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    Ciclismo, Giro: tamponi tutti negativi, oggi la crono che può ridisegnare la classifica

    CONEGLIANO – Un po’ di serenità sul Giro d’Italia. I 512 test sostenuti tra giovedì sera e venerdì da corridori e staff delle 20 squadre ancora in gara hanno dato esito negativo. I prossimi test anti-Covid sono in programma tra domani e lunedì. Nella precedente tornata di tamponi erano emerse le positività di Krujiswijk e Matthews (probabilmente, quest’ultimo, un falso positivo) e di sei membri di staff di tre diverse squadre. Oggi c’è la fondamentale cronometro tra Conegliano e Valdobbiadene, destinata a ridisegnare la classifica. Al comando c’è il portoghese Joao Almeida con 40″ di vantaggio sull’olandese Kelderman e 49″ sullo spagnolo Pello Bilbao, quarto Pozzovivo a 1’03”, quinto Nibali a 1’07”. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: Ulissi fa il bis, la maglia rosa Almeida fa la volata. E' secondo

    “Davvero non mi aspettavo di fare bellissima doppietta in questo Giro”. Non se l’aspettava, ma l’ha pianificata nei minimi dettagli. Diego Ulissi colpisce ancora: freddo in gara, lucido allo sprint. Sfrutta il ritrovato entusiasmo di Sagan per eliminare Demare, poi lui stesso (per mezzo del fido Valerio Conti), toglie di mezzo lo slovacco. Quindi, in una volata ristretta e serratissima, si è impone sulla maglia rosa Joao Almeida. E qui sta l’altro motivo dominante dell’arrivo a Monselice. E se la maglia rosa, a parte le doverose parole di umiltà, questo Giro pensasse di vincerlo? Fare la volata per racimolare sei secondi importanti di abbuono è in segnale in tale senso. Sabato c’è una cronometro in cui il portoghese ha le carte per fare bene, e la terza settimana – durissima- è preventivamente sub judice per il meteo. “L’obiettivo oggi era la vittoria, anche se il risultato è buono. Conoscevo benissimo le strade nel finale (le ha frequentate per un anno da dilettante, ndr). La mia squadra ha dato tutto, come ogni giorno. Avrei dovuto vincere, ma può accadere di arrivare secondi”.  Succede questo e altro nella tredicesima tappa. Calma piatta per 150 km, poi i fuochi d’artificio. Davanti attaccano in sette: Ravanelli, Pellaud -lo svizzero che per amore strizza l’occhio alla Colombia e che una volta ripreso si ferma ad applaudire i compagni-, Vanhoucke -che ha ridotto le sue velleità da pretendente alla maglia bianca a uomo in fuga-,  Rota, Contreras, Tonelli e Bouchard. Tonelli è quello che resiste di più, anche se il destino dei sette è chiaro già sulla prima salita impegnativa, il Roccolo. Sagan, che già in precedenza aveva fatto lavorare la squadra per tenere sotto controllo la fuga, incarica Matteo Fabbro di fare un ritmo killer per le gambe di Demare. Missione riuscita, visto che nonostante la scorta dei compagni, il francese deve rinunciare al pokerissimo: “Sapevamo che sarebbe stato un arrivo molto difficile. Può succedere un finale del genere, non c’è nessun rimpianto, anzi è una giornata positiva per la maglia ciclamino”. Le emozioni comunque non sono finite. Resta il muro di Calaone, dove a pagare scotto, sotto i colpi della UAE di Ulissi, è proprio Sagan. Davanti restano una ventina, la Deceunink di Almeida evita ulteriori rientri e prepara la volata per la maglia rosa. Poi mette tutti d’accordo Ulissi: “Abbiamo fatto un grandissimo lavoro nel finale, volevo staccare i velocisti. Nella volata ero molto stanco, ma sono a mettere la ruota davanti. Un grazie particolare a McNulty è stato grandioso”   LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: sulle strade di Pantani trionfa Narvaez

