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    Honda fuori dalla MotoGP? La risposta di Watanabe: “Non ce ne andremo mai”

    Obiettivo progresso
    In casa Honda sanno che c’è da recuperare terreno rispetto le big di questo motomondiale 2023 e già da Silverstone, sulla moto di Nakagami si è lavorato per ripartire verso la giusta direzione. “Ora stiamo cambiando alcune cose, ad esempio con la collaborazione con la divisione auto. So che non sarà facile. Lo sviluppo della MotoGP sta progredendo rapidamente. – conclude Watanabe – Se comprendiamo i nostri punti deboli, possiamo avere una moto ragionevolmente competitiva. Ma è difficile dire con certezza che saremo di nuovo davanti nel 2024”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bagnaia: “Austria? Sono fiducioso”

    ROMA – Allungare in vetta alla classifica di MotoGP, in un Gran Premio, come quello in Austria, favorevole alle caratteristiche della Ducati. Un weekend che Francesco Bagnaia, leader in classifica iridata, immagina positivo. “Sono molto contento di tornare a correre in Austria, una pista sulla quale sono riuscito ad ottenere una bella vittoria lo scorso anno. È storicamente una pista favorevole alle caratteristiche della nostra moto – sottolinea Pecco – ma quest’anno saranno tanti i piloti in grado di lottare qui. Sono fiducioso e non vedo l’ora di iniziare il fine settimana”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP Austria, Bagnaia e le chances Ducati: “Spielberg pista favorevole”

    ROMA – Migliorare il secondo posto di Silverstone e bissare il successo ottenuto nel GP d’Austria del 2022. Parte con questo intento Francesco Bagnaia, positivo per la gara di Spielberg. “Sono contento di tornare a correre in Austria, una pista sulla quale sono riuscito ad ottenere una bella vittoria lo scorso anno. È storicamente una pista favorevole alle caratteristiche della nostra moto – spiega Pecco – ma con tanti i piloti in grado di fare bene. Al momento il nostro obiettivo è quello di essere costanti e cercare di fare sempre del nostro meglio. Sono fiducioso e non vedo l’ora di iniziare il fine settimana”.
     
    Bastianini in cerca di riscatto
    Non è invece soddisfatto Enea Bastianini del risultato ottenuto a Silverstone. Per lui dall’Austria però potrebbe partire una nuova stagione. “Nel GP d’Inghilterra non è sicuramente andato come speravamo, ma è stato finalmente per me il primo vero fine settimana in cui ho potuto lavorare al 100%, senza problemi fisici. Abbiamo raccolto dati per noi importanti che ci serviranno per la seconda parte di stagione.. Al momento non ho ancora trovato il giusto feeling con la mia Desmosedici GP perciò l’obiettivo principale ora è quello di ritrovare le sensazioni che mi permettano di essere competitivo”, sottolinea Bastianini. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, diretta tv GP Austria 2023: orari e programmazione

    ROMA –  La MotoGP torna in pista sul Red Bull Ring per il Gran Premio d’Austria 2023. Si arriva sul tracciato di Spielberg dopo la vittoria di Aleix Espargaro a Silverstone. Si comincia venerdì 18 agosto alle ore 10:45 con la prima sessione di prove libere, mentre la seconda è prevista alle 15. Nella giornata di sabato 19 agosto spazio alla terza sessione di prove libere alle 10:10, mentre in seguito, alle 10:50, le qualifiche; nel pomeriggio alle ore 15 la sprint race. Domenica 20 agosto, dopo il warm-up delle 9:45, l’atteso appuntamento con la gara alle ore 14. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, GP Austria 2023: programma, orari, diretta tv

    ROMA – E’ il momento del Gran Premio d’Austria, decimo appuntamento stagionale della MotoGP. Si arriva al  Red Bull Ring Spielberg dopo il successo di Aleix Espargaro a Silverstone. Si comincia venerdì 18 agosto alle ore 10:45 con la prima sessione di prove libere, mentre la seconda è prevista alle 15. Nella giornata di sabato 19 agosto spazio alla terza sessione di prove libere alle 10:10, mentre in seguito, alle 10:50, le qualifiche; nel pomeriggio alle ore 15 la sprint race. Domenica 20 agosto, dopo il warm-up delle 9:45, l’atteso appuntamento con la gara alle ore 14. LEGGI TUTTO

