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    Classifiche aggiornate Tour de France dopo l’ottava tappa: Adam Yates sempre maglia gialla

    Pochi minuti fa si è conclusa l’ottava tappa del Tour de France che ha visto la vittoria in solitaria del transalpino Nans Peters che dopo pochi chilometri è andato subito in fuga, non facendosi più raggiungere; a 47 secondi sono giunti al traguardo il lettone Tom Skujins e lo spagnolo Carlos Verona. Tra i favoriti di questo Tour, bel passo in avanti di Tadej Pogacar l’unico che in salita ha fatto la differenza e che alla fine della frazione guadagnando 40 secondi preziosi sui rivali e molto probabilmente, se ieri pomeriggio non avesse forato, sarebbe la nuova maglia gialla che invece è ancora ad appannaggio di Adam Yates che oggi in verità è stato abbastanza in difficoltà come anche Egan Bernal, ma sono riusciti a limitare i danni grazie all’esperienza.Ora andiamo a vedere tutte le classifiche aggiornate dopo otto tappe.

    Classifiche aggiornate Tour de France dopo l’ottava tappa
    Classifica generale (maglia gialla)
    1) Adam Yates 34h44’52”2) Primoz Roglic +3″3) Guillaume Martin +9″4) Romain Bardet   +11″5) Egan Bernal +13”6) Nairo Quintana +13″7) Miguel Angel Lopez +13″8) Rigoberto Uran +13”9) Tadej Pogacar +48″10) Enric Mas +1’00
    Classifica a punti (maglia verde)
    1) Peter Sagan 138 punti2) Sam Bennett 131 punti3) Wout Van Aert  106 punti4) Bryan Coquard 106 punti5) Alexander Kristoff 93 punti
    Classifica dei GPM (maglia a pois)
    1) Benoit Cosnefroy 35 punti2) Nans Peters 31 punti3) Ilnur Zakarin 25 punti4) Tom Skujins 24 punti5) Quentin Pacher 20 punti
    Classifica dei giovani (maglia bianca)

    1) Egan Bernal  34h45’05”2) Tadej Pogacar +35”3) Enric Mas +47”4) Sergio Andres Higuita +2’35”5) Neilson Powless +31’36” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France: bis di Van Aert in una tappa dominata dal vento

