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    Ciclismo, Giro d'Italia; Nibali: “Il vero avversario è il meteo”

    ROCCARASO – Nel primo giorno di riposo del Giro, a cavallo tra la tappa di Roccaraso e quella complicata di Tortoreto, Vincenzo Nibali fa il punto della sua situazione e di quella dei suoi principali avversari. Il siciliano è quinto nella generale a 57″ da Joao Almeida, la maglia rosa portoghese. Cosa pensa della possibilità che il meteo possa cambiare le carte in tavola del Giro, impedendo la scalata delle grandi salite della terza settimana? “Quello delle condizioni atmosferiche e delle grandi salite è un problema che non riguarda solo me. Credo che l’organizzazione abbia già preparato dei piani B e forse anche C per le tappe più critiche. Per quanto mi riguarda, un po’ di preoccupazione c’è, ma con l’andare dei giorni saremo aggiornati via via sull’andamento della situazione”. L’eventuale mancanza di Stelvio e Agnello potrebbe indurla ad essere più aggressivo in tappe intermedie come quelle di Tortoreto e di Cesenatico? “Certamente sono più adatto alle salite lunghe e alte: in mancanza di queste probabilmente cambierà l’atteggiamento di tutti, e forse saremo portati ad essere più aggressivi nelle tappe che precedono le grandi salite. Attualmente non lo possiamo decidere, si capirà piano piano che Giro sarà dal punto di vista altimetrico”. Quanta differenza potrebbe fare alla lunga la capacità individuale di resistere alle basse temperature?  “Questo è un aspetto da tenere in grandissima considerazione. Tutti noi uomini di classifica abbiamo una percentuale di massa grassa molto bassa, siamo molto tirati. Coprirsi bene sarà indispensabile e alimentarsi. Quando fa tanto freddo il dispendio energetico è molto più alto”. Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il Giro e il gelo sulle Alpi che rischia di stravolgere la corsa: “Servirà buonsenso”

    ROCCARASO – Chiusa la prima settimana, il Giro inizia il percorso di risalita verso il nord. Nord vuol dire Alpi, da dove continuano ad arrivare immagini scoraggianti: ieri neve a Piancavallo, sullo Stelvio e sull’Agnello. Le tre tappe più importanti del Giro rischiano di essere stravolte dal meteo. Ma quella delle condizioni atmosferiche non è l’unica variabile del gioco assai rischioso intrapreso dalla corsa con il suo spostamento ad ottobre. C’è un aspetto del regolamento che rischia di mettere gli organizzatori in una posizione delicata e complicata. Si chiama Extreme weather protocol, è un protocollo di protezione che i corridori sono riusciti ad ottenere dall’Uci in caso di condizioni atmosferiche avverse. Esiste dal 2016 ed ha avuto non molte applicazioni in questi quattro anni. In base ad esso, in caso di maltempo, di pioggia ghiacciata, di neve sulla sede stradale, di vento forte e di temperature estreme, una tappa può essere accorciata o annullata.Cristian Salvato, ex professionista e presidente dell’ACCPI (l’associazione italiana corridori), è il delegato del gruppo su questa materia. In caso di situazioni critiche, lui, un rappresentante dei team, il presidente di giuria, il direttore di corsa, un rappresentante delle forze dell’ordine e il medico di gara, dovranno riunirsi prima della tappa e decidere sul da farsi.Salvato, cos’è e come funziona il Protocollo?”I corridori si sono battuti anni per averlo ed è una garanzia per loro: si attiva in caso di condizioni meteorologiche critiche. La parola d’ordine è buonsenso. Non esiste cioè una temperatura sotto la quale scatta necessariamente. Bisogna capire come quella temperatura o quelle condizioni particolari possono impattare sullo svolgimento della gara e soprattutto sulla salute dei corridori”.Ha paura che il Giro dovrà ricorrervi nelle tappe alpine?”Le condizioni in questo momento sono molto difficili. Per fortuna, le previsioni sono diventate affidabili al 100%. Questo ci garantisce di arrivare alla sera precedente alla tappa con le idee chiare sull’indomani. Le condizioni devono essere di garanzia per i corridori”.Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, l'importanza di chiamarsi Pedersen: Casper vince la Parigi-Tours, Mads la Gand-Wevelgem