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    F1, Le pagelle di metà stagione: Red Bull quasi perfetta, Ferrari deludente

    MIAMI, FLORIDA – MAY 07: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates on the podium during the F1 Grand Prix of Miami at Miami International Autodrome on May 07, 2023 in Miami, Florida. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images

    Siamo nel pieno del cosiddetto summer shutdown, le due settimane imposte dal regolamento in cui le squadre chiudono le porte delle loro aziende per la pausa estiva. È il tempo dei primi bilanci, in cui i vertici dei team, inseguitori in primis, si focalizzano sulle migliorie da apportare al rientro, sia in ottica campionato, ma anche e soprattutto pensando alla stagione ventura. Proviamo dunque a dare una valutazione a ciò che ha raccontato la pista in questi primi dodici round stagionali.
    Red Bull: 9.5
    Dal momento che la squadra è in lizza per battere numerosi record e le gare in programma lo consentono eccome, il 10 ce lo teniamo per la fine della stagione. C’è poi il neo legato a Sergio Perez, che dopo un inizio infiammante di mondiale, è finito nell’ombra dopo il sorpasso di Verstappen a Miami. Nei round di Budapest e Spa il messicano sembra aver ritrovato la quadra per compiere ciò che gli chiede la squadra. Dall’altro lato del box risiede sul trono la perfezione in formato pilota. Il 2023 di Verstappen è iniziato e sta proseguendo nel segno di un solo ordine: dominare. Super Max si è mostrato perfetto in ogni condizione a bordo di una monoposto altrettanto impeccabile. Impossibile dividere in percentuale i meriti della RB19 e di Verstappen, quel che è certo è che il due (quasi tre) volte campione del mondo olandese, mostra una confidenza tale da far sembrare che stia guidando nel salotto di casa.
    Mercedes: 6
    2023 Hungarian Grand Prix, Friday – LAT ImagesQuello che ha mostrato la stella a tre punte nella prima metà del mondiale non è lo scenario che si prefigurava Toto Wolff nella scorsa pausa invernale. La Mercedes merita comunque la sufficienza dal momento che sembra poter avere la continuità necessaria per chiudere il campionato alle spalle dei dominatori incontrastati di casa Red Bull. Una sufficienza che vogliamo assegnare anche per l’ammissione di colpe da parte della stessa squadra, nei confronti della filosofia zero-sidepod, rivelatasi fallimentare. Come ha però ammesso lo stesso Toto, il team andrà in vacanza non senza grattacapi. A Spa è riemerso il problema del bouncing, che ha condizionato le prestazioni dell’ultimo anno e mezzo e che si pensava fosse arginato.
    Aston Martin: 8
    La scuderia di Lawrence Stroll è stata protagonista di uno degli step in avanti più importanti degli ultimi anni. Nel 2022 il team aveva chiuso come settima forza, beffato al fotofinish dall’Alfa Romeo. Per due terzi della prima parte di campionato l’Aston ha espresso performance da seconda forza e i sei podi di Fernando Alonso sono qui a dimostrarlo. Il pilota asturiano si è finalmente trovato nella realtà che cercava da tempo. Una vettura competitiva per chiudere a podio e che permettesse di mostrare costantemente la grinta e lo spirito combattivo di un 42enne più giovane che mai. Il voto potrebbe essere ancor più importante, se non fosse che gli aggiornamenti portati dal Canada in poi non stanno dando gli effetti desiderati. Mercedes e Ferrari hanno recuperato il gap che era emerso ad inizio anno, con la McLaren che si è aggiunta alla mischia.

