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Jannik Sinner e Simona Halep: le differenze tra i due casi doping davanti al Tas

La recente pubblicazione delle motivazioni della sentenza sul caso Halep (che fu condannata a 4 anni perché positiva al Roxadustat), offre alcune considerazioni rispetto alla vicenda che ha coinvolto Sinner, trovato positivo al clostebol. Ecco perché i due casi non presentano similitudini

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Le decisioni del Tas, il Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna, meritano attenzione. In questo periodo più che mai, perché è davanti al Tas che si svolgerà un nuovo procedimento sul caso di positività al clostebol da cui Jannick Sinner è stato assolto in primo grado e su cui la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, ha fatto ricorso.

Il caso Halep

La recente pubblicazione delle motivazioni della sentenza sul caso Halep, offre alcune considerazioni. Simona Halep, ex numero uno del tennis femminile, fu condannata a 4 anni perché positiva al Roxadustat, una sostanza che aumenta i livelli di emoglobina nel sangue, e per irregolarità nei valori del suo passaporto biologico. Halep ha fatto ricorso e lo ha parzialmente vinto: il collegio del Tas ha comunicato nel marzo scorso che la condanna era cancellata, disponendo una sospensione di 9 mesi per un comportamento negligente. Nelle motivazioni si può leggere cosa Halep è riuscita a dimostrare: il Roxadustat era contenuto in un nuovo integratore che aveva assunto durante lo US Open del 2022, acquistato dalla sua fisioterapista, consigliato dal preparatore dell’Accademia Mouratoglou e dallo stesso allenatore di allora, Patrick Mouratoglou. Assunzione involontaria, Halep non sapeva che era contaminato. Ma, nel caso degli integratori, le regole antidoping richiamano gli atleti ad una attenzione più forte. 

Perché il collegio del Tas ha ritenuto Halep negligente

Sono prodotti considerati sempre a rischio, si consiglia vivamente di non usarli, spesso sono contaminati per difetti nei processi produttivi e non perché le aziende vogliano alterare volutamente il loro contenuto senza dichiararlo. Il Tas ha emesso centinaia di condanne in procedimenti che riguardano supplementi contaminati. Chi fa l’atleta professionista è costantemente allertato su questo. Di conseguenza, il collegio del Tas ha ritenuto Halep negligente perché prendendo un nuovo integratore, non testato, si è assunta un notevole rischio. Perché aveva la possibilità di rivolgersi a dei medici per valutare se utilizzarlo e non lo ha fatto. In questo caso, fisioterapista e preparatore o allenatore non sono stati ritenuti soggetti con le competenze mediche e cliniche necessarie per prescrivere o consigliare supplementi nell’alimentazione. La tennista rumena ha assunto un prodotto volontariamente, fidandosi del consiglio del suo staff, ma nulla è avvenuto a sua insaputa. I 9 mesi di squalifica sono stati ritenuti una pena adeguata al grado di responsabilità, seppur lieve, riscontrato. Detto questo, non ci sono similitudini con la vicenda di Jannick Sinner.

Cosa cambia rispetto al caso Sinner

Il procedimento con cui è stato assolto Sinner ha stabilito che la contaminazione è avvenuta con uno spry cicatrizzante usato dal fisioterapista Giacomo Naldi per curare un taglio su un dito e acquistato dal preparatore Umberto Ferrara. Naldi, trattando Sinner a mani nude, ha trasmesso tracce del clostebol contenuto nello spry. Sinner era all’oscuro del fatto che fosse stato usato il farmaco, non poteva essere consapevole del rischio e quindi prevederlo. La contaminazione involontaria, in questo caso, è di altra natura rispetto all’integratore usato da Simona Halep. Inoltre, il Giacomo Naldi, laureato in osteopatia, e Umberto Ferrara, laureato in farmacia, hanno anche un profilo medico adeguato. Quindi difficile dire che Sinner non avesse uno staff preparato da ogni punto di vista. Ora, tutta la vicenda Sinner sarà riesaminata da un collegio del Tas che verrà nominato a breve. In sostanza si rifà il procedimento, vedremo se saranno presentati pareri, prove o testimonianze in grado di cambiare l’interpretazione dei fatti. Ogni collegio del Tas è indipendente, può usare comunque come riferimento la giurisprudenza ed eventuali casi che presentano analogie. Ma il giudizio sulla mancata competenza medica dello staff di Halep e sul suo comportamento incauto nel prendere un integratore non si applicano automaticamente al caso di Sinner. Rimangono due vicende da tenere distinte.

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