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    F1, Brembo spiega come cambieranno gli impianti freno nel 2026

    Brembo in Formula 1 – foto: Brembo

    Mario Almondo, Chief Operating Officer di Brembo Performance, ha concesso a Motorsport.com un’intervista esclusiva, nella quale ha rivelato in anteprima quello che vedremo nel 2026, anni in cui sarà varato un profondo cambiamento regolamentare che coinvolgerà anche gli impianti frenanti.
    Qui sotto alcuni passaggi dove Almondo parla dei cambiamenti che vedremo il prossimo anno, mentre l’intervista completa si può leggere su Motorsport.com.
    F1, Brembo: le novità del 2026
    “Aumenterà la dimensione del disco anteriore rispetto a oggi – ha detto Almondo -, mentre nel posteriore sarà più piccolo perché quasi triplicherà il valore della parte elettrica, senza dimenticare l’influsso dei cambiamenti dei regolamenti aerodinamici. Dovremo rifare daccapo tutto l’impianto, dischi e pinze. Ma per restare sul tema del carbonio, posso dire che proseguiremo il lavoro su quello di buono che già abbiamo fatto anche entrando nelle regole 2026. Stiamo osservando che il nostro pacchetto si sta rivelando particolarmente appetibile per le squadre, perché quello che potranno risparmiare sui freni lo spenderanno da un’altra parte. Per un team principal questi sono aspetti che non sfuggono, perché il budget che gli avanza, magari lo può reinvestire su un pacchetto aerodinamico per Monza”.
    Nuovi criteri e peculiarità del nuovo regolamento 2026
    “Sull’assale anteriore – ha precisato il COO di Brembo – le energie cresceranno del 16%, mentre diminuiranno del 50% nel posteriore. Abbiamo un pacchetto che può essere veramente molto competitivo. Non va dimenticato che al posteriore, nonostante l’impiego dei freni possa diminuire del 50% per un maggiore contributo dell’energia elettrica, l’impianto dovrà garantire comunque la capacità di frenare la monoposto anche nel caso di un problema nel sistema elettrico. Questa è una norma di sicurezza scritta nel regolamento”.

    Sempre in chiave 2026, Almondo ha poi aggiunto: “Gli sviluppi sul brake by wire saranno evoluzioni in continuità con i sistemi di oggi. Le pompe le forniamo a tutta la griglia, mentre il brake by wire c’è chi se lo fa in casa. E poi non possiamo dimenticare che la AP fornisce le frizioni a tutta la griglia oltre alle pinze alla McLaren. Il nostro pacchetto di sviluppo e il nuovo materiale di carbonio è stato pensato con certe caratteristiche strutturali. Abbiamo migliorato molto la struttura e quindi il layout, il modo di comporre i dischi che riusciranno a sopportare delle coppie veramente molto elevate, tenuto conto che la coppia sull’anteriore aumenterà”.
    In chiave molto tecnica, Almondo ha anche rivelato: “L’energia, il duty del disco aumenterà del 16%. Però non dobbiamo dimenticarci che il disco non lavora da solo, ma insieme a una pinza e in un corner. Allora, bisognerà far funzionare il freno al meglio: il disco, quindi, strutturalmente deve sempre essere perfettamente allineato, ma con le coppie che ci sono in gioco è la pinza che inevitabilmente si deforma”.
    Leggi l’intervista completa su Motorsport.com. LEGGI TUTTO

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    Dunlop SportSmart MK4: questione di feeling

    Un’eredità raccolta oggi dagli SportSmart, pneumatici hypersport dedicati prevalentemente alla guida sportiva su strada (senza disdegnare il classico turno in pista in occasione di un “track day”) che giunti alla loro quarta generazione alzano l’asticella puntando ai vertici della categoria.La loro mission: mantenere intatta la proverbiale capacità di infondere agilità all’avantreno, elevando ulteriormente le doti di stabilità, grip e progressività.Con la promessa di un miglioramento del 20% della tenuta sul bagnato e di una migliore trazione sull’asciutto.