    CESENATICO – Piove e tira vento sulle strade care a Marco Pantani, che detestava la pioggia e fu comunque in grado, in una giornata da lupi, di dipingere uno dei suoi principali capolavori al Tour del ’98, strappando la maglia gialla al Kaiser Jan Ullrich con un’azione eroica nata sulle rampe del Galibier. Il Giro d’Italia parte e arriva a Cesenatico in una giornata di autunno purissimo, anomalia di questo strano 2020 che ha rivoluzionato il calendario delle corse e costretto la carovana rosa a un’edizione stravolta e fin qui imprevedibile. In una frazione da quasi 4000 metri di dislivello, gli uomini di classifica si danno battaglia fino a un certo punto: la Ntt di Domenico Pozzovivo conduce le danze a lungo ma finisce solo per scremare il plotoncino, nel quale Joao Almeida mantiene saldamente il simbolo del comando, girando con sprezzo del clima a maniche corte nonostante la bufera. Il vincitore di giornata esce dal drappello dei fuggitivi della prima ora: festeggia la Ineos con Jhonatan Narvaez, bravo e fortunato nell’approfittare del problema tecnico che sulla discesa verso il rientro a Cesenatico ha costretto allo stop l’ucraino Padun. Prima vittoria in un grande giro per il 23enne ecuadoriano, che a inizio settembre si era aggiudicato la Settimana Internazionale Coppi e Bartali vincendo una classifica generale che aveva visto Almeida chiudere al terzo posto. >Il gruppo, forse con un pizzico di leggerezza, in avvio lascia partire un plotoncino di tredici corridori, cui si aggiunge strada facendo un quattordicesimo, Carretero. Un manipolo che arriva a superare i 13 minuti di vantaggio e che presenta una tale varietà di soluzioni da rendere impossibile la riapertura della corsa per gli uomini di classifica: sono Bidard, Pellaud, Boaro, Benedetti, Rosskopf, Hansen, Clarke, Torres, Campenaerts, Richeze, Van Empel, Narvaez e Padun. Lecito pensare che l’ucraino possa agire da sponda futura per Pello Bilbao, ma lo sviluppo della corsa dice altro: dopo svariati cambi di padrone, alla fine se ne vanno in due, l’uomo della Bahrain-McLaren e Narvaez, con la Ineos che continua a onorare nel migliore dei modi la corsa rosa nonostante il prematuro addio di Geraint Thomas. Clarke è l’unico a tentare di ricucire ma deve fare i conti con una foratura, tutto lascia immaginare che Padun e Narvaez possano arrivare a braccetto e risolvere la contesa in volata ma un problema alla bici in discesa mette fuori causa l’ucraino, che tenta il disperato rientro nei 20 chilometri finali ma finisce per cedere di schianto dopo aver quasi ripreso l’ecuadoriano, solo e sorridente al traguardo posto in viale Carducci.Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Giro d'Italia, nuova tegola: positivi 17 poliziotti del servizio d’ordine del Giro-E

    CESENATICO – Non c’è pace per il Giro. Diciassette poliziotti impegnati nel servizio d’ordine del Giro d’Italia E-Bike, che precede la corsa rosa, sono risultati positivi al Covid. Gli agenti di polizia, tutti asintomatici, erano stati sottoposti a tampone in Abruzzo, tra domenica e lunedì, proprio come i corridori. Gli agenti sono tutti in isolamento in un albergo di Francavilla a Mare. Il sindaco della città abruzzese ha precisato che nessuno dei poliziotti è del comune abruzzese. Non si sa se gli agenti siano stati al seguito del Giro sin dalla prima tappa.repApprofondimento LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: poker di Demare allo sprint, Almeida resta in rosa

    Peter Sagan se non altro potrà andare a dormire senza essere attanagliato dai sensi di colpa. Nella tavola altimetrica quasi perfetta da Sant’Elpidio a Rimini, cui solo un GPM a Monta San Bartolo fa da reale soluzione di continuità, lo slovacco non impegna i suoi uomini della Bora nella chiusura della fuga di giornata. Quindi, dopo la splendida impresa di Tortoreto, lo slovacco torna secondo. Lo sprint lo vince Arnaud Demare, e la cosa non fa notizia, visto che di questi tempi, ogni volta che vede un rettilineo, il francese fa il vuoto. Poker di vittorie, i transalpini non riuscivano a vincere tanto in una edizione del Giro dai tempi di un certo Bernard Hinault. “Una vittoria eccezionale davvero, è la mia quarta in questo Giro d’Italia. I miei compagni di squadra hanno fatto un lavoro immenso per portarmi alla fuga. Piano piano abbiamo rimontato, sono felicissimo. Jacopo Guarnieri? Lui mi conosce bene, mi chiede sempre come sto durante le varie tappe”.Oltre a Sagan, Demare mette in riga terzo Hodeg e Simone Consonni, due che in