    Ferrari: 4.5
    La presentazione in pompa magna con tanto di audace shakedown in mondovisione aveva creato non poche aspettative sulla stagione della rossa. Ma si sa, l’amore non è sempre rose e fiori e la decisione di presentare la monoposto a San Valentino è stata tutt’altro che benaugurante. L’obiettivo era quello di invertire la tendenza rispetto ad un 2022 non così brillante. A valle della prima metà di questa stagione, sono parecchi i tifosi che rimpiangono una F1-75 che aveva comunque ottenuto quattro vittorie stagionali. Le speranze del 2023 si erano già affievolite nella notte del Bahrain, per poi spegnersi del tutto nelle tappe immediatamente successive. Con la SF-23, Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno raccolto complessivamente 123 punti in meno rispetto a quanto avevano ottenuto nella passata stagione dopo dodici GP. Se da un lato bisogna inchinarsi al lavoro eccellente che è stato compiuto a Milton Keynes, dall’altro bisogna riconoscere come tre podi in dodici gare rendano il bilancio più pesante di una leggera insufficienza.
    McLaren: 7
    Andrea Stella, Team Principal, McLarenUna valutazione che è quasi una media fra un inizio di stagione disastroso e un successivo miglioramento nel segno dell’eccellenza. Andrea Stella lo aveva professato in sede di presentazione a febbraio. La pazienza era il fattore chiave che aveva richiamato il neo team principal della scuderia di Woking. Hard work always pays off. Una frase che inquadra perfettamente il percorso compiuto finora dalla McLaren. Nelle prime gare la squadra in più occasioni è stata l’ultima forza della griglia. Gli aggiornamenti sopraggiunti fra Spielberg e Silverstone hanno regalato a Norris e Piastri un netto cambio di marcia. I risultati parlano chiaro: tre piazzamenti consecutivi a podio (fra GP e sprint) negli ultimi tre weekend prima della pausa. Una vettura che ha permesso anche l’esplosione del talento di Oscar Piastri. Il rookie australiano ha iniziato ad esprimere anche in F1 ciò che aveva prepotentemente mostrato nelle categorie propedeutiche. Gli ingredienti per un futuro roseo ci sono eccome.
    Alpine: 5
    Lo step in avanti compiuto dalla McLaren, ha relegato la scuderia transalpina in quella che profanamente possiamo identificare come “la terra di nessuno”. Un livello complessivamente più importante rispetto alle scuderie di terza fascia, ma non sufficiente per competere con il pacchetto di squadre che stanno dando una chiave di lettura alternativa al dominio Red Bull. Nei primi dodici appuntamenti sono arrivati un paio di lampi da parte dall’Alpine. Al sempre prestigioso podio di Monaco conquistato da Esteban Ocon, si è aggiunto il terzo posto di Pierre Gasly nella sprint di Spa, che ha una valenza simbolica anche più importante. Infatti ciò che lascia numerose incognite è la situazione al di fuori della pista. I dissapori che erano emersi nei mesi scorsi ai piani alti dell’equipe, sono esplosi proprio nel corso del fine settimana belga, con l’appiedamento di Otmar Szafnauer, Alan Permane e Pat Fry. Molti fra gli addetti ai lavori si sono chiesti il perché del comunicare dei licenziamenti a weekend di gara in corso, ma ciò riassume forse come il clima in casa Alpine sia tutt’altro che sereno.
    Williams: 6
    Il fatto che seguendo l’ordine dell’attuale classifica costruttori siamo arrivati a parlare delle Williams è sintomo del buon lavoro della squadra inglese. Dopo stagioni buie o quasi, James Vowles sembra aver impresso al team una piega positiva in ottica futura. In più occasioni la Williams ha dimostrato di poter dire la sua soprattutto in qualifica, ampliando le opportunità per conquistare i punti alla domenica. Uno dei jolly di questa prima parte di stagione della squadra è stato finora un brillante Alexander Albon. Il Thailandese gara dopo gara sta costruendo una confidenza sempre più solida con la vettura, un fattore che è valso finora quattro apparizioni in Q3 e tre chiusure a punti. A farne le spese è forse un Logan Sargeant che non sta disputando un buon anno di esordio. Il rookie statunitense è chiamato ad un’inversione di tendenza al rientro delle vacanze.
    Haas: 4.5
    Una prima parte di stagione lontana dai riflettori da parte della scuderia capitanata da Guenther Steiner. Seppur si siano presentate poche occasioni all’orizzonte, la squadra ha finora concretizzato poco. La velocità che si è vista a tratti sul fronte del giro secco, non è si rispecchiata nel passo gara. A farne le spese i due piloti, che spesso si sono dovuti arrendere alla concorrenza, pur senza aver commesso particolari sbavature o errori. Il duo Hulkenberg-Magnussen resta quello più adatto ad una squadra che necessita di piloti con un bagaglio tale da fornire le informazioni giuste per progredire. Un progresso che dal punto di vista tecnico finora non si è visto. Gli aggiornamenti portati in pista non hanno soddisfatto le aspettative della squadra.
    Alfa Romeo: 4
    Sicuramente non ci si aspettavano prestazioni di primo pelo, ma il fil rouge della prima metà di campionato dell’Alfa Romeo è stato tutt’altro che positivo. Soltanto nove punti conquistati in dodici gare, quattro dei quali sono arrivati nella gara d’apertura in Bahrain. Lo scorso anno i punti dopo 12 GP erano 51, salvo poi una brusca frenata nella seconda metà dell’anno. Una monoposto che ha messo in difficoltà anche un pilota di esperienza come Valtteri Bottas. Il finlandese sta faticando non poco a trovare la confidenza con la C43. Bottas da questo punto di vista sta pagando anche nel confronto con il compagno di squadra di Guanyu Zhou, che ha mostrato qualche lampo in più, seppur isolato. Un esempio è stato il weekend di Budapest, dove il cinese ha però vanificato un’ottima qualifica con un errore al via. Un’occasione mancata che avrebbe potuto portare una boccata d’aria fresca al team, quantomeno in termini di punti.
    AlphaTauri: 5
    Le difficoltà di comprensione della monoposto che spesso avevano accusato i piloti nella scorsa stagione, si sono riflesse anche in questa prima metà di campionato. Se la AT04 non ha dato finora l’impressione di poter imprimere un cambio di passo alla stagione del team faentino, non si può dire lo stesso sul fronte piloti. Nonostante una competitività che non può essere sufficiente, Yuki Tsunoda ha comunque avuto la possibilità di mostrare qualche bagliore in pista. Il giapponese ha agilmente messo alle sue spalle l’ormai ex compagno di squadra Nyck De Vries e si prepara ad affrontare l’esame del confronto con Daniel Ricciardo. La bocciatura di De Vries, per quanto figlia della severa politica Red Bull, potrebbe rivelarsi una scelta giusta anche in ottica futura. L’esperienza dell’australiano è ciò di cui il team ha bisogno sul fronte dei feedback per gli sviluppi. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Rins sul passaggio in Yamaha: “Un’opportunità da non farsi sfuggire”