    Location del test e moto utilizzata

    Abbiamo testato i nuovi Dunlop SportSmart MK4 sulle eccitanti strade che disegnano spirali infinite tra il lago del Turano, il Parco dei Monti Lucretili e l’Abruzzo. Un ring piuttosto impegnativo e variegato – con alternanza di fondi stradali perfetti, quasi da pista, e tratti un po’ meno omogenei – in cui poter testare a fondo le qualità delle gomme in tutte le possibili condizioni d’uso.

    E per farlo al meglio, abbiamo scelto una moto come l’ultima Honda CB1000 Hornet, che con i suoi oltre 150 CV, e l’incontenibile voglia di scatenarli a terra, rappresenta un matching perfetto per queste Dunlop. Prima di vedere com’è andata, scopriamo come sono fatti i nuovi SportSmart MK4.

    Dunlop SportSmart MK4: come sono fatti

    Rispetto ai precedenti MK3 (che per ora rimangono in commercio in un numero limitato di misure) i tecnici hanno seguito precise linee di sviluppo con l’intenzione di migliorare, nello specifico, il grip (sia sull’asciutto che sul bagnato), la precisione di guida, il feeling e la comunicatività della gomma; ma anche il comfort sulle strade con asfalto non perfetto.Per farlo si sono affidati a tecnologie innovative, in alcuni casi derivate dal know-how acquisito nelle competizioni; e infatti, molte di loro sono già implementate nei prodotti più sportivi del brand, dedicati alla pista.

    Al posteriore, il nuovo MK4 presenta la tecnologia multi-mescola MultiTread, che combina una mescola centrale più resistente e mescole più morbide sulle spalle. L’anteriore, invece, ha la stessa mescola della spalla dello pneumatico posteriore sull’intera larghezza del battistrada. Si tratta di una tipologia di mescola completamente nuova. La spalla della gomma posteriore e l’intera anteriore, in particolare, sono create con un mix di Hi Silica (permette allo pneumatico una maggiore flessibilità alle basse temperature, incrementando le performance anche in condizioni di umido) e nerofumo ultrafine, unito a resine speciali per un migliore grip.

    Come accennato, Dunlop dichiara che questa nuova mescola permette agli MK4 prestazioni migliorate sul bagnato, con un guadagno del 20% in trazione su superfici a bassa aderenza e un miglioramento del 18% su superfici a media aderenza, insieme a una migliore trazione sull’asciutto. Ovviamente non sono percentuali che possono essere verificate senza l’ausilio di dati strumentali, ma una cosa la possiamo certificare: una paio di acquazzoni durante le giornate di test, hanno confermato una resa sul bagnato davvero eccellente (semplicemente impensabile, fino a qualche anno fa, con gomme hypersport di questa categoria).

    Il Controllo Tensione della Carcassa (CTCS) assicura una migliore distribuzione dello stress “meccanico” attraverso l’ottimizzazione della tensione nelle diverse aree per ottimizzare l’impronta a terra, mentre il “Dynamic Front Formula” dell’anteriore cerca l’equilibrio ideale tra sforzo di sterzata, sensibilità di guida e stabilità. Il Rayon Ply Casing (RPC) viene invece utilizzato come materiale di composizione della carcassa per aumentare il chilometraggio e ridurre i tempi di riscaldamento.

    Nuovo, infine, è il disegno del battistrada, che si basa su quelli di SportSmart Mk3 e SportSmart TT (la versione più sportiva, 50% strada e 50% pista), ma è stato modificato per adattarsi alle nuove proprietà di costruzione e mescola.Ma come si traduce tutto questo nella resa sul campo? Partiamo dai tempi di warm-up, elemento sempre “critico” per le gomme stradali (che potenzialmente devono saper essere pronte all’uso con qualunque clima durante la gran parte dell’anno). Nonostante un’aria mattutina ancora piuttosto fresca incontrata nei giorni di test, gli SportSmart sono entrati molto velocemente in temperatura, con una sensazione di grip crescente all’aumentare delle sollecitazioni fino a una ottimale temperatura di esercizio raggiunta nel giro di qualche chilometro di curve.

