Lavoro oscuro ma prezioso. E’ quello dello scout che nella pallavolo moderna rappresenta non solo l’aiutante più prezioso del coach in fase di preparazione tattica delle gare ma anche il punto di riferimento per tutti coloro che attendono info e statistiche sulle gare a fine partita. Insomma, un ruolo chiave che l’Acqua Fonteviva ha affidato a Leonardo Ceccarini. Giovane ma con esperienze importanti alle spalle, Leonardo ci racconta così le sue prime settimane di lavoro alla corte di Paolo Montagnani.
Leonardo vuoi raccontare ai tifosi come arrivi a questa esperienza in Serie A2 Credem Banca? “Ho fatto lo scout un anno in Serie B a Castelfranco ed in precedenza ho vissuto alcune stagioni in B2 nel settore femminile con alcune promozioni in categoria superiore. L’anno scorso sono stato invece a fianco della Nazionale sorde nella splendida avventura in cui hanno conquistato il secondo posto in Turchia. Certo la Serie A2 sarà diversa e più probante”.
Come stai vivendo queste prime settimane con la Fonteviva? “In maniera molto positiva. Il gruppo sta lavorando bene, sta trovando già un’ottima amalgama ed è già molto solido, nonostante sia composto tutto da ragazzi nuovi. Anche i due stranieri si stanno integrando alla grande. I ritmi alti in allenamento aiutano tutti a lavorare al meglio ed a sentirsi coinvolti al massimo. Saranno molto importanti le prime amichevoli per capire il nostro livello di preparazione confrontandoci con altre formazioni di pari categoria”.
Nelle ultime stagioni il ruolo dello scout è diventato sempre più importante sia per gli allenatori ma anche per la Lega Pallavolo. “E’ vero anche perché grazie alla tecnologia riusciamo a fornire dati e filmati in tempo reale allo staff tecnico in modo da consentirgli di analizzare e leggere subito le situazioni di gioco e corroborare o modificare con dati incontrovertibili le sensazioni che si hanno dal vivo in gara. E’ un lavoro che ho già fatto per la Savino del Bene a livello femminile e questa esperienza mi aiuterà”.
Come i giocatori e come gli altri componenti dello staff, eccetto Paolo Montagnani, non sei livornese. Cosa ti attendi dalla città che vi ospita? “Sono pisano e conosco Livorno come una città calda e passionale. Spero che la città stia al nostro fianco perché sono convinto che potremo regalarle grandi soddisfazioni. Non faccio pronostici, perché sono superstizioso, ma abbiamo il giusto mix di elementi esperti e di ragazzi giovani per fare bene. Livorno ci ha ospitato mettendoci a disposizione impianti di ottima qualità che ci consentono di lavorare al meglio e noi cercheremo di ripagarla”.
Chiudiamo tornando su un punto che hai già toccato e cioè la qualità ed il ritmo degli allenamenti. I ragazzi faticano ma sembrano lavorare divertendosi. E’ lo stesso anche per voi dello staff? “Paolo Montagnani utilizza una lavagna in palestra perché tutti abbiano sempre presente su cosa stiamo lavorando e su cosa lavoreremo successivamente. Ogni allenamento è diverso da quello precedente e non sono mai noiosi o ripetitivi. Del resto il nome di Paolo Montagnani è una garanzia per tutti di lavoro di alta qualità. Anche per me che da allenatore di secondo grado posso imparare moltissimo dal coach, da Marco Franchi e da Kota Yamamura”.
in Volley
Gli occhi supplementari di Paolo Montagnani
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