    LAVAUR – È bastato un po’ di vento per dare uno scossone a un Tour de France che nelle sue primissime uscite aveva regalato più sbadigli che sussulti. Un assalto in due puntate che ha prima escluso buona parte dei velocisti e poi creato sconquassi tra gli uomini di classifica. Il merito del primo agguato va alla Bora-Hansgrohe di Peter Sagan, che al minimo sentore di vento laterale ha impresso un ritmo folle alla carovana, spezzando il gruppo in tre tronconi già in avvio di tappa per tagliare fuori gli sprinter. Il secondo golpe lo ha condotto la Ineos, giocando in contropiede dopo aver frenato il tentativo solitario dell’incorreggibile Thomas De Gendt: Landa e Pogacar sono le vittime illustri di un’azione coordinata con il solito Julian Alaphilippe, fantasioso da par suo. Il lavoro della Bora-Hansgrohe, però, non ha portato alla vittoria di Peter Sagan, rimasto spettatore di una volata ristretta: sulla parte destra della carreggiata si è stagliata la figura furtiva di Wout Van Aert, che conferma il suo momento di grazia imponendosi sul traguardo di Lavaur dopo aver lavorato con la squadra per proteggere dalle imboscate i capitani Dumoulin e Roglic.LA CRONACA DELLA TAPPAIl primo agguatoMentre Cosnefroy e Schar volavano sulle prime rampette di giornata per mettere in cascina punti per la maglia a pois, la Bora-Hansgrohe coglieva al balzo l’occasione per mettere a ferro e fuoco il gruppo: nessuna chance per i due attaccanti e plotone diviso in tre tronconi. A inseguire quello di testa, il tentativo disperato e infruttuoso della Deceuninck di riportare in corsa la maglia verde Sam Bennett, che a fine giornata ha dovuto cedere lo scettro della classifica a punti a Sagan, architetto con i suoi compagni di squadra dell’accelerazione letale. Ewan, Viviani, Bol, Nizzolo e le altre ruote veloci si sono subito arrese a una giornata infausta, osservando da lontano il corso degli eventi. A infiammare il gruppo a metà tappa ci ha pensato il tentativo solitario, visionario come da copione, di Thomas De Gendt: lo si attendeva nella frazione vinta da Lutsenko, invece il belga della Lotto-Soudal ha cercato di sfruttare la “giornata libera” regalatagli dalle difficoltà di Ewan per sorprendere tutti con un attacco solitario sferrato a una novantina di chilometri dal traguardo. Ma l’occasione per il ristretto gruppo di testa era troppo ghiotta, e non appena le ruote del belga sono state riagguantate, a 35 km dall’arrivo, è partito il contropiede.L’azione della IneosIl primo a suonare la carica è stato Kwiatkowski, una fucilata che ha colto di sorpresa Landa – forse tradito anche da un mini tamponamento di qualche chilometro prima, che aveva costretto all’affannato rientro Pello Bilbao e Mohoric – e la maglia bianca Pogacar. La seconda sparata, direttamente a firma Alaphilippe, ha ulteriormente frazionato il plotone: nel gruppetto di fondo era presente Richie Porte, in quello di mezzo anche Bauke Mollema. La Ineos, intenta a trainare gli altri verso Lavaur, per la terza volta nella storia designata come traguardo di tappa dopo i successi di Rik Verbrugghe e Mark Cavendish, ha però perso per strada Carapaz, e a nulla è valso il sacrificio di Castroviejo: il vincitore dello scorso Giro d’Italia è stato ben presto ripreso dal “gruppo Pogacar”. Tutti in fila per Sagan, dunque, e invece lo slovacco ha clamorosamente deluso le attese: tredicesima piazza per la nuova maglia verde, bruciato anche da uomini di classifica come Bernal (nuova maglia bianca ai danni di Pogacar) e Yates. Ci ha provato, invano, Julian Alaphilippe, comunque uno dei grandi protagonisti di giornata. A trionfare in questa volata anomala davanti a Boasson Hagen e Coquard è stato il “solito” Van Aert, che si conferma uomo ovunque della Jumbo-Visma: secondo successo personale, terzo di squadra. Il nativo di Herentals non è certo il tipo che si fa ingannare da una folata di vento.Ordine di arrivo1 VAN AERT Wout (Team Jumbo-Visma)2 BOASSON HAGEN Edvald (NTT Pro Cycling) s.t.3 COQUARD Bryan (B&B Hotels – Vital Concept) s.t.4 LAPORTE Christophe (Cofidis, Solutions Crédits) s.t.5 STUYVEN Jasper (Trek – Segafredo) s.t.6 VENTURINI Clément (AG2R La Mondiale) s.t.7 HOFSTETTER Hugo (Israel Start-Up Nation) s.t.8 BERNAL Egan (INEOS Grenadiers) s.t.9 YATES Adam (Mitchelton-Scott) s.t.10 VALVERDE Alejandro (Movistar Team) s.t.Classifica generale1 YATES Adam (Mitchelton-Scott) 30h36’00”2 ROGLIC Primoz (Team Jumbo-Visma) +3″3 MARTIN Guillaume (Cofidis) +9″4 BERNAL Egan (INEOS Grenadiers) +13″5 DUMOULIN Tom (Team Jumbo-Visma) +13″6 QUINTANA Nairo (Arkea) +13″7 BARDET Romain (AG2R La Mondiale) +13″8 LOPEZ Miguel Angel (Astana) +13″9 PINOT Thibau (Groupama) +13″10 URAN Rigoberto (EF Pro Cycling) +13″ LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France: il Covid e la maglia gialla, i corridori hanno fretta