    Resa dinamica

    Te ne accorgi subito quando la gomma è “pronta”: una chiara sensazione di presa sull’asfalto in piega, e di feeling, che svelano subito un’altra qualità di queste gomme, la “comunicatività”. Il classico pneumatico che ti fa sentire sempre cosa accade sotto le ruote, ti trasmette fiducia quando spingi e ti avvisa per tempo quando l’asfalto è viscido o la trazione diminuisce, senza “mollarti” mai all’improvviso. Tutto questo permette di godere al massimo l’azione di guida, con una sensazione di fiducia elevata che non viene mai meno… neanche simulando un paio di staccate in modalità pista o ad angoli di piega elevati. La gomma rimane letteralmente appiccicata all’asfalto e la percezione di grip è notevole. Come anche la stabilità. Senti sempre la moto in “ordine”, neutra, ma allo stesso tempo molto svelta e reattiva ai comandi. Anche staccando tutti i controlli elettronici, nessun problema a tenere a bada le bordate di coppia della big Hornet in uscita di curva. Il classico “binario del treno”. Dell’ottima performance sul bagnato è stato già detto nella descrizione tecnica.Un altro elemento di rilievo è la capacità di garantire prestazioni e comfort (anche acustico) su fondi rovinati e disomogenei: una resa quasi da gomma sport-touring che stupisce piacevolmente. In conclusione, un prodotto eccellente che punta dritto ai vertici della categoria, soprattutto se sarà in grado di garantire percorrenze chilometriche adeguate senza decadimenti. Magari proveremo a verificarlo in un futuro stress-test ad hoc. LEGGI TUTTO

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    Jaecoo 7, perché conviene l’auto plug-in hybrid

    Due display per infotainment e gestione della vettura, tanto spazio anche per ricaricare lo smartphone e un tetto panoramico che lascia senza fiatoRaffinati e innovativi anche gli interni. L’abitacolo, progettato per garantire il massimo comfort, trasmette una sensazione di spaziosità e di sicurezza. Tutti i comandi sono a portata di mano, a partire dal display da 14” che integra le principali funzioni di controllo del veicolo e da un sistema di infotainment di ultima generazione, fino al selettore del cambio integrato sul piantone dello sterzo. Nella plancia è presente anche lo spazio per ricaricare il cellulare in modalità wireless ad alta potenza (impiega solo 40 minuti per riportare il dispositivo al 100%). Il sistema ha anche una funzione di allerta nel caso in cui il conducente dimentichi a bordo il proprio telefono.Il cuore dell’interfaccia tecnologica di Jaecoo 7 Super Hybrid è rappresentato dal quadro strumenti digitale da 10”3” e il display centrale HD da 14”8. La vettura è equipaggiata con Apple CarPlay e Android Auto wireless, radio DAB con RDS, Bluetooth e prese USB-C e USB-A per le esigenze multimediali di tutti i passeggeri. Sono disponibili anche due prese da 12 V, posizionate nel vano anteriore e nel bagagliaio. Il tetto panoramico di 1,1 metri quadrati immerge l’abitacolo nella luce naturale, mentre i sedili, regolabili elettronicamente e con supporto laterale, sono progettati per affrontare in piena sicurezza qualsiasi percorso e offrono numerose regolazioni. Inoltre, c’è un potente sistema audio con otto altoparlanti firmati Sony.  LEGGI TUTTO

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    F1, individuati i problemi della Ferrari SF-25: si lavorerà su tre aree

    Quali sono i problemi della Ferrari SF-25? Stante i dati raccolti, a Maranello pare abbiano le idee chiare su dove e come agire per dare ai due piloti una monoposto presto vincente.Team Ferrari – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Dopo le prime due gara del Calendario F1 2025, la Scuderia di Maranello è tornata in Italia per analizzare tutti i dati raccolti e provare ad indirizzare una prima correzione dei problemi riscontrati sulla Ferrari SF-25.
    Ma quali sono i reali problemi della monoposto di Charles Leclerc e Lewis Hamilton? Da quanto abbiamo appreso da fonti vicine a Maranello, gli ingegneri Ferrari concentreranno gli sforzi su tre aree precise, con l’obiettivo di massimizzare gli sviluppi in questa fase iniziale della stagione.
    1. SOSPENSIONI
    Dopo anni con uno schema sospensivo push-rod all’anteriore e pull-rod al posteriore, nel 2025 la Ferrari ha modificato la sospensione anteriore, optando così per uno schema pull-rod sia all’anteriore che al posteriore.
    La scelta, dettata da motivi aerodinamici, ha modificato i riferimenti degli ingegneri e creato anche qualche difficoltà di regolazione ai meccanici in pista, per via del diverso alloggiamento degli elementi all’interno del telaio.
    La Ferrari SF-25 con il doppio pull-rod è però l’unico team con questo schema e forse qualche domanda a Maranello avrebbero dovuto farsela! Se infatti la scelta di una geometria piuttosto che dell’altra, non ha un grosso impatto sull’efficacia sospensiva, il lavoro combinato di anteriore e posteriore può invece avere effetti sia sull’aerodinamica che sugli pneumatici.

