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    Ciclismo, Cassani lascia incarico Ct nazionale a ottobre dopo Europei e Mondiali

    Terminerà alla fine del prossimo settembre l’incarico di commissario tecnico azzurro della strada per Davide Cassani. “Dopo 8 anni è giusto cambiare – afferma – e il Campionato del mondo nelle Fiandre sarà il mio ultimo da ct, ma non sarà il mio ultimo incarico in Federazione”.

    Cassani e il presidente di Federciclismo, Cordiano Dagnoni, si sono incontrati ieri a Milano per discutere dell’accordo che vedrà Federciclismo e il ct ancora assieme in un nuovo progetto federale.

    Al termine della riunione – fa sapere Federciclismo – “si è giunti così all’intesa che vede il ct Cassani confermato fino al termine del suo incarico (30 settembre 2021) e da ottobre cambiare ruolo a prescindere dai risultati ottenuti agli Europei e Mondiali”.
       
    “Da sempre – aggiunge Cassani – porto la maglia azzurra nel cuore. Ringrazio il presidente Cordiano Dagnoni e il Consiglio Federale per la fiducia che mi e’ stata dimostrata nel propormi questo nuovo ruolo all’interno della Fci. Per me si tratta di un ulteriore stimolo e sono sicuro di poter dare un fattivo contributo in un altro ambito che non è più quello tecnico”.

    Dagnoni ha commentato: “Ringrazio Davide per aver sposato lo spirito del gruppo ed essersi dimostrato uomo Fci a 360 gradi condividendo con noi progetti e visione. Ora rimaniamo concentrati verso i prossimi obiettivi a partire dagli Europei di Trento”.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Fabio Aru dice addio al professionismo: si fermerà dopo la Vuelta

    Fabio Aru dirà addio al professionismo dopo la Vuelta di Spagna. “Arrivare a questa conclusione non è stato facile- ha annunciato sul sito del Team Qhubeka NextHash – ma è qualcosa a cui penso da tempo e di cui da tempo discuto con i miei familiari. Corro con la mia bici da 16 anni e da più di un decennio da professionista, ma ora è giunto il momento di dare la priorità ad altre cose nella mia vita, alla mia famiglia per esempio. Durante la mia carriera, come ogni ciclista, ho passato un tempo significativo lontano da casa e per me questo è ora il momento giusto di cambiare”.

    “Spero di essere stato in grado di dimostrare i veri valori della sportività durante la mia carriera e nel farlo ho cercato di rendere le persone orgogliose di me – ha aggiunto nel suo annuncio-. Voglio anche esprimere un profondo senso di gratitudine a tutti i miei ex compagni di squadra e al personale delle mie ex squadre – Astana e Emirates – che mi hanno elevato durante la mia carriera. Abbiamo condiviso alcuni momenti incredibili di cui sarò per sempre grato. Infine, voglio rendere un omaggio speciale al Team Qhubeka NextHash”. Poi un messaggio anche su Facebook. LEGGI TUTTO

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    Jacobs portabandiera alla cerimonia di chiusura. “I sospetti doping? Quello che è successo è frutto del lavoro”

    Marcell Jacobs passeggia sulle polemiche. Dopo la batteria della staffetta azzurra 4×100, che ha stabilito il nuovo record italiano (37.95) qualificandosi per la finale, il neo campione olimpico dei centro metri ha voluto commentare lo scetticismo di alcuni quotidiani americani e inglesi sui suoi risultati strepitosi degli ultimi cinque mesi, con allusioni neanche tanto velate […] LEGGI TUTTO

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    Chris Froome dopo il Tour: “Sono felice di essere tornato”

    Chris Froome dopo il Tour è soddisfatto della sua prova, nonostante questa sia stata un’edizione totalmente differente per lui. L’obiettivo era quello di vincere la quinta Grande Boucle, ma il corridore era consapevole che non era pronto per raggiungere questo nuovo traguardo. Dopo un importante infortunio degli scorsi mesi, il britannico ha sfruttato al meglio queste tre settimane di corsa.

