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Venerdì sarà l’ora per Ray Allen dell’ultimo atto della carriera straordinaria di giocatore con cui ha attraversato il mondo della pallacanestro: sarà l’introduzione nella NBA Hall of Fame. Ma come ben sappiamo non sarà un giorno di festa completa; con i suoi vecchi compagni dei Celtics i rapporti sono ancora molto, molto tesi. L’addio inopinato a Boston per raggiungere i rivali dei Miami Heat, con i quali vinse un anello nel 2013 dopo quello conquistato nel Massachussets cinque anni prima.
La stampa gli ha chiesto fino alla noia se ritiene che mai Kevin Garnett e Rajon Rondo, i due Celtics più ‘ostili’ nei suoi confronti, si possano complimentare un giorno con lui per questa onoreficenza. E Allen ha risposto: “No, non me lo aspetto”. Anche se il terzo Celtic Pierce, al momento molto arrabbiato con lui, nel tempo si è ammorbidito: “Ho parlato un anno fa con Paul Pierce e ritengo che oggi la faccenda sia sistemata. Sono state dette così tante cose sulla mia decisione, ed erano arrabbiati con me perché sono partito per Miami, ma non cambierà mai quello che è successo tra noi nel 2008”.
L’allenatore di quell’incredibile gruppo dei Celtics, Doc Rivers, ha parlato attraverso la stampa, chiedendo il ‘perdono’ di Allen e una reunion del roster del 2008: “Penso che dovremmo celebrare tutti insieme a Boston, anche Ray è attore fondamentale di quello stendardo e se potessi esprimere un desiderio, vorrei poter fare del mio meglio per rimettere insieme quel gruppo. Sono riuscito a metterne insieme la maggior parte, ma non riesco a mettere insieme tutto il gruppo, dovrebbero farlo loro perché erano così uniti, e mi fa davvero male vedere cosa sta succedendo”.