    2. AERODINAMICA
    All’ultimo anno dell’attuale regolamento, l’aerodinamica di queste vetture ad effetto suolo non è più un segreto. Quanto detto sopra sulle sospensioni però potrebbe aver messo in difficoltà anche l’aerodinamica del fondo vettura della SF-25. Come abbiamo avuto modo di vedere a Shanghai, l’eccessiva sensibilità all’altezza da terra è un aspetto molto critico della Ferrari e la ricerca di come trovare il giusto bilanciamento aerodinamico è forse la sfida principale che può essere indirizzata nel breve periodo, con correttivi anche dei canali venturi del fondo vettura e cercando una diversa distribuzione del carico tra anteriore e posteriore.
    3. COMPRENSIONE DEGLI PNEUMATICI
    Come avviene spesso a Maranello, anche quest’anno qualcosa non è stato capito nei fondamentali delle nuove coperture Pirelli 2025 e nel lavoro combinato degli pneumatici con l’aerodinamica della monoposto. In Ferrari è ormai storica la mancanza di un team di esperti che sappiano davvero capire il rapporto fra pneumatici, aerodinamica e sospensioni.
    A Maranello dicono di avere le idee abbastanza chiare su dove e come agire per dare a Leclerc ed Hamilton una monoposto evoluta e presto vincente. Sarà però una corsa contro il tempo e contro gli sviluppi che anche gli altri team porteranno presto in pista. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc su Instagram: “Lavorare sodo per ribaltare la situazione in Giappone”

    Charles Leclerc ha pubblicato poco fa su Instagram un messaggio dove dice di resettare e iniziare a lavorare sodo per ribaltare la situazione, già in Giappone.

    Leclerc, instagram: il messaggio originale
    “Last weekend was really tough. We’ve got to reset and work hard to turn the situation around in Japan and I’m sure we will. A big thank you though to the amount of support you gave me during the weekend, it always surprise me to have such support in China and it means a lot”

    Leclerc su instagram: la traduzione del messaggio in italiano
    “Il fine settimana è stato davvero difficile. Dobbiamo resettare e lavorare sodo per ribaltare la situazione in Giappone e sono sicuro che ci riusciremo. Un grande ringraziamento va comunque alla quantità di sostegno che mi avete dato durante il fine settimana, mi sorprende sempre avere avuto un tale supporto in Cina e questo significa molto”. LEGGI TUTTO

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    Il trucco con cui Leclerc ha provato a non essere squalificato in Cina: il pilota Ferrari beccato dalle telecamere

    Il Gran Premio della Cina è da dimenticare in fretta per la Ferrari. In particolar modo per Charles Leclerc, che aveva un buon passo gara ma è stato frenato dall’ala anteriore danneggiata e infine addirittura squalificato poiché la sua vettura era sottopeso rispetto ai limiti previsti. La squalifica gli ha tolto il quinto posto finale, davanti al compagno Hamilton, e quindi un bottino di 10 punti per la classifica individuale. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, solo 17 miseri punti dopo due gare. Mai così male dal 2010

    Team Ferrari – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    La Ferrari ha lasciato la Cina con soli 12 punti che, sommati ai 5 dell’Australia, portano il misero bottino a 17.
    Oltre alla consapevolezza di dover lavorare sodo per colmare il gap prestazionale dai più diretti rivali, la partenza falsa della Scuderia di Maranello rende molto complicato il resto del mondiale.
    Come mostra il grafico qui sotto, i punti conquistati in queste prime due gara sono il peggior risultato dal 2010, anno in cui venne introdotto il nuovo sistema di punteggio, con 25 punti al vincitore e dieci piloti a punti.
    Ferrari dopo due gare: i punti dal 2010 al 2025

    La media punti, dal 2010 al 2024 è stata di 46 punti, con um picco alto di 78 punti nel 2022 e uno basso (19) nel 2020. Negli ultimi quattro anni, la media punti Ferrari ha sforato i 50 punti, sempre dopo le prime due gare, con il peggior risultato nel 2021 con 34 punti che comunque sono il doppio di quelli di quest’anno.