    TOURS – Una domenica nel segno dei Pedersen. Casper conquista la 114esima edizione della Parigi-Tours, classica francese disputata oggi sulle strade transalpine sulla distanza di 213 km. In una volata a due, il corridore della Sunweb, ha battuto il francese Benoit Cosnefroy dell’AG2R La Mondiale. Mads invece trionfa sulle strade del Belgio nella Gand-Wevelgem, anticipando in volata il francese Florian Senechal. Al terzo posto Matteo Trentin davanti ad Alberto Bettiol.Parigi-Tours a CasperLa fuga giusta si forma a 200 chilometri dall’arrivo: se ne vanno Mikel Aristi (Euskaltel-Euskadi), Elmar Reinders (Riwal Readynez Cycling), Petr Rikunov (Gazprom-RusVelo), Sergio Roman Martin (Caja Rural-Seguros RGA), Emiel Vermeulen (Natura 4Ever Lille Roubaix) ed Evaldas Siskevicius (Nippo Delko One Provence KTM). Dopo il rifornimento, l’AG2R La Mondiale forza e il distacco dei fuggitivi cala notevolmente, facendo perdere contatto a diversi corridori. A circa 50 chilometri, Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) prova ad attaccare, favorendo la successiva azione di un gruppetto di corridori. Ne fanno parte Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept), Casper Pedersen (Team Sunweb) e Alexander Krieger (Alpecin-Fenix). Il vincitore del 2018 Soren Kragh Andersen (Team Sunweb) invece cade ed è costretto al ritiro. A circa 30 km dal traguardo, attacca Cosnefroy e risponde solo Pedersen. Successivamente un quintetto composto da Warren Barguil (Arkea-Samsic), Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Joris Nieuwenhuis (Team Sunweb) e Petr Vakoc (Alpecin-Fenix), riprende e stacca gli altri inseguitori, i quali provano a organizzarsi per giocarsi almeno un piazzamento in top ten. A 15 chilometri dall’arrivo, i due al comando procedono di comune accordo, e i cinque inseguitori si limitano a stare a ruota e a rompere i cambi. Cosnefroy e Pederson entrano nell’abitato di Tours con 25 secondi di vantaggio, iniziando il gioco tattico per prepararsi alla volata finale. Pedersen prende lo sprint in testa battezzando il lato destro della carreggiata e riesce a resistere al ritorno di Cosnefroy, che gli si affianca ma non riesce a superarlo. La festa Sunweb viene completata dal terzo posto di Joris Nieuwenhuis. Casper Pedersen pecede Benoit Cosnefroy alla Parigi-ToursCondividi   LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: a Roccaraso fa festa il Portogallo. Vince Guerreiro, Almeida resta in rosa

    Piccoli Acacio Da Silva crescono. Solo lui nella storia del ciclismo portoghese aveva preso la maglia rosa al Giro prima di Joao Almeida. Solo lui aveva vinto una tappa, almeno fino a Roccaraso. Qui spunta Ruben Guerreiro, 26 anni da Setubal, città che sportivamente ha Josè Mourinho tra i suoi figli prediletti. Guerreiro, che non raccoglieva nulla da quando, 3 anni fa, vinse il titolo nazionale in linea, precede in un testa a testa serrato sulle pendenze finali, Jonathan Castroviejo. Lo spagnolo è uno degli orfani di Geraint Thomas. Un po’ come Dowsett 24 ore prima vanta una sfilza infinita di vittorie a cronometro, ma differenza del britannico non riesce a dare soluzione di continuità. L’ultima sua vittoria che non sia contro il tempo resta quella di 11 anni fa al Tour de l’Avenir. Giornata in cui non manca nulla. Salita (dislivello complessivo di 4000 metri), freddo (escursione termica sui 20° rispetto a Vieste) e tanta pioggia. A cercare il pelo nell’uovo, era lecito aspettarsi una ridefinizione dei ruoli più marcata nella classifica generale. Nella giornata storica del portogallo si conferma in maglia rosa Joao Almeida: la sua è una difesa di personalità, condita dalla sofferenza solo nell’ultimo mezzo km dell’ascesa finale, quando la pendenza impennava al 12%.  “La mia squadra ha fatto un lavoro incredibile, è stata perfetta: indosso la maglia rosa grazie a loro. Sono una persona piuttosto tranquilla, ma sono così contento per la vittoria di Guerreiro, se lo merita davvero. Gli faccio i miei complimenti”.La corsa dei big esplode in coda. Poca roba, ma le indicazioni non mancano: Fuglsang ad esempio rifila 14 secondi a Nibali, che è arrivato sulle gambe. E occhio a Wilco Kelderman: è il principale inseguitore di Almeida (30 secondi) e quando la corsa si accende c’è sempre.   LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: fuga vincente di Dowsett, prima storica per un team israeliano. Almeida resta in rosa

