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    Basket: l'addio di Belinelli e Hackett all'azzurro, il ritorno di Datome

    TORINO – Adesso la festa è passata. Il debutto dolce, nella casa di famiglia traboccante di gente e passione, contro la Slovenia di Luka Doncic, seppure con una sconfitta pesante (71-90) quanto prevedibile anche nelle dimensioni, è alle spalle. La luna di miele con il nuovo ct Gianmarco Pozzecco proseguirà, ci mancherebbe. Ma la prossima partita contro l’Olanda del ct Buscaglia il 4 luglio assegnerà già due punti importanti. Non per la prima fase ormai scontata di qualificazione mondiale, ma per la seconda al via a fine agosto e in preparazione agli Europei che inizieranno a Milano il 2 settembre prossimo.
    L’ADDIO DI BELI E HACKETT Intanto il ct ha fatto chiarezza su un tema che avrebbe potuto continuare a suscitare equivoci. Era arcinoto a tutti che Marco Belinelli e Daniel Hackett non sarebbero tornati in Nazionale, DH23 dopo un ritiro annunciato con correttezza e ufficialmente nel 2019. Pozzecco ha siglato la fine della vicenda con parole misurate, illustrando i colloqui avuti. Il prossimo passo della federazione, auspichiamo, dovrebbe essere l’organizzazione di una partita d’addio alla Nazionale per i due campioni che tanto hanno dato all’azzurro (e chi dice non sia stato così è in malafede, oppure non capisce). A suo tempo, ovvio, ma la memoria va mantenuta e nutrita. Anche da eventi appositi.
    GIGI C’È SEMPRE Altrettanto sicuro era il ritorno di Gigi Datome. Il capitano per la Nazionale c’è sempre stato, se in salute. A volte anche malconcio, tanto da mettere a repentaglio pezzi di carriera. Ha per esempio, compromesso il suo percorso Nba, per l’azzurro. Gigi darà un esempio fondamentale nel raduno a Brescia da martedì 28. Anche se per questa settimana mancherà Nicolò Melli, uscito acciaccato dalla finale scudetto e bisognoso di riposo per arrivare carico a un’estate importante.
    CHI VIENE E CHI RESTA Rientrano sette finalisti scudetto: i milanesi Biligha, Alviti, Baldasso, Datome, i virtussini Tessitori, Ricci, Pajola, poi Simone Fontecchio reduce dai playoff nella Liga. Otto sono i confermati da questo primo raduno di un azzurro molto sperimentale. E se appariva scontato tenere il difensore esimio John Petrucelli dopo il debutto, la novità a sorpresa e però avvalorata dalla prestazione in campo è Tomas Woldetensae, il ragazzo emiliano di origine eritrea rientrato la scorsa stagione dagli anni di studio (in ogni senso) negli States. Il disegnatore che ha tiro e fisico e perfetta coscienza dei propri limiti e pregi, saprà rendersi utile come contro la Slovenia. Il bello di Tomas è che correndo per il campo sembra danzare leggero con movenze che parevano dimenticate. Intanto potrà raccontare ai nipotini di aver rubato palla a Doncic nella prima azione in Nazionale. Come avranno notato tutti, manca un protagonista della qualificazione olimpica: Nico Mannion. Ha altro a cui pensare il playmaker reduce da stagione impervia fin dall’inizio tormentato da un virus gastrointestinale. Nico deve decidere del suo futuro. Chi guida una Nazionale deve cogliere anche gli umori di un giocatore. A volte si fa bene a non chiamarlo. A volte basta parlarci. E Poz sa parlare. Meglio, molto meglio utilizzare l’irrefrenabile grinta ed etica lavorativa di Tommy Baldasso. Del resto, mai sottovalutare il play-guardia torinese.
    OKEKE Il Poz ha ricevuto altre buone notizie dal debutto. Ha scoperto che Luca Severini, uno degli 8 confermati, è un lottatore intelligente, cresciuto alla corte di coach Ramondino. E perciò è un soldato che non spreca in campo, né si perde in banalità. Poi c’è Leo Okeke e qui si apre una parentesi importante: perché un 2,10 così mobile e atletico, con braccia smisurate e però anche tocco, Italia nostra non lo ha mai avuto. È molto da costruire, ma è sfrontato. Deve studiare il gioco e tanto, ma ha mezzi abbacinanti su cui un allenatore vero non può non essere stimolato e trascinato a lavorare. Il resto verrà, ma il futuro è appena cominciato. E paradossalmente per questo progetto studiato e preparato nei dettagli da Salvatore Trainotti, manager delle nazionali, l’Europeo prossimo è solo una tappa. L’approdo è Parigi 2024 e ancor più Los Angeles 2028. Con Banchero, Procida e Spagnolo, ovviamente LEGGI TUTTO