    “Il campionato è ancora molto lungo e continueremo a spingere al massimo”, ha detto Lewis Hamilton al termine del fine settimana di Shanghai che lo ha visto trionfare nella gara Sprint.
    Fiducioso, nonostante il pessimo avvio di stagione è Fred Vasseur che, dopo la doppia squalifica al Gp della Cina ha detto: “Dobbiamo solo fare un lavoro migliore per assicurarci di sfruttare sempre il potenziale della macchina e ci concentreremo su questo immediatamente”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari: il potenziale (forse) c’è, ma l’avversario potrebbe essere il tempo

    Dietro questo deludente inizio di stagione della Rossa, l’unica certezza è che nessuno sembra davvero capire cosa stia accadendo. La Ferrari appare ancora come una vettura difficile da interpretare, e questa sensazione emerge chiaramente anche dall’instabilità delle dichiarazioni dei piloti nelle varie interviste post sessione. Tuttavia, questa incertezza potrebbe anche nascondere una buona notizia.16 LECLERC Charles (mco), Scuderia Ferrari SF-25, action during the Formula 1 Louis Vuitton Australian Grand Prix 2025, 1st round of the 2025 FIA Formula One World Championship from March 14 to 16, 2025 on the Albert Park Grand Prix Circuit, in Melbourne, Australia – Photo Antonin Vincent / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeIL BILANCIO
    Dopo due gare, il bilancio della Rossa è a dir poco imbarazzante, specie dopo aver investito un inverno – come di consueto – in proclami roboanti. I punti in classifica sono 17, divisi abbastanza equamente tra i piloti, 9 Hamilton e 8 Leclerc. Stiamo parlando di un bottino pari a quello della Williams, proprio quella scuderia alla quale Sainz, dopo essere stato esiliato dal Cavallino, si è accasato sbuffando. L’unico lampo intravisto in questo inizio stagione è arrivato tra il venerdì e il sabato di Shanghai, con quella Sprint prima arpionata in qualifica e poi dominata in gara da Lewis Hamilton. Una parentesi che, dopo la gara della domenica, sembra lontana anni luce, ma che comunque non va affatto sottovalutata nell’analisi di una SF-25, che ad oggi appare come un oggetto misterioso del paddock.
    I PILOTI
    L’umore dei piloti, durante le interviste al termine delle varie sessioni, ha dato una percezione di forte divergenza. Se Lewis ha passato la prima parte del weekend con il sorriso: “la macchina ha preso vita sin dal primo giro“, una macchina con cui ha dominato la Sprint, chiusa a quasi 7 secondi da Oscar Piastri. Leclerc si è lamentato sin da subito della difficoltà di guida della SF-25 e di un feeling che non è mai sbocciato, se non domenica. Ha fatto specie infatti ascoltare le sue parole nel post gara, dove il monegasco ha dichiarato: “Il passo c’era, senza il danno subito al primo giro avremmo potuto lottare per la vittoria“. Una versione confermata anche dal Team Principal Fred Vasseur, un altro che nel post Sprint aveva cercato di smorzare gli animi, nonostante la super prestazione della Rossa.

    Insomma in Ferrari c’è una grande confusione e soprattutto un grande lavoro da fare. In particolare tra le mura di Maranello, dove evidentemente non si sono colti i possibili problemi di gioventù di una vettura che – come dichiarato dallo stesso Vasseur – ha vissuto nel corso di questo inverno una vera e propria rivoluzione tecnica. Proprio da questa confusione si coglie la sensazione che questa vettura non sia poi così male a livello di potenziale, tuttavia sarà fondamentale estrarlo già a partire da Suzuka, perché qualora non si trovasse performance nelle prossime gare, il progetto SF-25 rischierebbe un prematuro abbandono di fronte a la necessità di sviluppare il progetto 2026, anno in cui cambierà il regolamento tecnico. LEGGI TUTTO