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    Tour de France, la 16^ tappa da Gruissan a Nimes: percorso e altimetria

    Da Firenze a Nizza, passando per Bologna, Torino, il Galibier, il Massiccio Centrale, i Pirenei, Monte-Carlo e Cime de la Bonnette. È il percorso del Tour de France 2024, giunto alla 111esima edizione, che partirà sabato dall’Italia. Di seguito tutte le tappe e le altimetrie fino alla crono decisiva da Monte-Carlo e Nizza. Il Tour in diretta su Eurosport, canali 210 e 211 della piattaforma Sky
    TOUR DE FRANCE, LA 13^ TAPPA IN DIRETTA

    1^ TAPPA – SABATO 29 GIUGNO

    FIRENZE >RIMINI (206 km)

    2^TAPPA – DOMENICA 30 GIUGNO

    CESENATICO >BOLOGNA (200 km)

    3^TAPPA – LUNEDI’ 1 LUGLIO

    PIACENZA >TORINO (229 km) LEGGI TUTTO

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    Tour de France 2024: oggi riposo, domani si riparte. Pogacar sempre più vicino al trionfo

    Si è conclusa la seconda settimana del Tour de France 2024: lunedì giorno di riposo prima delle ultime sei tappe. Le due frazioni sui Pirenei hanno sancito lo strapotere di Tadej Pogacar che è sempre più vicino a coronare il sogno di una storica doppietta Giro-Tour che manca dal 1998, quando a realizzarla fu Marco Pantani. E intanto lo sloveno batte proprio un record del Pirata sulla salita di Plateau de Beille
    LE CLASSIFICHE DEL TOUR 2024

    “Le Tour, c’est moi!”: non lo ha detto ma lo ha dimostrato con i fatti, Tadej Pogacar. L’uno-due sui Pirenei, tappe che dopo il colpo di Vingegaard sul Massiccio Centrale potevano dare l’idea di rappresentare un grattacapo per lo sloveno, si sono invece rivelate un inesorabile colpo da ko nei confronti degli avversari, uno destro-sinistro da cui è difficile rialzarsi. Nel giorno della festa nazionale francese, quel 14 luglio in cui si celebra la presa della Bastiglia, la fine della monarchia e dell’Ancien Régime, Pogacar compie a Plateau de Beille la sua personale rivoluzione, battendo Vingegaard sul suo terreno e sconfiggendo anche quel caldo che gli ha sempre dato fastidio, avversario pericoloso quanto quelli sui pedali. Al tempo stesso la sua azione quasi irreale, spettacolare, sbalorditiva (ha polverizzato il record di Marco Pantani di ascesa sulla salita pirenaica, e si avvicina a compiere la doppietta Giro-Tour che manca proprio dal 1998, quando a realizzarla fu il Pirata) è stata una dichiarazione di presa del potere sulla Grande Boucle. Il giallo della sua maglia rifletteva la luce accecante delle montagne, e di fatto si auto incoronava, chilometro dopo chilometro, “Re Sole” di questo Tour de France e forse anche qualcosa di più, stiamo parlando di un posto nella storia del ciclismo, e dello sport in generale, di cui si parlerà nel futuro. I Pirenei, ci ha insegnato Gianni Mura, sono noti anche per la particolare velenosità delle vipere che li abitano. Sono inesorabili e cattivi, disegnano le gerarchie senza appello

