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    Parigi-Roubaix, le foto più belle dell'edizione 2023

    Tra mille emozioni è andata in archivio l’edizione numero 120 della Parigi-Roubaix, vinta da Mathieu Van Der Poel, quarto corridore nella storia a riuscire a vincere Sanremo e Roubaix lo stesso anno. Ecco gli scatti più belli tra la polvere del pavé, l’incessante tifo a bordo strada e la fatica dei corridori
    PARIGI-ROUBAIX, IL RACCONTO DELLA CORSA LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, la Parigi-Roubaix 2023: la corsa LIVE

    La pietra, il simbolo e il trofeo della Roubaix: grazie a un italiano…Dal 1980 al vincitore viene dato il trofeo, che rappresenta un cubo di pavé. Un’idea di Francesco Moser, tre volte re alla Roubaix: “Per le prime due vittorie mi diedero una medaglietta, che era insignificante. Dissi: ma regalate qualcosa che sia identificativo di una corsa unica al mondo, che ne so, un pezzo di pavé. Io lo dissi a mo’ di battuta, l’anno seguente mi diedero come trofeo un pezzo di pavé, che badate bene, non sono pietre ma veri blocchi di quasi 20 centimetri per 20” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Parigi-Roubaix donne: vince canadese Jackson. Katia Ragusa seconda

    La 34enne canadese Alison Jackson, del team EF, ha vinto la terza edizione della Parigi-Roubauix donne (ottavo successo in carriera, decisamente il più importante), imponendosi nello sprint che un gruppetto di fuggitive ha disputato sulla pista del velodromo della città francese dopo una fuga di 130 km. Al secondo posto si è piazzata Katia Ragusa. Per la la 25enne vicentina di Schio un risultato comunque prestigioso. Terza la belga Marthe Truyen. Nona Chiara Consonni, con due azzurre quindi in top 10. Elisa Longo Borghini è invece giunta al velodromo di Roubaix al ventesimo posto, dopo una caduta che ha segnato la sua corsa e che ha coinvolto molte atlete di testa.  LEGGI TUTTO

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    Ganna: “La Parigi-Roubaix è come una roulette russa”

     “La gente dice che la Parigi-Roubaix è una gara fantastica, ma non è così. E’ divertente per le persone che la guardano in televisione o dal ciglio della strada, seduti in un camper. Ma i corridori non possono dire che gli piaccia. Devi essere un po’ matto per amare la Roubaix. E’ una corsa dolorosa, mette a dura prova il fisico”. A 26 anni Filippo Ganna è nel pieno della carriera agonistica e ha già dato prova della sua capacità di resistere alla fatica. Eppure il gigante di Verbania – già vincitore nel 2016 della prova under 23 – guarda con un misto di odio-amore alla classica che domenica cercherà di vincere: “L’anno scorso (quando arrivò 35/o ndr) sono stato male poche settimane prima. Non ero al massimo della forma. Questa volta è molto diverso. Ho buone ragioni per crederci”.

    “La Roubaix è fatta di sforzi intensi”
    “Guidare su una pista liscia non è paragonabile allo sforzo da produrre su strade sconnesse – premette Ganna, due volte campione del mondo a cronometro (2020, 2021) e cinque volte dell’inseguimento individuale (2016, 2018, 2019, 2020 e 2022), nonché detentore del record mondiale dell’ora – La Roubaix è fatta di sforzi intensi intervallati da periodi di, relativo, recupero sull’asfalto. Questi cambi di ritmo non mi piacciono molto, ma è così”. Per prepararsi al meglio ha saltato il Giro delle Fiandre lo scorso fine settimana (“sono troppo pesante per superare bene quei muri”) e dedicarsi ad allenamento e ricognizione. “L’esperienza mi ha insegnato che devi essere molto fresco quando ti avvicini a questa gara”. E durante “il principio sarà lo stesso: economizzare quanto più possibile, arrivare il più freschi possibile alla Trouée d’Arenberg (a circa 100 chilometri dal traguardo, ndr). Poi non sarà più possibile, poi sarà una cosa infernale”. Ganna ha aggiunto: “L’elemento più difficile nella Parigi-Roubaix è il fattore fortuna. Se non fori, se non cadi, puoi ritrovarti facilmente nelle prime posizioni. E’ come avere una pistola puntata alla testa, come la roulette russa. Ogni volta che premi il grilletto speri che il proiettile non esca”.  LEGGI TUTTO

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    Giro delle Fiandre, vince lo sloveno Tadej Pogacar. Secondo Van der Poel, terzo Pedersen

    Lo sloveno Tadej Pogacar ha vinto il Giro delle Fiandre edizione numero 107 (da Bruges a Oudenaarde per 273.5 chilometri). Il 24enne della Uae-Emirates ha fatto la differenza sul Vecchio Qwaremont, il più lungo (2.200 metri) dei 19 Muri previsti sul percorso. Sul podio anche l’olandese Mathieu Van der Poel, e il danese Mads Pedersen. Quarta posto per il belga Van Aert. Lo sloveno, vincitore di 2 Tour de France in carriera (2020 e 2021), si era già imposto in tre classiche Monumento: Liegi (2021) e Giro di Lombardia (2021 e 2022). Decimo posto per Matteo Trentin, migliore degli italiani al traguardo. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo in lutto, morto il costruttore Ugo De Rosa

    Ciclismo e mondo dello sport in lutto per la morte di Ugo De Rosa. Costruttore e figura di spicco nell’industria italiana, non solo nell’ambito delle biciclette, De Rosa aveva 89 anni ed è morto nella sua casa di Cusano Milanino a seguito di un arresto cardiaco. Aveva da poco lasciato l’ospedale dove era rimasto per un lungo periodo. L’azienda, attualmente guidata dal figlio Cristiano, compirà nel mese di aprile 70 anni di attività. LEGGI TUTTO

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    Gand-Wevelgem, trionfa Laporte: Van Aert gli lascia la vittoria

    E’ Christophe Laporte il vincitore dell’edizione numero 85 della Gand-Wevelgem, con il bel gesto del suo compagno Van Aert a finire in copertina. Il belga, che sembrava lanciato verso la vittoria mettendo in mostra tutto il suo strapotere, ha lasciato che a trionfare fosse il compagno, dopo un arrivo sul traguardo in parata.
    Nei 261 km da Ypres a Wevelgem si segnalano anche diversi ritiri, tra cui quelli di Filippo Ganna, Alberto Bettiol, Jonathan Milan e Michal Kwiatkowski. Per la Jumbo-Visma è un trionfo, con Laporte e Van Aert che a 52 km dalla fine attaccano in combinata sul secondo passaggio in cima al Kemmelberg e salutano tutti: a tagliare per primo il traguardo è il francese, per “concessione” di Van Aert. Allo loro spalle, a quasi due minuti, il belga Sep Vanmarcke.

    A svelare come è andata è stato lo stesso Laporte, al termine della corsa, raccontando come Van Aert a 10 km dalla fine gli abbia chiesto se volesse vincere. Risposta affermativa e per il francese è arrivato il primo grande successo in carriera. Un trionfo, in ogni caso, per la Jumbo-Visma, che vince la quarta corsa di questa stagione in Belgio (dopo Omloop, Kuurne e E3) con il quarto corridore diversi. LEGGI TUTTO