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    Mondiali ciclismo, Federica Venturelli bronzo nella cronometro Juniores femminile

    Altra medaglia per l’Italia ai Mondiali di ciclismo. Dopo l’oro di Lorenzo Milesi nella prova a cronometro Under 23 maschile, Federica Venturelli ha conquistato il bronzo nella gara femminile. 

    Venturelli sul podio, cronometro a 20’00”
    Dopo il 4/o posto ottenuto nella prova in linea, l’azzurra è riuscita a salire sul podio con una grande prestazione, fermando il cronometro a 20’00”. La maglia iridata è andata sulle spalle dell’australiana Felicity Wilson-Haffenden,  in 19’31″51 e che quindi sui 13.5 km del percorso ha pedalato a una media di 41,503 km/h, argento per la britannica Izzy Sharp. Finora il bilancio dell’Italia in questi Mondiali in Scozia è di 6 medaglie, con 2 ori, 1 argento e 3 bronzi, paralimpici esclusi. LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo, Milesi oro nella cronometro under 23

    Impresa del 21enne bergamasco che si laurea campione del mondo a cronometro nella categoria under 23, battendo il grande favorito, il belga Segaert, di undici secondi. “Non ci posso credere, ho spinto forte tutta la gara” ha detto Milesi, primo italiano a vincere nella categoria da Adriano Malori nel 2008

    Quindici anni dopo Adriano Malori, l’Italia torna a vincere la medaglia d’oro nella cronometro under 23 ai Mondiali di ciclismo su pista. Merito di Lorenzo Milesi, nuovo campione iridato della categoria. Il 21enne bergamasco ha chiuso la gara in 43’00”46 con 11 secondi di vantaggio sul belga Segaert. Bronzo, invece, all’australiano McKenzie. Una vera e propria impresa per Milesi con la cronometro perfetta: l’azzurro ha percorso i 36 km da Stirling a Stirling Castle con una media superiore ai 50 km/h, con un finale in crescendo. Milesi è il quarto italiano a vincere il titolo di categoria dopo Luca Sironi (1996), Fabio Malberti (1997) e Adriano Malori (2008).

    Dal calcio al ciclismo: la storia di Milesi
    Classe 2002, nato a San Giovanni Bianco, Milesi ha una storia simile a Remco Evanepoel. Come il fuoriclasse belga, l’azzurro ha giocato a calcio, arrivando sino alla categoria Allievi con la maglia del San Pellegrino. Poi, però, la decisione di lasciare questo sport a seguito della rottura dei legamenti della caviglia (avvenuta nel 2018), passando al ciclismo. Milesi si è messo subito in evidenza già da juniores (in bacheca un titolo italiano e un bronzo europeo nel 2020), passando poi nel 2022 al Development Team DSM con cui ha vinto anche una tappa al Tour de l’Avenir. Quest’anno è passato tra i professionisti, sempre con il Team DSM, raccogliendo a Glasgow la gioia più importante della sua giovane carriera. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo paralimpico, cinque medaglie per l’Italia ai Mondiali

    A Glasgow è scattato anche per il paraciclismo il Mondiale su strada e, dopo le quattro medaglie su pista degli azzurri del Ct Silvano Perusini, sono già arrivati cinque podi anche dal gruppo guidato da Pierpaolo Addesi. Nella categoria WH2, due le azzurre a medaglia: Roberta Amadeo ha vinto l’oro, mentre Angela Procida il bronzo. Ancora una maglia iridata tra le WH1, assegnata a Luisa Pasini, mentre Fabrizio Cornegliani sale sul terzo gradino del podio MH1. Il primo bronzo era arrivato grazie a Luca Mazzone, nella cronometro MH2, a +1’00.99 dal titolo iridato conquistato dallo spagnolo Sergio Garrote Munoz.  LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo su pista, argento Italia nel Team Sprint B