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    Il giorno di riposo, poi sei tappe fino a Nizza
    Dopo i giorni del giudizio, ora l’ultimo lunedì di riposo dopo tante fatiche. Momento per ricaricare le batterie, polmoni e muscoli, in attesa delle ultime sei tappe. Le ultime tre in particolare separano Pogacar dall’ufficialità del trionfo. Due tappe di salite e la crono finale. Le prime due, con arrivo venerdì a Isola 2000 e sabato sul Col de la Couillole, possono essere l’ultima, e un po’ disperata, occasione di attaccare la maglia gialla. La cronometro di Nizza, se i distacchi resteranno questi, sarà a quel punto poco più di una passerella. I margini (decisamente notevoli) in classifica generale sono più che tranquillizzanti per gli uomini della UAE, ancor di più lo è lo stato di forma dello sloveno che demoralizza qualsiasi ipotesi di “ribellione” all’inevitabile. Ma nessuna corsa presenta insidie come il Tour de France. Lo sloveno lo sa e siamo sicuri che non ha alcuna intenzione di cedere lo scettro. Il suo strapotere è rinchiuso in una scena ripresa sulla salita di Plateau de Beille: mentre Vingegaard è al massimo dello sforzo, Pogacar si alza e pedala senza mani aprendo una bottiglietta d’acqua. Sì, per quanto visto finora… “Le Tour, c’est moi!”.

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    Il “Re pescatore” abdica ma con tanto onore
    Il bilancio di queste prime due settimane ribadisce i valori in campo e anzi li rafforza nelle differenze. Dopo Pogacar, in versione marziano a pedali, c’è Vingegaard. Lo avevano accusato di essere troppo attendista, di non attaccare, e in particolare Evenepoel di non avere le “palle” (parole testuali del belga). Il danese sabato ha dovuto subire ancora una volta il lavoro e la strategia perfetta della UAE di Pogacar, ma nella tappa di Plateau de Beille ha fatto tutto quello che doveva, non gli si può rimproverare niente. Ritmo forsennato della sua Visma, Jorgenson eroico a segnare un ritmo infernale nella prima parte di salita. Poi il “Re pescatore” ha attaccato, con coraggio, ma si è dovuto arrendere allo strapotere della maglia gialla. Ha abdicato al trono, ma con onore, meritandosi gli applausi che si merita chi comunque ci ha provato. Al terzo posto si conferma Remco Evenepoel. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: dietro i fenomeni dei grandi giri è quello che continua ad avere la gamba migliore, questo suo primo Tour è più che positivo e in chiave futura il belga passato dal calcio alle due ruote potrà firmare pagine non secondarie alla Grande Boucle. Ha già vinto la cronometro in questa edizione e si candida a fare il bis a Nizza. Menzione speciale per Giulio Ciccone. L’italiano dopo il terribile weekend conferma l’ottava posizione in classifica generale. Il suo Tour costante, senza squilli ma solido e intelligente, prosegue in attesa che i fuoriclasse concedano una striminzita occasione di vittoria di tappa agli scalatori primi tra gli umani. La settimana appena passata ci lascia invece il ritiro, amaro, l’ennesimo alla Grande Boucle, di Primoz Roglic. Serve scomodare un mito del Tour, Jacques Goddet, che nel 1947 disse a René Vietto: “Ce l’hai nel sangue questa gara, eppure anche stavolta la carogna si rifiuta”. Sì, il Tour può essere crudele.

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    Girmay verso la storia e un doveroso ricordo
    Non c’è solo Pogacar a scrivere la storia in questo Tour de France. C’è anche l’epopea di Girmay: tre vittorie di tappa per l’eritreo e una maglia verde della classifica a punti sempre più vicina. Ad Asmara, capitale del suo paese, festeggiano i suoi trionfi con i caroselli che di solito vengono riservati a imprese calcistiche. Il corridore della Intermarché è già un simbolo del suo popolo e lo sta diventando anche di un continente che nel ciclismo comincia ad affacciarsi. Abbiamo già vissuto ingressi di nazioni e luoghi nel mondo delle due ruote: americani, inglesi, australiani, poi l’ascesa del ciclismo latinoamericano-andino. Ora potrebbe essere il turno anche dell’Africa, benvenuta. La Grande Boucle saluta questo weekend pazzesco, epico e spettacolare, da martedì si torna a fare sul serio. Ultime sei tappe e chilometri per tentare imprese, per conquistare vittorie e lasciare un segno. Ma prima di salutare i Pirenei, il tempo di un ricordo. Domenica la carovana ha percorso il il Col du Portet-d’Aspet. Era il 18 luglio 1995 e nella discesa del Colle Fabio Casartelli cadde perdendo la vita su quelle strade di Francia. Era stato medaglia d’oro all’Olimpiade di Barcellona nel 1992. C’è una stele che lo ricorda e non abbiamo il dovere di conservarne la memoria. Di un ragazzo di talento dal sorriso gentile.