    MILLAU – Il Covid, ce n’eravamo quasi dimenticati. Ci ha pensato un profilo social molto seguito, Pro_tour_cycling, a ricordare a tutti che questo Tour è sotto scacco e che la pandemia potrebbe presto o tardi metterla lei la maglia gialla. La lettura è fantasiosa: se lunedì, il primo giorno di test obbligatori per tutti, tre corridori, non necessariamente della stessa squadra, dovessero essere trovati positivi al Covid, il Tour si fermerebbe ma non verrebbe annullato. Farebbe fede e albo d’oro la classifica di quel momento. Ossia quella di domenica sera, quella scaturita dalla tappa di Laruns. Fantasiosa e priva di fondamento, questa lettura, come lo sarebbe qualunque altra. Perché non c’è un regolamento ad hoc e Prudhomme, Aso e chi per loro non hanno uno strumento tecnico-giuridico cui fare riferimento. Tanto che se il Tour dovesse essere fermato e non assegnato, la questione potrebbe essere posta dalla squadra del corridore in maglia gialla in quel momento al giudizio di qualche tribunale dello sport nazionale o internazionale, come il Tas.Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Ciccone positivo al covid: salterà la Tirreno-Adriatico

    Giulio Ciccone è risultato positivo al test Covid-19: lo ha comunicato la Trek-Segafredo. Il test è stato effettuato il 31 agosto in conformità alle norme UCI in vista della sua partecipazione alla Tirreno-Adriatico, al via il 7 settembre. La corsa era un obiettivo importante per Ciccone, soprattutto nella sua preparazione al Giro d’Italia.L’ultima corsa di Ciccone è stato il Campionato Italiano, dopo il quale ha raggiunto il ritiro in altura programmato con la squadra. L’ultimo contatto di Ciccone con i compagni di squadra è avvenuto il 23 sera a cena durante la quale, come prassi del team, è stato mantenuto il distanziamento sociale. Come tutti i membri della squadra presenti in ritiro, Ciccone ha soggiornato in camera singola. Nell’ambito del protocollo Covid-19 interno alla squadra, tutti i corridori e lo staff presente hanno fatto dei test con tamponi all’arrivo. Tutti, compreso quello di Ciccone, erano risultati negativi. Successivamente, a causa di sintomi di stanchezza evidenziati dal corridore, lo staff medico ha preferito che il corridore tornasse a casa a Chieti per seguire un programma di allenamento individuale rispetto a quello previsto in ritiro a Passo San Pellegrino. Quindi, nel test del 31 agosto, svolto in ottemperanza al regolamento dell’UCI in vista della sua partecipazione alla Tirreno-Adriatico (test dei -6 giorni), è emersa la positività.  Lo stesso giorno sono stati testati anche i corridori e lo staff in ritiro, i cui esiti sono stati negativi.Un ulteriore test per corridori e staff è stato svolto oggi, in conformità con il regolamento UCI (test dei -3 giorni) per la loro partecipazione alla Tirreno-Adriatico. Trek-Segafredo fornirà il massimo supporto a Ciccone in attesa della sua completa guarigione. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France: Lutsenko vince il salita. Adam Yates mantiene la maglia gialla