    Arriva una quarta medaglia dalla spedizione paralimpica dell’Italia ai Mondiali di ciclismo su pista, in corso a Glasgow. Al Sir Chris Hoy, gli azzurri hanno conquistato la medaglia d’argento nella Team Sprint categoria B, con il tandem formato dalle due coppie Meroni-Ceci e Colombo-Bissolati che si sono arresi soltanto ai beniamini di casa della Gran Bretagna. Bronzo, invece, alla Malesia. Un risultato straordinario per il paraciclismo italiano, dato che le coppie hanno iniziato ad allenarsi insieme solo pochi mesi fa. L’argento ottenuto va ad aggiungersi alle altre tre medaglie conquistate da Claudia Cretti (due argenti e un bronzo): questo il bottino complessivo del paraciclismo azzurro su pista in questi Mondiali.

    Viviani-Scartezzini solo noni nella Madison
    Dopo il bronzo nell’Eliminazione, Elia Viviani non è riuscito a centrare il bis nella Madison. In coppia con Michele Scartezzini, gli azzurri hanno chiuso solo al nono posto nella gara vinta dall’Olanda davanti a Gran Bretagna e Nuova Zelanda. L’Italia è stata protagonista nella prima metà, ma nella fase clou Viviani e Scartezzini sono rimasti spesso attardati. Settima, invece, Silvia Zanardi nella corsa a punti femminile. All’esordio nell’evento iridato, la 23enne emiliana non è riuscita a tenere il ritmo per salire sul podio. La gara è stata dominata dalla belga Lotte Kopecky, medaglia d’oro davanti alla australiana Georgia Baker e alla giapponese Tsuyaka Uchino, che ha conquistato il bronzo all’ultimo sprint.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, muore a 95 anni Federico Bahamontes: vinse il Tour de France nel 1959

    Federico Bahamontes è morto all’età di 95 anni. Lo ha annunciato il sindaco di Toledo, città natale del corridore. Bahamontes è stato il primo spagnolo a vincere il Tour de France nel 1959. Si ricordano altri due podi nella massima competizione ciclistica: nel 1963, infatti, si è piazzato sul secondo gradino dietro a Jacques Anquetil, mentre l’anno successivo è arrivato terzo alle spalle di Anquetil e Raymond Poulidor. “È con profonda tristezza che piangiamo la perdita di Federico Martín Bahamontes, l’Aquila di Toledo, un riferimento sportivo che ha portato il nome della nostra città ai massimi livelli”, le parole del sindaco Carlos Velázquez su Twitter. LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo su pista, Viviani bronzo nell’eliminazione

    Dopo la delusione per il sesto posto nell’Omnium (in una gara condizionata dal caos punteggi per il malfunzionamento del livescoring durante l’ultima prova della disciplina), Elia Viviani si riscatta ai Mondiali di ciclismo su pista, conquistando la medaglia di bronzo nell’Eliminazione. Il veronese, bicampione in carica nella specialità (aveva conquistato l’oro sia a Roubaix nel 2021 che a Saint-Quentin-en-Yvelines nel 2022), ha chiuso al 3° posto al Sir Chris Hoy Velodrome di Glasgow, nella gara vinta dal britannico Ethan Vernon davanti al canadese Bibic. Viviani ha condotto sempre una gara di testa, pagando però lo sforzo nel penultimo sprint in cui si è arreso ai due avversari. Il 34enne di Isola della Scala conquista così la sua settima medaglia iridata in carriera, la ventunesima considerando anche Olimpiadi ed Europei.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Van der Poel e un Mondiale di fenomeni di un’altra epoca