    Non è la prima volta di Alex Dowsett al Giro, ma è la prima volta di un team israeliano nel ciclismo che conta. Ha impiegato 5 anni l’Israel Start-Up Nation per arrivare a vincere una tappa in un grande giro, ma ora la missione compiuta a Vieste per merito di un britannico dalla una storia particolare: un atleta simbolo, capace di coniugare lo sport ad altissimo livello con una emofilia che per lui va avanti da sempre. Un palmares già ricco, fatto di tante vittorie a cronometro (una anche al Giro d’Italia di sette anni fa) e di tre mesi di gloria per il record dell’ora stabilito nel maggio 2015, prima che glielo sfilasse il mese dopo Rohan Dennis, a sua volta spodestato da Victor Campenaerts lo scorso anno. A Dowsett mancava solo godersi il gusto della vittoria, abituato come era a sfrecciare al traguardo a crono senza rendersi di ciò che gli ruotava intorno. Stavolta però è stato diverso: gli ultimi 100 metri se li è quasi fatti a passo d’uomo, in una sorta di autocelebrazione del trionfo. “Non so cosa dire. Ho avuto le mie soddisfazioni nelle cronometro, ma non potete capire cosa significhi tutto ciò in questo anno così difficile”, ha spiegato. “Non riesco a crederci, a gennaio diventerò padre ma non riesco a guardare così tanto avanti”.Non cambia nulla nella classifica generale: Almeida resta in rosa alla vigilia del primo vero esame di laurea della sua carriera, domenica sulla salita di Roccaraso. Cambia invece la tranquillità generale nel gruppo: la positività di Simon Yates al Covid ovviamente getta ombre sul futuro di questo Giro, chiamato più che mai a vivere alla giornata. “E’ il primo caso dopo dieci giorni, siamo sereni perché vuol dire che la bolla ha retto. E il tema dei controlli rapidi ha una sua valenza, ci ha consentito di fermare Simon in maniera veloce. Se avessimo dovuto utilizzare il protocollo Uci noi questa mattina avremmo dovuto mandare a Milano i test e aspettare una risposta. Così siamo riusciti a bloccare la situazione e mettere in sicurezza la bolla e il gruppo”, spiega il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni. Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Mountain bike: Eva Lechner argento ai mondiali

    ROMA – Grande prestazione di Eva Lechner ai mondiali di Mountain Bike in corso di svolgimento in Austria. Sul percorso di Leogang, nella zona di Salisburgo, la 35enne azzurra conquista la medaglia d’argento, suo miglior piazzamento ad una rassegna iridata assoluta (fu terza nel 2011). Medaglia d’oro alla campionessa in carica, la fuoriclasse francese Pauline Ferrand Prevot che si è imposta con tre minuti di vantaggio sulle avversarie.Lechner ha effettuato una bella rimonda nel finale di gara: a lungo è rimasta assieme alla svizzera Sina Frei (alla fine quarta), ma soprattutto ha battuto allo sprint l’australiana Rebecca McConnell. Quella della Lechner è l’ottava medaglia italiana nella gara Elite femminile della specialità cross country. La prima risale al 1993, l’oro della Pezzo in Francia. Seguirono, nell’ordine, il bronzo di Maria Paola Turcutto (1996), la doppietta oro-argento di Pezzo-Nadia De Negri nel 1997 in Svizzera, i bronzi di Pezzo del 1999 e 2000 e il bronzo della Lechner del 2011. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: Yates positivo al Covid: si ritira

    C’è il primo caso di Covid al Giro. Il 28enne britannico Simon Yates, capitano della Mitchelton-scott, è stato fermato e ritirato dalla corsa rosa a seguito del risultato positivo del tampone a cui è stato sottoposto e non sarà al via della tappa di oggi. Yates aveva manifestato sintomi molto lievi nelle ore successive alla settima tappa, la Matera-Brindisi. Il team medico della Mitchelton aveva subito richiesto un test rapido che ha dato risultato positivo. Successivamente è stato eseguito un secondo test, RT-PCR, che ha confermato la positiva del corridore.repApprofondimento LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: Demare fa tris nella tappa più veloce di sempre. Almeida resta in rosa