    Chris Froome dopo il Tour. Le dichiarazioni
    Il corridore ha affrontato durante le tre settimane di corsa del Tour diversi inconvenienti come la caduta nel quale è rimasto coinvolto. Però, nonostante le difficoltà, non si è perso d’animo e ha portato a conclusione la sua corsa. Froome ha parlato della sua esperienza nelle strade francesi  all’agenzia EFE. Al riguardo, il corridore ha dichiarato: “Una corsa diversa e speciale. È stato un giorno molto bello, tra i vigneti. Questo Tour de France per me è stato molto difficile, molto diverso da quelli che ho fatto in precedenza, però sono felice di essere tornato in questa bella corsa. Ho guadagnato molta fiducia, spero di poter tornare al mio livello passo dopo passo”.
    Quali saranno i prossimi obiettivi stagionale del corridore britannico del team Israel Start-Up Nation? Non resta che attendere qualche giorno per scoprirli. LEGGI TUTTO

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    Pogacar re del Tour de France, Van Aert vince a Parigi l'ultima tappa

    Van Aert vince in volata l’ultima tappa di questo Tour, da Chatou a Parigi (108,4 km): per il belga del team Jumbo-Visma è il terzo successo in questa edizione. Niente da fare per Cavendish, che non riesce a battere il record di Merckx (35 vittorie). Passerella sui Campi Elisi per il 22enne sloveno Tadej Pogacar, al suo secondo trionfo consecutivo nella Grande Boucle e già ribattezzato, appunto, “il nuovo Cannibale”

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    È stato il giorno della tradizionale passerella sugli Champs Elysees per Tadej Pogacar, ancora padrone del Tour dopo il trionfo del 2020. A Parigi, nell’ultima fatica di questa 108^edizione (partita da Chatou e con un solo GPM in avvio di frazione) il belga Wout Van Aert cala il tris e beffa in volata Mark Cavendish, che non riesce a superare il primato delle 35 vittorie di Merckx.

    Pogacar, un altro Tour da record. L’Italia non brilla
    Se l’anno scorso non potè vantare (anche) il titolo di più giovane vincitore della storia – nel 1904 Henri Cornet aveva 19 anni e 352 giorni – oggi nessuno potrà negargli la medaglia di corridore più precoce ad averne vinti due, di Tour. L’unico a indossare le tre maglie (gialla, a pois e bianca) in due edizioni. Meglio di Eddy Merckx! E da moltiplicare x 2… ci sarebbe anche il numero di tappe conquistate: tre, come nel 2020, quando soffiò la maillot jaune – non senza un leggerissimo senso di colpa – al connazionale Primoz Roglic, che fino a un paio d’anni fa guardava soltanto in tv, beffato a un passo dal trionfo nella crono di La Planche des Belles Filles. Stavolta non ha avuto rivali, Tadej: ha strappato la leadership a Mathieu van der Poel all’ottava tappa (il 3 luglio Le Grand-Bornand) e non l’ha più mollata, dominando sui Pirenei e lasciando le briciole ai vari Carapaz, Uran, Kelderman. L’unico a tenergli testa è stato il danese Jonas Vingegaard, arrivato da rincalzo di Tom Dumouilin (quello che sostiene che Pogacar pedali “come un minatore”) e diventato l’uomo di punta della Jumbo-Visma dopo il ritiro dello stesso Roglic. Non pervenuto Vincenzo Nibali – re della corsa francese nel 2014 – che ha concentrato le sue energie psico-fisiche per l’assalto all’oro olimpico e l’Italia, senza il suo asso (lo “Squalo” è stato l’ultimo azzurro a prendersi una tappa, nel 2019 a Val Thorens) è rimasta ancora a bocca asciutta, consolandosi con il 12° posto in classifica generale dell’inossidabile 31enne lombardo Mattia Cattaneo, al migliore grande giro della sua carriera. Chapeau.

    Tadej, dalla Slovenia con furore: storia di un predestinato
    L’enfant prodige del ciclismo mondiale è nato il 21 settembre del 1998 (il magico anno di Marco Pantani) a Komenda, un paesino di 5mila anime che vive di agricoltura e cavalli. Il suo nome comincia a circolare nel 2018 dopo l’exploit nel Tour de l’Avenir, confermato dalla vittoria del Giro del Friuli, due successi che convincono Andrej Hauptman, talent scout dell’UAE Emirates, a offrigli un contratto da professionista con il team di Abu Dhabi e portarlo alla Vuelta ’19, che chiude subito sul podio, trampolino alla scalata della Grande Boucle. Scalatore e cronoman, talvolta criticato di sprigionare fin troppi watt da quelle gambine (c’è perfino chi avrebbe percepito degli “strani rumori metallici” dalla ruota posteriore del suo bolide), è un po’ il Djokovic del pedale, si trova a suo agio su tutte le superfici: non per niente lo scorso 25 aprile ha messo in bacheca anche la sua prima classica monumento, sulle côtes della Liegi-Bastogne-Liegi, battendo allo sprint il campione del mondo Julian Alaphilippe. Dice di non avere degli idoli, ad eccezione di Luka Doncic, stella dei Mavericks nell’Nba e sloveno come lui. Vive a Montecarlo con la fidanzata Urska Zigart, anche lei ciclista, nel 2020 campionessa di Slovenia nella cronometro, tre partecipazioni al Giro Rosa. E foodblogger, a tempo perso: nutrizionista di fiducia del ragazzo ai tempi del lockdown. “Faccio in modo che Tadej non perda peso”, scrive scherzosamente in testa alla sua pagina Instagram, condita di biscotti e pizza a volontà.  