    ROMA – Non una stagione fortunata per Alex Rins, ancora fermo per il grave infortunio rimediato al Mugello. Lo spagnolo, da quest’anno sotto contratto con LCR-Honda, ha appena comunicato il passaggio in Yamaha a partire dal 2024, dando seguito a una trattativa già partita dopo l’addio della Suzuki. “L’anno scorso, quando abbiamo sentito la ‘grande notizia’ che la Suzuki avrebbe lasciato il Campionato del Mondo, abbiamo bussato a tutte le porte e una di quelle a cui abbiamo bussato è stata la Yamaha. Ci hanno detto che per il 2023 erano al completo, entrambi i piloti erano sotto contratto, ma di tenerci in contatto. Così è stato – spiega Rins al podcast MotoGP di Motorsport – e ho preso la decisione in ospedale a Madrid, con la gamba in aria”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, l’aneddoto di Rins: “Ecco quando ho deciso di andare in Yamaha”

    ROMA – Sono passate nemmeno due settimane dall’annuncio – a partire dalla stagione 2024 – di Alex Rins in Yamaha. Il pilota spagnolo, attualmente in forza alla LCR-Honda, spiega com’è nata la trattativa. “L’anno scorso, quando abbiamo saputo dell’addio della Suzuki dalla MotoGP. abbiamo sentito vari team e tra questi c’era la Yamaha. Ci hanno comunicato che per il 2023 erano al completo, con entrambi i piloti erano sotto contratto, ma di risentirci. Cosa che è avvenuta – sottolinea Rins al podcast MotoGP di Motorsport – e ho preso la decisione in ospedale a Madrid, con la gamba in aria”.
     
    Al lavoro per tornare al 100%
    Rins ha ancora diversi problemi da superare per tornare in pista. Notizia ufficiale è la sua assenza in Austria, con la data di rientro ancora incerta. “La gamba va meglio anche se il piede è ancora dolorante. Giovedì sarò comunque presente in Austria. Ora la cosa più importante, è il pieno recupero. Non è stato un infortunio banale, devo pensare a guarire molto bene, perché si possono avere problemi di mobilità per tutta la vita. Quindi il cambio team non c’entra nulla con il rientro, una caduta quando tutto si sta ancora saldando e una vite o una placca si muove, potrei pagarlo a caro prezzo”, conclude l’ex Suzuki. LEGGI TUTTO