    Tirato fuori d’urgenza dalla doccia dopo il traguardo di Privas, con il volto oscurato dalla mascherina, non era apparso chiaro il grado di godimento di Adam Yates per avere conquistato la maglia gialla. In fondo tutto era nato da un regalo di Alaphilippe, da quella borraccia usata in territorio vietato. Capita, e poi è un momento un cui le borracce al Tour vanno di moda: neanche 24 ore dopo un’altra, vacante sull’asfalto, per poco non costa una spalla a Dayer Quintana, il fratello di Nairo. Vi sale sopra con la bici e finisce pesantemente a terra. “Prendere la maglia gialla così non piace a nessuno”, aveva detto Yates. Ora, dopo il Mont Aigoual, può sentire più suo il primato. Il britannico si destreggia senza tremare sul filo dei secondi di una classifica che più provvisoria non si può, respingendo le velleità altrui, misteriose in quanto rimaste nelle intenzioni. L’unico a rosicchiargli qualcosa è proprio Alaphilippe, che in vista del traguardo ha un sussulto che sa di rimpianto. Per il francese un piccolo secondo in cassaforte.Non cambia la classifica, ma cambia il palmares di Aleksej Lutsenko. E’ uno di quei corridori che di fughe importanti ne ha cercate parecchie in carriera, alcune peraltro portate a termine. Stavolta azzecca la migliore possibile di diventa il secondo kazako a vincere una tappa della Grande Boucle. Per trovare l’altro, bisogna andare indietro 10 anni, ad Alexander Vinokourov, attualmente padre padrone dell’Astana, il più vincente e discusso (fedina doping tutt’altro chelinda) alfiere del ciclismo kazako. .”Oggi ne abbiamo parlato prima della partenza nella riunione con Vinokurov – svela il trait d’union il vincitore – avevo già un distacco di circa sei minuti e dunque avevo programmato questa fuga”.In un Tour privato delle cime storiche, il Mont Aigoual non brilla per nobiltà. Un solo contatto con il Tour, datato 1987: passò in testa Silvano Contini, bel talento mai completamente espresso nonostante una Liegi e un secondo posto al Giro dietro re Hinault. La maglia gialla fa cambiare abitudini ad Adam Yates: lui è solito correre nelle retrovie, stavolta è ‘costretto’ a stare davanti per evitare sorprese. Considerando quanto fatto dalla Ineos di Bernal alla Jumbo di Roglic, poteva starsene anche dietro.Il clou arriva un po’ prima dell’ascesa finale: Col de la Lusette (11,7 km con punte dell’11%). E’ qui che la fuga di giornata dirime i propri dubbi. Oltre a Lutsenko, ne fanno parte Herrada, Roche, Cavagna, van Avermaet, Powless, Boasson Hagen, e il nostro Daniel Oss (piccolo segnale d’Italia, l’altro è prodotto da uno scatto di Aru, che se ne sta per un po’ da solo davanti al gruppo dei migliori prima di rientrare nei ranghi). La mezza sorpresa è una assenza: manca Thomas De Gendt, uno che si solito in queste situazioni ci entra sempre o quasi. Il personaggio è invece Powless: si tratta del primo nativo americano al Tour. E’ della tribù Oneida, significa Popolo della Pietra Eretta. Powless, che compie anche gli anni (24) si fa prendere troppo dall’entusiasmo, rompendo definitivamente gli equilibri. Lutsenko invece è un navigatore di lungo corso, sa gestirsi e resta presto solo soletto. L’unico che prova a dargli fastidio è Herrada, ma quando scatena la caccia è tardi. E Lutsenko fa il salto di qualità: “Questa è una vittoria molto importante per me, al Tour è la consacrazione di un corridore. Sono molto contento, ho lavorato molto per trovare questa vittoria”.ORDINE D’ARRIVO1. Alexey Lutsenko (Kaz, Astana) in 4h32’34″2. Jesus Herrada (Esp, Cofidis) a 55″3. Greg Van Avermaet (Bel, CCC Team) a 2’15″4. Neilson Powless (Usa) a 2’17″5. Julian Alaphilippe (Fra)a 2’52″6. Bauke Mollema (Ned) a 2’53″7. Michal Kwiatkowski (Pol) s.t.8. Egan Bernal (Col) s.t.9. Richard Carapaz (Ecu) s.t.10. Adam Yates (Gbr) s.t.11. Tadej Pogacar (Slo) s.t.13. Nairo Quintana (Col) s.t.14. Thibaut Pinot (Fra) s.t.15. Tom Dumoulin (Ned) s.t.21. Primoz Roglic (Slo) s.t.25. Miguel Angel Lopez (Col) s.t.37. Fabio Aru (Ita) a 3’01″CLASSIFICA GENERALE 1. Adam Yates (Gbr, Mitchelton-Scott) in 27h03’57″2. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) a 3″3. Tadej Pogacar (Slo, UAE-Emirates) a 7″4. Guillaume Martin (Fra) a 9″5. Egan Bernal (Col) a 13″6. Tom Dumoulin (Ned) s.t.7. Esteban Chaves (Col) s.t.8. Nairo Quintana (Col) s.t.9. Romain Bardet (Fra) s.t.10. Miguel Angel Lopez (Col) s.t.12. Thibaut Pinot (Fra) s.t.16. Julian Alaphilippe (Fra) a 15″19. Alejandro Valverde (Esp) a 34″20. Richard Carapaz (Ecu) a 41″29. Fabio Aru (Ita) a 3’45” LEGGI TUTTO

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    Classifiche aggiornate Tour de France dopo la 5.a tappa: Adam Yates nuova maglia gialla

