente dai nostri ingegneri. I prezzi sono ragionevoli: otto Desmosedici su ventidue presenze fisse fanno pensare a ottime strategie di sviluppo del prodotto e di vendita dello stesso». 
    Cosa che non riesce agli avversari giapponesi: palesano termini di perdita in MotoGP. «Non faccio i conti nelle tasche altrui, però posso dichiarare che Ducati Corse ci stia guadagnando. Benché la missione MotoGP non sia far lucro, portiamo in fabbrica un netto costituito da denaro. Sì, è un segno positivo che non guasta, messo al fianco degli altri segni positivi».
    Quale pensa sia il vostro segreto? «Nessun segreto, semmai condivisione dei dati tra tutti i piloti, siano essi ufficiali, satellite o indipendenti. Può capitare di vedere il miglior ducatista nella lista dei tempi consultare la telemetria del, per esempio, sesto classificato. O viceversa. Il trattamento alla pari è una nostra peculiarità, di cui si giova chiunque salga a bordo della Desmosedici. L’unione fa la forza, e noi deteniamo i migliori piloti su piazza. Potremmo confermarli tutti anche a fine 2024». 
    A fine 2024, tra gli altri contratti, Marc Marquez e Honda saranno in scadenza.  «Dispiace davvero vederlo così giù. Vorremmo ammirare la gesta rinomate di Marc, purtroppo in questo momento fatica. Abbiamo il massimo rispetto del grandissimo campione, col quale non è mai stata intavolata una trattativa futura: Ducati è messa bene com’è, Bagnaia è in cima, Martin appena dopo e rimarrà in Pramac, Bezzecchi avrà una moto ufficiale. Ci impegneremo per soddisfare ogni nostro rappresentante».
    Honda e Yamaha non si stanno impegnando? «Come no? Sì. Casomai, Honda si è affidata per troppo tempo a Marquez. Il talento di Marc ha coperto le manchevolezze della RC213V, sicché lo sviluppo ne è uscito inficiato. Yamaha ha fatto lo stesso con Fabio Quartararo. Probabilmente l’evoluzione della M1 è rimasta indietro».
    Il contrario vostro. «Esatto. Noi non abbiamo pensato esclusivamente a Bagnaia. La Desmosedici è frutto delle voci di tutti i piloti. Guidarla ad altissimo livello è possibile e, sottolineo, Ducati eviterà di vivere di rendita, senza soffermarsi al presente».
    Agite al contrario dai tempi di Casey Stoner. «All’epoca non lavoravo in Ducati, ma ritengo che l’australiano guidasse sopra i problemi della moto. Spesso si affermava, altre volte sbagliava. Comunque, era l’unico capace di portare quella particolare Desmosedici in alto. Se un errore è stato fatto, fu concentrarsi totalmente su di lui».  LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Vasseur fissa l’obiettivo: “In Austria voglio weekend lineare”

    Vasseur: “Ci siamo preparati al meglio”
    “Dopo il Canada, torniamo in Europa con alcuni circuiti che sono ormai un classico del calendario, a cominciare da Austria e Gran Bretagna. A Spielberg affronteremo il secondo weekend Sprint della stagione il che significa che squadre e piloti andranno in qualifica con appena un’ora di prove libere all’attivo”. Così il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, in vista del Gran Premio d’Austria – “Per questo abbiamo fatto un lavoro particolarmente intenso al simulatore per arrivare preparati al meglio in Austria. Il nostro principale obiettivo sarà mettere i piloti nelle condizioni di sfruttare al massimo la loro SF-23 come siamo riusciti a fare a Montreal in gara. Vogliamo avere un fine settimana lineare dal venerdì alla domenica: se lo sapremo mettere in atto sono sicuro che porteremo a casa un buon risultato”, ha concluso. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, Dall’Igna: “Aiuti Honda? Il migliore deve sempre prevalere”

    ROMA- Mentre i piloti della MotoGP si godono qualche settimana di meritato riposo, la Dorna sta pensando di fare qualcosa per aiutare i team che hanno dimostrato maggiori difficoltà in questa prima parte di stagione. Si parla in particolar modo della Honda e della Yamaha che, nonostante possano contare su dei campioni del mondo, non riescono a trovare una svolta durante le gare. Le valutazioni della Dorna, però, hanno fatto storcere il naso a tutte le altre squadre che, in questo momento, stanno vivendo un momento molto positivo, soprattutto la Ducati, con tutte le sue otto moto che hanno dimostrato di poter lottare per la vittoria. LEGGI TUTTO

  • in

    Ducati, Martin: “Possibile vincere con Pramac, ma il team ufficiale…”