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    Ciclismo
    Tour de France 2024, il percorso e le tappe. FOTO

    Da Firenze a Nizza, passando per Bologna, Torino, il Galibier, il Massiccio Centrale, i Pirenei, Monte-Carlo e Cime de la Bonnette. È il percorso del Tour de France 2024, giunto alla 111esima edizione, che partirà sabato dall’Italia. Di seguito tutte le tappe e le altimetrie fino alla crono decisiva da Monte-Carlo e Nizza. Il Tour in diretta su Eurosport, canali 210 e 211 della piattaforma Sky
    TOUR DE FRANCE, LA 13^ TAPPA IN DIRETTA

    1^ TAPPA – SABATO 29 GIUGNO

    FIRENZE >RIMINI (206 km)

    2^TAPPA – DOMENICA 30 GIUGNO

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    PIACENZA >TORINO (229 km)

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    Tour de France, Pogacar trionfa anche oggi a Plateau de Beille e riscrive la storia

    Caldo, freddo, pioggia, vento. Non fa differenza. Al Tour comanda sempre lui: Tadej Pogacar. Nel giorno della presa della Bastiglia, nella tappa più calda di questa edizione, lo sloveno mette una bella ipoteca sulla corsa gialla. Conquistando nel giorno della festa Nazionale francese, il 14 luglio, la sua 14^ vittoria alla Grande Boucle. Una prova di forza, di dominio assoluto da parte del vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. Onore e merito a Jonas Vingegaard. Ci ha provato in tutti i modi, facendo tirare i suoi fino all’ultima delle 5 salite: quella di Plateau de Beille. Con Jorgenson a fare il lavoro duro fino ai-10 dall’arrivo, quando il danese in maglia a pois ha provato ad attaccare la maglia gialla. Che lo ha marcato stretto fino a 5.4 km dall’arrivo. Quando ha deciso di far partire il suo ennesimo show. Una cavalcata da brividi fino al traguardo. Polverizzato il tempo di ascesa di Marco Pantani. Con distacchi da ciclismo d’altri tempi. Con Vingegaard secondo a 1.08 ed Evenepoel a quasi 3 minuti. Lo stesso vantaggio che ora ha Pogacar in classifica generale sul danese. Il principe Tadej si conferma il re dei Pirenei. Tra lui e il trono del Tour manca ora solo una settimana. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Pogacar vince la 15^ tappa e rafforza la maglia gialla

    1 POGACAR Tadej UAE Emirates Team 61h56:24
    2 VINGEGAARD Jonas Team Visma | Lease a bike +3:09
    3 EVENEPOEL Remco Soudal Quick Step +5:19
    4 ALMEIDA João UAE Emirates Team +10:54
    5 LANDA Mikel Soudal Quick Step +11:21
    6 RODRÍGUEZ Carlos Ineos Grandiers +11:27
    7 YATES Adam UAE Emirates Team +13:38
    8 CICCONE Giulio Lidl – TreK +15:48
    9 GEE Derek Israel – Premier Tech +16:12
    10 BUITRAGO Santiago Team Bahrain Victorious +16:32 LEGGI TUTTO

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    Giro d’Italia Women, vince Elisa Longo Borghini. Trionfo italiano dopo 16 anni