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    Italia sconfitta dalla Slovenia di Doncic a Trieste

    TRIESTE – La Slovenia supera l’Italia 90-71 nella prima uscita del Ct Gianmarco Pozzecco. Per gli sloveni, scesi all’Allianz Dome di Trieste con la miglior squadra possibile, un match comandato dall’inizio alla fine: dopo aver chiuso il 1° periodo avanti 27-23 i ragazzi di coach Sekulic scappano via con un parziale di 10-2 per il 37-25. Gli sloveni arrivano anche sul +16 all’intervallo sul 53-37 e non si girano più, Luka Doncic gioca 23 minuti e chiude con 12 punti, 7 rimbalzi e 5 assist. Per la Slovenia un test molto importante visto che deve ancora staccare il pass per la seconda fase delle qualificazioni ai Mondiali 2023, settimana prossima scontro diretto contro la Croazia. Pozzecco ha potuto lanciare alcuni debuttanti interessanti come Tomas Woldetensae (13 punti) e Leonardo Okeke oltre a rodare i veterani (Polonara, Tonut, Spissu) in vista degli impegni più importanti quando la Nazionale sarà al completo.Guarda la galleryPozzecco all’esordio da ct dell’Italia: l’abbraccio con Messina LEGGI TUTTO

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    Italia, Doncic rovina il debutto di Pozzecco

    TRIESTE – La Slovenia di Luka Doncic (12 punti, 7 rimbalzi e 5 assist in 23′) batte l’Italia a Trieste nella prima uscita degli azzurri sotto la guida di Gianmarco Pozzecco. All’Allianz Dome finisce 90-71 in favore degli sloveni trascinati da un ottimo Goran Dragic (11 punti), per Doncic partita in gestione più dedicata a servire i compagni che a mettersi in proprio. La partita dura giusto il 1° quarto (23-27) prima che gli sloveni prendano il largo con un parziale di 10-2 nei primi 3′ del 2° periodo per scappare sul 37-25 fino a toccare anche il +16 del riposo lungo (53-37). Amichevole molto importante per la Slovenia in vista dei delicati match di settimana prossima (contro Croazia ed in Svezia) per accedere alla seconda fase delle qualificazioni ai Mondiali 2023. L’Italia invece “rompe il ghiaccio” con Pozzecco che, in attesa di avere la squadra al completo, ha potuto testare nuovi giocatori come Woldetensae (13 punti ), Okeke e Severini oltre a rodare i veterani con Polonara, Tonut e Spissu. LEGGI TUTTO

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    Banchero numero 1 del Draft Nba: le lacrime e la promessa all'Italia

    NEW YORK – Quando si è avvicinato il suo agente, Mike Miller, e gli ha detto «tienti pronto», ha pensato che la strada lo avrebbe portato a Orlando. Ma è stato solo venti secondi prima che il commissioner della Nba Adam Silver lo chiamasse sul palco, quando Miller gli ha detto «vai», che ne ha avuto la certezza. Quello è stato l’inizio di tutto, ma Paolo Banchero, 19 anni, di Seattle, figlio di Mario, ex giocatore di football dalle origini ligure, e di Rhonda Smith, miglior giocatrice di basket di sempre della sua università, era già da tempo una star, da quando era il numero due del ranking di tutti i licei d’America e poi stella di Duke, capace di segnare a tutte le migliori difese del campionato universitario. E lo era ancora di più tre giorni fa, quando erano crollate le quote sulla sua selezione al numero uno del Draft. E lo è stato venti minuti prima dell’inizio dello show, quando è comparso sul palco d’onore per la sfilata in apertura dell’evento, con indosso un completo viola Dolce & Gabbana. Intanto gli altoparlanti sparavano il brano ‘Lose Control’ e le ragazze del gruppo dance Brooklynettes si muovevano come in una lap, per il delirio dei tifosi. «Non è neanche più di un sogno – confessa nella notte, al Barclays Center di Brooklyn – sembra una favola. Sognavo di entrare nella Nba, ma essere scelto come numero uno al Draft è pazzesco». In sala stampa aggiungerà un dettaglio emotivo: «Non ho mai pianto di gioia in via mia, e a tutti avevo detto che non l’avrei fatto neanche stavolta, invece ho pianto e non riuscivo a smettere».