    Pochi minuti fa si è conclusa la quinta tappa del Tour de France che ha visto il successo del belga Wout Van Aert che nella volata finale ha avuto la meglio sull’olandese Cees Bol e sull’irlandese Sam Bennett giunti rispettivamente secondo e terzo. Domani è in programma la sesta frazione Le Teil-Mont Aigoual (191 km) dove gli ultimi sei chilometri sono in leggera salita fino ai 1.560 metri del traguardo con pendenze leggere del 4%.
    In classifica generale con la maglia gialla ancora in possesso del francese Julian Alaphilippe, ma con i primi tredici racchiusi nello spazio di soli 17 secondi, la Grande Boucle deve entrare ancora nel vivo. Attualmente in seconda posizione troviamo il britannico Adam Yates a 4″ e lo sloveno Primoz Roglic a 7″. Ora andiamo a vedere tutte le classifiche aggiornate dopo cinque tappe.
    Classifiche aggiornate Tour de France dopo la 5.a tappa
    Classifica generale (maglia gialla)
    1) Julian Alaphilippe 22h 28′ 26”2) Adam Yates a 4″3) Primoz Roglic  a 7″4) Tadej Pogacar 131 a 11″5) Guillaume Martin a 13″6) Egan Bernal a 17″7) Tom Dumoulin a 17″8) Nairo Quinta s.t9) Esteban Chaves s.t.10) Miguel Angel Lopez s.t.
    Classifica a punti (maglia verde)
    1) Sam Bennett 123 punti2) Peter Sagan 114 punti3) Alexander Kristoff  93 punti4) Caleb Ewan 75 punti5) Matteo Trentin 70 punti
    Classifica dei GPM (maglia a pois)
    1) Benoit Cosnefroy 23 punti2) Michael Gogl 12 punti3) Primoz Roglic 10 punti4) Tadej Pogacar 8 punti5)Quentin Pacher 6 punti
    Classifica dei giovani (maglia bianca)

    1) Tadej Pogacar 22h 28′ 37”2) Egan Bernal Gomez  a 6″3) Enric Mas Nicolau a 15″4) Sergio Andres Higuita a 34″5) Marc Hirschi 204 a 4’03” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Mondiali 2020 assegnati a Imola

    ROMA – Il  Mondiale di ciclismo 2020 si svolgerà a Imola. Lo ha reso noto l’Uci, l’Unione Internazionale di ciclismo. Dopo la rinuncia in extremis della Svizzera, la candidatura italiana ha superato quella francese della Planche des Belles Filles. Definite date, categorie e programma, ridotto rispetto al solito: giovedì 24 le cronometro uomini e donne, sabato 26 la prova in linea donne e domenica 27 i professionisti.La presenza dell’autodromo decisiva per l’UciI punti di forza di Imola sono l’autodromo, che garantisce la miglior struttura logistica possibile, dove è già tutto pronto, sala stampa da mille posti, box separati (quelli della F.1) per le Nazionali e garanzie sanitarie e di distanziamento sociale per gli addetti ai lavori, e il percorso, il circuito dei Tre Monti, duro quasi quanto quello di Martigny, dove era stato fissato inizialmente l’appuntamento iridato, poi saltato per le precauzioni sanitarie del governo cantonale. È il 12mo Mondiale ospitato in Italia: l’ultimo quello di Firenze nel 2013. Imola torna Mondiale dopo 52 anni. Il 1 settembre 1968 il leggendario trionfo di Vittorio Adorno dopo 90 km di fuga solitaria.Lappartient: “Scelta di grande valore simbolico””L’assegnazione dei Mondiali su strada in Italia quest’anno è di grande valore simbolico per l’Uci: in un Paese che ha sofferto enormemente per la pandemia Covid-19 ma ha saputo affrontarla con efficacia e coraggio, lo svolgimento del nostro evento annuale più importante sarà, a suo modo, un segnale di ritorno alla normalità in una regione dove la situazione sanitaria è ormai sotto controllo” ha detto il presidente dell’Uci, David Lappartient. “Sono convinto che i Mondiali di Imola consentiranno a tutti noi, nonostante la difficile situazione attuale, di assistere a una grande festa sportiva”. LEGGI TUTTO