quella posizione non ti aspetti. Hodeg è il colombiano alternativo Gaviria: il buon Fernando però si pianta, cosa che di questi tempi gli sta capitando un po’ troppo spesso. Consonni è lì al posto di Elia Viviani. La gara del veneto viene infatti pregiudicata nei pressi di una rotonda: lo tampona una moto dell’organizzazione scaraventandolo a terra e costringendolo, scortato dai compagni della Cofidis, ad una affannosa quanto dispendiosa ricorsa. Intendiamoci, Viviani non vince da oltre un anno e difficilmente con questo Demare avrebbe interrotto la serie. Però va detto che tra borracce e motociclette, al netto delle accuse sugli hotel fatta da van Emden, questo Giro ha parecchi problemi di sicurezza.   Tappa dall’evoluzione tutto sommato interessante nonostante un percorso tranquillo per gli uomini di classifica (a proposito, Almeida resta in maglia rosa). Va via una fuga di cinque uomini. Il tema e giovani contro ‘esperti’: tra i primi Bais, Romano e Mazzucco. Con loro il belga Armée (in bacheca anche una tappa alla Vuelta di Spagna) ed uno abituato ad azioni del genere come Frapporti. Dietro lavorano solo UAE (per Gaviria) e Groupama Fdj, e forse per questo che la fuga mantiene speranze di riuscita fino all’ultimo. Resiste Armée: un minuto e mezzo ad una quindicina di km dall’arrivo. La proiezione lo vede raggiunto in extremis, lui cede un po’ prima, stremato dalla lunga azione.ORDINE D’ARRIVO1. Arnaud Demare          (Fra, Groupama-FDJ)        in 4h03’52″2. Peter Sagan            (Svk, Bora-Hansgrohe)             s.t.3. Alvaro Jose Hodeg      (Col, Deceuninck-Quick Step)      s.t.4. Simone Consonni        (Ita)                             s.t.5. Rick Zabel             (Ger)                             s.t.6. Nico Denz              (Ger)                             s.t.7. Fernando Gaviria       (Col)                             s.t.8. Stefano Oldani         (Ita)                             s.t.9. Jacopo Mosca           (Ita)                             s.t.10. Elia Viviani           (Ita)                             s.t.CLASSIFICA GENERALE1. Joao Almeida        (Por, Deceuninck-QuickStep)  in 43h41’57″2. Wilco Kelderman     (Ned, Sunweb)                 a       34″3. Pello Bilbao        (Esp, Bahrain-McLaren)        a       43″4. Domenico Pozzovivo  (Ita)                         a       57″5. Vincenzo Nibali     (Ita)                         a     1’01″6. Patrick Konrad      (Aut)                         a     1’15″7. Jai Hindley         (Aus)                         a     1’19″8. Rafal Majka         (Pol)                         a     1’21″9. Fausto Masnada      (Ita)                         a     1’36″10. Hermann Pernsteiner (Aut)                         a     1’52” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: Sagan fa il capolavoro sui muri. Almeida resta in rosa, Fuglsang fora e Nibali lo stacca

    Rieccolo, quattrocentosessantuno giorni dopo. Peter Sagan non esultava da un pomeriggio d’estate del 2019, a Colmar, dove arrivava una tappa del Tour de France. Poi, a parte la parentsi dello strano calendario, prima allungato e compresso dal Covid, una serie infinita di piazzamenti. Maledizione giunta al capolinea a Tortoreto, in una giornata dall’elettrocardiogramma simile alla Liegi-Bastogne-Liegi. E visto che il buon Peter non è mai banale, fa cifra tonda: è il corridore numero 100 a iscriversi nel club dei vincitori di tappa a Tour, Vuelta e Giro. ‘’La vittoria arriva quando smetti di cercarla troppo”, spiega all’arrivo. In realtà la vittoria Sagan la cerca eccome. Parte con Ganna sullo strappo di Chieti, in un momento senza regole in cui tutti danno la caccia alla fuga giusta. Eppure i due davanti ci restano, quindi il drappello diventa più cospicuo. In sette, poi ci sono i muri – brevi ma dalle pendenze assassine, quello di Controguerra al 24% – sgretolano le certezze. Di tutti, tranne che di Sagan, che trasforma gli ultimi km in una cavalcata solitaria, con tanto di gesto liberatorio all’arrivo. “Siamo stati tutto il giorno in fuga, ero da solo ma avevo una buona gamba per controllare