Impegnati a scagliarsi palle di fuoco (fatuo), Luigi de Magistris e Aurelio De Laurentiis, che ogni giorno ci regalano scampoli di un dialogo assai poco edificante oltre che stucchevole, probabilmente non hanno trovato il tempo per prendere nota e magari arrossire. Nello spazio di venti giorni, infatti, un imprenditore napoletano, dotato di buon senso e capace di assumere impegni che poi onorerà perché ha già pianificato come fare e con chi farlo, è riuscito a portare a termine un progetto che apre prospettive di estremo interesse per il calcio e lo sport; con ricadute probabili e importanti anche sul sociale.
Altro che la giostrina di parole sulle macerie del San Paolo. Non se ne può più. La tensione che precede l’esordio al San Paolo della squadra azzurra targata Ancelotti è conseguenza anche di questa schermaglia e l’ultima sortita del sindaco di assistere alla partita in curva con i tifosi non giova a nessuno. Nemmeno a lui. Tanto più visto la durissima reazione di De Laurentiis. Il commento di Monica Scozzafava, a questo proposito, è stato esaustivo. L’alter ego di questa storia è Gianandrea De Cesare, presidente della squadra di basket di Avellino ormai stabilmente nella top ten europea, che dal 6 agosto è proprietario anche dell’Avellino calcio, un marchio che nessuno voleva perché considerato, come dire, fuori mercato. Merce scaduta. Lui, invece, la pensa diversamente e, udite udite, ha annunciato che è sua intenzione instaurare un rapporto di piena condivisione tra il calcio e il basket. Realizzando una polisportiva in piena regola. In Italia una impresa del genere è riuscita, se la memoria non ci tradisce, solo alla Fiat ma qui il progetto ha tutt’altro respiro perché, come ha detto l’imprenditore confermando di avere la vista lunga, «calcio e basket sono più che altrove eccellenze autentiche dell’Irpinia al pari dei suoi vini e della sua gastronomia». E per significare che faceva sul serio nel giorno dell’annuncio ufficiale dell’acquisto della squadra finita nell’inferno della Serie D, si è presentato in Comune e ha consegnato al sindaco assegni al portatore per quattro milioni: serviranno, ha detto, per l’iscrizione al campionato e per le prime spese.
Roba di un altro pianeta se rapportate alla vicenda napoletana che si nutre di parole non di fatti. Lo attendiamo alla prova, ma, visti i precedenti, con fiducia. Gianandrea De Cesare, rampante imprenditore partenopeo e proprietario della Sidigas che gestisce la distribuzione del gas ad Avellino e provincia, è un frutto raro della napoletanità positiva e se riesce a stare a galla, anzi a primeggiare, il merito è doppio. Dotato di grande dinamismo – viaggia in elicottero – non perde una partita della squadra di pallacanestro, crede fortissimamente nel gioco di squadra e sceglie gli uomini del team con molta cura. Nel basket il suo braccio destro è Nicola Alberani, nel calcio probabilmente punterà su un giovanissimo allievo, Carlo Musa, che con lui ha studiato da dirigente. La sua presenza è costante, non è fatta di fiammate e di lunghi sdegnati silenzi. Ai quali, purtroppo, siamo abituati. Se crede in un progetto, poi, non lo molla e, c’è da esserne sicuri, quello della polisportiva basket+calcio è in cima ai suoi propositi. Lo ha detto ai responsabili del Comune e lo ha ribadito ai tifosi con i quali ha un grande feeling. Dicono qualcosa queste qualità?