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    Tour de France, Pogacar vince la sesta tappa: è la nuova maglia gialla

    Il ritorno del re: Tadej Pocagar vince di forza la sesta tappa Binche-Longwy di 220 chilometri e si riprende la ‘sua’ maglia’, da campione del Tour in carica. La stage più lungo di questa edizione, con quattro côte in stile Liegi-Bastogne-Liegi. Wout Van Aert ha attaccato già nelle prime fasi della corsa, affiancato da Quinn Simmons (Trek-Segafredo) e Jakob Fuglsang, costretti ad arrendersi a una quarantina di chilometri dall’arrivo dallo strapotere del belga, a sua volta ripreso dal gruppo ai -11 dal traguardo. Da qui comincia un’altra storia, perché ci sono la Côte de Pulventeux (800 metri al 12,3% ) e la Côte des Religieuses (1600 metri al 5,8%.) e soprattutto c’è lui, il ‘re’: che ‘saluta’ ai 500 metri dall’arrivo e va a prendersi la maglia di leader. Alle sue spalle Michael Matthews e
    David Gaudu. Scala posizioni Mattia Cattaneo in classifica generale: ora è 13°.

    Venerdì il primo arrivo in salita
    Venerdì la Tomblaine-La Planche des Belles Filles (176.5 chilometri), con il primo arrivo in salita.  Durissimo il tratto finale, con punte del 24% nell’ultimo chilometro e una media del 9,5%. Qui hanno vinto Vincenzo Nibali (2014) Fabio Aru (2017) e proprio Pogacar, nel 2020, quando ‘sfilò’ la maillot jaune nella cronoscalata al connazionale Primoz Roglic e diventò il padrone del suo primo Tour. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Clarke vince 5^ tappa. Van Aert conserva maglia gialla

    L’australiano si aggiudica la quinta frazione, sul traguardo di Arenberg. Clarke ha battuto al fotofinish Van Der Hoorn. Terza posizione per Boasson Hagen. Il belga Van Aert è riuscito a conservare la maglia gialla. Giornata negativa per Roglic, coinvolto in una caduta, che è arrivato con più di 3 minuti di distacco dal vincitore di giornata LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Arnaldo Pambianco morto a 86 anni: vinse il Giro d'Italia nel 1961

    È morto a 86 anni Arnaldo Pambianco, detto ‘Gabanin’, ciclista romagnolo che nel 1961 vinse il Giro d’Italia. Nato a Bertinoro (Forlì-Cesena), da dilettante fu settimo alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956, campione italiano e secondo ai Mondiali nel 1957. Nei suoi primi anni da professionista fu gregario di Ercole Baldini e Gastone Nencini, piazzandosi settimo al Giro e al Tour.
    L’impresa al Giro del centenario dell’Unità
    Nel 1961 ottenne il risultato più importante della sua carriera, al Giro d’Italia del centenario dell’Unità. Riuscì a entrare nella fuga della quattordicesima tappa, al termine della quale conquistò la maglia rosa con 24 secondi di vantaggio sul favorito e fino a quel momento leader della generale Jacques Anquetil. Resistette agli assalti di Anquetil, di Charly Gaul e di Rik Van Looy, riuscì a difendere il primato e lo suggellò con il secondo posto, dietro al solo Gaul, nella penultima tappa con arrivo a Bormio dopo lo Stelvio.
    ‘Viva Pambianco’
    A lui ha dedicato una canzone Secondo Casadei, ‘Viva Pambianco’. Lo ricorda così Davide Cassani, romagnolo pure lui ed ex ct della Nazionale: “Arnaldo è sempre stato uno dei miei idoli. Forse perché lo conoscevo da sempre forse perché ha vinto il Giro d’Italia nell’anno in cui sono nato, sicuramente perché era un romagnolo speciale. Arnaldo Pambianco, nel silenzio e nel buio di questa notte, è salito in cielo. Sono triste perché Arnaldo era davvero una persona straordinaria, un marito che non è riuscito a sopportare e superare il dolore per la perdita della donna della sua vita: Fabiola, sua moglie. Sono triste perché ‘Gabanin’ era davvero un grande uomo, un campione vero, un romagnolo unico”.  “E’ ancora troppo presto per dire qualcosa di più… tutta Bertinoro parla di te”, scrive la sindaca di Bertinoro, Gessica Allegni. “Ciao grande e dolce Gabanìn. Ciao Arnaldo”.  LEGGI TUTTO