tutti. Sono andato bene in salita e attento a non cadere in discesa, alla fine sono arrivato da solo davanti. Ho vinto con il mio stile, facendo spettacolo”.Una azione talmente bella da accantonare, anche se solo per un momento, i cattivi pensieri. Il Giro va infatti avanti, ma con 13 corridori in meno. Kruijswijk positivo al Covid: e tutta la Jumbo si ritira. Fioccano le accuse. “Sin dai primi hotel, al buffet erano presenti persone che non facevano parte della bolla. Dieci squadre in due alberghi con altri ospiti è stato senza dubbio un errore. Si dovrebbe essere protetti dalle persone che dirigono questo sport”, attacca van Emden, uno dei ritirati.Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Motogp, Iannone: “La vicenda doping è un incubo, voglio tornare più forte di prima”

    MILANO. “Giovedì sarà il giorno più importante della mia vita”, giura Andrea Iannone. A Losanna il Tas decide il suo futuro di pilota e di uomo: “Non riesco neppure a immaginare il domani, senza la moto”. Nel sangue del pilota avevano trovato del drostanolone, steroide androgeno esogeno anabolizzante inserito nella lista proibita dalla Wada. Doping. In aprile era stato giudicato colpevole e sospeso 18 mesi dalla Federazione Internazionale di Motociclismo, ma che strana – surreale – motivazione: “contaminazione involontaria”, per aver mangiato una bistecca cinese adulterata. Tra 2 giorni in Svizzera comincia il processo d’appello, la sentenza è attesa all’inizio della prossima settimana.  L’agenzia mondiale antidoping non molla: ha chiesto 4 anni di qualifica. In caso venga accolta la richiesta, ma pure se fosse confermato il verdetto precedente, la carriera di The Maniac è fortemente a rischio: potrebbe tornare in sella su di un qualsiasi circuito (adesso non lo può fare, neppure per allenarsi) non prima del 21 giugno 2021, perché lo stop era scattato nel dicembre 2019. Addio pure alla prossima stagione di MotoGP, e a quel punto quale squadra potrebbe attenderlo ancora?  “Mi sembra tutto un incubo” “Mi sembra tutto un incubo. Dovrei dire addio a tutto per non aver controllato – eravamo a tavola con mio fratello Angelo e mio padre al Sama Sama di Sepang, vicino al circuito malese – da dove veniva una stupida bistecca ordinata al ristorante. Io su di una moto ci sono salito un secondo dopo che mia madre mi ha partorito. E non voglio scendere, non così. Vi prego: fatemi uscire da questo brutto sogno”. Nonostante tutto racconta di essere positivo: “Perché questa è una storia assurda, e sono sicuro verrà finalmente fatta chiarezza. So che tornerò, l’Aprilia mi ha sempre aspettato e la mia moto la vedo lì, pronta per me”. In questi mesi ha continuato ad allenarsi senza sosta: “Sono pronto per tornare in pista: subito. Fisicamente non sono mai stato tanto in forma: 71.5 chili, con più muscoli e meno massa grassa di prima. Corro – a piedi, ahimè -, vado in bici, faccio palestra. Però non sono più salito su una moto. Anche se potrei farlo domattina, senza problemi”. L’ultima volta 11 mesi fa a Valencia, nel tradizionale test dopo la gara finale della stagione. “E’ stato un periodo molto difficile, in cui per la testa mi è passato di tutto. E mi sono arrivate mille offerte di lavoro, in vari settori: ho sempre detto di no, perché la pista è l’unica cosa che conta per me”. De Rensis: “Faremo chiarezza: è innocente” L’avvocato Antonio De Rensis, che lo assiste, aveva chiesto un’udienza pubblica con tanto di televisioni presenti. “Perché abbiamo tutto l’interesse a che sia fatta luce su questa vicenda. È nostro interesse giocare a carte scoperte, non abbiamo nulla da nascondere”, spiega il legale. Ma la pandemìa ha finito per far saltare il progetto: a  Losanna ci saranno solo loro con un arbitro, Frattini, mentre il presidente col collegio – Gahvari – si collegherà da Parigi, e così l’arbitro scelto dalla Fim – Belov, un inglese che ha lavorato spesso per la Wada – deciderà attraverso uno schermo. C’è un punto fondamentale su cui insiste De Rensis: ed è che la scelta di dare ragione a Iannone – innocente, perché mica poteva