    Elisa Longo Borghini ha vinto il Giro d’Italia Women. La 32enne di Verbania riporta il trofeo in Italia dopo 16 anni. L’ultimo successo era stato firmato infatti da Fabiana Luperini nel 2008. Nella tappa finale a L’Aquila l’azzurra doveva difendere un solo secondo di vantaggio su Kopecky. Resiste alla ruota della belga per tutta la frazione conclusiva, per poi staccarla incrementando il distacco finale. Longo Borghini ha indossato la maglia rosa dalla prima (con la vittoria nella cronometro di Brescia) all’ultima tappa.
    Classifica finale
    1) Elisa LONGO BORGHINI in 24:02:162) Lotte Kopecky (Bel) +0’21″3) Neve Bradbury (Aus) +1’16″4) Pauliena Rooijakkers (Ola) +2’05″5) Juliette Labous (Fra) +2’15” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, caso Pantani: Procura Trento riapre indagini su Giro d’Italia 1999

    La Procura di Trento ha riaperto le indagini sul caso di Marco Pantani riguardo al Giro di Italia del 1999. Secondo quanto apprende l’ANSA il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera, riguarda l’ipotesi, come è emerso anche dalle audizioni in Commissione Antimafia, di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a evitare la vittoria di Pantani nella classifica finale. Il primo a parlare della vicenda fu Renato Vallanzasca, sentito nella giornata di venerdì come persona informata sui fatti, nel carcere di Bollate, dalla stessa pm trentina.  LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Pogacar trionfa sui Pirenei e allunga su Vingegaard

    Campioni si nasce e Tadej Pogacar è un campione con la C maiuscola. A Soulan Pla d’Adet, nella prima delle due tappe pirenaiche di questo Tour, con il mitico Tourmalet da scalare, ha rimesso le cose in chiaro, mostrando i muscoli. A chi metteva in dubbio la sua leadership, il suo carattere da vincente nato, dopo il successo di Vingegaard a Le Lorian. Con una prestazione da campione assoluto. Da capitano vero. Il 13esimo successo al Tour dello sloveno è figlio di una grande strategia di squadra della UAE. Brava a tenere sotto controllo la corsa, mantenendo sempre a distanza di sicurezza la fuga sulle prime due salite di giornata. Prima di cominciare a imporre il suo ritmo sull’ultima, isolando di fatto Vingegaard, con il solo Jorgenson a fargli da scudiero.
    Così, quando a 7km dall’arrivo Yates saluta il gruppo l’americano della Visma è costretto a mettersi davanti. Una mossa decisiva per il conseguente attacco della maglia gialla ai -5. Che se ne va tra due ali di folla, sfruttando anche l’aiuto di Yates prima di andarsene via da solo. Con un’azione alla Pogacar. A cui né Vingegaard né Evenepoel riescono a rispondere direttamente. Non riuscendo mai a trovare la forza per ricucire. Dopo 14 tappe Pogacar ha un vantaggio di un minuto e 57 su Vingegaard e due minuti e 22 su Evenepoel. Il Tour è tutt’altro che finito. Ma il Principe Tadej non ha nessuna voglia di mollare il trono di Re del Tour. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 15^ tappa da Loudenvielle a Plateau de Beille: percorso e altimetria

    Secondo tappone pirenaico di questo Tour nella giornata della Festa nazionale francese: partenza da Loudenvielle e arrivo a Plateau de Beille dopo 198 km con cinque montagne da scalare, di cui quattro di 1^ categoria e la salita finale Hors Catégorie. Lunedì secondo e ultimo giorno di riposo. La diretta è su Eurosport, canale 210 della piattaforma Sky
    CLASSIFICHE – POGACAR SHOW: IL RACCONTO DELLA 14^ TAPPA

    Ancora un tappone pirenaico al Tour, durissimo, scelto per celebrare il 14 luglio, giorno della Festa nazionale francese. La 15^ frazione scatterà da Loudenvielle (Occitania) e arriverà nella località sciistica di Plateau de Beille dopo 197,7 km e cinque ‘giganti’ da scalare: quattro di 1^ categoria e l’ascesa finale classificata come Hors Catégorie, per un totale di 4.800 metri di dislivello. Sarà la rivincita di Vingegaard dopo la ‘lezione’ subita da Pogacar sul Pla d’Adet?