    Tadej e la fidanza Urska, anche lei campionessa di ciclismo – Instagram @tadejpogacar @urskainthekitchen

    Il “nuovo Cannibale”: le cifre di un trionfo
    Non potrà certo cavarsela con un nuovo frullatore in regalo per la sua bella, il caro Tadej, che si porterà a casa per la seconda volta una cifra vicina ai 600mila euro: 500mila per la generale (200mila euro al 2° classificato e 100mila al 3°), più i 25mila per la maglia a pois e altrettanti per quella di miglior giovane, cui ne andranno sommati 11mila per ogni successo di tappa. Cifre da capogiro per il ciclismo, meno per lui, che ha già un ingaggio da top-cyclist (5 milioni a stagione) sebbene non sia da lui accontentarsi. Lo ha detto anche Merckx, e chi meglio di lui: “Pogacar è il nuovo cannibale”. 

    Pogacar primo in tre classifiche, ma non poteva indossarle tutte le maglie… – ©Getty

    Classifica generale (Maglia gialla)

    1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES) 
    2) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA) +5’20”
    3) RICHARD CARAPAZ (INEOS GRENADIERS) +7’03”
    4) BEN O’CONNOR (AG2R CITROEN) +10’02”
    5) WILCO KELDERMAN (BORA-HANSGROHE) +10’13”
    6) ENRIC MAS (MOVISTAR TEAM) +11’43”
    7) ALEXEY LUTSENKO (ASTANA-PREMIER TECH) +12’23”
    8) GUILLAUME MARTIN (COFIDIS) +15’33” 
    9) PELLO BILBAO (BAHRAIN VICTORIOUS) +16’04”
    10) RIGOBERTO URAN (EF EDUCATION-NIPPO) +18’34”
    12) MATTIA CATTANEO (DECEUNINCK-QUICK STEP) +23’28”

    Classifica scalatori (Maglia a pois)

    1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES) 
    2) WOUTER POELS (BAHRAIN VICTORIOUS)
    3) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA)

    Classifica a punti (Maglia verde)

    1) MARK CAVENDISH (DECEUNINCK QUICKSTEP)
    2) MICHAEL MATTHEWS (TEAM BIKEEXCHANGE)
    2) SONNY COLBRELLI (BAHRAIN VICTORIOUS)

    Classifica giovani (Maglia bianca)

    1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES) 
    2) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA)
    3) DAVID GAUDU (GROUPAMA-FDJ)

    Classifica a squadre

    1) BAHRAIN VICTORIOUS
    2) EF EDUCATION-NIPPO
    3) JUMBO-VISMA

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    Settimana Ciclistica Italiana, Diego Ulissi vince la classifica finale in Sardegna

    E’ Diego Ulissi il primo vincitore della Settimana Ciclistica Italiana – sulle strade della Sardegna, conclusasi a Cagliari. Il portacolori della UAE Team Emirates, vincitore della prima e della quarta frazione della gara organizzata dalla Natura Great Events e dal Gruppo Sportivo Emilia, si è imposto con sul belga Sep Vanmarke e su Giovanni Aleotti che ha conquistato la maglia di miglior giovane.

    L’ultima tappa, che si è corsa con partenza ed arrivo a Cagliari, ha visto nelle fasi iniziali una fuga a cinque : Adriano Brogi, Stefano Di Benedetto, Stefano Pirazzi, lo spagnolo Sagastibel Azurmendi e il francese Lucas De Rossi. Raggiunti i battistrada, a circa 60 chilometri dall’arrivo, il gruppo ha proceduto ad altissima andatura verso il traguardo dividendosi in due tronconi. Nel primo molto attivi i compagni di squadra del leader Ulissi sempre pronti a chiudere ogni attacco.

    Inevitabile quindi lo sprint a ranghi compatti con il tedesco Pascal Ackermann (Bora Hansgroe) vincere nettamente sul colombiano Johnatan Restrepo e sul belga Sep Vanmarke. Per Ackermann si tratta della terza affermazione su cinque tappe ndisputate della Settimana Ciclistica Italiana – sulle strade della Sardegna.  LEGGI TUTTO