    La tappa più veloce di sempre della storia del Giro incorona il più veloce di adesso. Arnaud Demare ogni giorno che passa è sempre più personaggio. Un po’ per ‘le physique du rôle’ da bello, di quelli la cui faccia respinge le rughe della fatica. Un po’, anzi soprattutto, perché vince. A Brindisi arriva il tris dopo le affermazioni a Villafranca Tirrena e Matera. Media spaventosa: 51,230, mai così veloci in una frazione in linea, ‘battuta’ la Torino-Arenzano del 2009, che era stata corsa a 51,098. Volata spigolosa dopo una giornata spigolosa: la Groupama-FDJ è tirannica (Guarnieri monumentale) nel cacciare chi tenta di salire sul proprio treno, quindi Demare non è da meno, senza riguardi nello sbarazzarsi degli altri velocisti. Per Sagan il gusto amaro di un altro secondo posto, ma almeno stavolta non c’è fotofinish che sa di beffa. Semplicemente, quando lo slovacco tenta di affiancare Demare, viene respinto con perdite. “Una squadra fantastica. E’ stata una tappa velocissima, con molto vento e tante difficoltà nella prima parte. La squadra mi ha tenuto davanti, interpretando al meglio l’arrivo”, è la disamina essenziale del vincitore. Per la Francia sportiva un sorriso in un momento di tristezza: il Covid ha vinto la sua battaglia con la Parigi-Roubaix numero 118. Cancellata: l’ultima volta era accaduto dal 1940 al 1942 con il nord della Francia occupato dai tedeschi. Una cancellazione che non può che provocare angoscia: “Io spero che, per il bene del ciclismo, si possa arrivare a Milano”. Esprime preoccupazione il ds del Team Ineos, Matteo Tosatto. “Bisogna essere positivi. A mio modo di vedere, finora è stato un bel Giro, con tanta gente disciplinata lungo le strade”. Joao Almeida si tiene la maglia rosa (“Indossarla mi rende ogni giorno più forte”), le posizioni restano invariate, ma è quasi un caso. Non ci sono difficoltà altimetriche, ma i 143 km sono spazzati dal vento. Ne esce fuori una prima parte da tappa atlantica del Tour o da classica del nord. Gruppo frazionato e ventagli. Uomini di classifica: Almeida, Kelderman, Kruijswijk sono davanti. Numero di battistrada limitato, perfetto per luogo e situazione, velocità subito altissima. Dietro Nibali capisce che sta rischiando grosso. Poco assistito dai compagni di squadra (tra questi il più pronto a dare una mano è Jacopo Mosca), lo Squalo dà comunque la sferzata emotiva a chi è con lui: tra questi Fuglsang è il più illustre. La faticaccia dura una quarantina di km, poi si torna compatti. Poi ci si mettono le cadute, svariate. Una di gruppo quando mancano 45 km all’arrivo. Tra quelli di classifica l’oscar della sfortuna – o della disattenzione, a volte il confine è sottile- va a Vanhoucke. Quarto in classifica, va giù due volte, se la cava. Il gruppo si fraziona di nuovo, ma dietro c’è un certo Filippo Ganna. E’ lui il collante per arrivare ad una volata compatta. “Siamo contenti di un buon inizio di Giro, cercheremo di toglierci altre soddisfazioni”, annuncia il piemontese, che viaggia sulle ali dell’entusiasmo. Domenica c’è Roccaraso, bivio importante per la classifica. Prima però Vieste: se non scappa qualcuno sarà ancora volata. Vista l’aria che tira però i predatori di tappa faranno bene ad allearsi, altrimenti potrebbero fare i conti per la quarta volta con un altro predatore, più grande di loro, con la maglia di campione di Francia.ORDINE D’ARRIVO1. Arnaud Demare (Fra, Groupama-FDJ) in 2h47’28″2. Peter Sagan (Svk, Bora-Hansgrohe) s.t.3. Michael Matthews (Aus, Sunweb) s.t.4. Ben Swift (Gbr) s.t.5. Alvaro Jose Hodeg Chagui (Col) s.t.6. Rudy Barbier (Fra) s.t.7. Davide Ballerini (Ita) s.t.8. Enrico Battaglin (Ita) s.t.9. Filippo Fiorelli (Ita) s.t.10. Elia Viviani (Ita) s.t.CLASSIFICA GENERALE1. Joao Almeida       (Por, Deceuninck-QuickStep)   in 24h48’29″2. Pello Bilbao       (Esp, Bahrain-McLaren)         a       43″3. Wilco Kelderman    (Ned, Sunweb)                  a       48″4. Harm Vanhoucke     (Bel)                          a       59″5. Vincenzo Nibali    (Ita)                          a     1’01″6. Domenico Pozzovivo (Ita)                          a     1’05″7. Jakob Fuglsang     (Den)                          a     1’19″8. Steven Kruijswijk  (Ned)                          a     1’21″9. Patrick Konrad     (Aut)                          a     1’26″10. Rafal Majka        (Pol)                          a     1’32″21. Simon Yates        (Gbr)                          a     3’52” LEGGI TUTTO