    Chi è Paolo Banchero

    Banchero è alto come un albero, i manuali dicono tra i due metri e otto e i due e dieci, ed è magro come un sedano. Un albero di sedano che si muove in mezzo alla folla di giornalisti e tifosi con una leggerezza umiliante per tutti noi che gli stiamo vicino. Non è solo felicità, o l’utopia della Nba che si è materializzata, è la personalità di portare questo momento sulle spalle come un mantello. Vent’anni fa gli Orlando Magic scelsero al numero uno Shaquille O’Neal, l’anno dopo Chris Webber, poi Dwight Howard. Nei cinque anni successivi al ‘Pick n.1’, i Magic sono arrivati alle finali. Ora c’è Banchero. «Cercherà di dare una mano alla squadra a mettersi in evidenza, ma è chiaro che voglio tutto, diventare il rookie dell’anno, finire nella All Star, giocare i playoff». Paolo ha la solita faccia immutabile da dado, ma tutti i piccoli sintomi che lascia trasparire sono quelli di fatemi urlare di felicità. Invece controlla tutto. 

    Banchero, la promessa all’Italia

    Le origini. «Sono orgoglioso delle mie radici italiane». La promessa. «Giocherò con l’Italia, non quest’estate ma probabilmente la prossima». Il consiglio ai più giovani, quindi parliamo di adolescenti. «Non pensate a dove arriverete, non guardate troppo in là, lavorate per migliorarvi ogni giorno. Concentratevi sul momento che state vivendo». Intanto ha fatto i compiti a casa e capito che Orlando punterà su un terzetto di lunghi con grande tiro e voglia di tornare ai playoff. Banchero non pensava di finire nella città di Disneyland da giocatore, tutti i pronostici lo davano a Houston, come numero tre. Non aveva neanche partecipato a un campus con i Magic, solo qualche incontro via Zoom. Ma adesso è qui, sedici anni dopo un altro italiano scelto al numero uno, Andrea Bargnani. Dal Magico ai Magic. Ma questa è stata anche una notte molto italiana per altri due motivi. Quando i collegamenti televisivi erano finiti, il Draft ha chiamato due ragazzi: Gabriele Procida, 20 anni, di Como, giocatore della Fortitudo Bologna, scelto da Portland al n.36, che poi l’ha girato a Detroit. Al numero 50 i Minnesota Timberwolves hanno preso Matteo Spagnolo, 19 anni, giocatore di Cremona. I loro volti già ieri cominciavano a comparire sui media americani. Procida viene considerato uno dei migliori tiratori del Draft. Sottolineano la media dei sette punti, tre rimbalzi e 0.8 assist in 18.5 minuti giocati a Bologna. Il ragazzo potrebbe restare in Europa per un paio d’anni e poi fare il salto definitivo nel grande circo americano. Spagnolo è guardia tiratrice, con il 44.1 al tiro e l’86.1 ai liberi. I maggiori analisti, come Jonathan Givoni, dicono che stia migliorando nelle conclusioni da tre ma non ha ancora un impatto in difesa, con soli 19 palloni rubati in 25 partite. «Deve lavorare duro per diventare più rapido», dicono di lui, ma sul talento nessuno discute. I due ragazzi non vivranno la chiamata sul palco stile Banchero, ma da giovedì notte la loro utopia è molto meno utopia. LEGGI TUTTO

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    Ufficiale, la Germani Brescia annuncia Akele: arriva da Treviso