aprire un’indagine prima di mettersi in bocca un boccone della bistecca – provocherebbe un terremoto all’agenzia per la lotta al doping. “Sarebbe un fondamentale momento di giustizia e democrazia”. Avranno tanto coraggio i giudici?, sottintende. Rivola: “Lo aspettiamo in Aprilia” Anche l’Aprilia non ha mai fatto mancare il suo appoggio al 31enne pilota di Vasto. Massimo Rivola, ad Aprilia Racing, ribadisce di “non voler essere complice di una ingiustizia: noi siamo e saremo sempre accanto ad Andrea, che non ha nessuna colpa e la nostra totale fiducia”. Confessa che The Maniac ha fatto tanto per la casa di Noale in MotoGP: “Lo scorso anno col suo lavoro ci ha permesso di fare enormi progressi, e vederlo in testa in alcune occasioni ci ha insegnato che ce la possiamo fare. Con la reazione che ha avuto in questi mesi ci ha insegnato un’altra cosa: che non dobbiamo mollare mai”. Iannone lo ascolta e annuisce. Non molla, e aspetta il giorno più importante della sua vita.   LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Giro d'Italia: Kruijswijk e Matthews positivi al Covid. E la Mitchelton annuncia il ritiro

    LANCIANO – Dopo Simon Yates, altri due corridori presenti al Giro d’Italia sono risultati positivi al coronavirus. Uno appartiene all’alta classifica: si tratta dell’olandese  Steven Kruijswijk. L’altro invece è un cacciatore di tappe: si tratta dell’australiano Michael Matthews. A comunicarlo sono gli organizzatori dopo che fra domenica e lunedì le squadre (corridori e staff) sono state sottoposte ai test, in conformità con il protocollo sanitario sviluppato in accordo con l’Uci e in linea con le misure di contenimento dettate dal Ministero della Salute. “E’ una grande delusione ricevere questa notizia – commenta Kruijswijk – in squadra adottiamo tutte le misure di prevenzione. E’ un peccato dover lasciare il giro in questo modo”. I due team erano insieme in hotel, a Vasto Marina, nel giorno di riposo.In tutto sono stati effettuati 571 test e “due corridori, uno del Team Sunweb e uno del Team Jumbo-Visma, sono risultati positivi”. Si legge nel comunicato. A loro si aggiungono anche “sei membri dello staff, quattro della Mitchelton-Scott (la squadra di Yates, ndr), uno del Team Ag2r-La Mondiale e uno del Team Ineos Grenadiers”. Tutti gli otto positivi “sono stati affidati ai medici delle rispettive squadre che ne hanno disposto le misure di isolamento”. Un duro colpo soprattutto per la Mitchelton-Scott, che ha deciso di ritirarsi in blocco dal Giro. “Purtroppo” ha dichiarato Brent Copeland, dg del team australiano “lunedì sera abbiamo ricevuto la notizia di risultati positivi al COVID-19 per i membri del nostro staff dopo il nostro terzo ciclo di test in tre giorni. Come responsabilità sociale nei confronti dei nostri corridori e del nostro staff, del gruppo e dell’organizzazione della gara abbiamo preso la decisione di ritirarci dal Giro d’Italia. Per fortuna le persone colpite rimangono asintomatiche o con sintomi lievi, ma la salute di tutti i nostri atleti e del personale è la priorità principale e ora siamo concentrati sul trasportarli in sicurezza nelle aree in cui sono più a loro agio per condurre un periodo di quaranten. Auguriamo alla RCS e al resto del gruppo di concludere con successo l’edizione di quest’anno del Giro d’Italia e non vediamo l’ora di tornare nel 2021”. La Mitchelton non era obbligata a ritirarsi: al Giro non c’è la regola dei “due positivi e a casa” che vigeva invece durante il Tour de France e sarà applicata anche alla Vuelta, al via da Irun martedì prossimo. “Non credo che ci sia la possibilità che salti il Giro d’Italia: la situazione è sotto controllo, è giusto continuare con un forte e alto livello di attenzione”, spiega il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco. “Il senso di responsabilità nel ciclismo e nello sport è alto, in questo momento sono a Fiorenzuola, dove si corrono gli Europei under 23 e juniores di pista: questa notte un ragazzo è risultato positivo e ho fermato la squadra. Spero che le altre nazioni possano procedere”. LEGGI TUTTO