    Ci hanno riempito la testa coi watt, le tabelle, i corridori comandati attraverso gli auricolari, come automi del pedale dall’alimentazione che gli astronauti nemmeno si sognano, con materassi e cuscini portati da casa per evitare quelli degli alberghi. Già, i “marginal gains”, i piccoli guadagni da ottenere con body, caschi e tutto quello che si può. Poi ti accorgi che in un mondiale senza radioline, con la pioggia che saponifica la strada, senza grandi altimetrie, si vince con gambe e coraggio, con la capacità di guidare la bicicletta in curva, con il fondo e la scelta del momento giusto. Ti accorgi che c’è una generazione di corridori, gli ormai soliti noti (Pogacar, Van Aert, Van der Poel), che sta davanti quando le cose diventano difficili. Ti accorgi che sono quelli che corrono come una volta, dall’inizio alla fine della stagione, per qualcuno ciclocross e mountain bike compresi. Le stesse facce, quasi una garanzia, non per la sceneggiatura ma perché, spesso, i successi occasionali, gli exploit misteriosi, sono figli una controcultura. Insomma, ci siamo capiti: il doping. Mai mettere la mano sul fuoco, però questa continuità è un buon indizio. E poi c’è Mathieu, col nome francese e il cognome olandese, Van der Poel. Quasi a ricordarci che il suo DNA fa già parte della storia del ciclismo, col padre Adrie, vincitore di un Fiandre e di una Liegi, campione del mondo di ciclocross, e il nonno materno, Raymond Poulidor, il corridore più amato dai francesi, 8 podi al Tour, senza un successo e senza nemmeno una maglia gialla. Mathieu l’ha messa nel nome del nonno, sapendo che a Parigi non potrà mai indossarla, questione di fisico, di attitudine. 

    Nemmeno Merckx come Van der Poel
    Col Mondiale di Glasgow Van der Poel ha vinto tutto quello che avrebbe potuto vincere, nel senso delle gare adatte a lui, e nel 2023 ha messo assieme Sanremo, Roubaix e maglia iridata, roba che nemmeno Merckx nello stesso anno è riuscito a fare. E c’è pure il mondiale di ciclocross, come il padre, o come, per tornare al passato, Roger De Vlaeminck, che, tuttavia, il mondiale su strada non l’ha mai fatto suo. Mathieu ha una bella faccia, ti ricorda “Poupou”, il nonno, ha la faccia tosta di chi attacca senza pensare troppo, di chi si rialza da una caduta come se non fosse successo nulla, con la fortuna di una bici che resta integra e di un fisico fuori dalla norma, “illegale”. Una caduta in curva per chi guida la bicicletta meglio di tutti, per il ciclocrossista che smussa le pietre di Roubaix, che sembra creata apposta da qualche media company americana per rendere ancora più epica la giornata. È un ciclismo di fenomeni e la tecnologia, per una volta, non fa la differenza. Un body squarciato, un po’ di sangue che cola, non ci sono nemmeno tatuaggi e orecchini addosso ai primi tre. Sembra veramente un’altra epoca. Invece la stiamo vivendo ed è bellissimo! LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo, Ganna in finale per l’oro nell’inseguimento: Milan per il bronzo

    Filippo Ganna a caccia di un nuovo oro. Il classe 1996 si è guadagnato l’accesso per la finale nell’inseguimento individuale nelle qualificazioni della mattinata. A Glasgow, nel velodromo Chris Hoy, Ganna ha fatto registrare il miglior tempo in 4’01”344: se la vedrà col britannico Dan Bigham che ha stabilito il secondo miglior crono in 4’02”961, a 1”617 da Ganna. L’azzurro ha trionfato nella corsa Mondiale già cinque volte ed è campione in carica: 2016, 2018, 2019, 2020 e 2022, oltre ad essere l’attuale detentore del record del mondo in 3’59”636. La finale è in programma alle 20 italiane (le 19 a Glasgow).

    Milan in finale per il bronzo
    Non finisce qui la mattinata azzurra, perché nelle qualificazioni Jonathan Milan ha chiuso col terzo tempo in 4’06”393 staccando il pass per la finale del bronzo, di pochissimo davanti al portoghese Ivo Oliveira (4’06”407). Decimo tempo per Manlio Moro in 4’10”460 e sedicesimo tempo per Niccolò Galli in 4’14”830. LEGGI TUTTO