    BRESCIA – L’ala classe 1995 Nicola Akele, reduce da un positivo biennio concluso con la Nutribullet Treviso, è il nuovo innesto della Germani Brescia. Il 27enne trevigiano di origine congolese si annovera tra i prospetti più interessanti del panorama cestistico italiano, oltre ad essere parte integrante della Nazionale maggiore sin dal febbraio 2020. Il cestista ha deciso di puntare sul club biancoblù attraverso un accordo contrattuale da 2+1.
    Akele-Germani Brescia, il commento di coach Magro
    “Nicola è un ragazzo dalle enormi potenzialità. Arriva da una stagione dove aveva fatto bene a Treviso e ha accettato immediatamente questa nuova sfida, condividendo con noi gli obiettivi per cercare di alzare il suo livello di gioco – commenta coach Alessandro Magro -. Ha voglia di mettersi in discussione e al servizio della squadra, per provare ad alzare il rendimento del suo gioco in un livello, quello dell’EuroCup, sicuramente più alto rispetto al passato. Ha accettato immediatamente la sfida e sarà un tassello importante per la Pallacanestro Brescia che stiamo costruendo: siamo quindi felicissimi di aver raggiunto l’accordo con lui e di poter condividere il nostro percorso”. LEGGI TUTTO

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    Ufficiale: Akele lascia Treviso e passa alla Germani Brescia

    BRESCIA – Nicola Akele è un nuovo acquisto della Germani Brescia. L’ala classe 1995, nato a Treviso ma di origine congolese e reduce da un positivo biennio concluso con la Nutribullet, si annovera tra i prospetti più interessanti del panorama cestistico italiano, oltre ad essere parte integrante della Nazionale maggiore sin dal febbraio 2020. Il cestista ha deciso di puntare sul club biancoblù attraverso un accordo contrattuale da 2+1.
    Akele-Germani Brescia, il commento di coach Magro
    “Nicola è un ragazzo dalle enormi potenzialità. Arriva da una stagione dove aveva fatto bene a Treviso e ha accettato immediatamente questa nuova sfida, condividendo con noi gli obiettivi per cercare di alzare il suo livello di gioco – commenta coach Alessandro Magro -. Ha voglia di mettersi in discussione e al servizio della squadra, per provare ad alzare il rendimento del suo gioco in un livello, quello dell’EuroCup, sicuramente più alto rispetto al passato. Ha accettato immediatamente la sfida e sarà un tassello importante per la Pallacanestro Brescia che stiamo costruendo: siamo quindi felicissimi di aver raggiunto l’accordo con lui e di poter condividere il nostro percorso”. LEGGI TUTTO

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    Tonut saluta Venezia: “Un immenso grazie”

    VENEZIA – Dopo 7 stagioni Stefano Tonut dice addio alla Reyer Venezia. Il giocatore ha concluso il suo contratto e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare alla firma con l’Olimpia Milano. Tonut attualmente è impegnato con la Nazionale del ct Gianmarco Pozzecco in campo sabato (20:30) contro la Slovenia di Luka Doncic ma ha trovato tempo per scrivere un lungo ed emozionante messaggio alla squadra della laguna
    Il messaggio
    Con la maglia della Reyer Venezia Tonut ha vinto 2 scudetti, una Coppa Italia, una Fiba Europe Cup e anche il premio di Mvp del campionato nella stagione 2020-21, queste le sue parole di addio:”In questi ultimi giorni ho pensato più volte a cosa scrivere in questo post e molto spesso, guardando le foto che ho salvato, mi sono commosso. Commosso perché in questo percorso ho conosciuto tante persone fantastiche, e non rivederle più così frequentemente mi farà strano. Ma nel salutarvi voglio dire prima di tutto che non sarebbe giusto ricordare soltanto gli scudetti, le coppe e le mille sfide vinte affrontate insieme in questi 7 anni. Già, 7 stagioni. 7 come quel numero che ho sulla canotta a cui sono tanto affezionato da quando sono nato. Oggi voglio ricordare che tutto questo l’abbiamo fatto insieme: società, squadra e tifosi, siamo stati una cosa unica. Voglio davvero salutarvi con un immenso GRAZIE! Mi avete sostenuto e spinto nei miei momenti più difficili e gioito assieme a me in quelli più belli. Grazie per avermi aiutato a crescere ed a coronare tanti dei miei sogni. Avrete per sempre un posto nel mio cuore”. LEGGI TUTTO