    L’altimetria della 15^ tappa
    Prima ‘fatica’ subito dopo la partenza: il Col de Peyresourde (6,9 km al 7,8% di pendenza media). Discesa (con il traguardo volante di Marignac al km 37) e doppia salita: Col de Peyresourde (6,9 km al 7,8%) e Col du Portet d’Aspet (4,3 km al 9,6%). Un po’ di respiro per una cinquantina di chilometri in pianura prima del Col d’Agnès (10 km all’8,2%), lo strappo di Port de Lers e il gran finale a Plateau de Beille, a 1.780 metri s.l.m. (15,8 km al 7,9%).

    I precedenti
    Per la settima volta il Tour sbarcherà a Plateau de Beille: indimenticabile la vittoria di Marco Pantani (1998), poi successi di Alberto Contador (2007), Jelle Vanendert (2011), Joaquim Rodríguez (2015). Cancellati per doping quelli di Lance Armstrong (2002 e 2004).

    Dove seguire il Tour de France
    Tutta la corsa è trasmessa in diretta integrale da Eurosport, canale 210 del telecomando Sky. La partenza da Loudenvielle è fissata per le ore 12:05, con arrivo previsto intorno alle 17:30. La tappa si potrà seguire anche su Sky Go e su NOW.

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    Ciclismo
    Histoire de La Grande Boucle: record e curiosità

    L’edizione 111 della Grande Boucle è già nella storia: Mark Cavendish ha strappato il record di tappe vinte nella corsa francese a Eddie Merckx con lo sprint vincente nella tappa di Saint-Vulbas. Tante altre sono le curiosità sulla storia del Tour, che ha parlato spesso italiano, già dalla primissima edizione: nel lontano 1903…
    di Alfredo Corallo
    TOUR DE FRANCE, LA 13^ TAPPA IN DIRETTA

    JE SUIS ITALIEN

    Era italianissimo il primo vincitore del Tour: Maurice Garin nasce nel 1871 a Arvier, in Valle d’Aosta. Emigra quattordicenne con la famiglia in Francia, dove trova un lavoro come “ramoneur” (spazzacamino) e soltanto nel 1901 – proprio per ragioni di lavoro – chiede e ottiene la cittadinanza francese. Insomma, vincerà da italiano le Parigi-Roubaix del 1897 e 1898, ma al Tour del 1903 ormai la “frittata” era fatta, era già un’omelette…

    TOUR D’ITALIE

    Così, il primo italiano ‘verace’ a vincere il Tour sarà Ottavio Bottecchia, soprannominato il “Muratore del Friuli” perché prima di diventare professionista era stato carrettiere, nonché bersagliere nel 6º Battaglione ciclisti, medaglia di bronzo al valor militare. Botescià – come lo chiamavano maldestramente i ‘cugini’ – trionferà nel 1924 (in giallo dalla prima all’ultima tappa) e nel 1925. Dopo di lui, Gino Bartali (’38 e ’48), Fausto Coppi (’49 e ’52), Gastone Nencini (’60), Felice Gimondi (’65), Marco Pantani (’98) e Vincenzo Nibali (2014)

    LASCIATEMI CANTARE

    Appartiene a un altro italiano – poi naturalizzato belga – il record del più ‘anziano’ a prendersi una tappa: nel ’63 il siciliano Pino Cerami (nato a Misterbianco, Catania) s’impose nella Bordeaux-Pau a 41 anni, 3 mesi e 5 giorni. Non fu un exploix: nel 1960 Cerami aveva già sbalordito tutti con i successi di Roubaix e Freccia Vallone, impreziositi dal bronzo mondiale di Lipsia. Ma è ‘nostro’ anche il primato del più giovane vincitore di una frazione, nel 1931: Fabio Battestini fece sua la Dinan-Brest a 19 anni, 4 mesi e 13 giorni

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