    ROMA – Tra le grandi rivelazioni di questa stagione di MotoGP c’è sicuramente Jorge Martin che, dopo alcune annate caratterizzate da troppe cadute, è riuscito finalmente a trovare la svolta in sella alla sua Ducati Pramac. Il potenziale è sempre stato molto alto, ma adesso lo spagnolo si trova in piena lotta per il titolo Mondiale con il campione in carica Francesco Bagnaia e Marco Bezzecchi. A suon di prestazioni, dunque, Martin potrebbe arrivare a reclamare un team ufficiale, che lo scorso anno gli fu sfilato da sotto il naso da Enea Bastianini. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Red Bull rullo compressore dopo il Gp d’Austria 2022

    MONTREAL, QUEBEC – JUNE 16: Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing looks on in the garage during practice ahead of the F1 Grand Prix of Canada at Circuit Gilles Villeneuve on June 16, 2023 in Montreal, Quebec. (Photo by Dan Mullan/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool //Il Gp d’Austria si avvicina e per la Red Bull si tratta della gara di casa. Un appuntamento che nel 2022 ha mancato grazie alla splendida gara di uno stoico Charles Leclerc, capace di vincere guidando sul velluto con l’acceleratore che rimaneva aperto in curva, negli ultimi giri. Ma, proprio dopo quella gara trionfale ed eroica per i colori di Maranello, il team campione del mondo ha preso il volo, soprattutto con Max Verstappen. Se si pensa, infatti, che dal successivo Gp di Francia il pilota olandese si è aggiudicato 15 corse su 19 lasciando le restanti 4 a Perez (3) e Russell (1), allora siamo nel pieno di un dominio. Una di quelle fasi monocolore a cui la F1 ci ha abituato diverse volte nel corso della storia. Stiamo vivendo una cavalcata trionfale di un uomo con la sua scuderia che testimonia in primis la maturazione completa di Verstappen.

    E poi l’eccellente livello tecnico e organizzativo della Red Bull, che ha sfoderato una reazione memorabile lo scorso anno ai ganci sferrati con vigore dal pugile Ferrari nelle prime uscite stagionali. Perché non può aver inciso, eventualmente, solo la famosa direttiva TD39 (poi cancellata nel 2023), il peso politico o entrambi i fattori. La differenza maggiore è nelle risorse umane e tecniche e indiscutibilmente, in casa di Horner c’è “tanta roba”, così come nel precedente ciclo vincente gli stessi valori erano emersi in Mercedes. Non a caso gli altri (Ferrari in primis) bussano alla porta di Red Bull per fare campagna acquisti di livello. E non dimentichiamo che, pur non incidendo molto, sul team iridato in carica pesa la penalizzazione sullo sforamento del budget cap. Nulla di eccezionale, s’intende, ma pur sempre misure come la riduzione del 10% dei test aerodinamici che incidono comunque sulla competitività. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, In Austria arriva il primo esame della competitività Ferrari

    FERRARI F1 TEST BARCELLONA DOMENICA @Scuderia Ferrari Press OfficeIl momento dell’anno, in effetti, è perfetto per pensare agli esami che, citando Eduardo de Filippo, non finiscono mai. Lo sa bene la Ferrari, stavolta pronta e motivata a confermare la buona prestazione vista in Canada. L’obiettivo? Il ruolo di seconda forza, appurato che Max Verstappen e la sua Red Bull saranno inarrivabili, specie sul circuito di casa del team.
    Ad aiutare la Rossa ci sarà proprio il tracciato di Spielberg che, nelle caratteristiche, sarà affine alla SF-23 Evo. Quindi, una buona notizia per Carlos Sainz e per Charles Leclerc che, proprio qui un anno fa, ha conquistato la sua ultima vittoria, nonché l’ultima di una vettura di Maranello fino ad oggi. Solidità sarà la parola d’ordine, visto e considerando che la pioggia potrebbe essere la vera protagonista del weekend austriaco.
    L’elemento in grado di sconvolgere tutti i piani delle squadre e che rappresenterà una pericolosa trappola per la Ferrari: mantenere il sangue freddo in una situazione concitata è l’imperativo per un team che troppe volte si è lasciato andare alla foga, sbagliando nella maggior parte dei casi. Se si vuole crescere, non solo dal punto di vista delle prestazioni ma anche da quello della gestione, si dovrà passare da situazioni di grande stress.

    Quello di Spielberg, però, sarà solo il primo step di un percorso di crescita oramai obbligato per la Ferrari; a Silverstone, una settimana dopo, arriverà la prova finale. Infatti, le peculiarità del circuito inglese saranno il banco di prova perfetto per apporre l’imprimatur definitivo al miglioramento della Rossa. Ma è ancora troppo presto. Il Gran Premio d’Austria è troppo importante per il futuro prossimo e non della Ferrari. LEGGI TUTTO